Creato da gratiasalavida il 09/09/2007

Rubra domus

Paole parole parole

 

Messaggi del 14/11/2015

In dispari...

Post n°2289 pubblicato il 14 Novembre 2015 da gratiasalavida

In dispari...

 
 
 

Echi

Post n°2288 pubblicato il 14 Novembre 2015 da gratiasalavida

Non sapeva come vi fosse arrivato.

Né "dove" fosse arrivato.

Intorno a sé una indeterminata distesa grigia.

Non era neve. Non era sabbia. Non era cemento.

Provò a inchinarsi a raccogliere da terra un frammento di quella materia indeterminata sulla

quale si reggeva in piedi a fatica.

Con somma sorpresa si accorse che non avrebbe potuto raccogliere alcunché, poiché non c'era

alcunché di materiale da raccogliere.

I suoi piedi sembravano poggiare su un piano solido di materia indeterminata.

In realtà posavano sul vuoto.

Un vuoto grigio e dilatato, a vista, fino a un presumibile orizzonte che tuttavia i suoi occhi

non riuscivano a cogliere.

Era come sospeso in una grigia nebulosa di vuoto.

Cercò di ricordare come fosse arrivato lì.

A fatica la memoria cominciò a offrirgli alcuni frammenti scollegatidi una scena che doveva

averlo visto protagonista.

Uomini, donne. Giovani.

I loro volti. Li ricordava a stento.

Una miriade di volti di cu non riusciva a mettere a fuoco i connotati.

Solo alcuni dettagli, riusciva a cogliere.

Bocche spalancate.

Tratti deformati da un terrore cieco.

Chi erano quegli uomini. Chi quelle donne. Non avrebbe saputo dirlo.

Chi lui stesso fosse.

Non avrebbe saputo dirlo.

A dir la verità si sentiva come fosse una estensione di quella grigia indeterminatezza che lo

circondava.

Un foruncolo sulla pelle del nulla.

Ecco come si sentiva. O meglio, come si percepiva, oltre la propria identità che non riusciva

in alcun modo a estrarre dai pochi frammenti scollegati che faticosamente aveva strappato

alla propria memoria. 

- Ti riconosco.

Dalla grigia indeterminatezza in cui si era assorto emerse una voce.

Poi, come a farsi strada in una nebbia fittissima, si avvicinò un corpo.

Proprio così lo percepì. Come un corpo.

A differenza di quella grigia indeterminatezza, di cui lui stesso sentiva di essere parte,

sembrava fatto di carne e ossa.

Un ragazzo alto, magro, dai capelli scuri che gli ricadevano sulla fronte in un ciuffo

scomposto. Un volto dai tratti ancora adolescenziali.

Gli occhi grandi, color nocciola, animati da uno sguardo gentile.

- Sei tu, dunque. Perché lo hai fatto?

- Fatto cosa?

- Perché mi hai ucciso? Avevo solo ventidue anni.

Non era certo di avere degli occhi, poché non riusciva a percepirli, ma, se li avesse avuti, li

avrebbe spalancati in un moto di sorpresa.

- Ucciso? Non capisco. Chi sei? Dove siamo?

- Non saprei dirti dove siamo. Di certo so che siamo morti.

- Tu sei l'ultima immagine che ho visto prima di esalare l'ultimo respiro. Ed è proprio questa la domanda che ti ho rivolto prima di morire. "Perché?". Poi devo esser morto, poiché tutto è sparito di colpo.

- Mi stai prendendo in giro forse? Io non ricordo affatto di averti conosciuto. Non ho la più pallida idea di chi tu sia. A dire il vero non ho neanche la più pallida idea  di chi "io" sia. Come potrei averti ucciso se neanche ti conosco?

- E' proprio quello che ho pensato io prima di morire: "Perché?". Che sia stato tu a uccidermi, tuttavia, non c'è dubbio. Mi ti sei parato davanti e mi hai sparato. E i tuoi occhi erano cattivi. Mi hai guardato con odio, prima di premere il grilletto. E io, prima di cadere all'indietro sotto i colpi del tuo fucile, mi sono chiesto perché mi guardassi con odio. Perché? Te lo chiedo ancora.

- Scusami tanto, ma se tu fossi morto, come faresti a parlarmi? Dai, questo è uno scherzo. Su. Dimmi chi sei e quale dei miei amici ti ha convinto a farmi questo scherzo di pessimo gusto!

- Non hai capito proprio niente allora! Io sono morto. E sono morto perché proprio tu m hai ucciso! E se puoi vedermi e sentirmi, mi pare ovvio, è in ragione del fatto che anche tu sei morto, esattamente come me. 

Improvvisa e folgorante, la memoria gli restituì una immagine.

Lo vide, quel ragazzo bruno che cadeva all'indietro, su un cumulo di altri cadaveri

insanguinati.

Lo vide fissarlo a lungo, con i suoi grandi occhi nocciola sbarrati dalla consapevolezza della

fine. Le mani premute sulla pancia, a cercare di fermare un fiotto di sangue che straripava,

in un flusso incessante, dalle ferite che lui stesso gli aveva provocato sparando.

Aveva sparato.

Più e più volte.

Non era certo di avere ancora gli occhi, ma se l avesse avuti li avrebbe spalancati.

La grigia indeterminatezza che lo circondava si aprì, a un tratto, rivelando decine e decine

di figure che si facevano largo in quella indeterminatezza, fino a stagliarsi di fronte a lui in

contorni ben defiiti.

Tanti ragazzi. Tanti.

Giovani uomini e giovani donne che lo fissavano.

Lo sguardo, scevro di odio, rivelava un unico registro, quello interrogativo.

Una domanda nuda che risaliva dalla moltitudine degli sguardi fino alla vetta del suo

smarrimento.

Perché?

Non riusciva a rammentare chi fosse stato e chi ora fosse, o meglio, che cosa fosse

diventato.

Non poteva rispondere a quella domanda.

Lui stesso sentiva di dover porre a quella moltitudine la domanda che gli sorgeva

spontanea dal culmine dello smarrimento che lo aveva rapito.

- Voi mi vedete, dunque. Come sono fatto? Che volto ho ? Non ricordo. Non ricordo niente!

Non ricordo chi ero. Ditemi che aspetto ho. Quanti anni ho! Ditemelo, vi prego! Non

ricordo. Non ricordo!

Sparirono. Uno alla volta, come erano apparsi.

O meglio, si smaterializzarono nella grigia indeterminatezza di quel nulla che pareva non

avere inizio né fine.

Da ultimo il ragazzo bruno.

Lui gli rivolse un estremo, disperato tentativo di avere una risposta al proprio, angoscioso,

interrogativo.

- Ti prego, dimmi come sono fatto, forse allora riuscirò a ricordare anche perché vi ho

ucciso.

Il giovane scosse la testa. Nei suoi occhi uno sguardo di muta compassione, prima che la

grigia indeterminatezza lo inghiottisse.

Quando fu solo, lui cercò vanamente di toccarsi il volto, di tastarsi le forme del corpo per

avere un punto fermo da cui ripartire per arginare il vuoto gigantesco di cui sentiva di

essere parte.

Non c'era un volto, non c'era un corpo da toccare.

Non c'era un punto fermo.

Solo il vuoto.

Un vuoto grigio e indeterminato.

Un'opaca vaghezza in cui, tuttavia, la sua coscienza continuava a dare i segni di una

propria, indeterminatissima, persistenza.

C'era da impazzire.

Lo sentiva, tuttavia, che nell'indeterminatezza non si può impazzire.

Si può solo avvertire un vago, cupo, doloroso senso di quello che non si è.

Un urlo di terrore gli sarebbe uscito di bocca, se avesse avuto una bocca. 

Non ne aveva, tuttavia.

Da qualche parte, nell'universo, l' eco lontana di una vaga indeterminatezza produsse un

impercettibile mutamento nel vuoto siderale.

Dalla coda di una cometa si staccò un frammento infinitesimale di ghiaccio.

L'universo risponde a tutto.

Anche all'eco del vuoto.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

NOTA DELL'AUTRICE DEL BLOG

Tutti i testi qui pubblicati

sono esclusivo frutto della mia creatività. Cinzia M.

Tutti i diritti sono riservati.

Ho scorto su You Tube un canale intitolato Rubra Domus.

Non ha a che fare con me, che sono unicamente l'autrice

di questo blog e dei testi che vi sono quotidianamente

inseriti.

Cinzia M.

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 31
 

ULTIME VISITE AL BLOG

ossimoramonellaccio19bacioconlalingua0m12ps12amorino11aliasnovecassetta2gratiasalavidaprefazione09miriade159cuorevagabondo_1962i_melottiacer.250felixyax
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie Buon 2024 Cinzia... sempre pace
Inviato da: aliasnove
il 31/12/2023 alle 13:59
 
“Noi vogliamo glorificare la guerra, sola igiene del mondo,...
Inviato da: cassetta2
il 31/12/2023 alle 11:50
 
E perché il sol dell'avvenire splenda ancora sulla...
Inviato da: cassetta2
il 03/11/2023 alle 01:09
 
Grazie!
Inviato da: gratiasalavida
il 06/05/2023 alle 18:51
 
Concordo Cinzia ciao buon 25 aprile!!
Inviato da: aliasnove
il 25/04/2023 alle 20:45
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963