Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi di Novembre 2015
Post n°7310 pubblicato il 30 Novembre 2015 da nina.monamour
Le parole sono fari che illuminano il mondo, e fanno capire ciò che sta accadendo; guidano alla conoscenza, aiutano nei momenti difficili, celebrano cambiamenti sociali. Per ciascuno di noi ce n'è una piu' importante di tutte. Dimmi una parola, solo una, quella che conta di piu' per te, perchè le parole valgono; spesso anche solo pensare ad una parola, la nostra parola, ci dà la spinta per continuare a vivere. Una parola è come un radar, riesce ad illuminare il mondo, a dirigere la nostra azione, ad aprire varchi, a farci comprendere quel che sta accadendo; pensiamo solo al "femminicidio", fino a qualche tempo fa non esisteva, eppure, è stata fondamentale per scuotere le coscienze in questi ultimi anni per i casi sempre piu' frequenti di assassini di donne da parte di uomini incapaci di amare, di accettare un rifiuto. Le parole sono una sorta di bussola per il percorso che ognuno di noi fa per avvicinarsi alla conoscenza. Le parole "valgono" senza nessun altro fine se non cercare di attirare l'attenzione sull'importanza che hanno le parole, dietro ciascuna c'è una storia e a volte, hanno davvero cambiato la vita delle persone, perchè quando una parola è gettata nell'aria, come un seme genera sempre, alla fine, dei frutti. Per me, la parola è "passione", di solito viene associata all'amore, a noi donne, ai sentimenti; io credo molto alla passione a larghissimo raggio, ci vuole passione per vivere, per lavorare, per aver voglia di conoscere, smuove il mondo, le cose, le persone. Oggi ci si domanda quanto sia importante che il linguaggio cambi, si adatti ad un mondo in continua evoluzione, il linguaggio deve tener conto dei cambiamenti della società, e noi tutti ci auguriamo che in questo Paese ci sia una sempre maggiore presenza femminile nelle Istituzioni, ma anche nella classe dirigente. E poi penso che essere distanti dal potere dà una forza maggiore alle donne, non solo perchè lo guardano con piu' distacco e qundi possono prendere decisioni migliori e sono fuori da certe logiche, ma proprio perchè la loro sensibilità nei rapporti umani è maggiore rispetto ai maschi. La lingua è qualcosa di vivo che registra mutamenti in corso, e tornando alla parola "femminicidio" credo che è un neologismo che identifica tutti quei casi di omicidio in cui una donna viene uccisa da un uomo per motivi basati sul genere. Certe parole valgono anche perchè in determinate epoche sono piu' "calde" di altre e sono "sensibilità, ascolto, tolleranza", se ci pensiamo, sono tutte parole, che messe in pratica, potrebbero cambiare il mondo, e un mondo al femminile sarebbe un mondo migliore. La parola piu' importante (sempre per me) è il dialogo, credo che se affidassimo al dialogo le sorti del mondo, sarebbe tutto piu' facile. Una che va usata con cautela è "civiltà", ci vuole molto tatto ad adoperarla, le civiltà prima dovrebbero conoscersi, confrontarsi, altrimenti si arriva allo scontro! La parola in assoluto che fa paura è la "solitudine, la solitudine delle persone specie meno giovani cui non riusciamo a dare ascolto o fornire dei motivi, per poter valorizzare la loro storia, la loro esperienza. E' fondamentale pensare che le parole ci raccontano anche come siamo, come possiamo porci nei confronti degli altri, anche persone molto diverse da noi. Nella lingua italiana la parola piu' bella è "felicità", mi piace moltissimo, anche per come suona e tutte le parole dovrebbero esprimere cose positive. Vorrei pensare ad una parola concreta e questa in fondo lo è, "conoscenza", avere gli strumenti per conoscere, ancora oggi è importante; dare la possibilità ad un figlio di andare avanti, di poter studiare, di scoprire il mondo, ma è anche fondamentale la conoscenza dei propri diritti e dei propri doveri. Infine ci sono parole che sono fondamentali, oggi, per la nostra società, Papa Francesco dice "misericordia", ma ci ha detto anche ambiente, solidarietà e se ci pensiamo, sono tutte virtu' che si rifanno ancora una volta ad una visione del mondo femminile. E la pazienza? Anche questa è una disposizione dell'animo femminile, non reagire violentemente davanti al dolore, alle contrarietà della vita, è una grande virtu' di noi donne.. Ogogliosa di essere...donna!! Buon inizio di settimana e buon lavoro
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Post n°7309 pubblicato il 29 Novembre 2015 da nina.monamour
Pochi giorni fa l’annuncio (molto criticato) di Valerio Scanu come testimonial del pandoro limited edition di quest’anno, una scelta che aveva diviso il web e provocato un’ondata di critiche e battute sui social contro Melegatti. Oggi, seconda buccia di banana per l’azienda dolciaria italiana: sui profili social è comparsa la pubblicità dei cornetti con una frase che molti hanno giudicato omofoba. Di certo lo slogan "Ama il prossimo tuo come te stesso...basta che sia figo e dell’altro sesso" non è inclusivo. E infatti l’azienda su Twitter è stata sepolta di critiche. Melegatti è finita in cima alle tendenze italiane del social, moltissimi utenti hanno condiviso l’immagine criticando l’azienda. Che prima ha rimosso il contenuto, poi ha pubblicato un post su Facebook in cui spiega che la comunicazione sui social è gestita da un’azienda esterna che "ha pubblicato senza autorizzazione" l’immagine. Melegatti sottolinea di dissociarsi, afferma di aver già sollevato la società dall’incarico, si scusa con "chiunque si sia sentito offeso dal contenuto". E, per concludere, ribadisce che "da 121 anni Melegatti è per tutti". |
Post n°7308 pubblicato il 29 Novembre 2015 da nina.monamour
Se fossimo stati creati per schizzare fuori dal letto appena svegli, dormiremmo tutti nel tostapane..."
Che meraviglia.... Ore 8.00...fuori il diluvio ...poi sono entrata nel tostapane! Ore 9.00 nutro i miei mici
Alle 9.30 un bel libro e nuovamente sotto le coperte. Accipicchia..che freddo..
La frase del giorno C’è una riservatezza che non ti dà nessun'altra stagione. In Primavera, Estate e Autunno le persone vivono una sorta di stagione aperta gli uni accanto agli altri; solo in Inverno si possono avere momenti più lunghi e tranquilli in cui gustare l’appartenenza a se stessi. Buona Domenica |
Post n°7307 pubblicato il 28 Novembre 2015 da nina.monamour
Oggi, Sabato 28 novembre si è tenuta in tutta Italia la diciannovesima edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare promossa dalla Fondazione Banco Alimentare.
Gli alimenti donati durante la Giornata della Colletta Alimentare aiuteranno concretamente circa 45.000 persone in particolare stato di necessità. Oltre 4 milioni di persone in Italia soffrono di povertà alimentare, come ha ricordato Papa Francesco nell’udienza dedicata alla rete di carità del Banco Alimentare, "la fame oggi ha assunto le dimensioni di un vero scandalo che minaccia la vita e la dignità di tante persone". Più di 135.000 volontari in oltre 11.000 supermercati, hanno invitato a donare alimenti a lunga conservazione che verranno distribuiti a 8.100 strutture caritative (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centri d’accoglienza, ecc. ) che aiutano circa 1.560.000 persone bisognose in Italia, di cui quasi 135.000 bambini fino a 5 anni. Le donazioni di alimenti ricevute in questo giorno andranno a integrare quanto il Banco Alimentare recupera grazie alla sua attività quotidiana, combattendo lo spreco di cibo, oltre 75.000 tonnellate distribuite quest’anno. Ogni giorno dobbiamo confrontarci con questa ingiustizia, mi permetto di più, con questo peccato, in un mondo ricco di risorse alimentari, grazie anche agli enormi progressi tecnologici, troppi sono coloro che non hanno il necessario per sopravvivere. Ma tutti possono, possiamo fare qualcosa, qualcosa di umile, avere anche la forza di un miracolo. Prima di tutto possiamo educarci all’umanità, e a riconoscere l’umanità presente in ogni persona, bisognosa di tutto. A presto, serena notte.. |
Post n°7305 pubblicato il 28 Novembre 2015 da nina.monamour
Trovare l’Uomo Ideale Le donne per amore soffrono, soffrono tanto. Pur essendo autonome, indipendenti, libere e realizzate in tanti campi, quello dell’amore rimane un territorio difficile, dove molto sembra mancare. "Alla fine, soffriamo sempre per un uomo o uno che ci piace, o uno con cui non possiamo stare, o uno che ci ha lasciato o che vorremmo lasciare.." Perché il mal d’amore è così forte? Perché tante storie diventano lacrime anziché sorrisi? Tristezza anziché gioia? Abitudine anziché condivisione? Perché le donne cercano negli uomini, e nell’amore, quello che prima dovrebbero trovare in se stesse, la loro anima. Non da cercare in qualcun altro. Spesso però le donne si comportano come se fossero un contenitore da riempire, ma è da dentro se stesse che prima bisogna far sgorgare quell’energia. Per poi unirla all’altro. "Lui è l’uomo della mia vita, mi basta stare con lui e ho tutto, solo con lui posso essere felice e senza di lui, non ha senso niente. Tutto è grigio e vuoto, per lui sono disposta ad ogni cosa".
Sì, certo, dice la nostra società. E ci mostra film in cui la donna che è disposta a fare l’impossibile per il suo uomo è quella che ama davvero. Ma è la realtà? Spesso c’è un’altra lettura, in questi amori "oltre se stesse" c’è proprio la mancanza di se stesse. Un vuoto da colmare che porta verso relazioni sbagliate. Una donna che incentra la sua realizzazione su un uomo, consapevolmente o molto più spesso inconsapevolmente, non è una compagna ideale per il mondo maschile. Peggiora anche gli uomini migliori.
Inquina anche le relazioni positive. "Ogni volta che succede qualcosa tra noi, mi dico che è l’ultima volta. Poi passa il tempo e mi dimentico di quello che è successo, anche dei comportamenti peggiori. La mente li cancella del tutto"
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Post n°7304 pubblicato il 28 Novembre 2015 da nina.monamour
Le persone più belle che abbiamo conosciuto sono quelle che hanno conosciuto la sconfitta, la sofferenza, lo sforzo, la perdita e hanno trovato la loro via per uscire dal buio. Queste persone hanno una stima, una sensibilità, e una comprensione della vita che le riempie di compassione, gentilezza e un interesse di profondo amore. Le persone belle non capitano semplicemente, si sono formate.. La vita a volte plasma gli animi. Li lavora, li lima, come diamanti; li taglia e dal grezzo ne fa un gioiello prezioso. Saper imparare e rialzarsi dalle cadute, andare avanti e continuare a provarci ! |
Post n°7303 pubblicato il 27 Novembre 2015 da nina.monamour
Con questo articolo, dal titolo volutamente provocatorio, vorrei parlare della rapina al Museo di Castelvecchio di Verona, anche alla luce degli ultimi sviluppi della vicenda, e ritengo sia doveroso continuare a focalizzare l'attenzione su uno dei più sconvolgenti eventi che abbia interessato il patrimonio storico-artistico italiano negli ultimi anni perché, con il furto delle diciassette opere d'arte del museo, è come se si fosse volatilizzata una parte della nostra stessa identità culturale. La vicenda, a modo mio di vedere, non riguarda soltanto Verona, riguarda tutti noi, perché alcune delle opere trafugate sono tra le più importanti della storia dell'arte e costituiscono altissime testimonianze delle evoluzioni che l'arte ha conosciuto nel corso del tempo. Averle perse equivale ad aver perso un brano della nostra memoria collettiva, senza contare tutti i ricordi (compresi i nostri) che chiunque abbia visto le opere dal vivo serbava nel profondo della propria intimità, è un pò come se tale intimità fosse stata violata. Sono emersi, nelle ultime ore, certi aspetti oltremodo inquietanti, hanno scoperto che i malviventi hanno avuto a loro disposizione addirittura un'ora e un quarto di tempo per condurre a termine la rapina, e abbiamo scoperto che il Museo era dotato di un sistema d'allarme che, all'attivazione, avrebbe dovuto lanciare una segnalazione visiva alla centrale operativa di Securitalia, la ditta incaricata della vigilanza, ma nonostante ciò nessuno sembrerebbe essersi accorto della mancata entrata in funzione dell'allarme. Non solo, dunque, il Museo era costretto a contare sull'operato di un'unica guardia giurata che vigilava su tutto il vasto edificio, ma nessuno dalla centrale operativa parrebbe essersi allarmato. Le indagini faranno ovviamente luce su quanto accaduto Giovedì sera, certo è che tutti noi abbiamo bisogno di veloci risposte sulle condizioni di sicurezza del nostro patrimonio artistico.
Jacopo Tintoretto, Madonna del latte (1540-1545) Pisanello, Madonna della Quaglia (1420) Andrea Mantegna, Sacra Famiglia (1490-1500) Giovan Francesco Caroto, Ritratto di bambino (1523) Jacopo Tintoretto, Giudizio di Salomone (1541-1542) Jacopo Bellini, San Girolamo penitente e tanti altri.. Quello che però temo è che, da parte di chi dovrebbe tenere alta l'attenzione, la collaborazione sia ben poca. La notizia, già nelle ore vicine al momento della rapina, è stata relegata agli ultimi minuti dei telegiornali nazionali, e nei giorni seguenti gli sviluppi sono stati immediatamente declassati a notizia di cronaca locale, ormai, per informarsi sulla piega che stanno prendendo gli eventi occorre aprire i quotidiani oppure rivolgersi alle riviste di settore. E' ovvio che siamo tutti preoccupati per gli allarmanti eventi che in questo periodo si stanno verificando in Italia e in tutta Europa, ma tacere su un così colossale furto d'opere d'arte (uno dei più gravi mai avvenuti in Italia) lascia intendere che il nostro paese sia poco interessato alla cultura. Si investono ingenti somme pubbliche in banali mostre di cassetta, si annunciano grandi eventi di dubbia utilità, ma una delle più gravi offese degli ultimi decenni condotta contro il nostro patrimonio non trova un'adeguata copertura mediatica. E senza copertura, non può scaturire un dibattito sulla sicurezza del patrimonio che non sia limitato ai soliti nomi, la nostra cultura è un patrimonio di tutta la nazione, e le sue condizioni di sicurezza dovrebbero diventare tema d'interesse nazionale. Allo stesso modo, facendo passare la rapina del Museo di Castelvecchio come una marginale notizia locale, si rischia di far perdere di vista il valore più alto delle opere d'arte, che non devono essere considerate alla stregua di celebrities di cui parlare solo in occasione di altisonanti e ben sponsorizzati eventi, oppure merce in grado di far notizia solo quando infrange un qualche record economico a seguito di una vendita. Le opere d'arte sono testimonianza del nostro passato e guida per il nostro futuro, ed è chiaro che se non riconosciamo alle opere d'arte questo immenso valore, ben più alto di quello derivante da qualsiasi stima economica, non avremo neppure la percezione del pesantissimo oltraggio che la nostra cultura ha subito Giovedì sera a Verona. Spiace inoltre dover constatare la lontananza delle istituzioni e della politica, il Ministro Franceschini, dall'inizio della vicenda, non ha ancora espresso alcuna dichiarazione, foss'anche costituita da semplici parole di vicinanza alle persone coinvolte negli attimi più concitati della rapina. Perché ricordiamo che una cassiera e una guardia giurata sono state costrette sotto minaccia a far strada ai delinquenti, e possiamo solo immaginare il trauma da loro subito. È vero che il Museo di Castelvecchio è un museo civico, e quindi non è gestito dal Ministero, ma questa non è certo una scusa valida per non rilasciare dichiarazioni. Intanto perché le Soprintendenze, che sono istituti statali, pur non occupandosi della sicurezza, affidata al Comune, hanno comunque competenza sulla vita delle opere (dichiarazioni d'interesse culturale, restauri, prestiti, trasferimenti e spostamenti). E poi perché il Ministro dei Beni Culturali è il più alto rappresentante della cultura nel nostro paese, non può pertanto non sentirsi toccato dalla vicenda. E il suo silenzio è quanto mai grave e imbarazzante; ricordiamo inoltre che il Museo di Castelvecchio è conosciuto anche per le numerose iniziative d'alto valore che si sono sempre tenute entro le sue mura, magari non facevano notizia come certe mostre di grido, ma a un Ministro dovrebbe star più a cuore la qualità di un evento rispetto al clamore da quest'ultimo suscitato. O almeno, per me e per chi ama davvero l'arte, le cose stanno così. Adesso tutti noi nutriamo la speranza di rivedere le opere tornare al loro posto. Nel frattempo, ci aspettiamo una dichiarazione da parte del Ministro, e attendiamo di ricevere rassicurazioni sulle condizioni del nostro patrimonio. Non possiamo più permetterci di celebrare la bellezza a parole e poi, nei fatti, consentire che quella bellezza tanto decantata venga violentata nel peggiore dei modi, serve dunque un'inversione di tendenza, occorre riconoscere il vero valore della cultura, servono investimenti seri e produttivi, è necessario che la cultura torni ad assumere ruoli centrali nei dibattiti. Perché non vorremmo certo arrivare a pensare davvero.. che l'arte sia amata più dai ladri che dai politici e dai media. Giusto?? |
Post n°7302 pubblicato il 27 Novembre 2015 da nina.monamour
Bisogna essere molto forti Ci vuole tantissimo amore per guarire le ferite e le delusioni Delle chiacchiere queste donne non sanno più che farsene, Sono troppo mature e troppo vissute, Perché vogliono ancora credere ai loro sogni..." fonte web
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Post n°7301 pubblicato il 26 Novembre 2015 da nina.monamour
I libri mi piacciono perché non strillano, sono silenziosi, eppure dicono un sacco di cose. Ti lasciano libera di pensare, di immaginare, e poi se vuoi anche di decidere..
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Post n°7300 pubblicato il 25 Novembre 2015 da nina.monamour
Sono coraggiose le donne, ci costa caro, ma bisogna ammetterlo. La fragilità? Solo uno stato culturale,
Hanno il coraggio di non chiedere Sono forti e coraggiose, le donne,
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Post n°7299 pubblicato il 24 Novembre 2015 da nina.monamour
E' molto divertente ascoltare le donne quando parlano tra di loro. E’ vero, siamo un universo meraviglioso, ma è anche vero che la maggioranza, ahimè, non è facile da digerire. Mi fanno tenerezza quando si ritrovano per un caffè e iniziano a dire che gli uomini sono tutti uguali e si lamentano per i calzini lasciati in giro o per la disattenzione che i loro soldatini ci mettono nel fare la spesa. Si “tronfeggiano” perché sono loro a tenere sotto controllo i conti della casa e pensano di essere fortunate perché hanno in mano l’itinerario delle vacanze. E poi, la frase migliore è:
Ma io mi chiedo… davvero pensano che gli uomini siano tutti uguali? Cioè, loro hanno incontrato tutti uomini che le guardavano nello stesso modo? Uomini che facevano l’amore in maniera identica? Tutti uomini che solo quando ti sfiorano, ti sembra di essere in Paradiso? Solo uomini per cui metteresti in discussione tutta la tua vita? Uomini con cui non andresti da nessuna parte perché ti basta un monolocale qualunque e una bottiglia di vino per sentirti in vacanza? Io credo che la maggior parte delle donne non sappia neanche di che cosa sto parlando. Non lo so se esiste un’altra vita e se avranno mai la possibilità di recuperare, quindi consiglio vivamente a tutte le donne in questione, di bruciare la lista della spesa, buttare le ciabattine in tinta con il costume, evitare di raccogliere la biancheria abbandonata, staccare la spina del buonsenso e uscire là fuori con gli occhi bene aperti. Se guardate bene, qualcuno di diverso c’è. Eccome se c’è. E anche se per un attimo soltanto, provate a viverlo un uomo così. Poi me lo dite se davvero un calzino lasciato in giro per casa li rende tutti uguali.
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Post n°7298 pubblicato il 23 Novembre 2015 da nina.monamour
Ok, è vero, i tempi sono cambiati, viviamo nell’era dei Selfie, del Touch Screen, dei Blog e dei Social Network. Tutto ha un diverso sapore.
O meglio, chi è?? E’ un’applicazione gratuita, ed è una sorta di versione eterosessuale della app usata per gli incontri omosessuali “Grindr”. La si attiva agganciandola al proprio profilo Facebook. Così, si può iniziare una chat che ha come finalità un incontro. La stessa finalità ce l’hanno anche molte chat famose per single (o fedifraghi) e anche Facebook a volte, ma questa app addirittura localizza la persona, dice a quanti metri di distanza è. Come se fosse una macchina a noleggio insomma. Non posso credere che davvero sia tutto finito, che sia diventato tutto così banale e squallido. Personalmente, credo che dietro a questo "gioco" si nascondano persone che senza lo smartphone non sono in grado di avvicinare nessuno, persone che hanno paura di rimanere sole e si stanno giocando il tutto per tutto e persone pericolosee, ..spesso molto pericolose. Ma secondo loro, basta sedersi sul divano in pantofole, mangiando un panino con la nutella,
i capelli ruffi e sporchi
ed improvvisare la vita di qualcun altro in una chat per conquistare una persona? Mettetevi un tacco vertiginoso o una bella camicia stirata,
tirate fuori palle e cervello ed entrate in un locale a testa alta con la vostra vita in mano. Buona fortuna..
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Post n°7297 pubblicato il 23 Novembre 2015 da nina.monamour
Lasciamo che la giornata inizi con dolcezza, sorridiamole! Tra tutte le piccole cose che affollano questa giornata, a qualcuna non possiamo proprio rinunciare.. il caffè ! In ogni giorno che viviamo c'è un pò di noi, oggi proviamo a metterci il cuore, il sorriso, la voglia di provare ad essere felici. In fondo le cose più speciali sono sempre le più semplici, che sanno accompagnarci ogni giorno.
Una splendida settimana |
Post n°7296 pubblicato il 22 Novembre 2015 da nina.monamour
E quando cadono i sogni? Raccogli i frammenti e illumina il tuo cammino verso altri sogni.
Quando hai smarrito i tuoi sogni per strada, guarda il cielo. C'è sempre un sogno per chi non si è arreso
..e domani mattina, come sempre, ci penserà lei a svegliarmi, buttandomi fuori dalle coperte.. |
Post n°7295 pubblicato il 22 Novembre 2015 da nina.monamour
Gli adesivi per muro o stikers si stanno diffondendo sempre di più tra le riviste d’arredamento e i siti specializzati in design e consigli per la casa. Sono molto più semplici da applicare di una carta da parati e vengono utilizzati per decorare le camere dei figli, per ingentilire, con toni romantici, le nostre camere da notte. Rinnovano gli ambienti con semplicità e rapidità, in più ci permettono di ripensare e cambiare la loro posizione ogni volta che lo vogliamo (o fino a quando l'adesivo lo permetterà). E invece di chiamarli adesivi da muro li chiamiamo Tattoo da parete significa che siamo perfettamente allineati con le ultimissime, e frivole, tendenze del mercato dell’arredamento d’interni. Le superfici su cui si possono attaccare questi tatuaggi da parete sono le più svariate, da intonaci lisci a quelli ruvidi, dal legno alle piastrelle, in generale vale la regola che dove si riesce ad attaccare un pezzo di nastro adesivo si possono attaccare anche gli adesivi per i muri. Un interessante evoluzione di questi adesivi è la creazione di linee dedicate agli elettrodomestici come, frigoriferi, pensili, forni, lavastoviglie e lampade. Solitamente le aziende che li producono offrono anche un interessante servizio di consulenza. Inviando a loro una foto del nostro ambiente, i loro grafici e progettisti, realizzeranno dei prodotti personalizzati mostrandoci le foto dei nostri ambienti con i prodotti inseriti all’interno permettendoci di valutare l’effetto finale ed evitare passi falsi.
Gli adesivi da muro non hanno particolari svantaggi; nel caso di grandi dimensioni, uno potrebbe essere il costo, ma sempre minore di una realizzazione pittorica, un secondo svantaggio è sul versante ecologico, infatti questi prodotti sono realizzati chimicamente e la loro impronta sull’ambiente non è trascurabile.
Personalmente considero queste nuove proposte per l’arredo interno e per il miglior design dei semplici divertimenti a carattere provvisorio in quanto un rinnovo degli ambienti della propria abitazione corrisponde sempre ad un gran lavoro di progettazione e analisi che nulla ha a che fare con l’appiccicare televisivi sui muri, se volete divertirvi con poco e passare un allegro pomeriggio con i vostri figli nella loro camerette nulla vieta di provarli.
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Post n°7294 pubblicato il 21 Novembre 2015 da nina.monamour
"Cosa cerchi"? "Da cosa fuggi"? "Cosa temi"?
Ed ora non sai cosa fare se prenderlo e tenerlo stringerlo o lasciarlo guardarlo o amarlo, veramente hai sempre cercato l'amore??
Voglio fuggire via con te lontano da questo mondo materiale
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Post n°7293 pubblicato il 21 Novembre 2015 da nina.monamour
Maccheroni al gorgonzola e prosciutto crudo..
Ingredienti per 4 persone Preparazione Intanto riducete il prosciutto a tocchetti e aggiungetelo alla crema di formaggio in padella, cuocendo la pasta e lavando, asciugando e tritando il prezzemolo. A questo punto, ponete i maccheroni conditi con la salsina in piatti da portata e spolverizzate con il prezzemolo trito.
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Post n°7292 pubblicato il 20 Novembre 2015 da nina.monamour
Lui 100 anni lei 93, la ferisce con l'accetta Arrestato (il minimo, ah..ah..) Violenta lite tra una anziana coppia, il marito si è scagliato colpendola in testa, lei ha riportato alcune ferite, lui è stato posto ai domiciliari. La gelosia come l’amore non conosce età. Un sentimento umano di ansia ed incertezza, causato dal timore di perdere la persona amata, che in molti casi degenera in violenza psicologica e fisica. Sono stati questi i motivi che hanno portato un nonnino di 100 anni ad aggredire la moglie ultra novantenne con un'accetta. E’ successo a Pentedattilo, frazione del comune di Melito Porto Salvo, Calabria. Un borgo posto a 250 metri sul livello del mare, che sorge arroccato sulla rupe del Monte Calvario, dalla caratteristica forma che ricorda quella di una ciclopica mano con cinque dita, e da cui deriva il nome greco "penta daktylos, cinque dita" L’anziana colpita ben tre volte dal marito con una bella ascia, ha riportato lesioni importanti nella regione parietale destra e sinistra ed una lesione lieve nella regione sopraccigliare.
L’anziana donna, E. F., di 93 anni, colpita alla testa dal suo stesso marito, è stata soccorsa tempestivamente dal 118, con una ventina di punti di sutura, e con nessuna lesione interna, se la caverà con una prognosi di dieci giorni circa. Per il marito, invece, che ha colpito la donna accecato dalla gelosia, nonostante la veneranda età sono stati disposti gli arresti domiciliari. Una storia che nonostante la drammaticità dei fatti raccontati, si è conclusa a lieto fine, perché l’anziana donna, da quanto rilevato dalla Tac, non ha riportato gravi lesioni interne. Roba da matti Ah..ah..l'amore malato cosa fa fare.
Fantasie..
Oppure illusioni, ah, ah, ah..
Chissà..ai posteri l'ardua sentenza.. Chi disse questa famosa frase?! Ebbene la frase è un verso dell'ode "Il 5 Maggio", scritta da Alessandro Manzoni ( che a me sta sui marroni, uno dei pochi poeti antipatici, tanto per intenderci meglio) nel 1821, all’indomani della morte di Napoleone Bonaparte. scomparso appunto il 5 Maggio di quell’anno.
Ei fu, quel grande famoso, racchiudono già tutta l’essenza della vita del personaggio, che non ha bisogno di essere nominato esplicitamente sia perché la sua identità si può dedurre dal titolo, sia perché il suo ricordo è ancora vivo nel pensiero di tutti. infatti, in tutta la poesia, non è mai nominato apertamente. Manzoni, che non prese mai apertamente posizione pro o contro Napoleone quando era in vita, anche dopo la morte dell'Imperatore si astiene dal giudicarlo, e lo fa proprio attraverso il celebre verso “Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”. Cioè, serve tempo per formulare un’opinione. Il tema di fondo è la meditazione sull’eroismo dei grandi uomini e sul loro ruolo nella storia, guardato da Manzoni con grande pessimismo, in quanto cercare la gloria su questa terra può provocare solo dolore, sofferenza, morte. Secondo il Poeta, nella storia, o si è oppressi o si è oppressori, se si decide di agire e compiere il male si è oppressori, se ci si rifiuta di farlo, si è oppressi, come è più volte ribadito, "Non resta che far torto o patirlo". Anche Napoleone, nonostante la grandezza delle sue imprese, alla fine, è un oppresso, oppresso dai suoi ricordi, da se stesso, dal suo fallimento. Nella prospettiva dell’eterno, invece, si svela il vero significato della vita, che si può comprendere solo nel momento estremo della morte. In realtà, nell’ode traspare il favore di Manzoni anche se il verso, diventato modo di dire, ha oggi un valore dubitativo..
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Post n°7291 pubblicato il 20 Novembre 2015 da nina.monamour
Ogni anno, il 20 Novembre, tutto il mondo celebra la Convenzione sui diritti del fanciullo, approvata a New York il 20 novembre del 1989 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il documento venne siglato da 193 nazioni. Tanti sono stati gli sforzi portati avanti durante due decenni soprattutto nei paesi occidentali. Più difficile è invece il lavoro nei paesi impoveriti del Sud del mondo, dove spesso i diritti dei bambini non sono nelle agende dei governi. La Convenzione rimane comunque un punto fermo sul quale lavorano tutte le nazioni. I diritti dell'infanzia, dei bambini, dei più piccoli e indifesi, sono i diritti della pace, perché essi rappresentano il futuro e la vita del mondo. La Convenzione ha avuto come scopo quello di garantire importanti diritti universalmente riconosciuti anche ai bambini, sradicando l'idea del bambino come oggetto dedito esclusivamente a tutela e protezione. In particolare, sono stati garantiti il diritto al nome, alla sopravvivenza, alla salute e all'educazione, alla dignità e alla libertà di espressione. La ratifica del trattato consentì di raggiungere notevoli risultati, come la cessazione delle punizioni corporali, la creazione di più potenti ed efficaci sistemi di giustizia minorili, distinti e separati dalla consueta legislazione degli adulti. Certo è che l'attuale situazione politica, economica e sociale non aiuta; la crisi economica e lavorativa, le difficoltà a cui vanno incontro giornalmente le famiglie sono tutti fattori che inevitabilmente toccano e impattano anche quella che dovrebbe essere l'innocente e spensierata vita quotidiana di bambini e bambine. E i dati ce lo dimostrano, nel mondo circa 50 milioni di bambini tra i 6 e i 15 anni non hanno accesso all'educazione di base, Questi numeri sono ancora più evidenti nei paesi dilaniati da guerre e distruzioni. Indipendentemente dall'età, i bambini sentono il disagio e ne vengono segnati. Essi possono essere considerati come argilla fresca, continuamente in evoluzione verso il loro futuro e verso la loro forma definitiva, ogni impronta lascia il segno e influenza il loro sviluppo. E a tal proposito diviene quasi d'obbligo citare Malala Yousafzai, la più giovane vincitrice del premio Nobel per la pace. La giovane attivista pakistana si è battuta e si batte tutt'ora per garantire i diritti civili ed in particolare il diritto all'istruzione delle donne del suo Paese e di tutti i bambini del mondo. Ciò a riprova del fatto che non importa l'età o la maturità, i disagi minorili sono forti e tutti ne risentono, minori compresi. Proteggere i più piccoli nel miglior modo possibile è tutt'oggi una delle sfide più ardue e allo stesso tempo delicate, poiché, con la loro infinita sensibilità, i bambini percepiscono per primi i disagi, le discriminazioni e le sofferenze, sia circoscritte al proprio nucleo familiare sia relative alla situazione dell'intero Paese. Oltre il dato educativo altri sono le statistiche che rendono la situazione ancora più drammatica. Infatti secondo il rapporto di Save The Children sullo sfruttamento minorile al mondo sono circa 5,5 milioni i "piccoli schiavi invisibili" impiegati in tutti i settori lavorativi esistenti, dall'agricoltura ai servizi, e tra loro anche vittime di tratta ai fini dello sfruttamento sessuale.
Nel 2014, sono stati riscontrati un numero sempre crescente di minori arrivati nel nostro Paese e al primo posto tra le emigrazioni risultano, tuttavia, le adolescenti nigeriane, le quali sono maggiormente coinvolte nella tratta di esseri umani per scopi sessuali. Nel dossier 2014 si conferma inoltre che quello delle minori adolescenti provenienti dai paesi dell’Est Europa è in crescente aumento nel fenomeno della tratta a scopo di sfruttamento sessuale in Italia. Lo sfruttamento avviene sia in strada che al chiuso, sotto il controllo di uomini che ne governano le promiscue relazioni sociali e abitative. Le minori sfruttate vengono "educate" a percepire i favori sessuali come un dovere, facendole sentire di proprietà dei loro protettori. E all'interno di questo contesto, stanno aumentando in maniera esponenziale i casi di spose bambine. Le adolescenti siriane rifugiatesi in Giordania hanno contratto il matrimonio in età prematura nel 48% dei casi, con uomini di dieci anni più grandi se non di più. La grande differenza di età non fa che aumentare il rischio di violenze, abusi e sfruttamento. Infine, ma non per importanza, è degno di nota il fenomeno ormai fin troppo diffuso dei bambini soldato, una delle più pesanti violazioni dei diritti umani e dell'infanzia. Il paese con più casi è l'Africa, considerata l'epicentro della cosa. Le Nazioni Unite stimano che nella guerra in Liberia abbiano combattuto all'incirca 20.000 bambini, circa il 70 % dei soldati attivi nelle varie fazioni. Idem il Sudan, che conta tra 100 mila bambini che prestano servizio su entrambi i fronti di una guerra che dura da più di vent'anni, i bambini si arruolano più per necessità che per costrizione, vivendo in veri e propri campi di battaglia, si sentono più al sicuro all'interno di un battaglione di soldati e armati. Finché tali fenomeni continueranno ad esistere, vi saranno ancora bambini a cui verrà negato il diritto di godere dell'infanzia, uno dei periodi più importanti ed imprescindibili nella vita di ognuno. Garantire che i diritti sanciti dalla Convenzione siano rispettati quindi è tanto nell'interesse dei bambini quanto nel nostro, sono questi ultimi che rappresentano il futuro ed è necessario partire da loro per garantirne uno migliore e soddisfacente per tutti. E in un mondo sempre più globalizzato e multiculturale è importante che tutti abbiano gli stessi diritti e che le differenze vengano appianate. Difficilmente un bambino percepisce un suo coetaneo come diverso, nella sua naturalezza e genuinità tutti siamo uguali, non importa la razza, la lingua o le tradizioni; è importante che non vengano perpetuate quelle opinioni che hanno caratterizzato e diviso popoli e Paesi per troppo tempo. I bambini hanno tanto da imparare da noi, ma anche noi abbiamo tanto da imparare |
Post n°7290 pubblicato il 19 Novembre 2015 da nina.monamour
Ritratti di donna, avvolti dalla dolcezza e dalla sensualità, sono le opere dell’artista contemporanea Francine Van Hove che pubblica le sue pitture sotto forma di poster e stampe su tela. La pittrice ama rappresentare immagini di donna immerse nella quotidianità, con estremo realismo e fedeltà dei dettagli. I temi della bellezza, della raffinatezza, della sensualità, dell’estetica e della meditazione, trovano nelle sue opere massima espressione, capolavori che vengono poi spesso utilizzati per le copertine di libri e testi. I suoi maestri sono La Tour, Ingres, Degas, i pittori del Rinascimento italiano e della pittura fiamminga, da cui trae liberamente ispirazione. L’artista ha infatti successivamente esposto alla Galleria Blondel e a numerose Fiere Internazionali d’Arte Contemporanea, rendendo le sue opere famose in tutta Europa ma anche in America e Giappone.
Particolarmente conosciuta per i suoi dipinti ad olio di donne nude la cui pelle è resa in modo così perfetto da ingannare il pubblico che si ritrova costretto ad osservarli da vicino per rendersi conto non si tratti di uno scatto fotografico ma di una vera e propria opera d’arte. Le sue figure femminili, oltre ad apparire affascinanti, rimangono portatrici di un’immagine di delicata intelligenza, l’artista le ritrae infatti molto spesso nell’atto di leggere nella solitudine della propria stanza, avidamente un libro. |
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