Creato da DavideLivieriScuola il 27/09/2009

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PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SCUOLA E SPORT

Post n°5 pubblicato il 22 Febbraio 2010 da DavideLivieriScuola
 

Ora lascia proseguire me, caro Ammiraglio/mozzo.

L'incarico politico che gli era stato affidato a inizio mandato era quello di presiedere la Commissione Scuola e Sport.

Per quanto riguarda la scuola, oltre agli asili nido, si è occupato di risolvere i piccoli problemi quotidiani delle scuole del territorio, quando gli uffici ritardavano nell'intervenire, anche per motivate difficoltà.

La determinazione e il suo garbo riuscirono a dare maggior ritmo affinché le problematiche si risolvessero in tempi ragionevoli.

Sulla questione della verticalizzazione della scuole nella Municipalità di Venezia, Murano e Burano convocò ripetutamente la commissione, aiutato anche dal Presidente della Consulta della scuola prof. Roberto Sentini.

L'obiettivo era di costruire dei comprensivi dove i bambini potessero crescere con una maggior continuità didattica, dove passare dalla Scuola dell'Infanzia alle Scuole Medie con una rete di iniziative e relazioni tra docenti per far sviluppare in modo migliore le capacità degli alunni.

Ora però bisognerà rafforzare gli strumenti da offrire alle scuole per realizzare compiutamente questo progetto.

 

                                                                                 La prodiera S.Anesin

 
 
 

ASSOCIAZIONE VE.NI.QUA - SECONDA PARTE

Post n°4 pubblicato il 12 Febbraio 2010 da DavideLivieriScuola
 
Foto di DavideLivieriScuola

Come Associazione ci impegnammo affinché il personale educatore venisse sempre garantito e che quindi venissero riviste le modalità di invio della sostituzione in caso d'assenza; che fosse definito il profilo professionale e il relativo mansionario, con definizione della responsabilità civile e penale, del personale ausiliario e che, qualora il nuovo inquadramento fosse diverso da quello precedente e prevedesse  mansioni anche pedagogiche, venisse loro fatta una adeguata formazione; il personale ausiliario, qualora dovesse essere di supporto al personale educatore, venisse sempre garantito in caso di assenza.

Tutto ciò poteva essere ottenuto trovando risorse in altri settori o al limite proposi per equità sociale venissero aumentate le rette ai genitori con redditi alti e diminuite a quelli con redditi medio bassi.

Vennero strumentalizzate le mie dichiarazione per non fare nulla e due anni dopo il Consiglio di Municipalità e quello Comunale quasi all'unanimità votarono la mia proposta sulle rette senza però rinvestire il ricavato nella scuola.

Negli anni successivi vennero aperti altri nidi, ben venga, ma non a discapito della qualità del servizio e devo dire, grazie al sostegno di genitori, educatrici e personale ausiliario, sono riuscito ad arginare una pericolosa mentalità politica appartenente ai partiti in modo trasversale.

Per la politica è più facile tagliare il nastro di un nuovo servizio, ma tuttavia senza investire sulla qualità dei nidi si rischia di "pagare" una forte spesa sociale successivamente. Investire sulla scuola non è solo un dovere etico, ma anche un fattore economico...(continua...)

 
 
 

ASILI NIDO E LA NASCITA DELL'ASSOCIAZIONE VE.NI.QUA

Post n°3 pubblicato il 07 Febbraio 2010 da DavideLivieriScuola
 

 

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Grazie, mia cara prodiera, ma sul mio impegno politico sulla scuola preferisco raccontare personalmente i fatti, perché la scuola è un argomento a me particolarmente caro e che, secondo il mio punto di vista, prioritario per quanto riguarda un programma politico locale. Una classe politica che intende investire sulla scuola è quella che non teme che cresca il senso critico dei propri cittadini, che non teme di essere giudicata, perché sa che se sbaglia farà di tutto per rimediare, perché il suo errore non sarà dovuto all'aver pensato ad un interesse personale. Erano i primi giorni di febbraio del 2006 e iniziava a sentirsi negli Asili Nido comunali l'effetto di uno "sciagurato" accordo tra sindacato e amministrazione comunale firmato nel novembre del 2005. Il rapporto numerico tra educatrici e bambini e bambine penalizzava gravemente i bambini in termini di:  cura della persona,  bisogni psicologici (tempo dedicato, coccole, attenzioni particolari...), obiettivi educativo-pedagogici, minor garanzia in fatto di sicurezza (quotidiana e nelle emergenze quali piani di evacuazione o di contenimento) e salute (difficoltà nel garantire una adeguata prontezza di intervento, anche nel caso di somministrazione di farmaci salvavita). Affrontai la questione, con la dovuta determinazione, per risolverla confrontandomi con l'Assessora Miraglia e con la Commissione della Municipalità di Venezia, Murano e Burano, che presiedevo. Il mio impegno venne "premiato" da numerosi genitori che mi chiesero di fondare e presiedere l'Associazione Ve. Ni. Qua. 

L'Associazione è nata per essere l'anello mancante tra istituzioni e cittadini. Un luogo dove elaborare strategie e proposte per mantenere alta la qualità del servizio pubblico. Le domande che si pone l'Associazione sono le stesse del professore Franco Frabboni:

"Asilo nido, quindi, parcheggio per piccolissimi - le cui mamme, sfortunatamente, lavorano - o asilo nido 'prima scuola' del bambino? E, ancora: servizio pubblico, 'diritto 'che lo stato ha il 'dovere' di garantire, o servizio a domanda individuale? 'Istituzione' rigida o laboratorio di una cultura della prima infanzia in cui operatori e genitori interagiscono per crescere insieme ai loro bambini; nella socializzazione feconda di esperienze e di competenze?"Lo smantellamento in atto dello stato sociale con i tagli alla spesa pubblica sui servizi per l'infanzia introduce il principio di un nido a domanda individuale, se si lesinano fondi e organici, si mortifica la professionalità degli operatori. E, soprattutto, si rimandano le madri a casa. Per opporsi a questa tendenza, che rischia di privare l'infanzia del suo primo ambito formativo e socializzante, la strategia più efficace è quella di palesare in concreto l'insostituibilità del nido dotandolo di una organica programmazione, del patrimonio di esperienze maturate in anni di sperimentazione 'sul campo'.  (continua...)

 

 

 
 
 

CONTROLLARE I LAVORI PUBBLICI FA BENE ALLA SCUOLA

Post n°2 pubblicato il 10 Gennaio 2010 da DavideLivieriScuola
 

Credo che sia fondamentale, anche a livello locale, sostenere la scuola pubblica rispettando la sua autonomia.

Si potrebbero investire importanti risorse economiche per migliorare i servizi nelle nostre scuole e per dare lavoro a degli insegnanti, risparmiando il denaro speso per lavori pubblici inutili o con costi "da verificare".

 


Costruire posti di lavoro nella scuola può dare delle opportunità di impiego e offrire la possibilità di crescere meglio alle nuove generazioni, sempre in forte collaborazione con il principale nucleo educativo: la famiglia.

Realizzando posti di lavoro nella scuola ci sarebbero meno conti "da verificare", per questo, forse, c'è chi pensa ad altro.

 

 

 
 
 

ATTO DOVUTO...

Post n°1 pubblicato il 01 Novembre 2009 da DavideLivieriScuola
 

L'esperienza acquisita in questi pochi anni di vita politica attiva mi ha fatto comprendere che, parlo a livello locale, bisogna fare delle scelte su dove investire il denaro pubblico.

Penso che il miglior investimento etico ed economico sia sui bambini e le bambine dai 0 ai 13 anni e sulla scuola pubblica; questo non significa non avere attenzione su altre questioni, ma aver ben chiaro su cosa puntare per realizzare le propria politica.

Credo che un maggior controllo politico sui i soldi spesi per i lavori pubblici, anche a livello locale, sia la strada per trovare le risorse per investire sulla scuola e sui luoghi dove dare l'opportunità ai ragazzi di giocare, fare sport e altre attività culturali, che gli facciano conoscere i valori che gli permettono di sapersi relazionare con gli altri.

Niente come il gioco, lo sport e l'arte (danza, musica, teatro ...) insegna come il seguire le regole consente di crescere e migliorare divertendosi.  

Credo, che investire su queste cose qui, sia il modo per dare lavoro a delle generazioni che hanno competenze e che non gli è permesso di esprimerle nella scuola, attualmente troppo penalizzata.

Un politico di bassa qualità culturale ed etica preferisce non investire sulla crescita delle nuove generazioni, perché teme che si accorgerebbero di quanto lui sia poco.

Investire su chi può far recuperare il rapporto tra generazioni vuol dire aver meno spese sociali e mediche, quindi non si tratta solo di un investimento etico, ma anche economico.

 

 
 
 

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