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Post N° 71

Post n°71 pubblicato il 23 Dicembre 2004 da Sacred_spirit


22 dicembre 2004 ore 18,30

Perchè porsi tante domande, quando sai di avere già dentro di te le risposte.

Come mai questa incapacità di mettere a fuoco, con cura quelli che dovrebbero essere i sani ed unici principi guida del tuo divenire.

Come mai questa continua ricerca di astruse domande che sembrano essere formulate non per ottenere, reale e concreta risposta, ma invero per aggrovigliare il pensiero su se stesso, e quindi, impedirti di fatto il vero pensare.

Dovresti annullare completamente tutto.

Dovresti azzerare ciò che quotidianamente la tua mente sembra riproporti.

Modificare sostanzialmente gli schemi logici utilizzati nel corrente pensiero.

Tutto questo è quello che dovresti fare, tutto questo è quello che tu già da ora volendo puoi fare.

Questi cambiamenti non comportano alcun sforzo, in quanto non vanno contro alla tua volontà, o contro il tuo naturale modo di essere, piuttosto vanno ad assecondare intime tue peculiarità che seppur celate in parte in te, sono presenti nella tua vera ed unica natura. Questo può infatti comportare un completo rilassamento del tuo benessere fisico psicologico mentale, emozionale. Se opponi resistenza a ciò che intimamente sei portato ad essere non otterrai null'altro che resistenza e fatica. Se invece asseconderai quelle tue intime energie, il tuo fluire emozionale, la tua acquisizione di nuove e più importanti verità, avverrà in maniera del tutto naturale e completamente senza alcuna fatica.

Ora la questione sembra fissarsi su due punti fondamentali.

Il primo è quello che considera il tutto, come una semplice parte di un niente presente. Se questo fosse realmente ciò che il pensiero può esprimere, il tutto già contenuto in un niente fossanche un niente assoluto, perderebbe la sua primaria e fondamentale caratteristica e cioè essere un tutto. Quindi non è possibile per ora comprendere, è quindi accettare che un tutto sia contenuto in un niente.

La seconda ipotesi invece prevede che un niente contenga null'altro che un niente e che quindi il tutto sia implicitamente contenuto al di fuori del niente. Questo porterebbe a considerare una netta divisione tra un niente ed un tutto ad esso esterno.

L'impossibilità di affrontare in termini puramente empirici ed emozionali di un concetto e di un contenuto di tale fattura, porta inevitabilmente ad una parziale e temporsanea sospensione.

Dove sia possibile trovare tracce di verità sarà possibile portare, i germi della conoscenza. Conoscenza che troverà qui terreno fertile per progredire in modo omni-dimensionale e non solo in termini quantitativi e qualitativi. La vera conoscenza esula da principi logici, essa si esprime e si manifesta nella maggior parte delle reali situazioni, in ambito emozionale, in dimensioni che nulla hanno a che fare con le fisiche e limitate possibilità.

Se invece pensiamo che la tua attuale posizione societaria è **** e trova la tua (ragione) di esistere solo in quanto, postulando momenti di verifica razionale, dove l'illuminismo e ciò che il capitalismo(stico) senso del possedere, del avere è diventato l'elemento dominante, si può facilmente comprendere quanto e come sia attualmente limitata e limitante la nostra crescita di conoscenza.

Nelle culture primitive e talvolta anche in quelle erroneamente definite arcaiche, il livello di crescite della conoscenza è paraddossalmente ben più sviluppata che attualmente. L'individuo allora aveva complete possibilità di crescita in multi-direzionalità e omni-dimensionalità.

Ora l'individuo comprende come una crescita di conoscenza una mera acquisizione di dati e nozioni scientificamente comprovate e verificabili. Tutto il resto assume solo un carattere di pseudoconoscenza che rimane a livelli o piani molto molto inferiori. Questo inevitabilmente comporta che il singolo individuo non progredisce che in una direzione. Direzione che esclude un 80% di reali possibilità di acquisizione di vere conoscenze.

L'ignoranza è quindi uno dei mali primari che dobbiamo di fatto sopportare.

Il suo progredire solo per quanto riguarda l'elemento nozionistico porta ad uno chiudimento della reale e collettiva formazione. Fondamentale è laddove vi sia possibilità distogliere il falso convincimento e portare il singolo individuo al recupero della propria arte istintiva che consentirà ade esso una acquisizione di opportunità di reali conoscenze omni-direzionali, omni-dimensionali.

Solo una possibilità di crescere in tutte le dimensioni può essere considerata crescita, il resto è semplicemente un pseudo-aborto conoscitivo, sterile e limitato a imposizioni da altri assunti che nulla hanno a che fare con la specificità del singolo.

Questo sia un monito e sia luce guida, per chi come te e come tanti altri hanno avuto la possibilità di accedere a queste verità. Si che sia possibile non un semplice riconoscimento del fatto, ma un concreto impegno affinchè si abbia davvero una crescita di conoscenza con acquisizione di consapevolezza che trasmesso all'esterno dell'individuo stesso possa servire quale elemento ispiratore per altri possibili momenti di "irrigazione" della coscienza altrui.

Che porti questo a distillare almeno il dubbio che il tutto non sia equivalente al niente. Al niente conosciuto al niente posseduto, perchè il niente può contenere solo il niente, ed il tutto è esterno al niente e nel tutto è possibile ritrovarsi e riconoscersi, nel niente è possibile solamente perdersi.

 


 

 
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Commenti al Post:
volandfarm
volandfarm il 23/03/09 alle 23:13 via WEB
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