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Post n°2253 pubblicato il 15 Maggio 2015 da gratiasalavida

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Cronaca di una morte annunciata

Post n°2252 pubblicato il 15 Maggio 2015 da gratiasalavida
 

Il ddl "La Buona scuola"?

L'ho letto.

L'ho letto per sommi capi, ovviamente, poiché il lessico in cui si esprime è penosamente indigeribile alla comprensione, anche da parte di chi ha un ottimo grado di conoscenza della lingua italiana e della terminologia giuridica.

L'ho letto e ho tratto dalla lettura numerosi motivi di perplessità.

Vorrei avviare il discorso da una premessa. Anni fa Riccardo Iacona ha realizzato un'ottima inchiesta sulla scuola italiana e sui problemi che la affliggono, avviando un parallelo con l'istituzione scolastica svedese, con l'ottima istituzione scolastica svedese.

Ricordo che a  uno dei coordinatori di un progetto di reupero del disagio all' interno di una magnifica scuola superiore di non so quale citta della Svezia, fu posta la seguente domanda:

"Quanti insegnanti utilizzate per colmare il divario culturale e sociale degli studenti disagiati?"

L'insegnante, quasi meravigliato della domanda, rispose, semplicemente: "Tutti quelli di cui abbiamo bisogno".

Di docenti aggiuntivi, nelle affollate classi italiane, ce ne sarebbe bisogno, eccome, dal momento che è quasi le norma che nelle classi siano presenti due, tre, quattro, cionque, dieci allievi che avrebbero bisogno di un supporto individualizzato, a prescindere dal docente di sostegno, che non sempre è presente in classe, e vi opera solo se l'allievo è fornito di una robusta certificazione di una disabilità.

La scuola italiana prevede docenti aggiuntivi che operino funzioni di tutoraggio, cieè di supporto agli allievi in difficoltà?

No. Attualmente la scuola italiana prevede solo i BES, sigla che sta per Bisogni Educativi  Speciali.

In cosa consistano i BES è presto detto: si individuano gli allievi che soffrono di una delle molteplici forme di disagio di cui possono soffrire gli studenti della scuola italiana e si procede a un piano di intervento individualizzato.

Se la classe presenta due, tre, quattro, cinque, sei, sette o più allievi che soffrano di un disagio, gli interventi individualizzati dovrebbero diventare due, tre, quattro, cinque, sei, eccetera eccetera.

Complimenti al superinsegnante in grado di realizzare una didattica individualizzata nei confronti di tanti soggetti deboli e di occuparsi, nel contempo, degli allievi cosiddetti "normali", che poi spesso evidenziano, a loro volta, forme, più o meno accentuate, di sofferenza  psicologica dovuta a problemi di vario tipo... complimenti davvero, poiché avrà dimostrato di possedere, come Padre Pio, il dono della dislocazione, quanto meno della dislocazione psoichica, mostrando di sapersi barcamenare  contemporaneamete tra quattro cinque, sei, venti, venticinque casi che richiedono al tempo stesso supporto.

Complimenti al superinsegnante, ammesso che esista e non necessiti, dopo qualche anno, di terapie psicologiche per forme più o meno latenti di esaurimento nervoso.

Cosa dice il ddl della buona scuola al riguardo dei bisogni dell'organico?

Cito testualmente l'articolo 6 comma due:

"L'organico dell'autonomia è determinato su base regionale, con cadenza triennale, con decreti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione (...) Il riparto della dotazione organica tra le regioni è effettuato sulla base del numero delle classi, nonché della presenza di aree interne, di quelle a forte processo immigratorio e di quelle caratterizzate da elevati tassi di dispersione scolastica".

Si ricava dal testo che la "buona" scuola  possa godere di un aumento dei docenti in funzione dell'elevato numero di casi di disagio o svantaggio culturale o sociale che generalmente si rileva nelle classi?

Boooh!

L'Articolo 2, il famigerato articolo 2 della riforma, è quello che rafforzerà la funzione del Dirigente scolastico, aumentandone i poteri decisionali.

Anche questo mi desta non poche perplessità.

La scuola dovrebbe essere il campo aperto delle decisioni condivise; il conferimento alla dirigenza di un aumentato potere decisionale, rischia di minare alla base la conformazione della scuola come comunità ove le scelte vengano effettuate di comune accordo e in ragione di una prospettiva condivisa.

Altro punto che desta motivo di perplessità è quello chiamato in causa dall'articolo 11, che prevede lo stanziamento di euro 200 milioni annui ai docenti meritevoli "sulla base della valutazione dell'attività didattica in ragione dei risultati ottenuti in termini di qualità dell'insegnamento, di rendimento scolastico degli alunni, di progettualità nella metodologia didattica utilizzata, di innovatività".

Cioè?

Intanto duecento milioni ripartiti tra tutte le scuole del territorio italiano si riducono a una cifra miserevole da destinare, eventualmente, ai pochi superinsegnanti individuati come beneficiari del premio, a fronte di una retribuzione mensile degli insegnanti (di tutti gli insegnanti) che risente e non poco degli interventi di penalizzazione che vari governi hanno realizzato in nome del riequilibrio dei conti dello Stato Italiano.

A chi dovrebbe andare il tanto ambito premio?

Come individuare i superinsegnanti?

Esistono i superinsegnanti? O la scuola, ritornando al concetto di comunità, viene piuttosto tenuta in vita, a dispetto dei tagli delle risorse intervenuti numerosi negli anni, dal lavoro quotidiano e silenzionso di "tutti" i docenti che vi sono coinvolti?

Altre perplessità: se il cosiddetto "merito" dovrà essere accertato, non si comprende bene come", dai risultati ottenuti, quale insegnante vorrà operare in quelle classi ove l'alto numero di casi di disagio renderà l'intervento didattico estremamente faticoso a fronte di risultati non sempre oggettivamente riscontrabili?

Nel caso di uno studente che arrivi a scuola con uno svantaggio culturale e sociale che collochi il suo rendimento iniziale, in una  ipotetica scala di valutazione, al grado -20, il raggiungimento del grado -5 o del grado 0 sarebbe già un enorme successo formativo!

Il medesimo studente, tuttavia, giudicato dai risultati conseguiti in uno dei famigerati test INVALSI, sarebbe collocato tra gli studenti altamente insufficienti, e il giudizio di insufficienza verrebbe a coinvolgere i suoi docenti, senza tener conto del faticosissimo lavoro quotidiano copiuto dai medesimi per colmare almeno parzialmente il divario iniziale.

Cosa succederà allora nella "buona" scuola?

La competizione tra i docenti per accaparrarsi gli studenti migliori ed evitare di scommettere su quelli più deboli?

E cosa accadrà quando un insegnante, dopo tre anni di faticosiissima quotidiana dedizione all'insegnamento, si vedrà escluso dal premio econmico che, inevitabilmente, date le esigue risorse stanziate, verrà attribuito a un limitatissimo numero di superdocenti, o forse di docenti più abili a "presentarsi" come superdocenti (quella di saper vendere fumo, lo si sa, in Italia è un'attitudine che viene sempre molto apprezzata)?

L'insegnante che verrà escluso dalla gara a premi non rischierà di demotivarsi e, quanto meno, di affrontare il suo faticosissimo lavoro quotidiano con un pizzico di disillusione in più?

Booh!

Queste e tante altre le perplesità suscitate dal ddl.

Mi sono limitata a elencare le principali, per non tediare i pochi che mi leggeranno.

La buona scuola?

O la volta buona per dare il colpo di grazia a una istituzione che da anni viene sistematicamente aggredita a colpi di leggi, leggine e circolari che l' hanno resa una malata cronica?

Ai posteri l'ardua sentenza.

 

 

 
 
 

NOTA DELL'AUTRICE DEL BLOG

Tutti i testi qui pubblicati

sono esclusivo frutto della mia creatività. Cinzia M.

Tutti i diritti sono riservati.

Ho scorto su You Tube un canale intitolato Rubra Domus.

Non ha a che fare con me, che sono unicamente l'autrice

di questo blog e dei testi che vi sono quotidianamente

inseriti.

Cinzia M.

 

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