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Rubra domus

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Messaggi del 22/02/2015

In dispari...

Post n°2239 pubblicato il 22 Febbraio 2015 da gratiasalavida

In dispari...

 
 
 

De rerum

Post n°2238 pubblicato il 22 Febbraio 2015 da gratiasalavida
 

E' facile. Le disse.

E' facile convincersi che non abbia senso il corso di un'esistenza.

Basta  smettere di guardare.

Guardati.

Guardami.

Guardiamoci allo specchio.

Lei perplessa, accolse il suo invito.

-Cosa vedei nell'immagine riflessa?

-Vedo me stessa.

Lo disse con un margine di esitazione che denunciava la sua diffidenza nei confronti delle parole pronunciate da quello strano individuo, parole che avevano il potere di disorientarla e di renderla inquieta. Parole che avevano il potere di mettere in discussione persino la veridicità della percezione registrata dai suoi sensi.

Lo aveva  conosciuto qualche minuto prima, mentre era intenta, tra i banchi della merce esposta in un grande magazzino, a cercare un romanzo da leggere tra i molti che vi erano stati collocati alla rinfusa.

- "Me stessa"? E "me stessa " chi è?

- Chi è?... Beh... Una donna.

- Troppo poco. Se ti guardi intorno vedrai che il locale è pieno di donne che non sono "me stessa". Cosa vedi, dunque, allo specchio?

- Scusi, ma lei cosa vuole da me? Perché mi sta importunando? Io non ho capito dove vuole arrivare con i suoi discorsi, sa?  

In realtà la sua mente stava formulando l'idea che lo strano individuo la volesse confondere per rubarle il portafogli. Ne aveva sentiti tanti, alla televisione, di casi occorsi a persone derubate da ipnotizzatori in grado di confondere i creduloni che gli capitavano a tiro con il solo  timbro della loro voce...

- Lei sta pensando che io la voglia ingannare per procurarle un danno, invece io voglio esattamente il contrario. Voglio disingannarla. 

Lei era diventata rosso fuoo in volto, poiché lo strano figuro che la stava importunando aveva intuito, chissà come, la natura delle sue considerazioni interiori.

- Senta, ho poco tempo da perdere. Mi lasci scegliere il mio romanzo in santa pace, così me ne torno a casa all'orario giusto per preparare la cena.

- Le prometto che se si guarda un istante allo specchio e mi dice che cosa vede, non la importunerò più. Glielo prometto.

- Uffa, lei è vermente insistente. D'accordo. Farò come dice. Poi però mi lasci in pace, una buona volta!

- Bene. Bene. Cosa vede allora?

- Vedo una donna di venticinque anni...

- No.

- Come: "no"...

- No. Le ho detto. Lei "ha" venticinque anni. Ma la sua età non è esattamente un aspetto che può vedere nella sua immagine riflessa.

- Santa pazienza! Sta dicendo che ne dimostro di più?

- Le sto chiedendo di essere sincera e di liberare la sua visione da ogni forma di preconcetto. Cosa vede?

- Mi sto innervosendo, sa? Ma se l'unico modo per togliermi la sua presenza di torno è acconsentire alla sua singolare richiesta, lo farò... dunque... dunque... allo specchio vedo una donna che mostra un'età apparente di trenta, trentacinque anni, con i tratti del volto induriti, ma resi meno taglienti dal rossetto e dalla matita sotto gli occhi, che sono piccoli e stretti. La donna ha un volto dalla forma regolare, il naso aquilino e le labbra sottili. Ah... gli occhi sono di colore grigio spento. I capelli sono ricci e biondi, un po' radi. Il fisico è asciutto.

Mi sembra di aver finito.

- No. mancano due dati. Com'è il portamento? E qual è l'espressione del volto?

- Il... portamento? Mmmm... il portamento non si potrebbe definire "eretto". La donna ha le spalle incassate e tende a curvare in avanti la parte superiore del corpo. L'espressione... è incerta. Bene. Ho finito?

- Sì. Ora faccia la stessa cosa con me.

- Ma come? Ancora... ? Lei mi sta proprio infastidendo, lo sa?

- IN fondo le sto chiedendo di fare un gioco, un gioco che le rivelerà qualcosa di importante. Se non vuole giocare, tuttavia, lasciamo perdere. Me ne vado.

Girò sui tacchi e fece qualche passo in avanti, quando la donna lo apostrofò nuovamente.

- Ehi... aspetti! Non se ne vada! Non mi ha spiegato la ragione delle sue singolari richieste!

L'uomo tornò indietro.

- Allora l'ho incuriosita.

- Si ponga davanti allo specchio e facciamola finita. Poi esigo una qualche forma di razionale spiegazione, altrimenti chiamerò una guardia!

- L'ho forse aggredita?

- Si metta davanti allo specchio!

- Bene, bene. Le faccio nostare che in breve tempo lei è diventata protagonista attiva di questo gioco che aveva cominciato in un ruolo passivo...

- Stia zitto, per carità!

- Va bene. Taccio. Allora, cosa vede?

- Vedo un uomo di circa quarant'anni, con i capelli ancora scuri ma che si stanno imbiancando sulle basette. I capelli sono piuttosto lunghi e scomposti. L'uomo ha l'abitudine di ricomporre con le mani le ciocche che tendono a ricadere sulla fronte, portandole indietro. Vuole che la fronte sia libera, così da mettere in risalto gli occhi, che sono neri e molto espressivi. E' un bell'uomo, quello che vedo. Ha un volto segnato da qualche ruga di espressione, soprattutto sulla fronte. E' alto, ha una corporatura agile e una postura eretta. Gli occhi sono luminosi, benché le pupille siano scure. Luminosi. 

- Che altro?

- Ho finito. Ora mi spiegherà finalmente lo scopo di questo gioco?

- Secondo lei?

- Non ne ho la più pallida idea.

- Va bene. Glielo spiegherò. Sono un appassionato di libri. Ho notato che lei ha preso in considerazione, per il suo acquisto, uno dei volumi esposti in posizione rilevante nello scaffale delle novità. Ho notato che lei lo ha preso in mano e non lo ha neppure sfogliato. Si è limitata a leggere distrattamente la trama dell'opera nella quarta di copertina. Si stava recando verso la cassa, quando io l'ho agganciata con un pretesto qualsiasi e l'ho coinvolta in questa conversazione apparentemente strampalata. Se ci riflette un istante, tuttavia, il gioco che ha accettato di giocare ha un senso...

- MI ci faccia pensare... lei ha detto di essere un appassionato di libri...

-Esatto.

- E io ho preso il primo libro che mi è capitato tra le mani, nello scaffale delle novità.

- Esatto. Perché ha scelto quel libro?

- Mmmm... non saprei... mi piaceva la copertina...

- Solo questo?

- Beh... se è una novità ed è stato messo in rilievo...   ciòdovrà pur dire qualcosa, non crede?

- No. Non credo. Io ho letto quel libro. E' pessimo. Banale nell'ideazione, scontato nella trama e nel finale. Sciatto nello stile. Lei ha operato la scelta peggiore che avrebbbe potuto compiere.

- Beh... se lei ha letto quel libro, significa che a sua volta si è fatto irretire dalla sua posizione rilevante sullo scaffale. Allora non sono l'unica stupida sulla faccia di questa terra.

- Io leggo un numero incalcolabile di libri, dunque ho letto anche quello, e non sto affermando che lei sia stupida. Ho cercato di farle notare che, semmai, tende a essere pigra, poiché si è affidata, per la sua scelta, a una formula preparata ad arte da chi si occupa delle strategie di vendita di un grande magazzino. Qualcuno ha messo in rilievo questo prodotto e lei, passivamente, lo ha preso in considerazione per acquistarlo, a prescindere dal suo reale valore. Prima, quando le ho detto di riferirmi quanto aveva visto riflesso nello specchio, ha cominciato il gioco in un ruolo del tutto passivo, senza ricorrere alle doti di giudizio e di sensibilità che ha rivelato in seguito, dietro mia provocazione. Ergo, lei ha rinunciato ad affidarsi a se stessa. Si affida passivamente a quanto le viene propinato come il meglio, anche se non è così.

- Forse è vero, ma chi mi dice che lei sia infallibile nel suo giudizio? Chi mi dice che il libro che ho scelto sia il peggiore tra quelli che avrei potuto acquistare?

-Glielo dico io, con certezza. Quel libro non mi sono limitato a leggerlo. In reltà l'ho scritto io. 

- Lei!!! Lei è l'autore di questo romanzo?!! Non ci credo! Perché, se l'ha scritto, ne parlerebbe così negativamente?

- Perché questo libro è un esperimento. Ho voluto toccare con mano gli esiti di un meccanismo distorto che esclude del tutto il valore reale di un'opera letteraria. Ho scritto opere che sono state collocate, a torto o a ragione, tra i capolavori della nostra letteratura, ma un giorno mi sono chiesto se i lettori che hanno acquistato i miei romanzi, lo abbaino fatto per il loro valore o per il retaggio dei miei precedenti successi editoriali e di critica. Ho scritto allora il peggior testo che era in mio potere scrivere. Le assicuro che sono riuscito perfettamente nel mio scopo. E' orribile. Ciò nonostante il riscontro nelle vendite è positivo. I lettori acquistano il mio libro e ne parlano bene. I critici ne parlano bene. Il passaparola cè stato avviato con successo dal mio affezionatissimo pubblico.  Nessuno, fino a ora, è stato sfiorato dal dubbio che questo sia un pessimo romanzo, ma, mi creda, lo è.

- Beh. A questo punto mi ha incuriosito. Acquisterò il suo romanzo e lo leggerò, per sapere se è davvero brutto come lei afferm, o se mi ha semplicemente preso in giro. 

- Vuole sprecare i suoi soldi? Lo faccia. Quanto meno, ora sta agendo una scelta consapevole.

- MI tolga una curiosità: perché, tra tanti possibili acquirenti del suo romanzo, lei ha scelto proprio me come lettrice cui aprire gli occhi?

- Perché lei ha due occhi che sanno guardare, ha una testa in grado di elaborare ragionamenti complessi, ha un cuore.

- Bum! Dovrei crederle?

- Fa bene a mettere in discussione quello che le dico. Lo faccia sempre, la prego. Non dia mai più per scontato ciò che le capita a portata di mano.

- E' uno strano tipo, lei.

- No. Sono una persona semplice. Per questo riesco a vedere quello che ai più sembra invisibile. Beh. La ringrazio della piacevole conversazione. Ora devo andare.

- Sono io a ringraziarla. Credo che leggerò tutti i suoi lavori. Con il massimo interesse.

Lo vide allontanarsi, con passo leggero e veloce, fino a scomparire nella folla degli acquirenti del sabato pomeriggio.

Era elettrizzata dal singolare incontro che le era capitato in sorte. Era curiosa di saperne di più su quello strano individuo che... sì... senza meno le aveva aperto gli occhi, rivelandole su se stessa più aspetti di quanti fino a quel momento credeva di conoscere.

Andò con lo sguardo alle note biografiche dell'autore, collocate sulla seconda di copertina. Riconobbe inequivocabilmente, nella fotografia che precedeva le notizie sul famoso scrittore, le fattezze dell'uomo che l'aveva intrattenuta fino a pochi istanti prima.

Poi si sentì gelare il sangue.

Rilesse più volte le note biografiche, che si concludevano con la notizia della scomparsa dell'autore a seguito di una lunga malattia.

Era morto, l'uomo della fotografia, esattamente un anno prima.

L'opera era uscita postuma.

Si recò alla cassa, come in trance. Acquistò il volume e se ne tornò a casa.

Mentre guidava, ripensando a quanto le era accaduto, si chiese se avrebbe dovuto sentirsi triste.

Si rispose che invece si sentiva bene.

Non si era mai sentita tanto bene prima di allora.

Non si era mai sentita tanto libera, prima di allora.

Decise che avrebbe cominciato a operare alcuni cambiamenti nella sua vita.

Avrebbe compiuto delle scelte che da anni rinviava. 

E si sarebbe guardata più spesso allo specchio.

 

 

 
 
 

NOTA DELL'AUTRICE DEL BLOG

Tutti i testi qui pubblicati

sono esclusivo frutto della mia creatività. Cinzia M.

Tutti i diritti sono riservati.

Ho scorto su You Tube un canale intitolato Rubra Domus.

Non ha a che fare con me, che sono unicamente l'autrice

di questo blog e dei testi che vi sono quotidianamente

inseriti.

Cinzia M.

 

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