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Sogno e realtà

Quando è il momento opportuno tutti siamo in grado di realizzare i nostri sogni

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Beata ignoranza... o forse no!

Post n°1020 pubblicato il 23 Agosto 2010 da koradgl1
 

"Un Paese che non investe nella formazione e nella ricerca è destinato ad un declino inarrestabile e ad invecchiare non solo per ragioni demografiche, ma anche per mancanza di cultura e di innovazione" (Massimiliano Dona)


da Studenti.it

Costo dei libri scolastici: si supera il tetto imposto dal Ministero.

Le scuole hanno da poco reso noto l'elenco dei libri scolastici e sono già iniziate le polemiche. Il tetto di spesa ministeriale verrebbe sforato proprio a causa della riforma che introduce nuove materie. Il Ministro Gelmini smentisce e ha attivato controlli su tutto il territorio.
Il tetto di spesa imposto dal Ministero per l'acquisto dei libri al Liceo è di 305€ ma il Codacons ha denunciato un aumento dei costi del 6% rispetto l'anno scorso.

L'indagine riguarda al momento le scuole del Lazio e proprio il 65% di queste farebbe spendere alle famiglie più di 400€ a studente. Lo sforamento, che non prevede il costo degli eventuali dizionari necessari, è dovuto proprio alla riforma che, voluta dal Ministro Gelmini, introduce nuove materie scolastiche fin dal primo anno, come l'insegnamento della fisica nei licei scientifici. Il Codacons ricorda, che dopo aver introdotto la circolare che impedisce di cambiare libri, il Ministero dell'Istruzione aveva sostenuto che entro il 2012 le famiglie avrebbero speso il 30% in meno per l'acquisto dei libri scolastici, una cifra che il Codacons denunciò subito come lunare. Questo risparmio sarebbe derivato, secondo le previsioni del Miur, anche dall'adozione dei libri misti (in parte cartacei e in parte consultabili/scaricabili su internet) e dei libri misti multimediali (una parte cartacea, una on-line ed una su cd-rom).
In realtà questi, che dovrebbero aprire la strada agli e-book, secondo il Codacons non hanno affatto costi più bassi delle vecchie edizioni cartacee e così aumentando le materie, aumentano i libri ed inevitabilmente anche i costi per le famiglie.

"Non si può continuare a mettere le mani sempre più affondo nelle tasche dei genitori", ha dichiarato il Presidente Codacons, Carlo Rienzi. Che ha aggiunto: "O il tetto ministeriale è rienzibasso e allora avrebbero dovuto rivederlo prima che genitori e ragazzi scoprissero i reali costi da sostenere oppure sono le scuole che non rispettano le direttive ministeriali e allora ci aspettiamo che il Ministro Gelmini intervenga e prenda provvedimento in merito".

Secca la smentita del Ministro Gelmini: "Per il prossimo anno scolastico 2010/2011, il tetto di spesa previsto per i libri di testo nella scuola secondaria superiore e segnalato dal Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca, resterà invariato. L’entrata in vigore della riforma delle scuole superiori non comporterà nessun aumento per tutelare le famiglie dal fenomeno del caro libri."

Il Ministro inoltre ricordato quali sono i provvedimenti che consentiranno alle famiglie nei prossimi anni di risparmiare fino al 30% sull'acquisto dei libri di testo:

- introduzione dei tetti di spesa per le scelte dei libri da parte degli insegnanti
- stesso libro per cinque anni
- e-book scaricabili da internet

A differenza di quanto previsto per la scuola primaria - specifica il Ministero dell'Istruzione- la normativa per la scuola superiore non attribuisce al Ministero alcun potere di fissare il prezzo dei libri scolastici, che negli ultimi tre anni è rimasto invariato, e che è invece soggetto alle scelte degli editori.
Il Ministero può solo fissare il tetto di spesa nella scelta dei testi che gli istituti non possono oltrepassare. A questo proposito ha attivato una serie di controlli su tutto il territorio nazionale per verificare che non ci siano violazioni e la soglia stabilita venga rispettata.

Ne parla anche Repubblica qui

La spesa della scuola resta una voce molto importante dei costi delle famiglie.
In altri paesi europei, come la Svezia, lo stato fornisce addirittura il materiale di cancelleria, da noi se da un lato si fanno proclami altisonanti di meritocrazia dall'altro di fatto si calpesta il diritto costituzionale all'istruzione perché in tempi duri come quelli attuali per molti le uscite per l'acuisto dei testi impone rinunce a beni di prima necessità e qualcuno potrebbe essere costretto a rinunciare allo studio, esattamente quello che anni addietro è accaduto a me.
Così si condanna il paese culla della civiltà classica greco-romana all'ignoranza e/o ragazzi meritevoli alla rinuncia al nutrimento della mente.

Ma poco importa ai teleimbonitori convinti che l'importante siano le facili carriere e basta prenderle di petto: "Perché studiare e prepararsi? Per farcela sul piccolo schermo basta essere (o diventare col bisturi) una maggiorata..."  o per discendenza come bossi jr l'asino da 12 mila euro al mese.

E il disgusto diviene insopportabile!

 

 
 
 

Peccato non esserci lassù

Post n°1019 pubblicato il 22 Agosto 2010 da koradgl1
 

Letto confermato e sottoscritto

Nota a margine
Sono finite le ferie

 
 
 

Era ieri...

Post n°1018 pubblicato il 22 Agosto 2010 da koradgl1
 

 

Tramontata è la luna

e le Pleiadi insieme....

E mezzanotte, e l'ora

del tempo si allontana...

E sola io resto, 

sola...

  Saffo

 

(foto Martin Iman)

A volte si cade

Era ieri, nelle notti in cui t’aspettavo tu puntavi d'azzardo convinto che l’amore fosse una partita a poker in cui si vince bluffando...

...  è oggi, ho ripreso il cammino non venirmi più un sogno...

Closing time

 

 
 
 

Il surrealismo notturno della mia anima

Post n°1017 pubblicato il 21 Agosto 2010 da koradgl1
 
Tag: Me

Amabile incanto quel momento quasi magico in cui materiale e impalpabile si rincorrono, si cercano e danzando arrivano a fondersi annullandosi vicendevolmente.
Sogno e ricordo perdono definizione.
E’ come il crepuscolo non è più giorno e non è notte o come lo splendido albeggiare quando lento s’alza il sipario sull’orizzonte e la realtà aleggia come qualcosa di indistinto, senza contorni ben definiti, e non appartiene né a un mondo, né all’altro.
Forse il segreto è tutto nell'essere in grado di trasformare tanti diversi momenti in un unico istante.
Quel miracolo che cerchi altrove, in luoghi distinti e lontani che quando hai fame di vita ti sembrano irraggiungibili e ti assale la paura di non farcela, la paura che i lupi famelici ti divorino prima della meta.
E ti scopri a pensare che forse quei luoghi non sono poi così distanti, e quella fame puoi saziarla solo tu stessa.
Il cibo pare ben nascosto eppure forse basterebbe spingere quella porta semiaperta che hai nel cuore per scoprire che la tua dispensa è stracolma.
Così comprendi che ogni orma lasciata apre la strada alla seguente e magari il miracolo della vita altro non è che quel passo che ti permette di fare il successivo. Quella parola rimasta a mezz’aria è prologo del discorso seguente e, dilatando il pensiero, ti accorgi che se sei qui ora lo devi a quel passo e a quella parola pronunciata o non detta.
Così finalmente ti convinci che rimpiangere è solo fatica inutile.

Hai sempre l’orizzonte da raggiungere.

Le cadute le metti in conto, sai che quando il tuo viso è impiastricciato del fango in cui sei caduto non puoi far altro che ripulirlo e gli occhi torneranno a vedere la luce.
Ed è deleterio per te stesso metterti fretta perché è indispensabile godere di quell’unico istante il quale altro non è che una dimensione atemporale, un po' come quella degli orologi che si sciolgono di Dalì, e al tempus fugit contrapponi la tua personale percezione umana.
L’orologio si scioglie, perchè non può misurare il corso del tuo tempo. Esso varia secondo la psiche e gli attimi della vita di ciascuno, e tutti gli attimi sono lo splendido unico irripetibile istante che chiami Vita.
E in quel tempo senza tempo non esiste l’angoscia del superfluo e dell’inutile, resta un’angelica armoniosa melodia di lacrime e sorrisi indispensabile per essere quella stupefacente imperfezione chiamata Uomo con tutte le sue sfumature emozionali.
Intanto l’orizzonte si tinge di rosa sul cristallo del mare e i “perchè?” aprono la porta ai “perché no?”

... e come tutte le più belle cose vivesti solo un giorno come le rose...

 
 
 

Alla ricerca della dignità perduta

Post n°1016 pubblicato il 20 Agosto 2010 da koradgl1
 
Tag: donne

Patrizia D'Addario denuncia "Violentata da De Lorenzis"
L'escort barese ha denunciato alla polizia di essere stata trattenuta in una villa del Leccese ed aggredita. La donna, in evidente stato di choc, ha fatto il nome dell'imprenditore De Lorenzis che nega tutto: "Un abbaglio" . L'ipotesi di reato per ora è di molestie sessuali di ALESSANDRA BIANCO


La notizia la conosciamo tutti, non sta a me fare giornalismo né gossip, la prendo solo a spunto per riportare all'attenzione il grado di ignoranza a cui si è giunti.

Quelli che riporto sono alcuni dei commenti letti in rete tra siti giornalistici o presunti tali e pagine di siti, blog e social network

Lei si trovava nella villa per motivi di lavoro... Non si sono messi d'accordo sulla cifra?

Se stava lavorando allora è mobbing!

dopo tutte le cazzate ke ha fatto cosa s’aspettava un mazzo di fiori ……….
e gli hanno fatto un mazzo tanto……e poi ditegli ke si fa kiamare escort… ma una semplice mignotta…… e lei stessa si definisce cosi …. quindi….. ki semina vento RACCOGLIE TEMPESTA scemmunita

non sono riusciti a violentarla? che pasticcioni.......

domanda: tentativo di violenza mentre lavorava... ma che lavoro fa? o forse perchè non l'hanno pagata alla fine...

........hanno tentato di violentarmi......meno male che ho salvato la mia verginità!

un pò do publicità gratuita.....non se la cagava più nessuno e a escogitato questa storia....ma poverina!!!!!!!!!se andava in fabbrica non la violentava nessuno....anzi era così stanca che neanche le veniva in mente di scopareeeeeeeeeeeeeeee
..non aveva bisogno di andarci, lei era una fabbrica, di orgasmi....e fosse morta iesi sera, avremmo dovuto parlare di morte bianca...

supponiamo per un momento che sia vero e che lei non se la sia cercata...non questa volta...potrebbe anche essere che l'idiota in questione...proprio perchè trattasi di femmina con precedenti...ehmm...penali...abbia voluto approfittarne perché consapevole di reazioni come le nostre...


Una ricerca di circa un anno ha scoperto tramite un campione, che gli uomini alla vista di una donna erotizzata non riescono più a percepirla come una persona, ma come un oggetto e i commenti sopra lo testimoniano.
In questo paese dice Lorella Zanardo più del 90% della nostra comunicazione e della rappresentazione femminile è rappresentato da esposizione di corpi. Corpi alla mercé dei bassi istinti, involucri visti come oggetti di cui fare e disfare a piacimento fino al massacro.
A questo ci ha portato 30 anni di plagio dei media.
Perché è così che berlusconi e il berlusconismo vincono, ipnotizzando le persone a vedere secondo il suo punto di vista.
Ed è emblematico, quanto disgustoso, che certe affermazioni vengano da donne assuefatte anch’esse a questo stato di cose invece che pronte a indignarsi e ribellarsi, di fronte a chi fa ironia fascista di basso ordine perché è così che prolifera la cultura della donna oggetto di piacere.
Finché si continuerà a fare facile ironia misogina la violenza passerà come un atto goliardico anzicché come un dramma che porta all'autodistruzione nonché reato punito dalla legge, sempre che il giudice non rida pure lui...
Decisamente squallido e deplorevole!
Un’aggressione resta un’aggressione.
Dice Concita nel suo editoriale che invito a leggere  “Non sarebbe una cattiva idea restare ai fatti, farli conoscere, non muoversi di un millimetro e non lasciarsi intimidire. Non sarebbe male - come tecnica di opposizione - raccontare agli italiani la verità."
Sarebbe il primo passo verso la riappropriazione almeno della dignità

 
 
 

Tra me e me

Post n°1015 pubblicato il 19 Agosto 2010 da koradgl1
 
Tag: Me

Non c’è recriminazione, niente che abbia più anche solo il vago sapore di nostalgia.
Passano fotogrammi di una vita abbozzata e mai compiuta.
Di essa rimane solo l’eco di un silenzio assordante quando vorresti solo che il silenzio servisse a fermare le parole facendo invece uscire quel sordo dolore che prende alla bocca dello stomaco per risalire in gola restandovi intrappolato.
Finché,quando nemmeno te lo aspetti, esplode.

Devastante.

Con tutta la sua forza liberatoria.
E’ il momento in cui la recisione non è più sfilacciata. Un taglio netto che genera  un nuovo io.

Si cambia.

In bene in male non so, ma di certo si cambia. Rallentano perfino i pensieri e le rare parole sono solo un contorno, un dettaglio quasi stonato di cui si farebbe volentieri a meno perché niente è più chiaro della realtà nel buio della notte insonne.
Niente è più istruttivo di una ricerca introspettiva nei meandri di quell’urlo silenzioso che pian piano si trasforma.
Forte, meno forte, piano, più piano, come allontanandosi...
E prende corpo un’altra rivelazione, quella del confine tra l’avere una persona che conforti la tua fragilità e ti aiuti a rialzarti dalle cadute e lo scaricare tutte le insicurezze che hai su chi prova a starti vicino con tutto l’affetto che può.
E se ti cogliesse improvviso masochistico inciampo il pensiero di cedere ancora a un amore malato quello è il momento di voltarsi e riprendere a dormire.

Cambiare...

 
 
 

Voci

Post n°1014 pubblicato il 17 Agosto 2010 da koradgl1
 

Genere giallo, un giallo italiano diverso totalmente dai canoni di questi romanzi perché si ha l’impressione che i suoi toni più delicati e soffusi, senza far uso di scene truci e di colori accesi come quello del sangue, riescano a creare la struttura del giallo senza esserlo veramente
Scritto in modo  piacevole che può essere scoperto a strati: il semplice giallo, il profilo psicologico del personaggio cardine, la donna che sente le "voci", la società in cui la storia si sviluppa toccando gli aspetti della vita di una donna: il suo lavoro, le sue convinzioni, i suoi obiettivi, i suoi valori, il suo senso di responsabilità sociale, l’ attenzione al tema caro all’autrice della violenza di genere e  i femminicidi e con al margine anche l’amore preservato quasi pudicamente, ma che si rivela nella lettera di Marco . Tutto ciò, mentre la storia trascina nella lettura.
Michela si interroga su cosa sapesse in realtà di questa ragazza che le viveva accanto, dai ritmi sregolati, dall’aspetto fragile ed indifeso. Nulla. Non si sa quasi più nulla di chi vive accanto a noi per gran parte della nostra giornata. Una voce nella segreteria telefonica: è quella di Angela. Cosa avrà avuto da dire a Michela quella sconosciuta poco prima di essere pugnalata alle spalle?
Le voci continuano a insinuarsi nella mente di chi vuole ascoltare, raccontano storie, a volte anche bugie nell'attesa di essere smentite, le voci parlano di noi, di quello che proviamo o che vorremmo provare. Ogni cosa hauna voce. Ogni oggetto all’apparenza inanimato. Qualsiasi cosa ci circondi desidera  comunicarci la sua verità. Spesso basterebbe solo saper ascoltare.
E' questo il canovaccio su cui si dipana l’arazzo degi eventi: le voci.
Le voci riascoltate senza associarle alle espressioni del volto
Avete mai cercato di visualizzare l'anima di una voce? Vi è mai capitato di associare ad una voce un certo volto e di rimanere delusi poi dalla realtà? Avete mai sperimentato l'ascolto di una voce senza vederne il volto e di riuscire a comprendere veramente il senso di quelle parole non essendo distratti dal volto di fronte a voi? Sembrano banalità ma leggendo questo libro ogni banalità apparente diventa essenziale per giungere all'epiloo della storia, che ci lascia con un finale definito o forse no...
La prosa della Maraini è ineccepibile. Chi vive solo si riconoscerà sicuramente nella protagonista, nelle sue abitudini e piccole manie e, in un certo senso, nel modo che ha di guardare la vita altrui. Molto gradevole lo spaccato quotidiano che vive nei ritratti delle gattare di Trastevere, e nella perseveranza del ragnetto sulla sua scrivania che continua a tessere i fili lottando contro chi glieli spezza parafrasi della costruzione personale del proprio destino.
Un romanzo che nella lettura si accendecon tutte le sfumature di un forte cromatismo parte dal  giallo del delitto per assumere la seducente e celestina leggerezza che contraddistingueva  la vittima Angela Bari

 
 
 

I have a dream... per un mondo dove nessuno sia clandestino

Post n°1013 pubblicato il 13 Agosto 2010 da koradgl1
 
Tag: SOCIALE

"...E quando questo accadrà, e quando lasceremo risuonare la libertà, quando la lasceremo risuonare da ogni villaggio e da ogni casale, da ogni stato e da ogni città, saremo capaci di anticipare il giorno in cui tutti i figli di Dio, uomo Negro e uomo Bianco, Ebreo e Cristiano, Protestante e Cattolico, potremo unire le nostre mani a cantare le parole del vecchio spiritual Negro: Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo finalmente liberi". (Martin Luther King)

Da Macerie Appello per tre giorni contro le espulsioni a Torino

Le continue ondate di proteste, rivolte, evasioni che periodicamente e in tutta Europa scuotono i Centri per immigrati senza documenti rivolgono ai nemici di ogni galera e di ogni frontiera una semplice domanda: come portare il proprio contributo concreto alla lotta contro le espulsioni?

Abbiamo compreso che la "guerra alla clandestinità" non è altro che il prolungamento sul fronte interno della politica imperialista della "fortezza Europa". Siamo d'accordo che il ricatto dell'espulsione è una delle armi degli sfruttatori puntata alla tempia di tutti gli sfruttati, immigrati e non. Siamo schifati dall'ipocrisia umanitaria di quegli enti che, come la Croce Rossa, gestiscono veri e propri lager. Nessun dubbio, quindi: la lotta contro le espulsioni è una parte della guerra di classe e una battaglia per la libertà. Ma, evidentemente, sapere tutto ciò non basta.

Per combattere davvero la macchina delle espulsioni occorre comprendere il suo funzionamento, identificare le sue articolazioni, toccare con mano i suoi nervi scoperti per incepparne gli ingranaggi. E anticipare il più presto possibile la sua evoluzione verso dispositivi sempre più efficienti, per non trovarsi impreparati domani. Le retate della polizia a caccia di "irregolari", il loro concentramento nei campi di prigionia, gli imbarchi sui voli delle deportazioni (sempre più spesso organizzati dall'agenzia europea Frontex), ognuno di questi momenti è sempre un'occasione di resistenza – collettiva ed individuale – e un angolo di attacco.

In molte città italiane ed europee gruppi di compagni stanno accumulando esperienze riguardo alla lotta contro le espulsioni. Per discutere di queste pratiche, per metterle in comune ed affinarle, vi invitiamo a Torino per tre giorni di dibattito e iniziative, da giovedì 21 a sabato 23 ottobre 2010. Non un happening isolato, ma un'occasione di incontro per chi si oppone concretamente, giorno per giorno, alla macchina delle espulsioni. Non un prodotto preconfezionato, ma un'iniziativa da costruire insieme a tutti gli interessati. Per questo motivo proponiamo un'assemblea preparatoria sabato 18 settembre 2010 a Torino, e siamo disponibili a partecipare ad eventuali incontri che i compagni vorranno organizzare nelle rispettive città.

Per informazioni, per inviare contributi e/o suggerimenti, scrivete a next2010@autistici.org, o visitate il sito http://next2010.noblogs.org/

Alcuni amanti della libertà di Torino

Quando stranieri erano i nostri padri

 
 
 

Sottolineature... sorprendimi

Post n°1012 pubblicato il 11 Agosto 2010 da koradgl1
 

“Ecco, volevo dirti che la tua voce mi manca, con tutta la sua dolcezza e i suoi allarmi. C’è qualcosa di eternamente sorpreso in te che, ti sembrerà strano, mi sorprende, come se le cose ti cascassero addosso inaspettate. E forse la tua dolcezza è fatta di questa sorpresa. Non è una dolcezza da resa, ma da sorpresa, scusa la rima, mi viene da ridere, sai, pensando alla tua faccia stupita quando mi vedi arrivare, come se non sapessi che stavo venendo da te, che avremmo cenato insieme e fatto l’amore.
Ma cos’è che la meraviglia, mi sono chiesto qualche volta, cos’è che la sorprende tanto ogni volta? Neanche tu fossi Monsieur Candide con le scarpe nuove e le brache bianche sceso giusto giusto dalla luna... ecco, io amo quello stupore, anche se non sempre lo capisco. E’ come se tu, ogni mattina, nascessi di nuovo e si sa che la nascita, ogni nascita è dolorosa... di solito preferiamo far sapere al mondo che siamo lì da molto e la sappiamo lunga, chi è che ha voglia di rinascere ogni volta per ricominciare da capo? Tu invece sollevi quella testa da uccellino che hai e ti stupisci, ogni mattina che dio manda in terra, fai la stessa faccia sorpresa, come se non avessi mai visto la tua casa, il tuo panorama fuori dalle finestre, la tua caffettiera, e il corpo dell’uomo che ami ormai da più di dieci anni... Beh, volevo dirti Michela, che io desidero quel tuo stupore, perché mi fa bene, mi dà allegria, anch’io mi sento un poco nuovo e inatteso ogni volta che vengo da te...”

*Dacia Maraini* dal Romanzo Voci
(Dipinto Fabian Perez)

 
 
 

Inchiostro a scatti

Post n°1011 pubblicato il 08 Agosto 2010 da koradgl1
 

Narcis Virgiliu fotografo rumeno di fama mondiale la cui produzione spazia dai nudi artistici contraddistinti da un’eleganza dell’eros fino alle produzioni commerciali
Approdata per caso nella sua isola web  www.narcisvirgiliu.ro  non riuscivo a  levare gli ormeggi tanto piacevole è stato per me soggiornare nelle sue stanze, persa nel labirinto di immagini che catturando gli occhi imprigionano con catene invisibili fatte di fili invisibili che guidano al centro del suo mondo che diviene quello del visitatore creando visioni, leggende e sogni in una metafora di altissimo livello
La sua stanza è come il pennello fotografico del pittore: luce, colore, forma, e la natura creano emozioni, sensazioni di rara bellezza magistralmente diretti da un vero artista dell'immagine in un gioco, quasi fantastico, che utilizzando ombre, luci, forme, linee e analogie mostra non solo il corpo, ma piuttosto l'anima in una serie di suggerimenti che non lascia spazio ad errate interpretazionie grazie alla sua  forte vena simbolica ed utilizzo di oggetti più svariati. Per questo non servono molte parole, le sue immagini parlano da sole.

                                                           Luce dell’io

Il compito principale nella vita di un uomo è di dare alla luce se stesso. (Fromm)

 

L’alienazione

Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico.(Erasmo da Rotterdam)


Voglia di tenerezza

Sono come la pianta che cresce sulla nuda roccia:
quanto più mi sferza il vento tanto più affondo le mie radici.
Proverbio Indiano


Eleganza sensuale

Quattro sono le potenzie: memoria e intelletto, lascibili e concupiscibili.
Le due prime son ragionevoli e l'altre sensuali.(L.Da Vinci)

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                                Nota a margine

La divisione in categorie è molto opinabile
perché è tutta personale,
derivata dalle mie impressione alla vista delle immagini
e non frutto da raccolte dell’autore o di critici

 
 
 

Un'altra faccia della questione meridionale

Post n°1010 pubblicato il 08 Agosto 2010 da koradgl1
 

Da indymedia toscanaI napoletani sono vigliacchi, i milanesi no

Confrontando l'atteggiamento dei media nei confronti di due fatti di cronaca nera, avvenuti uno l'anno scorso a Napoli l'altro ieri a Milano, si constata che i nostri giornalisti, così pronti a ergersi a Soloni quando si tratta di cronaca nera napoletana, diventano improvvisamente guardinghi e pesano le parole prima di dire qualcosa che possa offendere i milanesi. 

La notizia del giorno 26 maggio di un anno fa fu l’uccisione alla stazione cumana della metropolitana di Napoli del giovane rumeno Petru Birladeandu, vittima incolpevole di un regolamento di conti tra bande criminali. Una telecamera della stazione riprese l’agonia del giovane e la disperazione di sua moglie che chiedeva aiuto ai passanti, che invece procedevano oltre. Il taglio generale della notizia fu l’indifferenza dei passanti, flagellata dall’indignazione di tutti i mezzobusti televisivi. 

Sarò prevenuto ma io non ho mai avuto l’impressione che i giornalisti fossero una categoria particolarmente coraggiosa. A volte, nel mio pregiudizio, ho addirittura il sospetto che la codardia e il servilismo siano attitudini utili in quella carriera. Perciò non sono particolarmente bendisposto verso i predicozzi che vengono da quei pulpiti quando l’argomento è il coraggio degli ALTRI cittadini. Di fatto occorreva scavare ben bene nelle cronache di quei giorni per scoprire che in realtà i soccorsi erano arrivati per chiamate fatte dai cellulari di alcuni presenti, e che dunque la tesi dell’indifferenza generale era un po’ tirata per i capelli. Particolarmente se si tiene conto che i presenti in quel momento avevano tutte le ragioni per credere di essere in un posto pericoloso, dove volavano pallottole. 

Potremmo anche scomodare la sociologia e la psicologia sociale, che ci avvertono che in realtà la gente è meno indifferente di quanto non si creda, e non si fa paralizzare così facilmente dalla paura. Ma per un meccanismo noto come “riprova sociale” che blocca l’iniziativa in quei casi di emergenza che hanno luogo in pubblico la gente non interviene o rimane immobile. La gente è molto preoccupata di “fare la cosa” giusta, il che significa ottenere l’approvazione ed evitare il biasimo degli altri: è un condizionamento biologico dovuto alla nostra natura profonda di esseri gregari. Con opportuno addestramento si può insegnare alle persone ad agire in maniera appropriata durante le emergenze, ma in assenza di ciò non dovremmo essere troppo severi nel giudicare l’immobilismo degli altri. Chi ha studiato il problema ci informa anche che se una sola persona rompe l’incantesimo e accorre al soccorso dello sventurato, subito anche altre persone si faranno avanti. Forse i napoletani non meritavano quel simbolico bagno di pece e di piume che i soloni del piccolo schermo riservarono loro. 

Ma l’impulso del giornalista a “tematizzare” è spesso una tentazione a cui è impossibile resistere. “Tematizzare” significa non raccontare i fatti con scrupolosa precisione, ma inquadrarli in una tesi o tema precostituito. La tematizzazione è uno dei procedimenti preferiti del sensazionalismo giornalistico, che mira più a suscitare reazioni emotive che a informare la gente. E uno dei temi o cliché più ricorrenti è quello dell’indifferenza della gente di fonte all’immediato bisogno di aiuto di un loro simile. 

Qualcuno potrebbe prendere le difese dei giornalisti e dire che non tutti hanno studiato sociologia e psicologia sociale, non tutti conoscono il meccanismo della “riprova sociale”, e che dunque un loro errore nel modo di raccontare la notizia non dovrebbe subito far pensare a un desiderio di sensazionalismo. Può darsi, ma giudicate voi… 

… questa mattina, sentendo ai tg i resoconti dell’uccisione di Emlou Arvesu, la filippina quarantenne massacrata a pugni a Milano da un pugile ucraino, ho sentito le dichiarazioni di un’altra donna filippina che ha assistito all’aggressione (Jesus Espinoza, la portiera dello stabile di fronte a cui ha avuto luogo l’omicidio). La donna ha detto che il pestaggio è durato a lungo, e per tutto il tempo lei ha invocato l’intervento dei passanti, che però hanno tirato dritto. Ora guardate titoli, sottotitoli e occhielli dei gionali: il tema dell’indifferenza o è assente o è dato con rilievo del tutto secondario. Ma perché a Napoli la notizia centrale era l’indifferenza dei cittadini mentre a Milano è la furiosa aggressione di un uomo ucraino a una donna filippina, benché anche in questo caso la gente non sia intervenuta? Dubito che nel frattempo i giornalisti abbiano studiato la “riprova sociale” e siano diventati più professionali. Mi sembra piuttosto che il sensazionalismo scatti in maniera selettiva, e che i nostri giornalisti così pronti a ergersi a Soloni quando si tratta di cronaca nera napoletana, diventino improvvisamente guardinghi e pesino le parole prima di dire qualcosa che possa offendere i milanesi. 

Sarà perché lo status civile riconosciuto dei napoletani è più basso di quello dei milanesi, e che possano essere calunniati con più disinvoltura dei milanesi?

 
 
 

L'apoteosi della stupidità umana

Post n°1009 pubblicato il 06 Agosto 2010 da koradgl1
 

 

HIROSHIMA (Reuters) - Il Giappone ha celebrato oggi il 65esimo anniversario del lancio della bomba atomica su Hiroshima, per la prima volta alla presenza degli Stati Uniti, che condussero l'attacco.

Alle 8.15, l'ora in cui il 6 agosto del 1945 l'ordigno fu sganciato dal velivolo americano B-29 Enola Gay, i rintocchi di una campana sono risuonati in segno di pace, mentre decine di migliaia di sopravvissuti, bambini e diplomatici hanno osservato un minuto di silenzio.

"L'urgenza della messa al bando delle armi nucleari permea la nostra coscienza globale", ha detto il sindaco di Hiroshima Tadatoshi Akiba in un discorso a cui è seguita la liberazione di candide colombe.

La bomba sganciata su Hiroshima, ribattezzata "Little Boy", uccise migliaia di persone all'istante. Alla fine del 1945, il bilancio delle vittime era salito a circa 140.000, su una popolazione stimata a 350.000. Migliaia di altre persone morirono negli mesi e negli anni successivi, a causa delle ferite riportate o per malattia.

Tre giorni dopo l'attacco a Hiroshima, il 9 agosto del 1945, gli Stati Uniti lanciarono una seconda bomba atomica su Nagasaki, nel sud del Paese. Il Giappone si arrese sei giorni più tardi.

Gli Usa, recentemente coinvolti in una controversia con Tokyo sullo spostamento di una base americana nell'isola meridionale di Okinawa, hanno inviato un rappresentante alla cerimonia per la prima volta nella storia, una mossa che riflette l'impegno del presidente Barack Obama verso la messa al bando delle armi atomiche.

"Per l'interesse delle generazioni future, dobbiamo continuare a lavorare insieme per realizzare un mondo senza armi nucleari", si legge in una nota dell'ambasciatore americano John Roos.

... E gli americani se ne accorgono solo adesso...

 
 
 

Barbarie

Post n°1008 pubblicato il 05 Agosto 2010 da koradgl1
 

PER FIRMARE LA PROTESTA ON LINE

www.leal.it/campagna-bruxelles/petizione-online/

Ai primi di settembre, il Parlamento Europeo voterà la nuova Direttiva sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici. È una legge a misura di vivisettore, che NON OBBLIGA a utilizzare i metodi sostitutivi ai test con gli animali neppure laddove esistono.
    In compenso essa permette di:
  • - sperimentare su gatti e cani randagi
  • - riutilizzare lo stesso animale più volte anche se ha già provato intenso dolore e angoscia
  • - sperimentare senza anestesia
  • - costringere un animale al nuoto forzato fino all'esaurimento
  • -tenere in isolamento totale e prolungato cani e scimmie
  • - creare animali geneticamente modificati mediante procedure chirurgiche
 
 
 

2 agosto

Post n°1007 pubblicato il 01 Agosto 2010 da koradgl1
 

Domani Bologna ricorda il giorno più nero della sua storia recente. Erano le 10.25 del 2 agosto 1980 quando una bomba squarciò la sala di attesa della stazione, causando la morte di 85 persone. Ma nel giorno del trentennale della strage, nessun ministro sarà presente alla commemorazione.
Sarà il prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia a rappresentare il governo. Per la prima volta e per di più nel giorno di un anniversario così importante, dunque, nessun rappresentante dell’esecutivo parteciperà alla cerimonia in veste ufficiale. Una decisione sconcertante, che nulla ha a che fare con gli abituali fischi al ministro di turno, anche se La Russa provoca dicendo: “Cos'è successo gli altri anni? I ministri li avete fischiati. E allora avete già la risposta al perché non viene nessuno questa volta”. Ma la scusa non regge, quest’anno, infatti, il presidente dell’Associazione familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, aveva chiesto che nessun esponente del Governo parlasse dal palco (la cerimonia si svolgerà domani mattina come al solito in piazzale Medaglie d’Oro, davanti alla stazione). Un modo per evitare che nel giorno del ricordo si parli solo di contestazioni. (continua a leggere su L’Unità)


Ma se lo Stato si permette di dimenticare chi ha incise nella sua carne le ferite non lo farà mai

Da Repubblica: Io non dimentico


Il boato e la polvere
Un tremendo boato squarciò l’aria, la vetrina vibrò violentemente senza crollare e fuori si udì un assordante fragore di vetri che cadevano dalle finestre sovrastanti. Mi voltai verso la stazione e vidi un fungo enorme e grigio salire decine di metri verso il cielo, ricadere e sollevare altre nuvole di polvere
Umberto Salomoni

Un silenzio irreale
Ero stata spostata addosso al terminale, i vetri tremavano, il mio collega era impallidito, c’era un silenzio quasi irreale, sospeso, rotto solo dall’espressione terrorizzata del collega e dal suo ripetere: "Non è possibile, non è possibile..."
Anna Bassi

Sangue fino al sesto binario
Uscii dall’ufficio per una ricognizione e si aprì l’inferno: corpi straziati, incastrati nelle lamiere, cadaveri sui binari, volti terrorizzati. C’era sangue ovunque, fino al sesto binario... Anche con il cuore a pezzi i treni dovevano circolare, questo era il mio compito.
Flaviano Pezzetti

Una bomba
La signora di fianco a me urla "Una bomba" e con prontezza di riflesso mi prende per un braccio e mi sposta dalla panca dove, un secondo dopo, cade un pezzo di soffitto.
Patrizia Bruni

Scavare, scavare e cercare persone
Abbiamo rotto i depositi dei vagoni letto per prendere le lenzuola con cui fare barelle improvvisate e mascherine per la polvere. E ci siamo messi a scavare, scavare e cercare persone. Era tremendo quando sotto le macerie toccavi "mollo" e il guanto diventava rosso...
Roberto Quadarella

Sentivo urlare
Riuscii ad aiutare un volontario a estrarre una giovane donna di colore facendo un passamano tra le rovine mentre poco distante da noi sentivo urlare un giovane ustionato in tutto il corpo. Avrei voluto andare da lui, ma le mie gambe non mi sostenevano più
Marzio Bianchi

Mi mancò il cuore
L’impulso fu quello di unirmi ai soccorritori, ma quando vidi estrarre dalle macerie una cosa che sembrava una bambola e invece era un corpicino inerte mi mancò il cuore
Lanfranco Vannini

Ragazzini che svenivano come mosche
Ero medico da pochi anni... Ricordo l’atrio con un recinto di fortuna di panche e tavoli su cui lavorare. Ricordo i militari e i vigili del fuoco, alcuni poco più che ragazzini, che svenivano come mosche per il calore, lo choch e anche la fame... Ricordo il cratere e la certezza di quanto volesse dire, la sensazione che da quel momento non mi lasciò più: qualcuno, fuori tra la folla che si assiepava nelle strade, si stava godendo la nostra angoscia.
Maria Alessandra Orselli

Quell’autobus coi drappi bianchi
Nel caos delle cose e dell’emergenza tutto sembrava organizzato alla perfezione, anche l’autobus su cui, con movimenti lenti e rispettosi venivano caricati i cadaveri o pezzi umani. Dopo il primo giro qualcuno, con mano pietosa, aveva messo ai finestrini dei drappi bianchi che sventolavano al sole.
Anita Pezzetti

Adess la guera ta l’è vesta anca te
Quando mi fermai scoprii di avere divisa e scarpe macchiati di sangue. Tornai a casa e rimasi sveglia molte notti. Appena ci riuscii andai a trovare mio padre. Indicandomi una sedia mi disse: "Mettet a sedar che adess la guera ta l’è vesta anca te"
Carla Massa

Lo sguardo dei parenti, il loro dolore
Non potrò mai dimenticare i parenti delle vittime che si sedevano accanto a me, attorno alla mia scrivania, distrutti dal dolore, fissandomi intensamente forse nella segreta speranza di trovare nelle mie parole un qualche motivo di conforto.
Ernesto Dini

Perché?
Quale ragione ideologica o principio poteva legittimare un così insensato scempio di vite innocenti? In piazza eravamo in tanti, da tutta Italia, ad esprimere il nostro dolore e la nostra rabbia, decisi a onorare e rendere giustizia alle vittime e alle loro famiglie. A distanza di 30 anni non ci siamo ancora riusciti.
Milena Baldi

Dietro ogni nome c’è una storia
Quello che ancora oggi mi emoziona è percorrere i nomi delle 85 vittime scritti sulla lapide in stazione. Dietro ad ogni nome c'è una storia. Sogni, obiettivi, amori, amicizie, giochi. Dietro ad ogni nome c'è una famiglia. Racconti, coincidenze, situazioni che non puoi dimenticare.
Paola Sola

A chi avevano fatto del male?
Ancora mi chiedo di chi potesse essere nemica Angela Fresu. Non riesco a dimenticare che quella bimba, polverizzata dallo scoppio, oggi sarebbe una giovane donna. L’intera città non dimentica. Bologna ricorda e io con lei.
Chiara Ramenghi

Il dolore di Pertini e Zangheri
Andai in piazza. Ricordo la commozione del presidente Pertini, il dolore infinito del sindaco Zangheri, i loro sguardi su una folla che chiedeva perché a Bologna? Perché proprio a noi?
Cristina Tassi

Il nostro dovere civile
Il 2 agosto sarò in piazza come sempre da trent’anni perché è un dovere morale e civile che sento come forma di rispetto e testimonianza nei confronti di quelle 85 vittime innocenti della "strage fascista alla stazione di Bologna" com’è scritto in modo indelebile sulla lapide.
Claudio Gandolfi

Bologna sa stare in piedi per quanto colpita
Ho deciso che andrò alla manifestazione del trentennale: voglio stare in mezzo alla gente, capire se è ancora indignata, se è forte o rassegnata, se ancora sa stare in piedi per quanto colpita (Guccini)
Massimo Grandi

Qualcuno si deciderà a parlare?
Chissà se qualcuno leggendo questi ricordi, alla fine dopo trent’anni, si deciderà a parlare. Magari lasciandoci liberi di decidere se è una cosa che siamo in grado di ascoltare.
Alessandra Govoni


L’indicibile della storia italiana.
Sono passati trent’anni dalla strage neofascista del 2 agosto 1980. La bomba che esplose nella sala d’aspetto della Stazione di Bologna costò la vita a 85 persone. Da allora si sono susseguiti depistaggi e menzogne di Stato, volte a coprire e proteggere i mandanti della strage, così come è avvenuto e avviene per tutte le quattordici stragi che hanno insanguinato il paese negli ultimi decenni.

La vicenda politico-giudiziaria

I mandanti resteranno impuniti finché ci si ostinerà a seguire una imprevedibile quanto fantasiosa pista introvabile da quella palestinese di cossigana memoria alla imprevedibile suggerita da Napolitano a riprova di una larga intesa di omertà.

Parafrasando  Stefano Tassinari
“Lo Stato non si pente e i nomi non li fa”.

 
 
 

Inchiostro in prestito...per rifiatare

Post n°1006 pubblicato il 01 Agosto 2010 da koradgl1
 

Dopo aver fatto l'amore, dormiremo abbracciati.
La tua schiena contro il mio ventre.
E io stringerò le dita dei piedi attorno alle tue caviglie, come delle mollette,

perché tu non possa volar via la notte.
Saremo come un'immagine in un libro di scienze: un frutto tagliato a metà,
tu la buccia e io il torsolo.


* David Grossman * dal libro "Che tu sia per me il coltello"

(Dipinto Tamara De Lempicka)


 

 
 
 

Nel buio Fitto il disegno è Palese

Post n°1005 pubblicato il 31 Luglio 2010 da koradgl1
 

da Eyjafjallajokull Nichi Vendola 

Ieri Giulio Tremonti non ha firmato, come invece era previsto, il piano pugliese di rientro dal deficit sanitario. Nella giornata di ieri mi sono trovato così di fronte a una sospensione delle regole dello Stato di diritto. Tremonti è venuto addosso ai nostri interessi, agli interessi della Puglia e lo ha fatto sulla base di suggeritori che sono traditori della Patria: Palese e Fitto sono traditori della Patria.Pur di non perdere 500 milioni di euro, ero pronto a firmare un Piano di rientro che consideravo doloroso, che aveva degli aspetti che mi lasciavano perplesso. Una telefonata del Ministro Tremonti mi informava che era necessario un supplemento di lettura, di analisi e di approfondimento. Giacché il Piano era stato approfondito per mesi in ogni suo dettaglio dai tecnici dei Ministeri, non si capisce quale approfondimento ulteriore Tremonti volesse fare. Forse qualcuno era frustrato perché non avevamo inserito delle tasse? Forse qualcuno, nella fattispecie Raffaele Fitto e Rocco Palese, voleva che si potesse buttare per strada circa cinquemila lavoratori che noi stiamo internalizzando? Questa è la partita vera che si sta giocando sulla pelle dei pugliesi: una partita di crudeltà sociale per fini di lotta di potere. C’è una opposizione spregevole sul piano morale, inqualificabile sul piano politico, di sabotatori e di traditori della patria che hanno spinto alla mancata firma sul Piano di Rientro.

La Puglia è una regione che ha i conti in ordine, ha molti parametri di assoluta virtuosità: abbiamo una spesa, fonte Sole 24 Ore, per l’amministrazione e la politica su abitante che fatto 100 la media è 91,5: siamo una delle cinque regioni più virtuose d’Italia, abbiamo diminuito la spesa per personale su abitante dal 2006 al 2009 da 216 milioni a 176 milioni. Il debito della Puglia è diminuito negli ultimi cinque anni del 29,2%: da 2 miliardi e 517 milioni a 1 miliardo e 720 milioni. Bene, Tremonti dice che ‘vengono prima i numeri e poi la politica’: sono pronto a ragionare sui numeri, ma è lui, invece, che antepone la politica ai numeri.
Paragonare la Puglia alla Grecia è una dichiarazione gravissima. Accusarci di non avere i conti in ordine vuol dire dare un grosso colpo all’economia pugliese. Forse il ministro Tremonti è in buona fede, forse ci sono suggeritori traditori della patria, suggeritori che si chiamano Fitto e Palese che in questo caso dimostrano di avere una spregevolezza morale che non avevo mai visto prima.
L’episodio del bond della Merryl Lynch che porta la firma di Palese e l’imprimatur di Tremonti è un atto che ha provocato un danno erariale enorme alle casse della regione Puglia e caso mai questo è l’unico episodio che ci riporta alla mente la situazione greca.
Dati alla mano il bilancio della regione Puglia è sano, tanto da essere una delle quattro regioni italiane a non avere applicato nel 2010 l’addizionale Irpef aggiuntiva regionale. E questo nonostante i suggeritori traditori della patria che quasi mi inducevano ad aumentare le tasse.
Per quanto mi riguarda ora cala il sipario. Il giudizio è definitivo su Palese e Fitto. E’ un crimine cercare il sabotaggio ai danni del territorio pugliese. E’ un fatto senza precedenti. Questa non è una contesa politica dove ci si guarda negli occhi. Palese è un traditore della patria perché in aula ha votato con me il processo di stabilizzazione in atto, ma lo ha votato con l’intenzione poi di scagliarmi addosso i 5000 lavoratori. Ho assistito a una lunga serie di indecenze. Io mi ribello a questi soprusi.
Ora chiederò l’intervento del Capo dello Stato e del Presidente della Conferenza Stato Regioni perché la Puglia non venga discriminata e violentata. Chiederò il suo intervento perchè la nostra regione venga rispettata nei suoi diritti. Condividerò con il Presidente della Repubblica carte e documenti perché ci sia un difensore degli interessi di quattro milioni e 200mila pugliesi.
Giovedì io ero a Roma, non c’era il Ministro Tremonti. Tocca, quindi, al Governo sanare un vulnus senza precedenti nella storia tra le relazioni tra organi costituzionali.
Continuo a confidare in un senso dello Stato che credo appartenga al ministro Tremonti, persona al di sopra di queste miserie. Non ho dubbi, quindi, che il Consiglio dei Ministri mercoledì prossimo riaprirà i termini di consegna del Piano di rientro, altrimenti lo scippo di 500 milioni alla Puglia sarebbe oggetto di una lotta senza precedenti e di una mobilitazione complessiva delle città e dei cittadini.

Io condivido le parole del mio Presidente di Regione, una per una! Il boicottaggio nei nostri confronti è iniziato già coi fondi  FAS già attribuiti alla Puglia e bloccati con la scusa di mancanza di progetti in realtà già approvati con ragionevole tempismo, fondi finiti a finanziare qualche progetto della cricca. Ostruzionismo del governo centrale cresciuto in maniera esponenziale  quando Vendola ha superato con le primarie il bamboccio messo da baffino contro di lui perché sapevano che non sarebbe sottostato alla politica degli inciuci tra pdl e pd meno elle. Ed è vergognoso che Fitto sia complice di questi atti contro la sua stessa terra. Ogni mezzuccio lecito e illecito contro Nichi perché il signor ad personam lo teme in un'eventuale sfida del 2013. Il cielo ce ne scampi come solo lui può, prima! ( senza rettifica). 4.200.000 pugliesi pagano per la gloria dell'imperatore, perché tutto ciò  altro non è  che un voler distruggere un potenziale avversario forte, voluto dalla gente e non dai partiti amici degli amici. Allora tu Puglia rifiuti di aumentare le tasse? Noi ti tagliamo le risorse! Ed ecco i 500 milioni bloccati a Roma per far capire che all'imperatore non si disobbedisce. Punirne uno per educarne cento! Affossare la nostra regione per dominare le altre venti, perché nell'impero decadente ogni mezzo è lecito per salvare l'imperatore.

Nota a margine
Da contabile mi hanno insegnato che l'esercizio contabile è di 12 mesi, e i costi si imputano all'anno di competenza, la finanza creativa ora mi toglie ogni certezza, l'esercizio dura a piacimento con o senza decretini interpretativi, poi sapevo che i costi sono un conto economico da profitti e perdite e i debiti un conto patrimoniale da stato patrimoniale, ora scopro che non c'è più differenza tra loro, funzionano a discrezione del tornaconto del governo. Mah!

 
 
 

Disgustosi

Post n°1004 pubblicato il 30 Luglio 2010 da koradgl1
 
Tag: cie

Ad ogni ascolto delle interviste di radio Black out delle interviste ai prigionieri dei CIE inorridisco, ogni storia è una pugnalata dritta al cuore.
Ai tempi della scuola si inorridiva degli autobus di Atlanta, ci si commuoveva di fronte alle parole di Martin Luther King che la maestra sapientemente ci regalava a piccole dosi, così da assaporarle nell’essenza. E a tutti si stampava un sorriso pensando empaticamente “I have a dream”.
Sogni di ragazzi che avevano ancora l’ingenuità di credere in un mondo fatto a misura d’uomo, dove le persone fossero più importanti di tutto.
E vorrei avere ancora quella capacità di crederci, di pensare che il vile denaro non abbia influenza sui comportamenti umani, di sperimentare  che tornaconto personale non significhi calpestare i diritti naturali altrui, di vedere che l’animo umano sia ancora capace di quella pietas naturale che l’arrivismo ci ruba sempre più.
Ho ascoltato poco fa l’intervista ad una donna senegalese fuggita da un marito violento, ospite nel nostro paese da 12 anni, spesi a fare la badante, quel ruolo che perfino Maroni ha considerato necessario, perché non sia mai che la sua signora o mamma o sorella debba cambiare un pannolone, no questo è un lavoro per extracomunitari tanto da valere un regolamentazione a parte.
Ma a questa donna non è bastato, no 12 anni di servizio sono un niente per gli uomini di questo stato razzista e la sua storia dice pure che le le “sanatorie” da un lato e la macchina giudiziaria dall’altro non c’entrano nulla con i diritti o la giustizia, ma sono solo dei serbatoi di nomi, cognomi e indirizzi per imbellettersi e nascondere la verità alla gente e alla comunità internazionale che però si avvede di quanto accade davvero.
Dodici anni di servizio annientati di fronte a una vecchissima denuncia di contraffazione, e che è costato il rifiuto della richiesta di permesso di soggiorno, così le forze dell’ordine l’hanno arrestata direttamente sul lavoro e condotta nel CIE di Bologna (quello stesso CIE da dove hanno rimandato in Nigeria Faith Ayworo dove pende per lei un processo con possibile condanna a morte)  in attesa di rimandarla da quel marito che continuerà a massacrarla di botte, se non ucciderla.
Da sottolineare poi che la bancarella non era neppure sua, aveva solo guardato la merce durante il tempo in cui la sua amica si era assentata per bisogni fisiologici all’acquario di Genova.

Si può ascoltare dal sito Macerie dove potrete ascoltare anche la storia del “terrorista internazionale” estradato dall’Inghilterra prosciolto dell’accusa, ma arrestato per essere clandestino ed ora recluso a Gradisca...
Ripeto estradato in Italia. Accompagnato in manette dall’interpol.

La sicurezza è solo una scusa, la verità è che si vuole solo punire il diverso, la triste realtà è che siamo un paese razzista della peggior specie e troppi preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia.

 
 
 

L'unione fa la forza

Post n°1003 pubblicato il 29 Luglio 2010 da koradgl1
 

Fine del primo tempo

La legge bavaglio è rimandata a settembre...

Il popolo viola dice 1-0 per noi.

La battaglia non è finita, il diversamente alto che dice di non chiamarsi cesare qualche giorno fa diceva che come era stata cambiata non gli andava a genio quindi poteva anche ritirarla. Io un po' di dubbi sulle motivazioni ce li ho, una frangia del pdl non era disposta ad appoggiare cesare quindi tutto sommato per il signor ad personam era meglio rimandare sperando di ricompattare il gruppo, per dirla in gergo sportivo, dietro il ciclista in fuga. Poi, un po' malevolmente, penso anche che l'obiettivo principe del ddl fosse quello di bloccare le intercettazioni sulla p3, questo spiegherebbe perché si sentisse tutta quella urgenza. Una volta che queste sono sfuggite di mano, tanto valeva barattarlo per una fiducia sulla finanziaria creativa che ancora una volta ci suona come un'offesa alla nostra intelligenza.

Quindi uno a zero? Forse, ma è un risultato troppo esiguo occorre continuare a lottare.

E tutti uniti per la democrazia e libertà, perché l'unione fa la forza vero Cristina?

Se qualcuno ne avesse dubbi vedete cosa ha prodotto l'unione di due Donne Pensanti

Dal Blog  Reddina... A qualcosa servono i blog

 
 
 

" se questi taceranno grideranno le pietre"

Post n°1002 pubblicato il 27 Luglio 2010 da koradgl1
 

 

 CaterinaBavaglio ai blog, da domani in piazza "Il nostro controllo? Sono i lettori"

Appuntamento a piazza Montecitorio per una protesta no-stop di 24 ore. Parla il blogger Fabio Chiusi: "il governo non tiene conto delle differenze tra giornalismo tradizionale e noi". Slitta al 29 la decisione sul calendario del provvedimento.

ROMA - In piazza per 24 ore. Una protesta non stop contro il Bavaglio alla Rete. Si parte mercoledì. Appuntamento a mezzanotte in Piazza Montecitorio, a Roma. Una "veglia" animata dal "Comitato per la libertà e il diritto all'informazione e alla conoscenza", il 'cartello' che riunisce le forze protagoniste della manifestazione del primo luglio contro il ddl intercettazioni. Obiettivo: arrivare alla modifica del comma 29 del decreto Alfano, la disposizione che prevede per i blog l'obbligo di rettifica entro 48 ore. (leggi tutto l’articolo su Repubblica)

Imporci la rettifica entro 48 ore è costringere molti di noi a chiudere battenti, capitano sicuramente a tutti i “blogger per caso” dei periodi di grandi impegni lavorativi, familiari ecc. per cui non si trova il tempo neppure per leggere la posta per cui difficilmente leggerebbe le eventuali richieste di rettifica con conseguente multa della “modica cifra” di 12500 euro per guadagnare i quali una come me deve lavorare un anno intero. E’ decisamente iniquo.

Iniquo chiedere a noi la garanzia di correttezza mentre loro si fanno perfino i decreti interpretativi per ovviare alla correttezza, iniquo pretendere da un cittadino comune un’informazione corretta mentre un fede in malafede può permettersi senza obbligo di rettifica di dire agende rosse comuniste in diretta su un tg e un minzolini sostituire termini come assoluzione con prescrizione.

Io ho il sospetto che in una fase decadente dell’impero la parola della gente comune faccia più paura delle firme giornalistiche. 

La mia voce può far paura.  La vostra fa paura perché è quella che esce dal vissuto e che grida soprusi subiti in prima persona. Qualcuno ancora si ostina a parlare di montature giornalistiche, di toghe rosse, ma quando è Corina, Lucia, Annibale, Cristina, Salvatore, Gloria, Fabrizio, Diana, Caterina, Gianna... a dire “ io ho subito questo torto perché il mio diritto è stato usurpato da un potente” nell'amico che ascolta il seme del dubbio entra nella mente.

Facciamo paura.

Noi raccontiamo, spesso tra queste pagine, il nostro quotidiano, che  può essere il nostro familiare a cui non si riconosce un diritto alla cura gratuita perché un altro amico dell’amico viene sempre prima di lui nelle liste d’attesa, o può essere l’amica precaria che si vede accusata di diffamazione quando accusa un suo potenziale datore di lavoro per ricatti fatti passare per goliardiche “proposte indecenti”.

Facciamo paura noi che accusiamo lo stato italiano  di condanna a morte presunta mentre raccontiamo di una ragazza di 23 anni espulsa dal nostro paese e rimpatriata nel suo paese d’origine e arrestata appena giunta con un processo con probabile condanna a morte perché nella sua terra non è riconosciuta la legittima difesa.

Noi che raccontiamo di collusione con la mafia da parte di esponenti politici perché abbiamo saputo che un pc di Falcone è stato formattato al ministero.

Noi che parliamo di pestaggi nelle questure da squadristi senza scrupoli, noi che chiamiamo col loro nome gli assassini di Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi ecc.

Noi che non vogliamo sentirci complici delle torture nei lager moderni (CIE) e ci permettiamo di diffondere tramite i blog delle atrocità che i funzionari pubblici compiono in quei luoghi nascosti dalla complice omertà degli altri.

Noi che siamo stanchi di doverci vergognare dell’operato altrui che si ripercuote irrimediabilmente sulle nostre vite, perché gli attacchi alla democrazia, costituzione e stato sociale non sono concetti astratti, sono le nostre vite. La Costituzione e la democrazia sono sotto attacco, e noi siamo stanchi. Perché non sono concetti astratti, sono le nostre vite sacrificate per gli interessi della cricca contro quelli della collettività.

Noi che diamo a cesare quel che è di cesare (l'ignominia, l'infamia, l'alterigia, la megalomania...)

Noi che le multe non le pagheremo mai perché preferiamo finire i giorni in una cella piuttosto che assuefarci a uno stato repressivo e indegno della sua storia e della civiltà di cui si fregia.

L'evento  a cura del popolo viola su facebook


 

 
 
 

E' tempo!

Post n°1001 pubblicato il 26 Luglio 2010 da virgola_df

 





Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte.
La marea nasconde.
E' come se non fosse mai passato nessuno.
E' come se noi non fossimo mai esistiti.
Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi non pensare a nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera.
E' tempo. Tempo che passa. E basta...

Alessandro Baricco, Oceano Mare

 
 
 

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