Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

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Messaggi del 02/11/2014

La farsa dei fari accesi di giorno..

Post n°6724 pubblicato il 02 Novembre 2014 da nina.monamour

Sai che qualcuno ci guadagna un sacco di soldi?!

Vi siete mai chiesti perché dovete accendere i fari dell’automobile anche di giorno, quando magari c’è un sole accecante e non ce n’è assolutamente bisogno? Per motivi di sicurezza? Quali, se col sole non servono? Per “uniformarci” agli altri paesi europei (altra favola in circolazione).



Beh, in Germania, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Spagna, Svizzera e Belgio non vige questo obbligo assurdo, che al massimo, può avere (ed ha) un senso in Inverno nei paesi scandinavi dell’estremo nord. Nei quali è vero che si registrano in media meno incidenti che da noi, ma perché guidano in maniera più disciplinata, non perché hanno le luci accese (e ve lo posso assicurare)

E allora perché io, italiana (anche se a metà), devo accendere i fari della mia auto anche se ciò non fa alcuna differenza né per la mia sicurezza, né per quella degli altri? Un’auto, o meglio ancora un autocarro, perché mai dovrebbe tenere questi benedetti fari accesi in condizioni di totale visibilità?

Qui c’è ancora una volta aria di presa in giro e, per la risposta, tiriamo fuori un paio di cifre tratte da "Un futuro senza luce?".

Nel libro sono descritti semplicemente i vari passaggi che permettono di calcolare (approssimando tutto per difetto) che con i fari accesi anche di giorno, il consumo annuo di carburante in più è di 41 litri per ogni veicolo (con un incremento percentuale che oscilla fra il 2,7 e il 4,1). Ciò è dovuto in sostanza all’aumento dell’energia necessaria all’alternatore per permettere alle luci di funzionare nelle ore diurne.

Se si considera che gli automezzi in circolazione a fine 2010 erano circa 37,5 milioni (e trattando qui gli autocarri alla stregua di automobili, anche se i primi sono ovviamente più pesanti, hanno distanze medie di percorrenza ben più lunghe e molte più luci di posizione da accendere), l’incremento complessivo dei consumi oscilla intorno a 1 miliardo e 700 milioni di litri di carburante.

Ciò comporta anche un aumento delle emissioni di diossido di carbonio di circa tre milioni di tonnellate. Ma perché tutto ciò? Perché se, sempre approssimando per difetto, si calcola quanto le tasse incidano su questi enormi consumi di carburante in più, salta fuori che l’erario con questa astuta mossa ha incrementato annualmente i suoi incassi di circa 1 miliardo di euro.

Che dire, quindi? Che non stupisce se i governi che si sono avvicendati negli ultimi anni non hanno abrogato questo non-senso.

E che se l’ambiente piange il Governo ride, alla faccia dei protocolli di Kyoto e, soprattutto, della nostra salute e delle nostre tasche.

Forse faremmo meglio a spegnere i “riflettori” e far calare il sipario su questa farsa, se non altro per i prezzi raggiunti dai carburanti, e per i costi ed i rischi associati all’estrazione di petrolio.

 
 
 

Commemoriamo i nostri defunti..

Post n°6723 pubblicato il 02 Novembre 2014 da nina.monamour

La Commemorazione dei defunti, chiamata anche Giorno dei Morti, è una ricorrenza della Chiesa cattolica, preceduta da una Novena, e celebrata il 2 novembre di ogni anno.

Nel calendario liturgico segue la festività di Ognissanti, che ricorre infatti l'1 novembre.



L'idea di commemorare i defunti in suffragio nasce su ispirazione di un rito bizantino, che celebrava infatti tutti i morti il sabato prima della Domenica di Sessagesima, così chiamata prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, ossia la Domenica che attualmente nel rito romano coincide con quella delle Palme, all'incirca in un periodo compreso fra la fine di Gennaio ed il mese di Febbraio.

Nella Chiesa latina il rito viene fatto risalire all'abate bedenettino sant'Odilone di Cluny nel 998: con la riforma cluniacense stabilì infatti che le campane dell'abbazia fossero fatte suonare con rintocchi funebri dopo i vespri del 1° Novembre per celebrare i defunti, ed il giorno dopo l'eucaristia sarebbe stata offerta "pro requie omnium defunctorum"; successivamente il rito venne esteso a tutta la Chiesa Cattolica.

Ufficialmente la festività, chiamata originariamente Anniversarium Omnium Animarum, appare per la prima volta nell'Ordo Romanus del XIV secolo.

Oggi si celebra come Commemorazione di tutti i fedeli defunti.

 

 
È consuetudine nel giorno dedicato al ricordo dei defunti visitare i cimiteri locali e portare in dono fiori sulle tombe dei propri cari.



In molte località italiane è diffusa l'usanza di preparare alcuni dolciumi, chiamati infatti dolci dei morti, per celebrare la giornata. In Sicilia durante la notte di Ognissanti la credenza vuole che i defunti della famiglia lascino dei regali per i bambini insieme alla frutta di Martorana e altri dolci carattestici.



Nella provincia di Massa Carrara la giornata è l'occasione del bèn d'i morti, con il quale in origine gli estinti lasciavano in eredità alla famiglia l'onere di distribuire cibo ai più bisognosi, mentre chi possedeva una cantina offriva ad ognuno un bicchiere di vino; ai bambini inoltre veniva messa al collo una collana fatta di mele e castagne bollite.
Nella zona del monte Argentario era tradizione cucire delle grandi tasche sulla parte anteriore dei vestiti dei bambini orfani, affinché ognuno potesse metterci qualcosa in offerta, cibo o denaro.

Vi era inoltre l'usanza di mettere delle piccole scarpe sulle tombe dei bambini defunti perché si pensava che nella notte del 2 novembre le loro anime (dette angioletti) tornassero in mezzo ai vivi.

In Puglia, particolarmente nelle zone di Foggia e Barletta, è tipico del giorno dei morti la preparazione della cosiddetta colva, un dolce composto da grano cotto, pezzi di cioccolato fondente, noci e mandorle tritate, chicchi di melagrana, uva passa e condito con zucchero e vincotto.

Nelle comunità dell'Italia Meridionale dell'Eparchia di Lungro e dell'Eparchia di Piana degli Albanesi si commemorano i defunti secondo la tradizione orientale di rito greco-bizantino. Le celebrazioni vengono effettuate nelle settimane precedenti la Quaresima.

Secondo la cultura tradizionale di molte località italiane, la notte del Giorno dei Morti le anime dei defunti tornerebbero dall'al di là effettuando delle processioni per le vie del borgo. In alcune zone, confermemente a quanto avviene nel mondo anglosassone in occasione della festa di Halloween, era tradizione scavare e intagliare le zucche e porvi poi una candela all'interno per utilizzarle come lanterne..

fonte: web

 
 
 

Buona Domenica..

Post n°6722 pubblicato il 02 Novembre 2014 da nina.monamour

 
 
 

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