Creato da sperdutezza il 18/10/2008

SPERDUTEZZA

SPERDUT~a nell'azzurra venusiana br~EZZA

 

Finalmente Estate

Post n°26 pubblicato il 21 Giugno 2009 da sperdutezza

 

E’arrivata la stagione che, forse insieme al malinconico autunno, meglio mi rappresenta. Sento nuovamente la calda brezza dell’estate attraversarmi l’anima. Cosa mi porterà quest’anno? Quante cose sono cambiate…e quanto sono cambiata io! Mi sento ancora più forte, testarda, determinata, ma anche più flessibile rispetto al passato, meno intransigente, più disposta a mediare in qualche misura. Anche se, ovvio, rimango fedele ai miei principi e valori. Guai a chi me li tocca! Ma non ricerco un punto remoto d’equilibrio, sono soddisfatta anche se sbilanciata costantemente, scombussolata ad ogni piè sospinto. Come dicono i Negramaro in Estate:

 “…in bilico
tra tutti i miei vorrei
non sento più
quell’insensata voglia
di equilibrio
che mi lascia qui
sul filo di un rasoio
a disegnar
capriole
che a mezz’aria
mai farò…
non senti che
tremo mentre canto
è il segno
di un’estate che
vorrei potesse non finire mai…”

Estate cosa mi porterai? Non essere avara di doni, anche io merito il mio angolo di felicità!

 

 
 
 

La Marea Meraviglia

Post n°25 pubblicato il 23 Aprile 2009 da sperdutezza

Non è un caso se ho aspettato un mese prima di scrivere ancora qui, in questo piccolo angolo di sole, al riparo dalle precipitazioni del quotidiano: sono successe troppe cose, inaspettate anche…alcune rasentano veramente il paradosso, ma d’altronde sono una filosofa no? E come dice il mitico Leo Longanesi “Eppure è sempre vero anche il contrario”. Quindi perché stupirsi? Pensavo che la mia vita fosse già stata sufficientemente sconvolta e invece il bello doveva ancora venire…quindi d’ora in poi…mi aspetto veramente di tutto. Ma, paradosso del paradosso, la meraviglia non è alla base di ogni sana filosofia? Quindi pardon, come non detto, continuerò a stupirmi credo. Sperduta nella Marea Meraviglia…

 
 
 

Si cresce irragionevolmente per fortuna

Post n°24 pubblicato il 23 Marzo 2009 da sperdutezza

 

La vita ti mette in difficoltà, ti costringe a fare i conti con le tue debolezze, ad affrontare ciò che vorresti eludere per quieto vivere…a crescere insomma. L’ultimo anno è stato maestro in questo: di batoste ne ho prese parecchie, d’altronde sono inevitabili come le buche del percorso, ma poi quando ti rialzi e ti accorgi di essere più forte di prima…che soddisfazioni! Gli altri comunque non accettano i nostri cambiamenti, vengono presi in contropiede, non se l’aspettano e tendono a vedere tutto ciò come qualcosa che stona con la loro precedente visione delle cose, come se ci fosse una visione conclusiva ed esaustiva…reagiscono proprio come il Ghiro con Alice nel suo incantato mondo. Sentite qua:

“Non potresti spingere un po’ meno?” disse il Ghiro, che le stava accanto. “Quasi non respiro.”

“Non posso farne a meno”, disse Alice, molto dolcemente. “Sto crescendo.”

“Non hai il diritto di crescere proprio qui”, disse il Ghiro.

“Non dire sciocchezze”, disse Alice con più audacia; “anche tu cresci, no?”

“Sì, ma io cresco ad una velocità ragionevole”, disse il Ghiro, “non in questo modo ridicolo.”

La sensazione, che si evince da queste poche fulminanti battute, è quella di fastidio per una presunta non ragionevolezza nel crescere (nei tempi e modalità previsti), come se ci fosse una regola per tutti a cui uniformarsi. Ma lo schema mentale in genere è quello: io ho questi paletti, non ci rientri? Beh rinuncio a capirti, evidentemente sei troppo strana per me…grave, gravissimo errore, perché così si perde l’occasione di crescere attraverso l’esperienza di un’altra persona che ha preso altre buche, ha commesso altri sbagli (d’altronde la casistica è infinita) superandoli in un altro modo (ammesso che si superino). E allora mi chiedo: perché ci ostiniamo ad una visione unilaterale quando il mondo è così bello colorato a 360°?

 

 
 
 

Un sogno chiamato Mare

Post n°23 pubblicato il 16 Marzo 2009 da sperdutezza

 

“Il Mare. Un mondo nascosto da cui scaturisce la vita su questo pianeta. Materno, Materno oceano. Un simbolo universale di vita e fertilità nell’arte e nella letteratura. Oggetto di sogni romantici. Un gentile seduttore che ti attira con un cenno e, allo stesso tempo, un’inflessibile forza capace di furia istantanea. E il mare è libertà. E’ l’ultima distesa per le vaste globali migrazioni dei più grandi animali in natura, dove i soli recinti sono le coste continentali. Libertà, anche dalla gravità, per quelli immersi nelle sue acque. Un ultimo rifugio. Per molti, semplicemente, un arcobaleno è un arcobaleno, e il mare è il mare, e si lasciano sfuggire i loro più profondi segreti. Ma essi meritano una maggiore attenzione, poiché ci sono arcobaleni dentro il mare per coloro che hanno gli occhi capaci di scorgerli.”

                                                                                                  Christopher Newbert  

 

Il Mare…non rende nella lingua italiana declinarlo al maschile. In tedesco è femminile infatti (das Meer e die See) così come in francese (la mer), in spagnolo (la mar) ed in greco (thalassa). Infatti la sua capacità di accoglienza e profondità è tipicamente femminile, no?

“Il vecchio lo pensava sempre al femminile e come qualcosa che concedeva o rifiutava grandi favori e se faceva cose strane o malvage era perché non poteva evitarle. La luna lo fa reagire come una donna, pensò”. Ernest Hemingway

 

 
 
 

Venere scendi dalla Conchiglia

Post n°22 pubblicato il 13 Marzo 2009 da sperdutezza

 

Vener-dì: giorno dedicato a Venere-Afrodite…la dea dell’Amore e della Bellezza, figura mitologica che ha dato il nome al pianeta più luminoso del cielo, a eccezione del Sole e della Luna, raggiungendo la sua massima brillantezza poco prima dell’alba e poco dopo il tramonto, per cui è chiamato anche stella (del mattino e della sera). Omero canta le opere della dea che “risveglia la soave brama dei numi” e Lucrezio ne tesse le lodi così:

“Quando tu vieni fuggono i venti e si dileguano le nuvole, per te la terra fa fiorire il leggiadro ornamento dei fiori, per te sorride lo specchio delle acque del mare e gli spazi lucenti del cielo splendono in silenzio”

Venere, tra sogno e veglia, è sempre affascinante e con molteplici sfaccettature: passa dall’amore passionale con il focoso Marte a quello tenero per il mortale Adone, per il quale aveva abbandonato il mondo degli dei, e alla cui morte chiede di tramutarsi in un fiore, l’anemone. Insomma una Donna dalle mille sorprese…un vero Mito! Venere, la dominante ;-), a cui sono molto legata astrologicamente parlando, deriva inoltre da venerari, che significa cercare di piacere al dio, onorandolo nella speranza di riceverne la benevolenza.

Venerante naufrago quindi nel margine venusiano per corteggiare l’Oceano senza ac-caderci dentro :-)

 “Mari

              Eros di lontananza

                                            mormorano”

                                                                          Gottfried  Benn

 Venere, tu invece così vicina, dai…scendi dalla conchiglia…

 

 
 
 
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