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SPACCATO DEL DIFFERENZIALE

 

 

Raffaele De Falco

Post n°32 pubblicato il 13 Novembre 2007 da clubvesuviano
 
Foto di rainproof

Caio Rain, penso di inserire il tuo blog sul nostro sito web http://www.cmvracers.com cosa ne pensi? ci autorizzi?

Ciao Raffaele De Falco

 
 
 

L'ASSETTO DI UN AUTOMODELLO #5

Post n°31 pubblicato il 25 Settembre 2007 da rainproof
 

Assetto
   Angoli fondamentali di un automodello di Luca Serazio

http://www.deamodellab.it/frontend/dett.asp?ProdID=8&CatKey=FUN&ContID=149

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta degli angoli che caratterizzano l’assetto di un automodello

La convergenza o Toe

La convergenza delle ruote, detta anche toe-in (se le ruote sono effettivamente convergenti) o toe-out (se le ruote sono divergenti) dalla corrispondente denominazione inglese, è l’angolo formato dall’asse longitudinale delle ruote con l’asse del veicolo (fig. 1)

fig.1

In particolare possiamo osservare come l’angolo di convergenza abbia anche un segno, positivo o negativo, le ruote siano convergenti verso l’avantreno del veicolo o verso il retrotreno (si parla in questo caso di convergenza negativo o divergenza).

 

Effetti della convergenza: retrotreno

Tipicamente, al retrotreno si utilizzano valori di convergenza positivi.

Consideriamo che il modello tenda ad andare in sovrasterzo di potenza verso destra. È come se il modello curvasse a sinistra aumentando il carico sullo ruote esterne (fig. 2)

fig.2

Il modello sarà sotto l’effetto della forza centrifuga (freccia verde), ma questa forza sarà compensata dalla ruota posteriore convergente (freccia azzurra) che, come dicevamo, in queste condizioni, è la ruota “dominante”.

L’effetto stabilizzatore sarà tanto più accentuato quanto maggiore sarà l’angolo di convergenza.

Come già abbiamo visto per la campanatura, l’angolo ideale di convergenza non esiste. Tanto maggiore sarà infatti la convergenza tanto maggiore sarà la resistenza del veicolo all’avanzamento.

Nella seguente tabella vediamo i comportamenti per valori estremi della convergenza posteriore.

Effetti della convergenza: avantreno

Tipicamente, all’avantreno si utilizzano valori di convergenza negativi o nulli.

Consideriamo che il modello, assettato con le ruote leggermente divergenti all’avantreno, sia impegnato in una curva (fig. 3)

fig.3 

Le ruote anteriori avranno due angoli diversi di sterzata (la ruota interna sarà più aperta). Questo concetto è simile a quello relativo all’angolo di Ackermann che tratteremo in seguito. Diciamo che l’angolo di Ackermann rappresenta la situazione neutra e la divergenza delle ruote anteriori è un settaggio aggiuntivo rispetto ad esso.

Appena si sterza, la ruota interna molto più sterzata imprimerà subito al veicolo un repentino cambiamento di traiettoria con un inserimento in curva repentino e brusco.

Durante la curva, invece, la ruota esterna in appoggio avrà un angolo di curva ridotto e questo comporterà una certa tendenza al sottosterzo.

Nella seguente tabella vediamo i comportamenti per valori estremi della convergenza negativa anteriore (divergenza).

Questo articolo è stato tratto dal sito di automodellismo curato dalla deagostini a cura di Luca Serazio a cui vanno i miei ringraziamenti

 
 
 
 
 

L'ASSETTO DI UN AUTOMODELLO #4

Post n°29 pubblicato il 07 Settembre 2007 da rainproof

Le barre anti-rollio

Le barre anti-rollio, incidono notevolmente sul buon assetto di una macchina, completando il lavoro degli ammortizzatori, ma svolgono la loro funzione in modo trasversale, cioè, la barra viene sollecitata solo quando una ruota è ad altezza diversa rispetto all'altra, come avviene in curva. Quando entrambe le estremità sono sollevate in pari misura, come durante una frenata, la barra è a riposo e non ha effetto. Per questo, le barre anti-rollio influenzano solo il bilanciamento trasversale della macchina, non quello longitudinale.

E utile dire che l’intervento della barra di torsione varia in base allo spessore della stessa: una barra sottile si torcerà parecchio, permettendo al telaio di inclinarsi maggiormente con un’escursione maggiore degli ammortizzatori.

Se montiamo una barra anti-rollio sul retrotreno, senza modificare nessun'altra regolazione. Quando la macchina entra in curva, il telaio comincia a inclinarsi. La sospensione esterna si comprime, quella interna si estende cosi la ruota esterna sopporta un carico molto maggiore, ma con la barra anti-rollio, invece, anche la sospensione interna è compressa, quindi il telaio si inclina di meno, e il retrotreno rimane ad un'altezza inferiore al normale. In questo modo, il retrotreno sopporta un carico maggiore, la trazione aumenta ed è più costante. Normalmente, senza la barra anti-rollio, il telaio smetterebbe di inclinarsi quando la molla esterna ha compensato completamente la coppia di rollio. Invece, con la barra anti-rollio, un po' di quella coppia è compensata dalla sospensione interna, compressa tramite la barra anti-rollio.

 
 
 

L'ASSETTO DI UN AUTOMODELLO #3

Post n°27 pubblicato il 28 Luglio 2007 da rainproof
Foto di rainproof

ALTEZZA DA TERRA

L'altezza da terra va regolata in relazione al tipo di fondo: se liscio e senza troppe sconnessioni si può abbassare la macchina, se accidentato meglio tenerla più alta, anche per non rovinare eccessivamente il pianale. E' importante tenerla sempre un 3- 4 mm più alta dietro che davanti. Altezza da terra Ormai tutti i modelli hanno la possibilità di essere regolati in altezza mediante dei grani che limitano l'escursione dei braccetti delle sospensioni. Nei modelli da rally game l'altezza da terra normale si aggira attorno ai 7/12 mm. Al di sotto di questi valori e meglio non andare per evitare che in staccata tocchi il fondo della macchina facendola pattinare. Al di sopra si può andare in casi particolari tipo fondo dissestato o pioggia. Si può regolare l'altezza in modo diverso tra avantreno e retrotreno ma questo è da vedere solo in relazione al baricentro del modello in esame, in genere il modello dovrebbe essere parallelo al terreno.

 
 
 

R/C DRIFT

Post n°26 pubblicato il 24 Luglio 2007 da rainproof

 
 
 

L'ASSETTO DI UN AUTOMODELLO #2

Post n°25 pubblicato il 21 Luglio 2007 da rainproof
 
Foto di rainproof

L'assetto, è un complicato gioco di leve e forze contrapposte. Lo scopo è far si che il modello possa contare sul maggior appoggio possibile in tutte le condizioni senza scomporsi.Le modifiche devono essere fatte una alla volta, verificandone gli effetti, solo così potremo individuare se stiamo lavorando nella direzione giusta.

In questo post parlerò delle sospenzioni, sperando sempre che vogliate intervenire, per lasciare i vostri commenti o consigli utili a migliorare questo blog....

                          Sospensioni

Il tipo di molla che sceglieremo determinerà la rigidità della sospensione, il diametro del filo d'acciaio ne individuerà la durezza.

Solitamente una macchina rigida risulta essere più performante, più reattiva e più guidabile in sbandata. E' ovvio che la rigidità del modello deve essere valutata in base del grip del fondo su cui si corre. Più questo sarà elevato più la macchina potrà essere irrigidita. Badate a non confondere il grip del fondo con la levigatezza ! Un asfalto molto levigato o a grana fine può trarre in inganno e variare il suo grip in modo sostanziale man mano che si "gomma". Logica conseguenza a quanto detto è che al diminuire del grip deve corrispondere un progressivo ammorbidimento del modello.Questo, assieme ad altri accorgimenti, permetterà alla macchina di rollare nelle curve e di conseguenza caricare peso sulle ruote esterne. Gli eccessi sono sempre da evitare. Così, se è controproducente una macchina del tutto rigida anche col più "grippante" dei fondi, così è controproducente un modello con l'assetto tipo Citroen 2 CV su fondi scivolosi o addirittura sul bagnato. Nel primo caso, infatti vi trovereste con un modello eccessivamente reattivo e portato a pattinare prima che a scaricare la potenza. Sareste costretti ad una guida eccessivamente accorta e stressante sia nell'impostazione delle traiettorie che nell'apertura del gas. Un avantreno troppo duro innesca inevitabilmente il sottosterzo soprattutto in accelerazione, l'esatto contrario avviene con un avantreno troppo morbido. Il solo modo per trovare il giusto equilibrio è provare tenendo presente che anche il retrotreno fa la sua parte. La macchina in uscita di curva non deve scodare se non è chi guida che glielo fa fare. L'equilibrio del retrotreno è proprio nel punto in cui nulla aggiunge alla sterzata e nulla toglie solamente spinge.

 
 
 

L'ASSETTO DI UN AUTOMODELLO #1

Post n°24 pubblicato il 18 Luglio 2007 da rainproof
 
Foto di rainproof

Trovare il giusto assetto in un automodello non è difficile, ma bisogna prendere in considerazione molti fattori quali il tipo di pista, le gomme gli ammortizzatori ecc..

Quindi procederemo di volta in volta esaminando ogni tipo di componente e che tipo di set.up effettuare.

Cominciamo con il regolaggio dei differenziali.

Cominciamo con il differenziale posteriore: Il differenziale posteriore può essere di 2 tipi: il normale a ingranaggi e quello a ingranaggi con planetari e satelliti. La cosa fondamentale in entrambi i casi è che devono essere liberi, e consigliabile l’uso di grasso molto tenero. Otterremo cosi una maggiore scorrevolezza in curva.

II  centrale può essere di 3 tipi: a  ingranaggi, il torsen e il palo rigido. II differenziale va usato molto duro, cioè caricato con oli siliconici oltre il 50.000 di densità e il suo utilizzo è consigliato nella stagione fredda, con il bagnato, con L’umidità e su tracciati sporchi; infatti scaricando meno trazione a terra, rende la macchina molto facile da guidare anche quando le gomme non legano perfettamente con l’asfalto. II torsen è un’ottima alternativa al differenziale, si può caricare con olio fin ad un massimo di densità 50.000, ma necessita di molta manutenzione e controllo; infatti sono facili le rotture dovute ad eccessivo gioco degli ingranaggi non spessorati adeguatamente. II palo rigido viene usato solitamente nella stagione calda e con condizioni di asfalto pulito e gommato, infatti scaricando molta trazione a terra, necessita di alta tenuta, viceversa renderebbe la macchina molto difficile da controllare in accelerazione.

II differenziale anteriore si tende normalmente a mantenerlo abbastanza duro, con olio dal 10.000 at 100.000. Man mano che intenerite l’olio avrete l’inserimento in curva in rilascio, viceversa indurendo l’olio avrete I’inserimento in accelerazione e diminuisce in rilascio.

 
 
 

L'ASSETTO DI UN AUTOMODELLO

Post n°22 pubblicato il 14 Luglio 2007 da rainproof
Foto di rainproof

Molti auto modelli,  sono studiati  e progettati per assecondare le richieste di gran parte dei modellisti. Quello che il modellista richiede ad un auto modello è che sia affidabile, performante, e settabile in base alle esigenze, al tipo di guida e alla pista.

Mi permetto quindi di dare alcuni suggerimenti sull’assetto in modo tale che seguendoli, molti modellisti “spero” potranno raggiungere buoni risultati. Teniamo sempre presente che gli assetti consigliati andranno di volta in volta personalizzati, a seconda della pista su cui si corre, del pilota, della trazione e delle gomme che si usano.

 
 
 

LA MARMITTA O SCARICO A ESPANSIONE 

Post n°19 pubblicato il 11 Luglio 2007 da rainproof
 
Foto di rainproof

La marmitta è un accessorio di primaria importanza che influisce in maniera determinante al raggiungimento di ottime prestazioni e di un buon rendimento del nostro motore.

Scegliendo uno scarico adatto, possiamo influire sui consumi, sull’allungo e sull’accelerazione.

Questi fattori vengono determinati dalla lunghezza, dal volume, dalla forma, e dallo spessore della lamiera dello scarico stesso. Tutti questi fattori se ben relazionati al tipo di pista o al nostro stile di guida, permettono al motore di raggiungere la coppia massima o risonanza in un tempo più o meno breve.

Dovete quindi sapere che: uno scarico più corto conferisce al motore più giri e allungo, perdendo accelerazione, viceversa uno scarico più lungo conferisce al motore più accelerazione e spunto, perdendo velocità finale.

Essendo un maniaco della perfezione e della pulizia Vi consiglio sempre di pulire le vostre marmitte sia internamente che esternamente, perche gli oli incombusti a lungo andare “ingommano” lo scarico, compromettendone le prestazioni.

 
 
 

RIDARE NUOVA VITA A UN MOTORE USURATO

Post n°17 pubblicato il 07 Luglio 2007 da rainproof
 
Foto di rainproof

Come avrete potuto leggere nei messaggi precedenti, alla base di una buona manutenzione c’è  principalmente la pulizia del motore, sia dei componenti esterni, che interni.

Quando procediamo alla pulizia del motore, è meglio smontare il carburatore, che se è già ben carburato, può essere pulito soffiandoci all’interno, eviteremo cosi di muovere le viti del minimo o del massimo conservando una giusta carburazione. È comunque importante pulire il filtro dell’aria e oliarlo per impedire alla polvere di passare.

Il motore invece avrà bisogno di tutta la nostra attenzione, procediamo smontando la testa di raffreddamento, avendo cura di segnarci il posizionamento esatto , cosi facendo procediamo togliendo i rasamenti  sotto testa e il tappo del carter, ora con un dito, oppure passando una fascetta dalla luce di scarico e facendo ruotare il volano, sfiliamo la camicia dal carter. Dopo questa operazione, possiamo smontare anche l’albero motore, la biella e il pistone.

A questo punto, passiamo a controllare l’usura interna delle parti,  controlliamo se il bottone di biella è particolarmente usurato, eventualmente sostituire l’albero motore, eviteremo di sbiellare.

Va controllata anche la biella, se ritenete che ci sia troppo gioco, o l’alloggiamento sia particolarmente usurato, e segno che la biella  ha fatto già il suo dovere (4-5 ore di funzionamento) ed è bene sostituirla.

Controlliamo ora l”accoppiamento” camicia – pistone.

Se notate che sul pistone o sulla camicia ci sono delle striature o rigature,allora è segno di un grippaggio dovuto a una carburazione troppo magra. Se il pistone fuoriesce dalla parte superiore della camicia e il motore ha avuto cali di potenza, questo è il segnale che ormai il pistone è usurato e l’accoppiamento è da cambiare poiché trattandosi di un accoppiamento conico, il pistone non deve fuoriuscire dalla parte superiore, quindi se l’accoppiamento è ancora buono potreste decidere di mantenerlo o eventualmente di sostituirlo.  Magari pensate di lucidare il pistone e camicia come si faceva sui cinquantini, ma purtroppo non è così, perché questi micromotori non hanno fasce elastiche quindi non avremmo più compressione.

Ora approfittando che il carter è aperto, controlliamo anche i cuscinetti di banco dove gira l’albero motore. Se notiamo che questi ultimi non scorrono liberamente è meglio sostituirli.

Un modo semplice per estrarre i cuscinetti è quello di scaldare il carter con una pistola termica, o riporre il carter dentro il forno! Si avete capito bene… dentro il forno.  J Ora vi spiego il motivo…. Essendo il carter d’alluminio e i cuscinetti d’acciaio, l’alluminio si dilata prima, quindi tenendo il carter in forno per 2-3 minuti a una temperatura di circa 60 gradi otterremo una dilatazione termica sufficiente ad estrarre  facilmente i cuscinetti ,semplicemente battendo il carter  su una superficie preferibilmente in legno.

Ora dopo aver controllato tutte le parti del motore e dopo aver sostituito i componenti usurati passate ad un accurato lavaggio con miscela di olio e benzina, appena finito soffiate il tutto con un getto dì aria per asciugarli, fate attenzione a che non restino impurità come i filamenti degli  eventuali straccetti usati per pulire o le setole del pennello stesso!

A questo punto siete pronti per rimontare il vostro motore,  oliate il tutto e ovviamente seguite il procedimento inverso della sequenza di smontaggio. Quando infilate la camicia sul carter fate particolare attenzione alle luce di scarico che deve essere allineata con lo scarico del carter!.  A questo punto dopo aver rimontato il tutto non dimenticate di serrare la testata di raffreddamento usando il metodo a croce cioè avvitate i perni in modo contrapposto l’uno verso l’altro cercando di usare la stessa forza.

Provate a tirare lo strappino, se tutto scorre alla perfezione e avete la giusta compressione avete terminato e siete pronti per godere di altre ore di divertimento con il vostro motore rigenerato!

Un mio consiglio è quello di ricontrollare il serraggio della testata dopo la prima accensione del motore.

Considerate, comunque che ormai i motori sono costruiti con materiale molto resistente e che questo tipo di manutenzione straordinaria va fatta ogni 4-5 ore di lavoro, ma è bene farla con costanza.

Quando potete, non lasciate stagnare la benzina dentro il serbatoio e dentro il motore, cercate di consumarla tutta. Per esaurire la mix dentro il motore, io solitamente lo spengo stringendo con le dita il tubo che porta la mix al carburatore.

Se pensate di non usare la macchina per lungo tempo sarebbe opportuno immettere un po’ d’olio dentro il motore per proteggerlo dalla corrosione.

 
 
 

IL MOTORE PARTE 3: PULIZIA DOPO UNA GARA

Post n°16 pubblicato il 04 Luglio 2007 da rainproof
Foto di rainproof

Passiamo ora al corpo motore iniziando con l’asportare la frizione; svitiamo la vite posta sulla testa dell’albero, solitamente a brucola, dopodiché sfiliamo il pignone e facciamo una verifica sullo stato dei denti. Più sotto troviamo il cuscinetto che può essere a sfera o quello cilindrico detto a “gabbietta”. Sfiliamo con delicatezza i ceppi facendo attenzione a non rovinare o a far saltare le molle; per ora lasciamo avvitato il dado del volano, che servirà successivamente per l’asportazione del cilindro.
Svitiamo la candela, verifichiamo il buono stato della serpentina e procediamo con lo smontaggio della testa e sottotesta. Si deve fare molta attenzione nello svitare le quattro viti,poiché nel caso vengano rovinate con il cacciavite, data la loro posizione, non si potrà più intervenire in altro modo se non provocando qualche danno irreparabile.
Asportata la testa ed il sottotesta passiamo ora a cilindro e pistone.
Tolto il collettore e la marmitta inseriamo un pezzetto di cartoncino, o una pezza di tela ripiegata, nel foro di scarico. Girando con la mano il volano facciamo scendere il pistone fino al punto più basso della sua corsa, il ”punto morto inferiore”. Diamo un altro giro al volano ed il pistone, forzando contro il cartoncino che abbiamo inserito, sfilerà il cilindro dal carter quanto basta per toglierlo con le mani (sconsigliamo l’ausilio di attrezzi metallici). Una volta estratto lo riponiamo su di un pezzo di Scottex molto pulito. Prendiamo la pinzetta a becchi lunghi e, dal piede di biella, sfiliamo il pistone. Recuperiamo il cilindro mettiamo al suo interno qualche goccia d’olio e verifichiamo lo stato dell’accoppiamento inserendo dal basso il pistone e facendolo scorrere delicatamente senza forzarne il fondo corsa. Torniamo ora al volano e lo sfiliamo dall’albero motore, svitandone il dado. All’interno del carter sono rimasti solo il cuscinetto di banco, quello con sfere a vista ed il cuscinetto esterno, chiuso nella parte esterna. Per controllare l’efficienza di questi due cuscinetti basterà lavarli, senza doverli asportare, con un pennellino molto pulito imbevuto di avio e farli poi semplicemente roteare, con un dito. Insistere nell’operazione aggiungendo sempre benzina, fino al completo sgrossamento. Fatto questo andremo a mettere, anche qui, dell’olio per una buona lubrificazione di entrambi i cuscinetti. Nel caso in cui si dovesse riscontrare qualche malfunzionamento o gioco nella sede o tra le sfere, si dovrà provvedere alla sostituzione. E' necessaria molta attenzione nell’asportare i cuscinetti motore perché, data la loro posizione, nel caso in cui non dovessero uscire facendo pressione occorrerà scaldare il carter con un saldatore a fiamma: si può usare tranquillamente quello per saldature a stagno.
Conclusa la parte di smontaggio e pulizia siamo pronti ora per il procedimento inverso: rimontare il motore. Dopo aver messo qualche goccia di olio nel carter, in modo da non fare attrito, inseriamo l’albero motore, dopodiché andiamo a rimettere i rispettivi rasamenti nella parte anteriore: cono frizione e volano (stringiamo il dado in modo da poter lavorare poi, all'inserimento di pistone e cilindro). Per stringere bene il dado ci aiuteremo con una chiave a morsa regolabile comunemente conosciuta come “pappagallo”. Passiamo ora a reinserire l’accoppiamento iniziando dal pistone del quale avremo verificato l’ottimo stato, la pulizia (con un panno pulito) e la lubrificazione. Fatto questo, passando dalla sede del cilindro, faremo passare il pistone fino a risistemare il piede di biella, facendo attenzione che l’incavo del pistone sia rivolto dalla parte dell’albero. Inseriamo il cilindro; anche qui andrà messa qualche goccia d’olio, sia dentro che fuori dalla camicia. Preoccupiamoci che la tacca posta sul carter vada a combaciare con quella del cilindro; importantissimo è che non sforzi nulla. Rimontiamo ora il sottotesta e la testa, avvitando le viti con il sistema a “croce”, facendo sempre attenzione, nello stringerle, a non rovinarle. Terminiamo il nostro lavoro rimontando la frizione, con il rispettivo pignone, ed il carburatore che in precedenza avevamo pulito oliandone accuratamente il filtro.
Non si sono scadenze precise per questo lavoro di manutenzione del motore e non è facile dire ogni quanto vada fatto: dipende da quanto lo si usa. Tuttavia sarà ovviamente indispensabile eseguirlo dopo una gara visto tutto lo stress al quale si sottopone il propulsore

 
 
 

IL MOTORE PARTE 2:  PULIZIA DOPO UNA GARA

Post n°15 pubblicato il 04 Luglio 2007 da rainproof
 
Foto di rainproof

Eccoci a un altro appuntamento di una serie di incontri riguardanti consigli per la cura e la manutenzione di un modello radiocomandato.
Inizieremo dal cuore dell'automodello, il motore, trattando della manutenzione indispensabile ed essenziale per quanto riguarda il buon funzionamento del propulsore e l'ottimizzazione delle prestazioni nel tempo. Sappiamo che i nostri micromotori sono soggetti a molte sollecitazioni, soprattutto nell'off-road, sempre a contatto con polvere e corpi estranei.


Per questa serie di motivi hanno bisogno di un controllo periodico e di manutenzione.
Per la pulizia del motore utilizzeremo principalmente un pennello e della benzina bianca tipo "Avio” (anche se alcuni usano altri prodotti tipo petrolio bianco ecc.); inoltre dell’olio per accoppiamenti (o olio neutro: quello per le macchine da cucire) sarà impiegato per la lubrificazione delle parti. Per quanto riguarda gli attrezzi evitiamo di farne un elenco: saranno impiegate le chiavi usualmente utilizzate dal modellista. Prima di iniziare il lavoro c’è da premettere una cosa importante e mi rivolgo soprattutto ai neomodellisti o a chi non ha mai aperto un motore: questo tipo di manutenzione “ordinaria”, se fatta con molta attenzione, non risulterà per niente complicata. In compenso avrà una notevole importanza per mantenere a lungo efficienti le varie parti del motore.
Per iniziare occorrerà pulire accuratamente i carter esterni con una pennellata di benzina bianca. Ancor meglio sarebbe una buona soffiata con un compressore d’aria (ma non tutti possono disporne) onde evitare che una volta aperto il motore ci si trovi a lavorare con mani o superficie d’appoggio sporchi.
Iniziamo il nostro lavoro asportando il carburatore. Svitiamo il dado A del carter in prossimità dell’area diffusore, quindi sfiliamo delicatamente il corpo e facciamo le prime verifiche sullo stato delle parti in gomma: soffietto B, o-ring dell’incastro al carter C, o-ring spillo massimo D, o-ring spillo minimo E. La verifica delle guarnizioni è molto importante perché gli o-ring in genere sono soggetti a usura causata dal contatto e sfregamento continuo con la polvere. Altra verifica importante è da riservare alla viteria: controlliamo lo stato delle viti del minimo meccanico F, carburazione minima E e massima D. Andiamo in seguito a pulire le parti interne.
Sempre con della benzina bianca e un pennellino pulito laveremo, facendo attenzione a non far entrare delle impurità, il tubo di Venturi G, area diffusore H e, muovendo delicatamente avanti e indietro il cursore gas, andremo a sgrassare anche la sua corsa. Ora mettiamo qualche goccia di olio per accoppiamento-olio neutro, sempre muovendo il cursore gas avanti e indietro per lubrificarne la corsa. Riavvitiamo poi completamente le due viti minimo E, massimo D e svitiamole quindi di circa tre giri e mezzo.
Lo scopo è dare una ricarburazione approssimativa che poi andremo a perfezionare a lavoro completato. Fatto questo prendiamo il carburatore, lo avvolgiamo in un pezzo di panno carta tipo “Scottex” e lo mettiamo da parte per un attimo. Passiamo al lavaggio accurato del filtro dell’aria: in questo caso si può usare un qualsiasi detergente sgrassante o la solita benzina bianca. Terminata l'operazione lo asciugheremo bene ed in fine metteremo qualche goccia d’olio per filtri (quello blu scuro, per intenderci) preoccupandoci di distribuire uniformemente l’olio.

 

 
 
 

PRINCIPALI NORME DI SICUREZZA

Post n°14 pubblicato il 04 Luglio 2007 da rainproof

ANCHE SE PUO SEMBRARE UN GIOCATTOLO, RICORDA SEMPRE E FAI RISPETTARE QUESTE SEMPLICI REGOLE DI SICUREZZA:

  • Il motore a scoppio nel funzionamento produce gas estremamente nocivi alla salute, fra cui il monossido di carbonio che può provocare il decesso (si presenta la stessa situazione di pericolo se si mette in moto il motore di un'automobile in un garage chiuso): la ovvia conseguenza è che il motore deve SEMPRE essere fatto funzionare all'aperto o in locali con un'areazione forzata: in quest'ultimo caso il funzionamento comunque deve essere limitato a pochi istanti.

  • I vapori della miscela (alcool metilico e nitrometano) sono fortemente dannosi : fai dunque attenzione evitando di aspirarli.

  • Ricorda che un motore durante il funzionamento si scalda notevolmente: toccarlo subito dopo l'arresto può provocare ustioni.

  • Ricorda che un motore a scoppio istallato su un automodello o su un aereomodello può costituire un pericolo se non sono rispettate le norme di sicurezza.

  • Se sei un principiante è consigliabile che ti rivolga ad un esperto per avere tutti i consigli necessari per operare in sicurezza

  • Quando metti in moto il motore allontana i bambini di una decina di metri: in particolare evita che gli spettatori sostino davanti al disco dell'elica.

  • Per le prime prove di avviamento installa il motore sopra un castello motore che può essere: un'asticella di faggio evaporato di grosso spessore nella quale ricaverai la sede di fissaggio del motore con viti e dadi o un apposito castello motore in lega leggera che fisserai con bulloni e dadi autobloccanti ad un supporto rigido.

  • Non fissare il motore bloccandolo in una morsa.

  • Per le prime volte, se non hai mai avviato un motore, ti consigliamo di dipingere di rosso le estremità dell'elica per avere una esatta percezione visiva del disco.

  • Stringi l'elica fortemente usando la chiave adatta che si acquista nei negozi di modellismo.

  • Fissa l'elica in modo che la pala si trovi orrizzontale quando il motore è nella massima fase di compressione.

  • Quando avvii il motore tieni il viso di fronte all'elica, mai sostare lateralmente: nel malaugurato caso che l'elica si dovesse rompere, le pale, per forza centrifuga, sono proiettate lateralmente.

  • Non chinarti MAI verso il motore: fai attenzione che se hai i capelli lunghi aumenta il pericolo che gli stessi siano afferrati dall'elica che ruota: ti consigliamo di indossare un copricapo.

  • Usa gli occhiali in plastica per proteggere gli occhi.

  • Evita di collocare il castello motore e successivamente il modello vicino a terreno sabbioso o ghiaioso: l'aria che l'elica solleva potrebbe proittarti sabbia e sassolini negli occhi.

  • Evita che la cravatta, le maniche della camicia, eventuali catenelle che indossi vengano risucchiate dal disco dell'elica.

  • Non tenere nelle vicinanze cacciaviti, chiavi o altri oggetti che potrebbero essere fonte di grosso pericolo nel caso entrino in contatto con l'elica che ruota velocemente.

  • Fai attenzione che il cavo della candela e la batteria da 2 volt per l'accensione della stessa siano sempre posizionati dietro al motore, MAI lateralmente.

  • Carbura il motore sempre rimanendo dietro l'elica in movimento.

  • Per l'avviamento puoi usare uno starter elettrico: in questo caso dovrai montare un'ogiva: controlla accuratamente che la stessa non tocchi l'elica: potrebbe danneggiarla.

  • Se metti in moto a mano, proteggiti il dito con l'apposito salvadita in gomma oppure usa un tondino di legno rivestito con uno spezzone di tubo di gomma.

  • Per fermare il motore interrompi l'afflusso della miscela strozzando il tubetto di alimentazione oppure metti in posizione di minimo la leva che regola il numero di giri del motore e chiudi poi il tubetto del carburante.

  • Non gettare mai nulla sull'elica per fermare il motore.

  • Non far mai volare un modello in volo circolare comandato (VVC) sotto ai fili dell'alta tensione.

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IL CAMBIO A 2 MARCE

Post n°13 pubblicato il 03 Luglio 2007 da rainproof
 
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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 03 Luglio 2007 da rainproof
 
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IL CAMBIO A 2 MARCE

Post n°11 pubblicato il 03 Luglio 2007 da rainproof
 
Tag: cambio
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Con l'aiuto di alcune foto vi mostro il corretto smontaggio della vostra kyosho Pure Ten per rimontarla poi con un cambio 2 marce.

L'operazione non è facile ma con un po’ di pazienza e un po’ di manualità sicuramente ci riuscirete anche voi, così come ho fatto io.

Cominciate dal motore (gx15 kyosho) svitando le tre viti che lo  ancorano al telaio, staccate il comando dell'acceleratore per liberare il carburatore e cosi quello del freno. A questo punto dopo aver staccato il tubicino della miscela, e la marmitta potete riporre il motore su un panno, facendo attenzione alle eventuali fuoriuscite di olio o miscela.

Procedete ora togliendo il coperchio con 4 viti che copre la corona dentata, cosi avete diviso tutto il gruppo differenziale dal resto della macchina.

Ponendo la macchina su un fianco, o come vi viene più comodo, svitate le 4 viti che bloccano il gruppo differenziale al telaio e le 4 viti che bloccano il castelletto degli ammortizzatori. A questo punto con molta cura sollevate il castelletto ammortizzatori posteriore e scorretelo in dietro, cosi vi troverete in mano i due bracci posteriori con gli ammortizzatori e i giunti, pronti per essere  rimontati con procedimento inverso.

Ora vi sarà rimasto ancora sul telaio il differenziale con la ghiera monomarcia, bene, sfilandolo indietro con cura senza fare troppa forza dovrete staccarlo dal cardano centrale.

A questo punto non vi resta che aprire il differenziale. Svitate le 4 viti e apritelo. Fate attenzione al verso di montaggio della leva del freno e al senso di rotazione del differenziale, ora con cura togliete il cardano dove è alloggiata la ghiera monomarcia e riponetela da parte.

Seguendo le istruzioni di montaggio del gruppo a due marce, ingrassate e  rimontate il differenziale..NON DIMENTICATE LA LEVA DEL FRENO….. fate delle prove per vedere se tutto scorre bene. Ora pian piano potete rimontare il tutto ripartendo al contrario.

Spero che questa piccola guida possa servire a qualcuno, se avete bisogno di ulteriori spiegazione sono a vostra disposizione.

 
 
 

LA CANDELA

Post n°9 pubblicato il 30 Giugno 2007 da rainproof
 
Tag: CANDELA
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Scopo della candela e', quello di innescare l'esplosione della miscela. Mentre nei motori a scoppio l'accensione della miscela avviene generalmente grazie ad una scintilla che scocca nel momento opportuno, nei motori usati sugli automodelli l'accensione avviene quando la miscela di aria e carburante, compressa dal pistone, arriva a contatto della spirale incandescente della candela. La spirale e' incandescente, in fase di avviamento, grazie alla corrente elettrica che l'attraversa, ed incandescente rimane, anche in mancanza di corrente, grazie all'elevata temperatura che si viene a generare nella camera di scoppio per l'effetto dell'esplosione della miscela. Se esaminiamo da vicino una candela, vediamo che e' costituita da un corpo in ferro con la caratteristica forma a bullone esagonale e la sottostante parte cilindrica, che si avvita nella camera di scoppio, con un filetto di tipo americano.La forma esagonale, con diametro di 8mm, consente di avvitare o svitare la candela mediante una semplice chiave a tubo.Nella parte superiore e' collocato l'elettrodo, isolato dal corpo della candela mediante una rondella di micache, oltre ad essere un ottimo isolante elettrico, presenta un elevata resistenza al calore. All'interno del corpo, che e' cavo, troviamo la spirale, realizzata con una lega di metalli preziosi, che si riscalda fino a raggiungere una temperatura superiore ai 1000 gradi. E' questo enorme calore, concentrato in pochi millimetri cubici che garantisce la perfetta combustione dalla miscela. Risulta quindi evidente come la lega della spirale debba essere di eccellente qualita' per poter resistere alle tremende sollecitazioni che non sono solamente causate dal calore ma anche dalla compressione, alternata all'espansione, presente nella camera di scoppio. Se il filamento, per cattiva qualita' o mal funzionamento, si ossida, la combustione diventa difficoltosa, la resa del motore cala fino a causre lo spegnimento. Una buona spirale deve avere un diametro non superiore a 1 1,2mm, per consentire al calore di concentrarsi. Il diametro del filo che costituisce la spirale, condiziona, invece, la quantita' di corrente che circola in esso. Maggiore e' il diametro del filo, maggiore e' la quantita' di corrente necceseria per renderlo incandescente, e piu' difficile sara' per lo scoppio mantenerlo caldo. La scelta del diametro del filo, espresso dal numero di indentificazione della candela dipende dalla cilindrata del motore, dal tipo di carburante usato e dalla temperatura ambiente. Per i motori da automodelli i valori piu' frequentementi usati sono tre: Numero 4: viene usato con basse temperature, quando piove, e con miscela senza nitrometrano. Numero 5: con temperatura piu' elevata, ma non superiore ai 27 gradi e con miscela contenente nitrometrano in percentuale inferiore al 20%. Numero 6: temperatura ambiente superiore ai 27 gradi e miscele con percentuali di nitro superiori al 20%. Il motorista esperto sa riconoscere, dalle condizioni della candela, lo stato di salute del propulsore. Ecco come interpretare i messaggi che la candela ci da'. Il filamento e' annerito: il motore e' scompresso e brucia male. Il carburante puo' essere vecchio o di cattiva qualita', la candela troppo fredda. Il filamento e' schiacciato e contorto: il motore e' troppo compresso, la candela e' troppo calda. Il filamentoe' aspirato verso 'esterno: il motore e' troppo scompresso; la lega del filamento e' di qualita' scadente e non mantiene la dovuta elasticita'. La conoscenza delle cause, attraverso gli affetti riscontrati sulla candela, ci consente in questi casi di rimediare immediatamente senza compromettere il motore. 

 

Se non si è sicuri, per l'utilizzo della candela e meglio vedere i parametri e le dimensioni dettati dal costruttore. Certi motori hanno bisogno di candele con filetto corto, usarne una con filetto lungo può causare danni al pistone. Data la scarsa reperibilità di tali candele si può ovviare al problema usando una candela lunga con due rondelle. 



 
 
 

SPEGNIMENTO DEL MOTORE

Post n°8 pubblicato il 30 Giugno 2007 da rainproof
 

il miglior spegnimento di un motore glow plug si ottiene dall'arresto del volano, operazione a volte non semplice che pertanto si sconsgilia ai principianti. Altre soluzioni per lo spegnimento sono la totale chiusura del filtro dell'aria o della marmitta (anche se entrambi sono fonte di ingolfamento del motore e sofferenza per la candela ) oppure la strozzatura del tubo di silicone dell'alimentazione (sistema consigliato per svuotare completamente il propulsore quando si decide di non riaccenderlo per qualche giorno).

 
 
 

ACCENSIONE MOTORE

Post n°7 pubblicato il 30 Giugno 2007 da rainproof
 
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In queste note potrete avere idea di come si mette in moto un automodello con avviamento a strappo. Molti modelli hanno il carburatore già pretarato in fabbrica, per cui non occorre fare regolazioni macroscopiche.

1. avviamento: fare arrivare la miscela al motore premendo più volte la pompa del serbatoio fino a che la miscela non arriva in prossimità del carburatore. Tirare la corda di avviamento per una decina di volte in modo da permettere al motore di vaporizzare all'interno del cilindro solo la quantità giusta di miscela.

ATTENZIONE : se dovesse entrare troppa miscela nel cilindro l'avviamento diventerà molto duro con conseguente possibile rottura della cordina. E' inutile insistere nel tirare, la miscela è incomprimibile. Per risolvere il problema svitare ed estrarre la candela. A questo punto tirare l'avviamento più volte in modo da permettere all'eccesso di carburante di uscire. L'operazione sarà terminata quando dal foro della candela non usciranno più grosse quantità di miscela sotto forma di spruzzi, ma un getto vaporizzato. Solo allora potrete riavvitare la candela.(Se la durezza dell'avviamento dovesse persistere ripetere la procedura avvitando però lo spillo del massimo del carburatore di 1/4 di giro (max 1/2). Ora potrete scaldare la candela con l'apposito strumento e tirare la corda. ATTENZIONE: tra l'istallazione dell'accendi candela sul motore e la messa in moto devono passare pochi secondi altrimenti la candela si brucerà, il tiro della cordina deve essere corto e veloce (per la lunghezza prendere ad esempio la cannuccia che contiene il filo dell'antenna). Portare la corda di avviamento a fine corsa può causare lo sganciamento della molla di ritorno. Una volta acceso lasciare il motore in moto a bassi giri con l'accendicandela inserito per qualche secondo, quindi toglierlo e verificare che il motore rimanga in moto e funzioni a tutti i regimi.

 
 
 
 
 

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