Angelo Ribelle
La Via Che Conduce All'Inferno E' Lastricata Di Buone Intenzioni? Piacere, Io Sono Il Pavimentatore...
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Post n°194 pubblicato il 25 Febbraio 2011 da Solo_Vita
Un soffio di brezza leggera agita il foglio denso di parole scritte con la penna buona, sul tavolinetto dello studio. Provano ad esplodere, ma gli occhi del giovane sono distanti, persi, imbambolati. Giorni, mesi, anni da bambino ad immaginare chi fossero, se attendessero qualcuno, cosa contenesse il loro cestino di vimini. Ora invece nessuna emozione, il palmo delle mani appoggiato sui braccioli della poltrona di pelle e la schiena perfettamente infossata nello schienale. Fuori un'alternanza indistinta di soli e lune senza alcuna capacità di scalfire la tana. Poi un altro soffio di brezza, gridano le parole, impossibile non compiere una faticosissima deviazione degli occhi verso la carta da lettere porosa pregna di inchiostro blu. <Quando hai mal di stomaco, quando preferiresti rimanere chiuso fuori dal mondo che festeggia, quando le stelle sembrano girarti contro e quando invece hanno preso una cotta per te. Una scarica elettrica attraversa i muscoli. Il battito accelera. Il diaframma stira forte i polmoni. Non ha molto senso l'amore, senza qualcuno che riesca a scandirne chiaramente il nome. Buona fortuna. "Notti fredde e silenziose: esplorate. Improvvisi, laceranti, avvisi ricodano intensi attimi." |
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INFERNO, CANTO V, VV. 127-138
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lanciallotto, come amor lo strinse:
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.
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