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SOSTENIAMO ROBERTO SAVIANO

Post n°23 pubblicato il 25 Ottobre 2006 da sinemoiaquai

immagine"Roberto saviano è nato nel 1979 a Napoli, dove vive e lavora.
Fa parte del gruppo di ricercatori dell'osservatorio sulla camorra e l'illegalità e collabora con "Il Manifesto" e "Il corriere del Mezzogiorno". Suoi racconti e reportage sono apparsi su "Nuovi argomenti", "Lo straniero" e Nazioneindiana.com e si trovano inclusi in numerose antologie tra cui Best Off. Il meglio delle riviste letterarie italiane (Minimum fax 2005) e Napoli comincia a Scampia (L'ancora del mediterraneo 2005). Gomorra è il suo primo libro."

Nel 2006 per il romanzo Gomorra gli viene riconosciuto il Premio Giancarlo Siani, nello stesso anno consegue anche il premio Viareggio Repaci 2006.

Roberto nei giorni scorsi ha ricevuto dure minacce da parte della Camorra, minacce che hanno costretto il prefetto di Caserta a far allontanare Roberto dalla sua città e a chiedere un programma di protezione.
Un'iniziativa apartitca e apolitica. Roberto non deve essere considerato un martire o un eroe, ma non possiamo accettare il recinto che si è venuto a creare intorno a Roberto, un recinto legittimato purtroppo anche da alcuni organi istituzionali
.


Caro Roberto,
desideriamo esprimerti la nostra sincera solidarietà per gli spiacevoli episodi che ti sono capitati dopo la pubblicazione di Gomorra.
Hai avuto un grande coraggio che purtroppo manca a tante, troppe persone; ma il tuo coraggio sta dando dei frutti che non sono solo negativi. Molti ti accusano di parlare male della tua terra natale, ma chi ha un po' di coscienza civile sa che tu hai fatto esattamente l'opposto: hai dato un po' di onore ad un territorio devastato da quel gran fenomeno sociale che è la Camorra.

 
 
 
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LE AVVENTURE DI MOTANGA

Il vento soffiava leggermente da Nord. Sbrillo esausto contemplava il cielo strappato di nuvole, mentre sorseggiava quella bevanda denominata Adrenina, dal sapore dolciastro e il colore purpureo, sedeva su una sedia in una terrazza del centro del paese di Faglie. Dal balconcino si affacciò Otto, era sudato con gli occhi spiritati, aveva avuto una litigata con una delle sue donne e poi l'aveva posseduta per due ore abbondanti. 
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Sbrillo aveva capito che Otto voleva la sua pozione magica, magari per concludere in bellezza con la dama o magari per riuscire a dirle che era meglio non vedersi più. Controvoglia preparò l'intruglio, lo assaggiò, e lo mise di fronte alla porta di Otto, bussò e si diresse nuovamente in terrazza. Sapeva che in una decina di minuti sarebbe stato lì accanto a lui e avrebbero deciso finalemente il da farsi.
Erano anni che si frequentavano e si scambiavano opinioni varie, avevano avuto la possibilità di fare alcune traversate insieme, ma adesso si trattava di scegliere se formare una ciurma e rimettere in sesto Motanga o continuare ognuno per la propria strada come sempre.

Passarono altre due ore, l'attesa uccideva Sbrillo che nel frattempo aveva cominciato a mischiare Tequila, Adrenina e il suo personale intruglio a base di Foglia del Diavolo. Decise di muoversi, andò a cercare la Musa dei Cerchi di Fuoco.
Faglie era la città natale di Sbrillo, ma non ci si muoveva a suo agio, preferiva viaggiare e stare continuamente in balia della corrente. Ma si sa: i sogni per realizzarsi hanno bisogno di tempo, vera volontà e fatica.
Per sua fortuna trovare una Musa non era un sogno, sua personale confidente era entrata nella vita del giovane Sbrillo poco tempo prima ed aveva occupato immediatamente un ruolo stabilizzante. Infatti Arachiù, così lo conoscevano in paese, era solito avere momenti di follia incontrollabile che manifestava con un arrossamento del viso (diventava magenta in alcuni casi) e un'insaziabile bisogno di sputare veleno e acido citrico su chiunque fosse alla portata della sua voce. Il compito che la Musa assolveva con tenerezza era quello di portarlo nuovamente nel mondo razionale che solitamente ordinava il giovane marinaio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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