Creato da Basta_una_scintilla il 31/03/2008

Scintille

A volte da una sola scintilla scoppia un incendio (Lucrezio)

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Mea culpa »

Tuo padre

Post n°236 pubblicato il 23 Febbraio 2011 da Basta_una_scintilla

Tag: di me, di te, Scintille, Vita

Tuo padre. Ti osservo mentre, con parole lievi e sommesse, me lo racconti, come fosse una fiaba antica, nata in modo ancestrale dalle tue viscere, atavico momento di rievocazione e purificazione. Gli occhi umidi di lacrime, una luce di orgoglio ed un manto di malinconia ad incorniciarle. Nonostante la sofferenza è bello ascoltarti, tenerti per mano e peregrinare con te lungo la strada dei ricordi, quasi a ricevere in dono di entrare, per qualche intimo istante, in contatto con un uomo che, mio malgrado, ho potuto soltanto sfiorare. Lo rivedo sdraiato in quella bara, il sorriso sereno: mi piace pensare si sia addormentato così, lucidamente consapevole che, nonostante tutti gli accadimenti, i patimenti e le avversità di una vita, fosse comunque riuscito a creare una famiglia vera, una sorta di rocca salda e sicura nella quale l’affetto, seppure in alcuni momenti di incomprensione e lontananza, non sarebbe mai stato piegato e ed annientato, né dal tempo né dallo spazio. Una castello riparato a cui tornare, un luogo dove sentirsi accolti ed al sicuro, sempre, e lui, un po’ principe ed un po’ giullare, pronto ad accogliervi ed a fungere da legante tra voi. La compagna di una vita ed i suoi figli tutti li, attorno a lui, l’amore, l’unione ed il dolore palpabili in quelle stanze, anche da chi vi si avvicinava inconsapevole per la prima volta: non c’è altro da dire, già solo per questo risultato credo che un uomo possa essere definito un vincente. Vi ho osservato in questi giorni, cercando di tenermi sempre leggermente in disparte temendo di invadere il vostro dolore, da estranea ma, in fondo, senza sentirmi mai tale; quella delicatezza, forse inattesa in uomini della vostra età, con la quale avete stretto vostra madre in un abbraccio di premure ed attenzioni, quasi fosse un prezioso e fragile gioiello da salvaguardare, le risate catartiche che, come piccoli gnomi gentili aiutano in parte a scacciare il demone del dolore, le battute tra te ed i tuoi fratelli, apparentemente caustiche ad orecchie aliene ma usate con una trasparenza degli occhi da non poter celare, ad osservatori più attenti, sottointese parole di dolcezza probabilmente difficili da dire, i ricordi ed i racconti di quello che lui ha rappresentato per voi. E’ stato bello sentire la tenerezza farsi parola e riconoscere la mia famiglia nella tua: forse strani, certo rumorosi, non sempre ben assortiti eppure uniti dal filo di quell’amore unico, sincero, caldo che ti fa sentire saldo anche nei momenti così difficili perché è proprio in quegli attimi che senti di non essere solo e ti fai forte delle tue radici. Condivisione. Ti accarezzo il viso e vorrei che tu sentissi provenire dalle mie mani, come un fluido tangibile e vivo, il bene che mi lega a te. Questa assurda corsa ad ostacoli che è la vita ci fa spesso concentrare solo sulle nostre esigenze, esprimere giudizi sulle persone, gli estranei e quelli a noi vicini; troppe volte focalizziamo l’attenzione sulla mancata realizzazione delle nostre aspettative, recriminiamo, rinfacciamo, ci allontaniamo perdendo di vista l’essenza dell’altro, ci lasciamo condizionare dal giudizio altrui senza pensare che nessuno di noi è infallibile e che, se vogliamo essere accettati per ciò che siamo, dovremmo innanzi tutto metterci nella predisposizione d’animo di fare lo stesso con le persone che ci circondano. Credo che tu e tuo padre abbiate fatto questo percorso imparando, entrambi adulti, a vedervi reciprocamente per ciò che eravate davvero, limiti ed errori compresi, e penso altresì che ciò ti abbia permesso di diventare un uomo migliore, la splendida persona che sei. E lui ora, sereno, vivrà per sempre anche in te.