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Setoseallegorie

BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

Messaggi di Aprile 2018

LE NOTIZIE DI SCIENZA DELLA SETTIMANA

Post n°1622 pubblicato il 30 Aprile 2018 da das.silvia

  • La produzione agricola in Cina potrebbe diventare più sostenibile se venissero adottate tecniche migliori. Uno studio pilota in circa 21 milioni di piccole fattorie ha portato a un minore uso dei fertilizzanti e a una maggiore resa.
  • Nelle persone adulte l’ippocampo, una regione del cervello coinvolta nell’apprendimento e nella memoria, non produce nuovi neuroni. La scoperta, se confermata, solleva molte domande, perché in altre specie di mammiferi la neurogenesi sembra continuare.
  • Lefake news su Twitter si diffondono più velocemente e raggiungono più persone delle notizie autentiche. L’effetto potrebbe essere dovuto al diverso contenuto emotivo e al maggiore grado di novità delle fake news.
  • La baia di San Francisco, negli Stati Uniti, ha un rischio di inondazione più alto rispetto a quanto stimato perché oltre all’aumento del livello del mare bisogna tener conto dell’abbassamento del suolo.
  • I piccoli dei primi uccelli, vissuti al tempo dei dinosauri, probabilmente non potevano volare, come i pulcini moderni.
  • Le tempeste visibili sulla superficie di Giove sono legate a fenomeni che avvengono in profondità.
  • Sono stati identificati tratti del dna umano legati alla sinestesia, e in particolare alla capacità di associare colori all’ascolto di suoni. Questi geni potrebbero influenzare la connessione tra diverse parti del cervello.
  • La società Google ha annunciato la costruzione di Bristlecone, un computer quantistico a 72 bit, che potrebbe superare i computer tradizionali.
  • Sotto la superficie della Terra, a circa 600 chilometri di profondità, potrebbero trovarsi piccoli depositi di acqua.
  • Le vaccinazioni multiple nei bambini non portano a un maggiore rischio di altre infezioni, non coperte dai vaccini. Lo studio è una smentita dell’idea del sovraccarico del sistema immunitario causato dalle vaccinazioni.
  • Secondo uno studio dell’Agenzia tedesca dell’ambiente, nel 2014 ci sarebbero state nel paese circa seimila morti premature a causa dei livelli eccessivi di biossido di azoto. Le auto diesel sono una fonte importante di questo inquinante.
  • La popolazione di squali alle Isole Chagos, una riserva marina nell’oceano Indiano, è molto più piccola rispetto al passato. Questa situazione è probabilmente il risultato di un’attività di pesca che non è stata registrata.
  • Un’alimentazione ricca di fibre modifica la flora intestinale e questo cambiamento aiuta a combattere alcuni aspetti del diabete.(WEB)

 

 
 
 

IL CONFINE

Post n°1621 pubblicato il 27 Aprile 2018 da das.silvia

 

Nel tuo vanesio contraltare

suoni di vita

perdo il filo emotivo

d’un dire sensuale

che s’insinui

nelle curvature increspate

Cotono le parabole della mente

per ragguagliare il passo al tuo

ma l’alfabeto di terra

si fa distante assai

rendendo roco il confine…

@Silvia De Angelis

 

 
 
 

DEMONI D'AMORE POESIA DI SILVIA DE ANGELIS

Post n°1620 pubblicato il 24 Aprile 2018 da das.silvia

 
 
 

PERCHE'IL GATTO NON SARA'MAI UN ANIMALE DOMESTICO

Post n°1619 pubblicato il 21 Aprile 2018 da das.silvia

È un luogo comune chiamare i nostri gatti "animali domestici", da compagnia. Chiunque condivida la propria vita con un gatto, però, potrà dirvi che, a prescindere da quanto noi si possa voler decidere il momento in cui dar loro da mangiare al mattino o farli rientrare in casa la sera, i gatti sono addomesticati soltanto in parte.

I probabili antenati del cane domestico risalgono a oltre trentamila anni fa. Nel caso degli antenati del gatto, invece, si reperiscono tracce fossili risalenti a soli 9.500 anni fa. Un primo sequenziamento del patrimonio genetico del gatto domestico è stato completato nel 2007, ma un recente studio al quale ho preso parte ha messo a confronto il genoma del gatto domestico e del gatto selvatico (Felis silvestris), e ha gettato nuova luce sugli ultimi diecimila anni di adattamento dei felini.

I gatti domestici non sono soltanto gatti selvatici che tollerano gli esseri umani in cambio di pasti regolari: rispetto a quelli selvatici e ai loro stessi corpi hanno crani di dimensioni minori, ed è risaputo che si riuniscono in colonie. Rispetto ai cani, però, i gatti hanno una gamma molto ristretta di variazioni in termini di dimensioni e forme. Wesley C. Warren, uno degli autori dello studio, fa notare che i gatti domestici hanno eccellenti doti di cacciatori come i loro antenati selvatici. Anche questo avalla il concetto che i gatti sono addomesticati soltanto in parte.

Il confronto tra i genomi del gatto selvatico e del gatto domestico ha portato molte conferme a ciò che già sapevamo. Micheal J. Montague, autore principale della ricerca, mi ha detto di aver avvertito subito che i due genomi sarebbero stati assai simili, ma il nostro studio in realtà ha evidenziato una serie specifica di differenze nei geni coinvolti nello sviluppo neuronale. Questo adattamento cerebrale potrebbe spiegare perché i gatti domestici sono docili. (WEB)

Perché il gatto non sarà mai un animale domestico

 
 
 

DECISIONI

Post n°1618 pubblicato il 19 Aprile 2018 da das.silvia

 

                                                                                            

A volte l’intrecciarsi di alcuni eventi, ci costringono a soffermarci su decisioni dell’attimo, che mai avremmo pensato di poter prendere…..Il fato? la casualità? o quale altro marchingegno contribuiscano a far modifcare i nostri  pensieri, è una cosa davvero inspiegabile.

Sembra che una serie di eventi, collegati fra di loro raggiungano un punto cruciale, dal  quale sembra impossibile districarsi e bisogna proprio cambiare direzione.

Questa modifica apporterà dei cambiamenti nella nostra vita? Ci saranno nuove inaspettate  aperture che avranno un risvolto positivo? Ciò, inizialmente, si ignora.

Personalmente sono per i rinnovamenti, che, in ogni caso ci temprano e ci mettono incondizione di dover affrontare nuove situazioni. Certamente queste ci tempreranno  e  aumenteranno il nostro bagaglio di esperienza, grande maestra di vita.

Effettivamente l’esperienza va sempre presa in considerazione, perché ci dà modo di conoscere, in anticipo, il risvolto di un determinato evento, permettendoci di affrontarlo nel modo più saggio, o, almeno, di non incorrere in qualche precedente errore…cosa che ci turberebbe non poco!

@Silvia De Angelis

 

 
 
 

REPETITA IUVANT

Post n°1617 pubblicato il 17 Aprile 2018 da das.silvia

 

 Nell’estensione d’un canovaccio

motivato da figurazioni assidue

s’addensano parole promiscue

che ne ingrandiscano l’entità

E quel tenace ripetere

d’una didascalia

che si fa mito

se ne annovera la sostanza

tramutata

nella costante ideale

d’un astrattismo di perfezione

@Silvia De Angelis

 

 

 
 
 

FRAGILITA'

Post n°1616 pubblicato il 15 Aprile 2018 da das.silvia

 
 
 

IL DESERTO DEL SINAI

Post n°1615 pubblicato il 12 Aprile 2018 da das.silvia

Apparentemente estese all'infinito in ogni direzione, le alte cime delle montagne appaiono simili a duri nodi di roccia arrotondata che si siano levati fino a grandi altezze solo per precipitare lungo i declivi, ovunque simili a se stessi, come se tutti fossero in vetta al mondo; poi, mentre il sole batte implacabile, inevitabilmente il pensiero si volge ai grandi personaggi delle tre religioni monoteistiche che hanno camminato in queste terre e che sono stati intensamente influenzati dall'esperienza vissuta. Mosè, Gesù e Maometto, tutti raggiunsero le lande desolate per digiunare, pregare e per udire la voce di Dio, e fu proprio il deserto, con la sua vastità, l'asprezza spietata e la completa assenza di distrazioni, a condurre gli uomini più eminenti del pensiero religioso occidentale alla contemplazione, alla resistenza nei confronti delle tentazioni e, infine, alla rivelazione. 

Le plaghe della penisola del Sinai, separate dal solco tettonico della Rift Valley lungo il confine orientale della Giordania, sono aride e in qualche modo repulsive, quantunque in ogni meandro degli alvei asciutti e intorno a ogni formazione rocciosa si trovi una sorpresa gradita: il paesaggio è composto da rocce accidentate, rosseggianti e brune, di granito e arenaria, quasi del tutto spoglio di piante, ma è colmo di ciò che rende tanto attraenti e formidabili questi deserti, la cui apparente vacuità è punteggiata all'improvviso da esplosioni di colore che tingono la pietra o dalla lussureggiante bellezza delle palme raggruppate intorno a una sorgente. Il deserto è senza dubbio un mondo estremamente aspro e duro, ma quanti riescono a dimenticare i luoghi comuni e a sopportare l'estrema scarsità d'acqua sono ricompensati da scorci di una bellezza assoluta e pura. 

La vegetazione - come del resto le forme di vita animale - stenta a sopravvivere in un ambiente dominato da piatte estensioni di fango e di sale, separate da aride formazioni rocciose bizzarramente scolpite oppure scavate da gole serrate fra scoscese pareti di roccia rossa e gialla; piuttosto che di dune, infatti, il deserto del Sinai è cosparso di macigni smisurati, grandi come case, di singolarità geologiche prodotte dall'erosione e di splendide chiazze di verde disseminate nelle sporadiche oasi nutrite dall'acqua sorgiva, ricche di capelvenere e di fichi capaci di vivere in questo mondo spietato, in evidente contrasto con le sterili rocce che le sovrastano.(WEB)

 
 
 

LA METROPOLI

Post n°1614 pubblicato il 10 Aprile 2018 da das.silvia

 

La metropoli, chiamata Roma, è diventata, ormai, una megalopoli invivibile.

Le periferie, espanse in modo esagerato, con costruzioni infinite, e pochissime strade di collegamento al centro, creano un disagio notevole allo scorrimento  del traffico cittadino.

E’ quasi impossibile, riuscire a raggiungere la metropolitana, perché il  parcheggio vicino è già colmo di autovetture alle sette del mattino ed i mezzi pubblici,  ridotti, passano ad una frequenza invivibile.

Morale della favola, si è costretti a fare “vita di quartiere” senza allontanarsi  troppo dall’abitazione, altrimenti si correrebbe il rischio di rimanere “imbottigliati”  in qualche zona della città, rincasando ad ore impensabili.

E’ diventata impresa quasi impossibile recarsi in centro, viste le difficoltà  suddette. Ci si rifugia, invece, “nei grandi contenitori”, detti centri commerciali,  che ormai sono come delle piccole città, in cui si trova di tutto e di più.

Questa situazione è del tutto diversa, dalla vita di Roma di trenta anni fa, anni  in cui, nella capitale si poteva ancora girare tranquillamente in largo e in lungo, senza limitazioni di sorta.

Credo quindi, che tutta la tecnologia di cui siamo dotati in quest’epoca serva  molto a poco, se poi non si è in grado di poter camminare, senza problemi ,nelle  varie zone della propria città, visitandone le bellezze e le tradizioni, ricordo di tempi remoti

@Silvia De Angelis 2018

 

 
 
 

CAPOGIRO

Post n°1613 pubblicato il 07 Aprile 2018 da das.silvia

 

Nell’amalgama di vissuto autentico

sempre tu

ti distingui

per quell’incredibile identità

mormorante

su asincroni battiti di cuore

Ancora mi sconcertano

nel tempo

che mi fa invincibile tempesta d’emozioni

in quell’incedere d’istanti

senza voce

ma di gestualità

accorpata a un capogiro della mente

stropicciato su gelo

sciolto d’ardore

@Silvia De Angelis 2018

 

 
 
 

INDEFINIBILE

Post n°1612 pubblicato il 04 Aprile 2018 da das.silvia

 
 
 

SUL VATICANO

Post n°1611 pubblicato il 01 Aprile 2018 da das.silvia

Un fazzoletto di terra a ridosso del Tevere dentro cui è racchiuso un concentrato di storia, religione, arte e politica difficilmente misurabile: questo è la Città del Vaticano ancora oggi, nonostante ormai, da quasi 150 anni, sia terminato il potere temporale della chiesa.

Con l’arrivo di Jorge Mario Bergoglio il 13 marzo 2013, tuttavia, molte certezze sono andate in frantumi e nei fatti, tra i viali ordinati, le collinette con i prati sempre perfetti e verdissimi, i rari gendarmi e gli uffici che pullulano di funzionari laici e religiosi, di uscieri con la divisa un po’ logora, di segretarie e guardie svizzere, la stessa idea di stato vaticano ha cominciato a scricchiolare, quanto meno nella sua versione tradizionale.

Le burocrazie interne – per lunga abitudine prudentissime, abituate a scorgere un pericolo in ogni sommovimento – non sono troppo contente, ma d’altro canto tra prelati e laici al servizio del papa nessuno pensa veramente che si possa fare a meno del Vaticano, anche se la corte pontificia non conta più niente e i gentiluomini di sua santità sono precipitati da qualche tempo in un meritato oblio.

Prospettiva cupa
La realtà è che esiste un serio problema di costi, che comincia a diventare stringente in uno stato che di fatto può contare di certo su vastissimi beni immobili e donazioni, ma è privo di un sistema fiscale (i cittadini sono poche centinaia). In tal senso è significativo che ogni anno il fondo pensioni del Vaticano registri un deficit di quasi trenta milioni di euro. E la prospettiva dei prossimi vent’anni è assai cupa.

Le cause di lavoro, inoltre, affollano il tribunale vaticano e il problema non dev’essere tanto secondario se Francesco, incontrando i dipendenti e le loro famiglie lo scorso 21 dicembre, ha detto: “L’altro giorno ho avuto una riunione con il cardinale Marx, che è il presidente del consiglio dell’economia, e con monsignor Ferme, il segretario, e ho detto: ‘Non voglio lavoro in nero in Vaticano’. Vi chiedo scusa se questo ancora c’è. Dobbiamo lavorare qui dentro perché non ci siano lavori e lavoratori precari”.

Nel frattempo – almeno per ora – la vita di ogni giorno continua, con la consueta fila di gente che entra da porta Sant’Anna, in via del Mascherino, vicino a piazza Risorgimento, per accedere alla mitica farmacia vaticana dove ci si mette in fila per medicinali rari pagati magari a minor prezzo o per quei prodotti cosmetici extralusso “che dai preti costano la metà”, come recita una vulgata capitolina.(WEB)

 
 
 

 

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