Scrittore Mascherato
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Messaggi del 16/09/2014
Post n°537 pubblicato il 16 Settembre 2014 da loscrittoremascherat
Entrò nella villa e come sempre restò affascinato dall’ordine e dalla classe della casa, gli stivali impolverati, i vestiti consunti e il sombrero colorato non facevano che aumentare la sensazione di distanza da quel mondo lustro ed opulento.
Poi ricordò il motivo per cui era li e si insinuò la paura in lui.
Salì la scalinata in marmo che partiva dal fondo dell’atrio e arrivò al piano superiore e si fermò davanti alla porta dove due figuri in piedi dall’aria minacciosa sostavano davanti alla doppia porta in legno di quercia massiccia, scuro e lucido.
Disse: - Ho notizie importanti per El Cobra –
I due si fecero da parte e dopo avere bussato alla porta si spostarono e la aprirono.
Entrò e vide uno studio arredato con velluti, legni scuri e suppellettili di argento; una scrivania imponente stava in fondo alla stanza sotto una libreria piena di tomi che lui non avrebbe mai potuto leggere perché non era capace.
Si tolse il sombrero e abbassò gli occhi non voleva incontrare quelli freddi e neri, come pozze senza fondo, della figura che sedeva in una poltrona di pelle. Dimmi – disse; la voce era chiara e nitida sebbene pronunciata ad un tono basso e metteva i brividi alla schiena, quella voce aveva stroncato centinaia di vite, spesso per un capriccio.El Cobra vestiva abiti eleganti un panciotto, l’orologio da taschino, li portava con eleganza come se fosse nato con quelli ma il fisico che vi era sotto era scattante, nervoso, capace di movimenti rapidi, anche nell’estrarre la pistola.Pedro raccontò dello straniero e della straniera della sparatoria al saloon, di come avevano cancellato la banda che controllava il paese e di come avessero lasciato vivo solo un pistolero perché comunicasse quello che era successo il tutto con una certa dislessia che era dovuta alla paura.Alzò un attimo lo sguardo e negli occhi vede passare un lampo di rabbia e di odio, un lampo che lo fece tremare di terrore.- Uccidete quello che è rimasto vivo, appendetelo a testa in giù qui nel cortile fuori e lasciatelo li non si scappa quando si lavora per El Cobra -Il tono monocorde simile a quello di una preghiera era terribile e affascinante allo stesso tempo.Pedrò annuì ed uscì dalla stanza velocemente contento che per questa volta non fosse toccato a lui; non conosceva il detto ambasciatore non porta pena, ma anche lo avesse fatto avrebbe saputo senza ombra di dubbio che i normali proverbi non si applicavano al suo capo.
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Post n°536 pubblicato il 16 Settembre 2014 da loscrittoremascherat
Lo straniero cavalcava verso il sole sul suo cavallo con il poncho, i jeans, gli stivali, il cappello e la barba sfatta e guardava con tenerezza la donna che gli era a fianco. Oggi era il giorno della resa dei conti, el Cobra avrebbe pagato per tutto e la vendetta sarebbe stata tremenda. Mise da parte i pensieri belli e si rifugiò nell'odio, rosso e freddo, la donna al suo fianco avrebbe fatto la sua parte come già al saloon ed altre volte prima e quando tutto fosse finito avrebbe ricominciato a vivere, o almeno così si augurava, perchè la sua anima lo sapeva bene l'odio corrompe e la vendetta svuota. Posò le mani sui calci delle pistole, le sue amiche dispensatrici di morte, sentì il calcio nel suo palmo e il tocco gli diede una sensazione di sicurezzza e di ineluttabilità. Si girò di nuovo ed era talmente bella che gli fece male al cuore. Era ancora in tempo per tornare indietro, ma sapeva che così si sarebbe spento a poco a poco aveva una missione da compiere, in un film in un futuro avrebbero detto una missione per conto di Dio e non poteva abbandonarla senza perdere un pezzo di se stesso. Sapeva che sarebbe arrivato a breve alla tenuta e iniziò ad elaborare un piano. Disse: "piccola è arrivato il momento"
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