Creato da TesseraDelTifosoNO il 12/09/2009

DICIAMO NO

LIBERI DI ESSERE LIBERI

 

 

Vertice gruppi ultras "No alla tessera del tifoso"

Post n°192 pubblicato il 24 Luglio 2010 da TesseraDelTifosoNO

Oltre 400 rappresentati di 60 tifoserie italiani, alcune storicamente rivali, si sono incontrati a Catania per discutere sui provvedimenti da prendere contro l'iniziativa del Governo e della Figc per limitare la violenza negli stadi. Si va verso lo sciopero a oltranza

 

Vertice gruppi ultras "No alla tessera del tifoso"
CATANIA - Quando la politica unisce. Oltre 60 tifoserie di squadre di serie A e altre categorie si sono riunite a Catania per un vertice contro l'odiata "Tessera del tifoso" voluta dal Governo e promossa dalla Figc per diminuire la violenza negli stadi italiani. Oltre 400 rappresentanti di gruppi ultras di tutta Italia sono a rapporto per trovare nuove strategie e promuovere proteste comuni affinché l'iniziativa governativa, che potrebbe ridurre drasticamente il potere dei gruppi organizzati all'interno degli stadi e dei club stessi, venga messa al bando.

DA PARTE LE RIVALITA' - Secondo il quotidiano "La Sicilia", che pubblica la notizia, a Catania si sarebbero incontrati anche gruppi storicamente rivali, ma uniti da obiettivi condivisi come "restare una parte attiva nel calcio" e continuare "a vivere senza sopravvivere". Così insieme si sono seduti ultras del Catania e del Palermo, la cui rivalità costò la vita all'ispettore capo di polizia Filippo Raciti il 2 febbraio del 2007 allo stadio "Massimino" durante il derby, ma anche della Roma e della Lazio, della Juventus e del Napoli, del Milan e dell'Inter, del Bari e del Lecce, del Cesena e di squadra di altre categorie come quelli dell'Atalanta (serie B).

VERSO LO SCIOPERO DEI TIFOSI - Gli ultras si "sentono ingombranti" e  contestano le linee delle società che, sostengono, "con la questione dei diritti televisivi" adesso fanno giocare il "calcio
in favore di telecamera, non per il pubblico allo stadio". Durante la riunione è stata "stigmatizzata la posizione degli ultras dell'Inter che hanno detto sì alla tessera del tifoso" e ogni gruppo ha annunciato "iniziative di protesta". L'incontro sarebbe servito, infatti, a "fare il punto della situazione" ma senza "trovare soluzioni da mettere sul tavolo". Anche se c'è una tesi che si sta valutando, sposata da ultras di Catania, Palermo e Lazio: "Lo sciopero dei tifosi a oltranza perché - sostengono - uno stadio senza il tifo è molto più triste di uno stadio senza partite di calcio".

 
 
 

CLAMOROSA SORPRESA: LA TESSERA DEL TIFOSO E’ ILLEGALE!

Post n°191 pubblicato il 22 Luglio 2010 da TesseraDelTifosoNO

Privilegi e facilitazioni per tifosi fidelizzati sono contrari al Codice di Giustizia Sportiva e alla legge post-Raciti. Ne sapevamo già tante: la Tessera del Tifoso non è un obbligo di legge e poggia su un dispositivo che il TAR Lazio ne valuterà l‘incostituzionalità. E' un’imposizione per i club e una scrematura preventiva del pubblico, senza la certezza di estirpare i fenomeni violenti. Limita le libertà di movimento dei cittadini e mina la privacy, colpa il micro-chip con identificazione a radio frequenza. E’ un’operazione di marketing speculativo e il Presidente dell’UEFA l’ha bocciata senza riserve. E così via, sciorinando a più non posso le criticità di questa rivoluzione all’italiana. Ma l’ultima scoperta ha davvero del clamoroso: la Tessera del Tifoso è illegale! Contrasta una legge dello Stato varata dopo la morte dell’Ispettore di Polizia Filippo Raciti e va contro il Codice di Giustizia Sportiva della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

TESSERA ILLEGALE
L’art. 8 della Legge 4 Aprile 2007 N° 41, che ha convertito il Decreto dell’8 Febbraio 2007 N°8 recante “misure urgenti per la prevenzione e la repressione di fenomeni di violenza connessi a competizioni calcistiche”, obbliga i club di Serie A, B, Lega Pro e Dilettanti ad escludere qualsiasi tipo di facilitazione per i tifosi, pena una sanzione amministrativa del Prefetto con multa dai 50.000 ai 200.000 euro. Ecco il passaggio in questione: “E’ parimenti vietato alle società sportive corrispondere contributi, sovvenzioni, facilitazioni di qualsiasi genere ad associazioni di tifosi comunque denominate”. Un divieto che riguarda anche le cosiddette associazioni di fatto, disciplinate dal codice civile, nelle quali si fanno rientrare anche i possessori della Tessera del Tifoso che, per il peculiare elitarismo voluto dal Ministro dell’Interno Maroni, sono facilitati da offerte commerciali e proposte logistiche atipiche: esclusività per l’acquisto di abbonamenti stagionali e biglietti in trasferta per i settori ospiti. Esclusività per i biglietti in casa nelle gare giudicate a rischio dal CASMS. Accesso dedicato allo stadio con varchi prioritari (ancora da costruire). Agevolazioni per l’acquisto di merchandising e pacchetti finanziari (per i supporter della Fiorentina anche prestiti di denaro e mutui viola!) In parole povere, benefit per una cerchia di tifosi ufficiali, per i quali l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive spinge le società a favorire “la concessione di facilitazioni, privilegi e/o benefici”. Cioè quanto vietato dalla legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale nel 2007, dopo la morte di Raciti.

CONTRO IL CODICE SPORTIVO
Stesse prescrizioni nel Titolo I delle norme di comportamento previste dal Codice di Giustizia Sportiva della FIGC, al primo comma dell’art. 12 (“Prevenzione di fatti violenti”): “Alle società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi, organizzati e non, di propri sostenitori”. Cos’altro sarebbe la Tessera del Tifoso se non uno strumento per contribuire con altre utilità alla costituzione e al mantenimento di gruppi di tifosi? Cos’altro intendono i marketing manager per “community da fidelizzare” con la fidelity card? Regolamento sportivo e legge parlano chiaro: i titolari delle nuove carte non aderiscono ad un’associazione legalmente riconosciuta con finalità di divulgazione dei valori della Carta Olimpica e non hanno nemmeno l’obiettivo di gemellaggi con altri tifosi (art. 8, L. 41/07).

GLI ESPERTI: NORME SCOORDINATE
“Nella fretta di varare la tessera del tifoso – sostiene l’Avv. Lorenzo Contucci, esperto di cause per reati da stadio - ci si è dimenticati di coordinare le norme. Forse non sarebbe stato possibile, visto che la tessera non ha fondamento normativo ma si basa su una circolare amministrativa. In realtà i Prefetti dovrebbero contravvenzionare le società che, con la tessera, costituiscono la categoria dei tifosi ufficiali senza formare prima un’associazione legalmente riconosciuta. Potrebbe configurarsi l’omissione di atti di ufficio. Agevolazioni come per l’abbonamento sono una violazione di legge”. “Già il decreto del 1995 postumo l’omicidio Spagnolo vieta legami tra società e tifosi – ribatte Giovanni Adami, legale di molti sostenitori di curva – La tessera è una facilitazione che va contro questo principio. Oltre che in sede penale e amministrativa, si può pensare ad un esposto alla Procura Federale della FIGC.”

DASPO AI CAMORRISTI
“Ultrà non sempre è sinonimo di criminale, ma a Napoli certi gruppi camorristici non sono estranei alla gestione delle attività illecite che ruotano attorno allo stadio”. Lo afferma il procuratore aggiunto Giovanni Melillo, coordinatore della sezione criminalità predatoria della Procura di Napoli, dove un pool di pubblici ministeri è specializzato in reati da stadio. Melillo propone una ricetta inusuale: estendere le limitazioni della Tessera del Tifoso ai sottoposti a misure di prevenzione antimafia. “Il Daspo dovrebbe poter essere applicato anche a quanti, pur non essendo stati protagonisti diretti di comportamenti violenti negli stadi, abbiano riportato condanne, anche non definitive, per gravi delitti: rapina, estorsione, traffico di stupefacenti e, in generale, reati di criminalità organizzata”. In pratica, significa trattare i camorristi come gli ultrà o, preferibilmente, gli ultrà come i camorristi. Una formula che non lesina polemiche. “Lo stadio non è un luogo extraterritoriale – replica l’Avv. Contucci – lo stesso principio dovrebbe valere per discoteche e osterie: contano una decina di morti l’anno. Sono dichiarazioni contraddittorie: prima si dice che gli ultrà sono vicini alla camorra, poi che la camorra non gestisce le curve di Napoli ma bagarinaggio, scommesse e gadget contraffatti. Cosa ben diversa.” “Rispetto la posizione del procuratore di Napoli – conclude l’Avv. Adami – ma il legislatore ha creato misure restrittive circoscritte alle sole manifestazioni sportive. La giurisprudenza (TAR Toscana e Liguria) dice che il DASPO non può colpire il delinquente abituale. Non vedo il motivo di estenderlo ai dediti ad attività criminale: c’è già il codice di procedura penale”. Segno dei tempi: sta partendo la Tessera del Tifoso e, seppur fuori legge, tra i magistrati partenopei c'è già chi propone di superarla. Se non ce ne fossimo accorti, gli stadi sono diventati il Nuovo Laboratorio Italia. Tra un pallone, un coro e una bandiera si sperimentano misure di controllo sociale di massa e ardite

 
 
 

«Tessera del tifoso», ci sono già le contromisure

Post n°190 pubblicato il 22 Luglio 2010 da TesseraDelTifosoNO

Per Roberto Maroni, ministro dell’Interno e fautore della sua introduzione, «è uno strumento per tenere i violenti lontano dagli stadi». Per Michel Platini, presidente dell’Uefa, «è un fatto italiano che personalmente non mi piace». Per Maurizio Beretta, presidente della Lega di serie A, è «un passaporto universale per entrare negli stadi». Per Fabrizio Miccoli — collega di Daniele De Rossi le cui dichiarazioni sulla «tessera del poliziotto» generarono un putiferio e Angelo Palombo che ha espresso il suo dissenso con una maglietta— «è una sciocchezza: io allo stadio non ci andrei». 

Una manifestazione degli ultrà a Roma contro la tessera del tifoso anni chi ha ricevuto Daspo o condanne per reati da stadio negli ultimi 5 anni non avrà la tessera del tifoso l’anno in cui al Garante è arrivata una segnalazione: il microchip della tessera del tifoso violerebbe la privacyIl prossimo anno calcistico italiano sarà quello della «tessera del tifoso». Dopo numerosi rinvii, testimonianza del fatto che le società l’hanno più subita che favorita, entrerà in vigore: chi non la possiede non può fare l’abbonamento e non potrà andare in trasferta nel settore ospiti. Sicuramente cambierà il volto degli stadi italiani. In meglio secondo il Viminale. Con vantaggi e accessi riservati ai possessori. In peggio secondo gli ultrà, ma non solo. Basti pensare che in casa Lazio hanno deciso di non sottoscriverla i club della tribuna Tevere, per certi versi il loggione dell’Olimpico.Ma che cosa è esattamente? Non si capisce molto dallo spot in onda sulle reti televisive, criticatissimo via Internet. Secondo l’osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive «il progetto si pone l’obiettivo di creare la categoria dei ‘‘tifosi ufficiali’’. La tessera, rilasciata dalla società sportiva previo nulla osta della questura competente che comunica l’eventuale presenza di motivi ostativi (Daspo in corso e condanne per reati da stadio negli ultimi 5 anni), fidelizza il rapporto tra tifoso e società stessa». Ma c’è chi come lo scrittore Maurizio Martucci, molto attento alle tematiche delle curve, obietta: «La tessera è vietata ai condannati da stadio anche in primo grado. E se poi uno viene assolto?».
Su «Stadio Italia», interessantissimo libro per leggere il fenomeno ultrà, è riportato un divertente sonetto romanesco: «Non mi vogliono dare la Tessera del tifoso. Ora c’ho 50 anni quando ne avevo 16 ho fatto a botte co’ uno. La prima e unica volta che feci a botte con qualcuno. Dicono che so violento e nun ce posso annà allo stadio. State bene così».Gli ultrà, come per esempio quelli del Cittadella, criticano che la tessera «è una vera e propria carta di credito imposta alle società che trasforma gli spettatori da tifosi in clienti. Gli unici a beneficiare di questo strumento saranno le banche». C’è poi il problema del microchip a tecnologia Radio Frequency Identification, che memorizza i dati, anche sugli spostamenti geografici. Secondo diverse fonti ciò costituirebbe una violazione della privacy, non a caso c’è una segnalazione del Garante del 2005 su tale problematica. Diversi gruppi organizzati (dal Catania al Torino, dal Napoli al Genoa), pertanto, non la faranno, ma c’è chi come la curva Nord dell’Inter ha deciso di sottoscriverla pur continuando a contestarla. A Palermo, invece, gli ultrà rosanero si sono divisi sulla materia.In mezzo stanno le società. In Lega calcio c’è chi lamenta il fatto che la tessera è nata bene (come strumento di fidelizzazione), ma è stata comunicata male (come uno strumento di polizia e di schedatura). Era stata concepita con la stessa ratio delle card dei supermercati: se la possiedi hai dei vantaggi, ma non è obbligatoria. Come del resto è all’estero. Rosella Sensi, presidente della Roma e vicepresidente della Lega calcio, presentando la versione giallorossa (la «privilege card»), ha dichiarato: «Siamo obbligati a farla». Non è esattamente così. Visto che trattasi di circolare amministrativa a prefetti e questori e non di legge dello Stato (con lo schieramento bipartisan avverso non sarebbe mai passata). Ma i club non potevano andare allo scontro istituzionale con il Viminale. Maurizio Zamparini, presidente del Palermo ed ex consigliere federale, allo scontro c’è andato a parole: «Ci hanno costretti a fare la tessera del tifoso. Un ricatto. Un’intimidazione vera e propria da parte del ministro Maroni». Ma c’è chi ha già preso delle contromisure. La Sampdoria ha già comunicato che «gli abbonati, che non rinnoveranno non aderendo al progetto tessera del tifoso» avranno tre giorni di prelazione per l’acquisto dei tagliandi della Gradinata Sud, cuore del tifo blucerchiato. Anche a Roma, sponda giallorossa, i gruppi della Sud hanno raccolto i vecchi abbonamenti di chi non rinnova (anche qui non solo ultrà) e compreranno, di volta in volta, il biglietto. Flaiano diceva che in Italia non vi è nulla di più stabile del provvisorio. C’è chi confida che, negli stadi italiani, non vi sia nulla di più provvisorio di quanto stabilito.
 
 
 

FEDERSUPPORTER lancia la Confederazione nazionale di tutela dei tifosi

Post n°189 pubblicato il 21 Luglio 2010 da TesseraDelTifosoNO

La nascita di una grande Confederazione nazionale che rappresenti e tuteli i diritti e gli interessi dei tifosi: è questa l’idea e la proposta che è scaturita dall’incontro-dibattito tenutosi ieri,19 luglio 2010, dalle ore 20,30 fino alla mezzanotte circa, in Modena, presso la Palazzina Pucci, promosso ed organizzato dall’Azionariato Popolare Modena Sport Club sulla tessera del tifoso, con il Patrocinio del Comune di Modena, Assessorato allo Sport.
L’incontro, organizzato e condotto da Andrea Gigliotti, tifoso ed Amministratore di Coop Modena Sport Club, l’azionariato popolare per il Modena F.C., aperto ai soci ed a tutti i tifosi del Modena FC ed agli esponenti di tutte le organizzazioni di tifosi, ha visto, come relatori, il dr. Alfredo Parisi, Presidente, e l’avv. Massimo Rossetti, Responsabile dell’Area giuridica e legale, di Federsupporter.
I due relatori hanno presentato ed illustrato una ampia documentazione, articolata in 50 slide e in circa un centinaio di pagine , relativa alla tessera del tifoso.
Di tale tessera si sono approfonditi ed illustrati tutti gli aspetti, le problematiche, le criticità e le fasi operative : in particolare sul piano giuridico ed in ordine agli effetti sul piano economico.
E’ emerso che la tessera del tifoso, più che essere uno strumento di prevenzione di possibili reati da stadio, appare essenzialmente come un enorme business per le società di calcio e, in genere per le società sportive, per istituti di credito e finanziari, per tutte quelle imprese che ruotano intorno al mondo del calcio e dello sport e che partecipano all’emissione ed alla gestione della tessera con annessa carta di credito revolving.
Secondo stime prudenziali è stato valutato che la tessera e la carta possano muovere un giro d’affari, a favore dei soggetti sopra indicati, di centinaia di milioni di euro l’anno.
A fornire questo gettito finanziario saranno, come sempre e come al solito, i tifosi, considerati evidentemente come un inesauribile “limone da spremere” e, però, poi, da trattare come una categoria tendenzialmente ed indistintamente pericolosa ed asociale.
All’esposizione delle relazioni è seguita l’illustrazione di una proposta e soluzione alternativa alla tessera del tifoso, elaborata da Federsupporter, che consiste nella autocertificazione, così come prevista e disciplinata da una specifica normativa di legge che consente di ottenere i medesimi risultati e che ha la medesima valenza giuridica della tessera.
Su questo specifico aspetto, Gigliotti nel fare riferimento alla modulistica del Modena FC, ha tenuto a sottolineare che già in tale modulistica è prevista l’autocertificazione, aprendo sull’argomento una ampia discussione.
Peraltro, è di questi giorni la notizia che il Governo ha presentato una proposta di legge per fare diventare l’istituto e lo strumento dell’autocertificazione un principio di rango costituzionale.
In altre parole, con una propria, semplice dichiarazione, ciascun tifoso, sotto la propria responsabilità, anche penale, può certificare ,così come certifica la tessera, di non essere soggetto a nessuno dei provvedimenti ( DASPO o sentenza di condanna ) che impediscono l’ingresso alla stadio.
E’ stato, in particolare,sottolineato che , in ogni caso, il rilascio della tessera e, conseguentemente, di abbonamenti e di biglietti in trasferta per il settore ospiti non può essere condizionato e subordinato all’accettazione di carte di credito rilasciate dalle società calcistiche.
Si tratta, infatti, di due cose assolutamente diverse e distinte che non possono essere imposte, l’una indivisibilmente dall’altra, ancorché la carta di credito sia data in omaggio, in quanto nessuno può essere obbligato ad accettare un omaggio non voluto.
Pertanto, anche chi fosse disposto a chiedere ed ottenere la tessera non può essere costretto a chiedere ed ottenere anche la carta di credito.
In esito all’interessante e partecipato dibattito,condotto da Andrea Gigliotti, che è seguito all’ampia illustrazione dei relatori, dibattito che ha visto numerosi interventi con richieste di precisazioni, chiarimenti ed ulteriori informazioni dai partecipanti, i relatori stessi hanno presentato all’uditorio una proposta del tutto innovativa che ha suscitato nei presenti vivo interesse.
Tale proposta consiste nel dare vita, mediante appositi accordi con Federsupporter, ad una grande Confederazione nazionale rappresentativa dei diritti e degli interessi dei tifosi, intesi quali consumatori e principali finanziatori dello spettacolo sportivo, nonché quali azionisti delle società sportive.
La Confederazione opererebbe, oltrechè a livello nazionale, a livello locale mediante punti di riferimento dislocati sul territorio.
In altri termini, si creerebbe una specifica e ben definita entità rappresentativa, dotata di una propria, autonoma soggettività giuridica, alla stregua delle grandi Organizzazioni Sindacali che operano nel mondo del lavoro e delle Associazioni di tutela dei consumatori.
In questo modo si darebbe voce e rappresentanza ad un soggetto unitario retto da principi di trasparenza e di democrazia interna, che condivida e promuova i valori della cultura sportiva e della non violenza, con il quale tutte le Istituzioni, a livello sportivo e politico, dovrebbero confrontarsi, dialogare e decidere, ponendo fine all’anomalia per cui, ad esempio, nella FIGC sono rappresentati, attraverso le rispettive Associazioni, con poteri decisionali, le società sportive, i calciatori, gli arbitri, ma,invece, non sono rappresentati i tifosi.
E’ evidente che questa via e questa soluzione affiancherebbero e rafforzerebbero la diffusione e l’affermazione dell’azionariato popolare ,di cui CoopModena Sport Club, amministrato da Andrea Gigliotti, si è fatto promotore e di cui è attualmente il principale esponente.
Affiancamento e rafforzamento che potrebbe trovare in Federsupporter un sostegno ed un punto di riferimento utile, sia sul piano dell’individuazione e della proposta di valide idee e soluzioni tecnico-giuridiche, sia sul piano organizzativo.

 
 
 

COMUNICATO CCCT

Post n°188 pubblicato il 19 Luglio 2010 da TesseraDelTifosoNO

Abbiamo espresso ai nostri associati in data 14 LUGLIO 2010 la posizione del
CCTC sulla sottoscrizione della tessera del tifoso

Cari presidenti, segretari e soci dei club del CCTC,

oggi ci rivolgiamo a voi per una battaglia che dovrebbe accomunarci tutti, che
va al di là di coloro che ritengono che cairo abbia fatto il suo tempo, oppure
debba essere lasciato serenamente lavorare.

Stiamo parlando della tessera del tifoso.

Non vogliamo in questo momento tediarvi con infinite considerazioni e con
spiegazioni approfondite riguardo a cosa sia, come funzioni e in quali modi
venga ad incidere sulla libertà personale di ciascuno di noi.

Non vogliamo nemmeno entrare nel dettaglio tecnico che riguarda l'immenso giro
di denaro che verrà portato alle banche e a chissà quale altro soggetto
dall'applicazione di questo sistema.

In merito alle suddette questioni, sul sito dell'associazione
www.cctoroclubs.
it trovate tutte le informazioni delle quali potreste avere bisogno. In
alternativa potete chiederci informazioni via mail all’indirizzo
cctoroclubs@gmail.com

Quello che vogliamo dirvi, con il massimo fervore, è che sta per iniziare la
prima campagna abbonamenti nell'era della tessera del tifoso, questo
provvedimento NON è una legge dello stato, come detto anche da cairo
nell'ultima intervista. E' semplicemente un invito che arriva dall'Osservatorio
sulle Manifestazioni Sportive.

Le società potrebbero, senza timore alcuno di sanzioni, rifiutarsi di
sottoscriverla.


Nel corso della prossima campagna abbonamenti a ciascun tifoso verrà richiesto
di sottoscrivere la tessera al momento della richiesta dell'abbonamento. Non
sarà possibile abbonarsi in alcun settore senza la tessera.

Riteniamo che un'imposizione di questo genere, specie se mascherata da
provvedimento volto a garantire maggior sicurezza, pur non introducendo alcuna
novità in quest'ottica rispetto al biglietto nominativo, sia assolutamente
inaccettabile.

Pertanto vi rendiamo partecipi della nostra decisione di NON sottoscrivere
l'abominio della tessera del tifoso e di conseguenza, pur con grande amarezza
di NON sottoscrivere l'abbonamento.

Comprendiamo a perfezione quanto questa scelta possa essere dolorosa, ma è una
scelta che non ha alternative, in quanto riteniamo che non sia accettabile,
come cittadini, sottoporsi ad un simile abuso.

Siamo a disposizione per fornirvi ogni chiarimento, informazione, materiale,
che possa consentirvi di analizzare con i vostri soci il problema della tessera
e l'inaccettabilità della sua sottoscrizione.


Confidiamo nella vostra comprensione e condivisione riguardo all'invito,
sofferto, che vi stiamo rivolgendo.


NOI CHE NON SOTTOSCRIVEREMO NESSUNA TESSERA DEL TIFOSO, potremo comunque
accedere a tutte le partite in casa con l'acquisto del biglietto nominativo.

Preghiamo tutti i presidenti di volerci esprimere il loro parere sia a
riguardo della tessera, sia sulla decisione del loro club di non sottoscriverla
o di accettarla.

Grazie.

Per il Direttivo del CCTC

 
 
 

"I COLORI CI DIVIDONO...

LA MENTALITA'  CI UNISCE..."

Mentalità Ultras!!


NESSUN  COLORE
NESSUNA RIVALITA'
UNITI  TUTTI  INSIEME
PER LA LIBERTA'
DEGLI ULTR
A'
 

CRISTIANO MILITELLO: "NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO

QUESTO BLOG

E' SCRITTO A 4 MANI DA

ANDREA & FULVIA

OGNI COSA SCRITTA E/O PUBBLICATA

E' PIENAMENTE CONDIVISA DA ENTRAMBI

A&F

 

oggi 6/10/2009 a Stadio Sprint c'è stato un sondaggio sulla

tessera del tifoso...

Siete favorevoli all'introduzione della tessera del tifoso?

Risultato finale :


NO al 71 % 

SI al 29 %

ci sarà una ragione?

 

SULLA COLLINA

Questo video ha un valore particolare
per uno  degli ideatori di questo  Blog
il mio consiglio a tutti è
di ascoltare e guardare dimenticando i colori
ma ascoltandone il contenuto

 

IL CIELO E' BIANCONERO

 

 

 

 

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GRAZIE !!

DI CUORE

 

Juventus - Livorno: No alla tessera del tifoso

Milan - Torino: No alla tessera del tifoso

 

DASPO... PER SAPERNE DI PIU'

l Daspo (da D.A.SPO. acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) è una misura introdotta con la legge 13 dicembre 1989 n. 401, al fine di contrastare il crescente fenomeno della violenza negli stadi di calcio.

Il Daspo vieta al soggetto ritenuto pericoloso di poter accedere in luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive.

http://it.wikipedia.org/wiki/Daspo

 

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