Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Aprile 2016

Un brindisi all'amore..

Post n°7534 pubblicato il 30 Aprile 2016 da nina.monamour

 

 

Per essere quello che vuoi essere non c’è limite di tempo,
comincia quando vuoi.
Puoi cambiare o rimanere come sei,
non esiste una regola in questo.
Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio.
Spero che tu viva tutto al meglio.
Spero che tu possa vedere cose sorprendenti.
Spero che tu possa avere emozioni sempre nuove.
Spero che tu possa incontrare gente con punti di vista diversi.
Spero che tu possa essere orgogliosa della tua vita.
E se ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di ricominciare da zero.

dal film "Il curioso caso di Benjamin Button"


 
 
 

Gesu' di Jen..

Post n°7533 pubblicato il 30 Aprile 2016 da nina.monamour

 

Sopravvive a un ictus, nella risonanza l'immagine di Gesù.

"E' un miracolo"

 

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Quando Tamaha MacDonald e sua moglie Jennifer Lougee Mingramm sono tornati a casa dall'ospedale dopo che la donna era stata colpita da un ictus, hanno iniziato a studiarsi una pila di esami radiografici al cervello che erano stati effettuti nelle settimane precedenti durante il suo ricovero.

La coppia, che vive a Città del Messico, ha così scoperto un'immagine inusuale in una risonanza magnetica del cervello di Jennifer. "Eravamo entrambi convinti di vedere una faccia", ha detto Tamaha. Anche se il loro Medico non aveva visto la somiglianza, la coppia e la loro famiglia era convinta che l'immagine al centro della scansione raffigurasse Gesù Cristo.

"L'immagine rappresenta un miracolo" è stato il commento di Jennifer, che soffre di una malattia polmonare rara, che può causare un enfisema nei polmoni, cirrosi epatica, e influenzare il cuore. Da quando ha scoperto quella immagine ha voluto tenere la risonanza magnetica accanto a sé e da quel momento nella sua famiglia quella figura è stato chiamato “Gesù di Jen”.

Jennifer e Tamaha si erano conosciuti e nel 2010 si erano sposati a Blenheim prima di trasferirsi in Messico dove si sono poi stabiliti. Ma le condizioni di salute di Jennifer sono peggiorate velocementre: la donna aveva bisogno di una bombola d'ossigeno 24 ore al giorno e il marito si è sempre preso cura di lei.

Per facilitare la respirazione le erano stati somministrati steroidi, e proprio questi avrebbero causato l'ictus. Il signor MacDonald ha creato una pagina web per raccogliere fondi per poter affrontare le spese elevate per il trapianto di entrambi i polmoni di sua moglie (circo un milione di dollari).

 

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fonte  Il Messaggero

 
 
 

La regina dei briganti..

Post n°7532 pubblicato il 29 Aprile 2016 da nina.monamour

L’islam è una fede militare e quindi il suo dio non può mai perdere la guerra santa; se lo fa, scricchiola l’intera teologia musulmana. Pensiamo dunque allo sgomento dei terroristi dell’ISIS costretti al ripiegamento da quei curdi che per loro sono solo un melting-pot perverso di credenti di “serie B”, eretici sincretisti yazidi, sopravvivenze pagane neozoroastriane e "nazareni" da marchiare come vacche.

Ma soprattutto l’umiliazione davanti alle belle donne dei curdi che imbracciano le armi spesso meglio dei loro uomini in un contesto in cui, secondo alcune scuole giuridiche, il morire per mano femminile chiude allo jihadista le porte del paradiso.




Perché se per gli ultrafondamentalisti le femmine sono solo bestie da soma da piegare mediante mutilazione dei genitali, le donne dell’universo curdo, anche se musulmane, non guardano il sole a scacchi da dentro la prigione del burqa. Sono libere, coraggiose e pure bellicose, come il loro emblema, Margaret George Shello, la prima peshmerga donna.

Nata nel 1941 nel villaggio di Barwari, in Iraq, Margaret era cristiana siriaca; spesso, nei testi in inglese, viene definita “giacobita”, ma seppur non raro questo termine è improprio. Quel che l’ambiguo "giacobita" vuole comunque significare è che la ragazza guerriera apparteneva alla Chiesa ortodossa siro-malankarese, una Chiesa orientale antica autocefala connessa canonicamente alla Chiesa ortodossa siriaca e posta sotto la giurisdizione del Patriarcato di Antiochia.

 


Nel 1960 la Shello si arruolò nemmeno 20enne tra i guerriglieri del Partito Democratico Curdo in lotta contro il governo di Baghdad e presto si guadagnò il comando di un’unità militare tutta maschile. La sua fama di "regina dei briganti" delle montagne si diffuse subito ovunque. Al fronte le sue foto da "diva del muto" armata fino ai denti (amava farsi ritrarre dal talentuoso Zaher Rashid a Qaladiza, ai confini con l’Iran) erano un talismano per proteggersi in battaglia. E lei si batté come una leonessa fino alla morte, leggendaria pure quella, nel 1969, a Kala-Komereyh, in Iraq.

Tra i siriaci i più sono convinti che sia caduta nello scontro di potere scatenatosi tra i leader curdi per colpa della preminenza che con lei veniva ad assumere la componente "assira" della resistenza anti-irachena, ma altri la preferiscono più romanticamente vittima di un innamorato reso folle dal di lei rifiuto di sposarlo. Resta comunque che in un oceano musulmano irto di islamismi contrapposti l’origine delle valorose soldatesse curde per la libertà è legato all’epopea di una eroina cristiana.

Il nome di Margaret è infatti una bandiera per i quattro battaglioni femminili oggi anti-ISIS che nel 1996 nacquero nel Kurdistan iracheno in opposizione a Saddam Hussein, pescando a piene mani tra i clandestini dell’Unione Patriottica del Kurdistan. Oggi ammontano, grosso modo, a circa un terzo del totale delle forze curde combattenti.
Per arruolarsi tra i peshmerga, sia maschili sia femminili, occorrono i 18 anni e almeno il diploma di maturità.



Tra uomini e donne non c’è differenza di addestramento, 45 giorni per la truppa, due anni di Accademia per gli Ufficiali. Appena pronti, vanno entrambi in prima linea. Sì per l’ISIS, è un vero incubo. Nel 2003 i peshmerga erano a fianco degli Stati Uniti; tra i curdi ci sono diversi elementi di religione ebraica orgogliosi dell’amicizia con Israele; le “brigantesse” senza velo li stanno strapazzando sul campo; e sopra tutta questa vicenda aleggia sempre l’odore dei "nazareni".

Buona giornata

 

 
 
 

Ola toro..

Post n°7531 pubblicato il 28 Aprile 2016 da nina.monamour

Può capitare che rimanendo ingabbiati in una difficile scelta da prendere sul momento, ma che invece richiede tempo per valutare i pro e i contro di ogni caso, ci sia una seconda persona che, impaziente, ci metta fretta a scegliere e, per aiutarci, propone anche la sua idea, ossia.. "Tagliamo la testa al toro, secondo me si deve fare così perché..."



L'espressione "tagliare la testa al toro", in senso figurato significa "prendere una decisione drastica" (anche se ciò può comportare una rinuncia o un danno).

Si utilizza quando si vuole risolvere una volta per tutte una determinata situazione, anche a costo di scontentare o trattare ingiustamente qualcuno.

Vi sono diversi motivi per cui si dice "tagliare la testa al toro", ad esempio:

Può derivare dalla corrida, infatti tagliando la testa al toro si ha la fine del gioco, dello spettacolo, con una soluzione efficace, semplice e sbrigativa.




Può trarre origine da un racconto popolare in cui si narra di un toro che, forse per la curiosità, mise la testa all'interna di una giara e non ne poté più uscire. Il padrone del toro, un uomo molto avaro (come Don Lollò di Pirandello), non volendo rompere la giara per liberare l'animale, chiese consiglio a un amico. Questi non trovò soluzione migliore se non quella di tagliare la testa al toro, salvando in tal modo la giara.

Qualcuno racconta invece che intorno al XII°secolo il Papa Adriano IV obbligò Venezia ad accettare ogni anno, al posto dei colpevoli di una disputa con Aquilea, 1 toro, 12 pani e 12 maiali ben nutriti perché potessero festeggiare la liberazione di Grado.

I veneziani mettevano in scena per l’occasione un processo-farsa che giudicava e condannava degli animali, che poi venivano pubblicamente decapitati; questa barbara usanza durò a lungo ed ebbe fine intorno al 1800.

Secondo il vocabolario della lingua italiana di Zingarelli deriverebbe dalla pratica della tauromachia (= in greco, "salto del toro"). risalente alla civiltà minoica-micenea. Un Sacerdote acrobata si lanciava verso l'animale in corsa per poi afferrargli le corna e con il contraccolpo eseguire una capriola sul dorso. È possibile che successivamente l'animale venisse sacrificato.

Per Voi,





cosa significa?

Siate sinceri...

 
 
 

☼°♣

Post n°7530 pubblicato il 28 Aprile 2016 da nina.monamour




C chi ti legge come un libro aperto, chi ti chiude come un libro letto, chi ha perso il segnalibro, chi ti ha sfogliato e riposto sullo scaffale, chi ti ha portato a casa e messo in libreria.
Forse un giorno qualcuno ti legge sul serio, dalla copertina all'ultima pagina, e ti porta con sé come il dono piu' prezioso.

 
 
 

✿ﻼღ♥

Post n°7529 pubblicato il 27 Aprile 2016 da nina.monamour



A 27 anni le donne dicono: "Questi due o tre anni di giovinezza che mi restano.."
A 35: "Questi cinque anni di giovinezza che mi restano..."
A 40: "Questi dieci anni di giovinezza che mi restano..."





Ho superato gli anta e sto benissimo così.
Non voglio dire che pretenda di essere giovane, ma faccio le cose dei giovani che tanti giovani non fanno, perchè io sono un moto perpetuo e continuo a studiare, leggo moltissimo e scrivo, viaggio, mi documento, faccio una scoperta ogni tanto e aspetto ancora tanto dalla vita.

Mi curo, quanto basta per non essere trasandata, perché tengo alla mia dignità e voglio piacere a me stessa, ma non mi ammazzo per voler sembrare ridicolmente giovanile.

Quel che conta è che sono sempre aggiornata su tutto e che il mio cervello non perda neuroni...ma credo di averne ancora una buona scorta.

Io mi sento ancora una bambina.

Non è mai troppo tardi per vivere la vita..





 
 
 

Riflettere..

Post n°7528 pubblicato il 27 Aprile 2016 da nina.monamour

 

Mi tormentava, allora, anche un’altra circostanza, il fatto che nessuno mi somigliava e io non somigliavo a nessuno.
"Io sono solo, e loro sono tutti", pensavo, e mi mettevo a riflettere.

(Fëdor Dostoevskij)


 

Non somigliare a "tutti" senza dubbio conduce all'isolamento, però guardandomi intorno ogni giorno mi dico: "Meglio sola che male accompagnata" e cerco sempre di fare quello che gli altri non fanno.


Non voglio somigliare a quelle persone che hanno tutte uno stesso ideale e non si distinguono, per me sono insipide.

 

 
 
 

Primo Levi..

Post n°7527 pubblicato il 26 Aprile 2016 da nina.monamour

 

Descrivere emozioni d’amore è una nobile arte, che va a segno proprio quando le cose paiono succedere “in esclusiva”. Ce ne dà un esempio con stile delicato (ma per niente insipido) Primo Levi in una storia che forse pochi conoscono.

Si chiama Erano fatti per stare insieme e racconta addirittura un amore geometrico, difatti i protagonisti si chiamano Plato e Surfa. Hanno diritto due esseri inanimati, cioè un piano e una superficie, a un bel pò di erotismo? Grazie a Primo Levi sì, Lui sa mettere in scena il loro amore, sa renderlo meravigliosamente esclusivo, ovvero unico e uguale a nessun altro.

Plato e Surfa avranno un momento tutto per loro
"Surfa trovò modo di far sapere a Plato che in casa non c’era nessuno"

Plato e Surfa avranno zero rivali e/o impicci
“E nessuno sarebbe rientrato fino a tarda notte”

Plato amerà Surfa in uno spazio che è speciale solo per lui
"Entrò in quella dolce casa che ancora non conosceva pur avendola infinite volte visitata nei sogni"

Plato e Surfa si ameranno in un modo che conosceranno soltanto loro:
"Non accesero il lume, si ritirarono nell’angolo più riposto"

 


Due persone innamorate si completano, mica sarà un caso se in giro sentiamo parlare di dolce metà. O per dirlla diversamente "dove finisco io cominci te". Ecco in quale modo ce lo fa capire quel chimico di Primo Levi, mettendo in chiaro che l’amore degli innamorati viaggia verso il numero 1, simbolo di fusione per eccellenza.

Plato sa con certezza che ama solo e soltanto Surfa.
E mentre ancora parlavano Plato sentiva
ridisegnarsi deliziosamente il suo profilo, tanto che un lato di esso venne a riprodurre in negativo, con precisione, il lato corrispondente della ragazza.

Plato e Surfa, direbbe qualcuno, si sono trovati
"erano fatti l’uno per l’altra"

Plato e Surfa non sono più due enti separati
"Si unirono infine, nell’oscurità e nel solenne silenzio della pianura"

 Che bisogno c’è di cercare altrove?

È tutto lì, in quel momento lì, proprio con quella persona (la persona giusta, la metà che ci corrisponde e manca).

 

 
 
 

25 Aprile..

Post n°7526 pubblicato il 25 Aprile 2016 da nina.monamour

 

 "Non c’ero e non conosco cosa accadde,
diffido dalla storia ufficiale
non ci vedo mai riferimenti alla gente comune.


Ho viaggiato per il mondo, senza tregua senza sosta, per lunghi anni. E quello che porto nel cuore non sono personaggi ma persone, gente comune e il loro quotidiano.


Ogni loro racconto per me è un piccolo grande tesoro, di un valore inestimabile.
Non c’ero e non conosco cosa accadde,
ma so che oggi vivo un presente da donna libera.
E questo mi basta per credere che oggi sia un giorno speciale”

 

 

 
 
 

Senza appuntamento..

Post n°7525 pubblicato il 24 Aprile 2016 da nina.monamour

Dormire,
mangiare senza vincoli di dieta e solo quando abbiamo fame,
correre, leggere e guardare la tv,
stare con chi amiamo senza guardare l’orologio,
sonnecchiare,
rimanere in pigiama tutto il giorno oppure vestirci e farci “belle” solo per noi,
solo per il gusto di stare in casa tra noi e noi “belle belle in modo assurdo”.
Per deformazione professionale e senso del dovere,
il più delle volte ci impelaghiamo nel fine settimana in stesure di  “liste di cose da fare infinite”,
in ottimizzazioni di ogni minuto prezioso per poter sfruttare sia il sabato che la domenica,
perché la consapevolezza che il week end sia sempre troppo breve non ce la leverà nessuno.

 


Ritagliamoci del tempo per noi.
Per non fare nulla o semplicemente per fare ciò che amiamo.
Senza scadenze, orari, appuntamenti.. 


Nel tempo libero..
 


Spesso si è ipotizzato che il vero problema non sia tanto quello di rendere il lavoro più interessante, ma di ridurlo, in modo da consentire all'uomo di sviluppare le sue capacità e i suoi interessi nel tempo libero.

Chi propone questa idea sembra dimenticare che anche il tempo libero è manipolato dall'industria del consumo, ed è fondamentalmente noioso quanto il lavoro, anche se meno consapevolmente.

Carina, vero??!!


 
 
 

Il momento delle scelte..

Post n°7524 pubblicato il 23 Aprile 2016 da nina.monamour


Secondo un recente sondaggio, i genitori italiani sono considerati troppo protettivi e iperpresenti, ciò a come conseguenza che quando i loro figli diventeranno grandi non avranno la giusta indipendenza che li permetta di muoversi e prendere decisioni da soli.

Non tutti, ma buona parte dei genitori (soprattutto le madri) si oppongono alla scelta del figlio di intraprendere nuove scelte di vita che comportano l'allontanamento da casa,  in particolar modo se ci si mette in viaggio solo per "fare fortuna altrove" perché stanchi della monotonia quotidiana, pur riconoscendo di non avere avere idee originali o una destinazione ben definita.

Questo per non fare la fine del personaggio 'Ntoni di Giovanni Verga oppure di Artemio (Renato Pozzetto) nel film Il ragazzo di campagna.





Beh è anche vero che ci sono pure quelli che ce l'hanno fatta, come Cristoforo Colombo, che cercando una strada per le Indie, trovò qualcosa che non si aspettava, l'America. Ed è stato un notevole successo.

Adesso credo che sia più facile immaginare il senso di questa frase..
"Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia non sa quel che trova".
Si tratta di un proverbio, il cui significato è che non bisogna lasciare la strada vecchia (se si ha la possibilità di scelta), perché ne conosciamo già i suoi pregi e i suoi difetti, mentre di quella nuova non possiamo sapere se sia peggiore della precedente. 

Ma quante persone restano "ferme" sempre allo stesso punto, proprio per paura di intraprendere una strada nuova? 

Di solito chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quello che lascia e... per questo che lascia.

Allora la domanda conclusiva è, meglio stare fermi accontentandosi di quelle poche e relative "certezze" che abbiamo o intraprendere strade nuove con il "rischio" di migliorarsi e migliorare la propria vita?

Strada vecchia o strada nuova?
I proverbi spesso si rivelano inattendibili, questo più di altri perché altrimenti bisognerebbe dar ragione anche a "chi non risica non rosica" (si cambia strada pur sapendo di correre dei rischi) e allo stesso tempo a "chi si accontenta gode" (si rimane nella stessa strada pur riconoscendo che non è la miglior scelta).

Ovviamente ognuno risponderà in base alla propria visione, ed è giusto che sia così..

 "bisogna saper apprezzare quel che si ha come se fosse un dono",
 "viaggiare sempre per imparare dagli sbagli",
 "ci vuole più coraggio e fatica a trasformare la vecchia strada in qualcosa di nuovo tutti i giorni che scegliere quella nuova".

Su una cosa siamo tutti d'accordo, bisogna sempre muoversi, migliorarsi e avere fame di conoscenza e di nuovo ma con la giusta umiltà. Purtroppo c'è anche chi non riesce ad opporsi alla paura, l'unica "forza" che ci impedisce di cambiare strada e intraprenderne una nuova.

Ad ogni modo non esistono scelte giuste o sbagliate,





ma solo scelte che ci portano a fare delle esperienze per vivere la vita da protagonisti.






Buon pomeriggio..

 
 
 

Il genitore perfetto..

Post n°7523 pubblicato il 22 Aprile 2016 da nina.monamour

 

 

Le mamme e i papà di oggi sono molto meno severi e rigidi dei genitori di un tempo, e preferiscono diventare amici dei loro figli, ma questo modello educativo si rivela davvero positivo?

Un tempo i genitori erano figure severe, talvolta poco espansive con i propri figli, soprattutto se pensiamo ai papà di una volta, il cui compito era quello di educare la prole fornendo loro rigide regole e precetti di comportamento a cui attenersi. Certo, non mancavano le eccezioni, ma in linea di massima era molto difficile che mamme e papà si rivolgessero ai propri bambini come se fossero dei "loro pari".

Quando questo modello educativo ha finalmente mostrato tutti i suoi limiti e le nuova pedagogia si è imposta, allora anche per i genitori è finalmente arrivato il felice giorno in cui hanno potuto godersi appieno i propri figli, coccolandoli e inondandoli di affetto e attenzioni.

Ma soprattutto, le mamme e i papà moderni tendono a comportarsi in modo molto rilassato con la prole, seguendoli in tutto e diventando i loro migliori amici (o tentando di esserlo). Ma se il precedente modello educativo rigido e "giudicante" si era dimostrato inadeguato e aveva finito per creare generazioni di individui con grosse difficoltà nell'esprimere i propri sentimenti e ad aprirsi agli altri, vittime di schemi e convezioni sociali, adesso si rischia l'opposto.

Si rischia di veder crescere ragazzi privi di regole di riferimento chiare e univoche a cui attenersi, anarchici, che seguono solo i loro impulsi e i desideri del momento, deboli e spaventati di fronte alle prove della vita, umorali e mutevoli, sognatori e poco concreti.

Un genitore amico rischia di abdicare al proprio ruolo di guida smettendo di diventare un punto di riferimento solido, rischia di perdere autorevolezza agli occhi dei suoi figli, presso i quali cerca lo stesso conforto e la stessa sicurezza che, invece, dovrebbe essere in grado di garantire.

Genitori deboli che cercano conferme nei figli? Accade anche questo, in realtà per evitare gli eccessi di entrambi i modelli educativi sopracitati basta trovare la giusta via di mezzo, un buon compromesso tra severità e capacità empatica, tra autorevolezza e affettuosità e comprensione. Il genitore perfetto non esiste, anche per amore si sbaglia sempre.

Ma conta essere per i propri figli una "casa nella roccia" con profonde fondamenta, e al contempo fornire una guida sicura che aiuti loro a trovare le risposte ai quesiti più importanti della vita. Il genitore maturo è l'albero a cui il bambino si può aggrappare fino a diventare abbastanza grande da stare in piedi da solo.

Amici dei figli, allora sì, purché al momento giusto si sappia diventare anche "antipatici", persino "cattivi", si sappiano dare ai propri figli quei confini e quei limiti che li faranno diventare adulti consapevoli, forti, con senso civico radicato e capacità di fare scelte consapevoli e di amare in modo completo.

 E Voi che ne pensate?

 

 
 
 

Il Folletto di Minneapolis ..

Post n°7522 pubblicato il 21 Aprile 2016 da nina.monamour

Prince Rogers Nelson, in arte Prince, è morto quest’oggi a Minneapolis all’età di 57 anni. La stella americana della musica è stata ritrovata morta nella sua casa Hisley Park.

 


Il cantante era stato ricoverato d’urgenza il 15 aprile scorso, salvo poi presentarsi regolarmente ad un concerto il giorno successivo.

L’addetto stampa di Prince ha confermato la notizia. Era stato proprio lui, dopo l’ultimo malore, a parlare di "una banale influenza", che poi lo aveva portato a cancellare due concerti.

Finora l’ufficio dello sceriffo non ha voluto dare certezze ed ha spiegato, come si legge sul sito della Cnbc, che le forze dell’ordine hanno risposto ad una telefonata dovuta ad una emergenza medica.

L’ufficio dello sceriffo ha ammesso che c’è stata una morte oggi nel Paisley Park, il complesso situato nel Minnesota dove c’è l’abitazione di Prince e lo studio di registrazione della pop star.

Le forze dell’ordine, però, non confermeranno l’identità del defunto "fino a quando non saranno avvisati i parenti".

fonte web

 

 

 Irrequieto e intransigente, Prince nel corso della sua carriera ha sempre navigato tra trionfi (“Purple Rain”, album e film), flop (“Graffiti Bridge”, suo secondo film), contratti milionari (famoso quello da 100 milioni di dollari con la Warner Bros nel 1992) e vari cambiamenti di nome (Tafkap, ovvero The Artist Formerly Known As Prince; The Artist; Symbol) per protesta contro le imposizioni delle major del disco.

Per un certo periodo si è pure fatto ritrarre con la provocatoria scritta “slave” (schiavo) disegnata sulla guancia. Ma una cosa è certa, non ha mai voluto sottrarsi alla “schiavitù” del sesso, che per un paio di decenni ha esplicitamente declinato in tutte le sue forme.

Come non ricordare pezzi nati alla fine degli anni Ottanta come Insatiable e Scandalous, oppure Cream, che solo nel 2004, durante il Musicology Tour, ha rivelato di aver scritto mentre si guardava allo specchio, suscitando in alcuni il sospetto di essere gay.

Ciao Prince..



 
 
 

I disturbi dell'umore..

Post n°7521 pubblicato il 21 Aprile 2016 da nina.monamour

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Se vedere qualcosa di disgustoso vi "rivolta lo stomaco", se una frase scontrosa vi fa "salire il sangue in testa", se la persona che amate vi fa "tremare le ginocchia", non state semplicemente usando modi di dire triti e ritriti, ma state spiegando esattamente la reazione del vostro corpo.

Che in queste descrizioni non vi sia letteratura spicciola, ma fisica, ce lo dice una ricerca condotta all'Università di Turku, in Finlandia, che ha sottoposto 700 volontari alla lettura e alla visione di film con l'obiettivo di far sorgere determinati sentimenti e di annotare poi in quali parti del corpo si sentiva una variazione delle sensazioni. Incrociando i diversi riscontri, i ricercatori hanno poi formulato la seguente infografica:



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Il giallo segnala un aumento dell'attività, il celeste una riduzione e il nero stabilità. Rosso e blu sono valori intermedi, che si avvicinano rispettivamente al giallo e al celeste.

Secondo gli studiosi, le reazioni dei volontari sono state indifferenti alla loro provenienza culturale, facendo registrare in gran parte le stesse sensazioni. I ricercatori hanno spiegato che "svelare le sensazioni corporee soggettive connesse con le emozioni umane può aiutarci a capire meglio i disturbi dell'umore come la depressione e l'ansia, alle quali, come da grafica, si attribuisce rispettivamente una generale riduzione delle sensazioni e una iperattività simile alla paura (in assenza di pericolo reale).

Nota da tempo la reazione alla rabbia, che attiva, quasi arma, il petto e le braccia, predisponendo il soggetto al combattimento. Differisce solo parzialmente dalla rabbia la sensazione legata alla paura, che concentra tutto nella testa e nel petto nell'attesa che giunga il momento in cui decidere tra combattimento e fuga. Tra l'orgoglio che "gonfia" il petto, l'amore che irrora tutto tranne le ginocchia, la felicità che sprizza energia da ogni poro, l'invidia che logora i nostri pensieri e la vergogna che accende le guance, le reazioni dei 700 volontari sembrano descrivere l'esperienza di tutti noi.

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Il Matematico..

Post n°7520 pubblicato il 20 Aprile 2016 da nina.monamour

Un aereo con una delegazione di Scienziati precipita su un'isola deserta e i superstiti sono solo, guarda caso, un Ingegnere, un Fisico ed un Matematico.

 


Unico mezzo di sostentamento la scatolette di carne trasportate dall'aereo.

Subito si scatena una rissa per la scelta del metodo con cui aprire le scatolette e alla fine decidono di dividere la carne in tre parti e di aprire separatamente le latte.

Dopo tre mesi arrivano i soccorsi e incontrano l'Ingegnere, pingue, che con la fibbia dei pantaloni aveva costruito un apriscatole.

I soccorritori cominciano le ricerche e poco dopo individuano il Fisico, fortemente denutrito, che spiega di aver trovato la frequenza di risonanza a cui la scatoletta si apre da sola, quindi colpendo ripetutamente il coperchio con un sassolino prendeva la carne.

Dopo altre ricerche i soccorritori si imbattono in un cadavere che riconoscono subito come il Matematico, morto di fame. Accanto al corpo trovano una grossa risma di fogli bruciacchiati pieni di formule ed equazioni.

Sulla prima pagina si legge



 

"Supponiamo per assurdo che le scatolette siano aperte.."

 

 

 
 
 

La festa dei colori..

Post n°7519 pubblicato il 20 Aprile 2016 da nina.monamour

 

Happy Holi

 

Il suo nome è Holi, ma è conosciuta in tutto il mondo come la "Festa dei Colori". È una delle più importanti festività della religione induista, ed anche una della feste più amate da tutta la popolazione indiana. Viene celebrata in ogni parte dell’India, ma anche in altri paesi con una grossa presenza induista, come il Nepal, il Pakistan, lo Shrilanka e molti altri.

È una festa che coinvolge tutti indistintamente, i partecipanti sono persone di ogni età, sesso ed estrazione sociale.

Il giorno di Holi cade l’ultimo giorno di luna piena del mese induista chiamato Phalgun, che corrisponde più o meno al periodo che va da metà febbraio a metà marzo. I festeggiamenti, tuttavia, iniziano già dal giorno prima e, in alcune regioni dell’India, possono prolungarsi fino ad una settimana.

 

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Holi è una festa gioiosa, una sorta di inno alla vita per celebrare il trionfo del bene sul male, è anche la festa della fertilità, che segna il passaggio dal gelo dell’inverno allo sbocciare della primavera, il periodo in cui la natura fiorisce a nuova vita.

Non a caso, celebrare Holi è considerato anche un modo per ingraziarsi le divinità affinché facciano in modo che i raccolti siano ricchi e abbondanti. Nelle diverse zone dell’India la festa prende nomi diversi e viene celebrata con numerosissime varianti, pur mantenendo sempre lo stesso spirito gioioso che la caratterizza.

È una festa molto antica, alcune incisioni su pietra ritrovate a Ramgarh, nel Nord-Est dell’India, ci mostrano come le prime celebrazioni della festa di Holi risalgano addirittura a 300 anni prima della nascita di Cristo. Numerosi dipinti murali presenti all’interno di antichi templi induisti testimoniano come la celebrazione della festa fosse già molto diffusa anche nei secoli scorsi.

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Nonostante tutto questo, Holi rimane sempre una festa importante per tutto il popolo indiano, capace di consolidare i legami sociali e appianare ogni conflitto.

Una festa durante la quale le discordie e i problemi vengono momentaneamente messi da parte e tutti, almeno per un giorno, possono sentirsi veramente uniti.

 
 
 

L'anarchico scapestrato..

Post n°7518 pubblicato il 19 Aprile 2016 da nina.monamour

Jean Louis de Kerouac, meglio noto come Jack Kerouac, nasce il 12 marzo 1922 a Lowell, Massachusetts, da una famiglia franco canadese di origine bretone. A undici anni scrive il suo primo racconto (The cop on the beat), redige un diario e scrive articoli immaginari su argomenti che difficilmente poteva conoscere, come le corse di cavalli o i campionati di baseball e football americano. Tutti temi in cui la sua fantasia può spaziare in lungo in largo anche a scapito delle coerenza. Queste sue prime prove sono indice della sua naturale predisposizione a scrivere e inventare storie e situazioni.

Kerouac non era solo uno scrittore dedito alle letture e alla poesia, ma anche un ragazzo vivace e pieno di risorse. Ai tempi del liceo le sue doti di sportivo gli consentirono di vincere una borsa di studio per la Columbia University di New York, ma malgrado un'ottima partenza non riuscì mai a concludere gli studi.

Troppo anarchico, troppo scapestrato per stare dietro un tavolo, Jack ha voglia di assaporare il mondo e la vita, un desiderio incontenibile che lo porta a scontrarsi con le realtà più dure. Si mantiene inizialmente lavorando come muratore e apprendista metallurgico fino a quando nel 1942 decide di arruolarsi in marina. Viene presto congedato per problemi psicologici ma il mare lo affascina e decide di trascorrere qualche anno da marinaio su un cargo mercantile. Purtroppo nel 1944 finisce la sua avventura marina.

Coinvolto in una vicenda a sfondo omosessuale terminata in omicidio, viene arrestato e rinchiuso in carcere per favoreggiamento. Mentre si trova in galera sposa Edie Parker che poco dopo pagherà la cauzione per lui. Non si sa con precisione se sia stato un matrimonio di convenienza ma sta di fatto che la coppia si scioglie pochi mesi dopo la libertà conquistata. Kerouac, sempre vagabondo e randagio, tra un viaggio e l'altro frequenta William Burroughs, che gli presenta Allen Ginsberg, futuro guru per un'intera generazione di ribelli.

Fra i due nasce una profonda amicizia, il caposaldo che terrà uniti i principali esponenti della cosiddetta "beat generation". Kerouac si cimenta anche nella critica musicale e scrive alcuni articoli sul jazz, pubblicati sul giornale della Columbia University. In seguito esegue i suoi scritti con accompagnamento jazz, ispirando un grande interesse nelle collaborazioni jazz-poesia iniziate da Kenneth Patchen, Kenneth Rexroth e Lawrence Ferlinghetti.

Nel 1945 inizia a scrivere il suo primo romanzo "La città e la metropoli" (poi pubblicato nel 1950), mentre un anno dopo incontra Neal Cassady, che diventerà il suo più grande amico e il personaggio di molti suoi romanzi.

Risultati immagini per jack Kerouac,


Il 1947 è l'anno in cui Jack affronta la prima traversata degli Stati Uniti, in autobus e autostop, inizia la sua vita "on the road" Nel 1951 scrive su un rotolo di carta da telescrivente "On the road", il romanzo capolavoro che è il modello massimo di un certo stile di vita e di un certo modo di concepire l'esistenza.

Il percorso di questo romanzo sarà però accidentato, un pò come quello del suo autore, visti i rifiuti incontrati dagli editori, timorosi di pubblicare un libro troppo sperimentale. Nel 1956 (l'anno in cui esplode il fenomeno del rock di Elvis Presley), grazie ad articoli pubblicati sulle maggiori testate, l'America si accorge dell'esistenza della beat generation.

Dall'anno successivo, quando finalmente "On the road" viene dato alle stampe, il romanzo diventerà quel besteller che conosciamo, un vero e proprio "livre de chevet" per ragazzi di tutto il mondo. Kerouac morì tuttavia a soli 47 anni a causa di un'emorragia interna causata dalla cirrosi epatica procuratagli dall'abuso di alcool il 21 ottobre del 1969 a St. Petersburg (Florida).

 
 
 

E' morto, ma chi?!

Post n°7517 pubblicato il 18 Aprile 2016 da nina.monamour

E' MO...rto? Ma noooo....sta benissimo!!!

"Maresciallo, stò a Tiburtina! Hanno accortellato Nemo"
"Embé? Io sto in via Nomentana e quarcuno ha sparato a 'n tamarro, ma chi se ne frega de sti sfigati!
"Ma no Marescià, mica hanno accortellato n'emo quarsiasi, Nemo, su fijio!"

"Mortacci loro! Sti disgraziati...NEMOOOOOO!"


E' MO...rto? Ma noooo....sta benissimo!!!

 

"Semo sicuri che è ancora vivo?"

"Ma certo Marescià, respira! "E allora perché gli hai disegnato 'ntorno?" A 'mbecille!

Mi scusi Marescià me credevo che se doveva traccià uguale..

"Ma almeno l'hai chiamata l'ambulanza?

Certo Marescià, ha bisogno de cure, de sangue, st'anno arrivà!

Ma o vedi quanto sei 'gnorante? E' n'emo, semmai c'avrà bisogno d'EMOglobina!"

 


Con tutto il rispetto e la simpatia per i Carabinieri che ogni giorno si impegnano per noi cittadini ^.^

Come anticipato nel titolo, tranquilli, Nemo sta benissimo e tornerà (spero) presto con una nuova storiella

Una splendida settimana a tutti!

E' MO...rto? Ma noooo....sta benissimo!!!

 
 
 

La scuola è un gioco..

Post n°7516 pubblicato il 18 Aprile 2016 da nina.monamour

Hanan al-Hroub, 43anni, palestinese,

 

ha ricevuto il "Global Teacher Prize" 2016 come migliore Insegnante del mondo.

Nata e cresciuta in un campo profughi di Betlemme, Hanan ha lasciato l'Università per aiutare i suoi cinque figli a superare la violenza che respirano ogni giorno, ed è diventata Maestra.

I suoi alunni vivono in un clima di paura e tensione, ma lei riesce ugualmente a farli sorridere, trasformando le lezioni in divertimento; con un metodo ideato per i suoi figli che incoraggia alla non violenza.

Non conteneva per la gioia quando Papa Francesco, in un video, ha pronunciato il suo nome, ricordando il diritto al gioco dei bambini e il ruolo cruciale svolto da chi, come lei, ha il compito di educarli. E' salita sul palco ed ha alzato le braccia in segno di trionfo prima di ricevere il premio, una sorta di Nobel per gli insegnamenti indetto dalla fondazione Varkey che, dall'anno scorso, premia i migliori Professori del mondo con un assegno da un milione di dollari.

 


Si definisce una semplice "Insegnante Palestinese", l'essenziale, dietro tanta semplicità, però, si nasconde un impegno difficile portato avanti con passione; infatti come ho già scritto, insegna in un campo profughi e i suoi alunni non sono come tutti gli altri, subiscono quotidianamente un clima di paura, tensione e così lei trasforma l'apprendimento in un grande divertimento.

Non ha mai avuto una vera infanzia e vorrebbe che i suoi figli, che tutti i bambini del mondo, potessero ridere, giocare, imparare a convivere in un clima sereno. Si capisce che è vero dal video che hanno documentato le sue lezioni in classe, con quei furetti che corrono sotto nastri colorati o tra palloncini per studiare, magari, una tabellina.

Il metodo di Hanan è spiegato nel libro We Play and Learn (Giochiamo e impariamo) ed è nato dalla sua esperienza personale. Era già mamma e studentessa di Letteratura Inglese all'Università quando suo marito è stato ferito a colpi di fucile dai soldati israeliani mentre rientrava a casa, davanti ai figli. I bambini ne rimasero scioccati e cominciarono ad essere nervosi e aggressivi, non studiavano piu' volentieri. A questo punto ha abbandonato gli studi e si è trasformata in maestra per i figli e per i compagni di scuola che hanno cominciato a partecipare a quelle lezioni casalinghe.

 


Dal palco ha dedicato la sua vittoria a tutti i Docenti del suo Paese e a quelli che insegnano in condizioni difficili e credono che l'educazione ed il spere siano le armi con cui cambiare il mondo. Ce ne sono tanti, anche nelle nostre città, che ci mettono il cuore, con la responsabilità di dover maneggiare con cura i piccoli esploratori della vita.

 


Per loro il Ministro dell'Istruzione, la Giannini, ha appena istituito il premio di miglior Prof. dell'anno e al primo classificato andranno 50mila euro; un incentivo che è anzitutto un riconoscimento ad un ruolo bistrattato, eppure mai così necessario e bello.


 

Buon inizio di settimana..

 

 
 
 

Imbarazzante..

Post n°7515 pubblicato il 17 Aprile 2016 da nina.monamour

A tutti prima o poi capita di vivere situazioni imbarazzanti. Hai presente? Sono quei momenti in cui vorresti scomparire, diventare invisibile, mandare indietro il tempo. Forse questi momenti imbarazzanti sono successi anche a te!

 Quando pensi che qualcuno stia salutando te, mentre invece si rivolge a un’altra persona.

 Ehm... 


  Quando stai fissando la tua cotta di nascosto e all’improvviso si gira… 

Beccato!


 


Quando un tuo amico pubblica su Instagram o Facebook una foto in cui sei venuto malissimo

E la foto riceve un sacco di like!



 Quando parli con la tua cotta e tutti i tuoi amici ridacchiano.

Come se non fossi già abbastanza a disagio..


 


 Quando ridi troppo forte e fai rumori strani…

Sembri un maiale, ma chi se ne frega, ti stai divertendo troppo!



 Quando cadi rovinosamente in pubblico.

E magari ti fai pure male..



Quando ti rovesci addosso qualcosa a una festa.

Noooooo, il tuo outfit era perfetto!


 


Quando mandi un messaggio alla persona sbagliata.

In alcuni casi è una vera e propria tragedia.

Mah...


 

Buona Domenica

 
 
 

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