Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

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Messaggi del 01/04/2015

There is no better way to fly...

Post n°6999 pubblicato il 01 Aprile 2015 da nina.monamour

Ecco la trascrizione delle registrazioni della scatola nera dell’Airbus 320 di Germanwings. Trentanove minuti di orrore, le urla del comandante Sonderheimer e il silenzio di Andreas Lubitz, fino allo schianto
#AirbusA320

Trentanove minuti di orrore, trentanove minuti durante i quali invano Patrick Sonderheimer, l’esperto comandante pilota del volo 4U9525 Barcellona-Düsseldorf ha cercato prima di far funzionare tutto per il meglio, poi con la forza della disperazione ha inutilmente tentato di rientrare in cabina per scongiurare la catastrofe. Ecco la trascrizione delle registrazioni della scatola nera dell’Airbus 320 di Germanwings, secondo le ricostruzioni degli inquirenti francesi e tedeschi e di Bild am Sonntag, minuto per minuto.


Ore 10,01. El Prat de Llobregat, aeroporto internazionale di Barcellona: il 320 immatricolato D-AIPX decolla con circa venti minuti di ritardo. Il comandante comunica ai passeggeri: «Benvenuti a bordo, scusate il ritardo, cercheremo di recuperare in parte, l’atterraggio a Düsseldorf è previsto per le 11,55».

Ore 10,01-10,21. In volo sul Mediterraneo tra Catalogna e Provenza: il comandante e il suo copilota Andreas Lubitz chiacchierano tranquilli, conversazione cortese sulla vita privata dei due e sui dettagli del pilotaggio.

 Il comandante al copilota: «Andreas, per favore, comincia a preparare al computer di bordo la procedura d’avvicinamento e atterraggio a Düsseldorf».
Andreas Lubitz al comandante: "Spero", "Vedremo", inquietanti risposte laconiche, tono freddo ma molto gentile.
 

Il comandante al copilota: "Andreas, scusami, più tardi quando avremo raggiunto la quota di volo di crociera dovrò andare al bagno e affidarti i comandi, non ho avuto il tempo di usare le toilette di El Prat". Andreas: «Non c’è problema».

Ore 10,27. In volo sulla costa francese, prua a nord-est puntata verso le Alpi, il confine franco-tedesco e la Renania. Il 320 raggiunge la quota di volo di crociera di 38mila piedi, circa 11.600 metri sul mare.

Ore 10,29. Il comandante a Lubitz: "Andreas, adesso puoi prendere i comandi, scusa, ti lascio e vado un attimo alla toilette". Il nastro del flight recorder lascia udire chiaramente un sedile, quello del comandante, che scorre indietro, poi la porta che si chiude.
Ore 10,30. «Da questo momento Lubitz è solo ai comandi», commenta il Procuratore francese Brice Robin a caldo ascoltando il nastro della scatola nera.

Ore 10,30. I radar del controllo aereo civile francese e quelli del comando caccia dell’Armée de l’Air entrano in allarme: in pochi secondi il 320 tedesco è sceso di 100 metri, un minuto dopo di altri seicento. 

Ore 10,32. "4U9525, rispondete, ripeto 4U9525 rispondete, qui torre di controllo di Marsiglia-Marignane, attenzione, state volando troppo bassi, tornate subito alla quota di volo regolare". È il segnale d’allarme lanciato invano dagli uomini-radar francesi.


Ore 10,33. Nessuna risposta dal volo Germanwings. Dalla base di Orange della difesa aerea francese, un caccia Mirage 2000D della Armée de l’Air decolla su allarme rosso, cerca di rintracciare l’Airbus. "Lanciate i segnali d’allarme, il tasso di discesa di quell’aereo è troppo basso, suona l’allarme anche nella loro cabina", dicono in inglese i due piloti del Mirage. Lanciano il primo allarme rosso, ma non possono fare altro.

Ore 10,34. Rumori violenti, dal nastro sembra che qualcuno, il comandante, cerchi di aprire la porta a forza. Poi la sua voce, a tono sempre più alto. "Andreas, apri per favore questa porta!". "Andreas per l’amor di Dio, apri questa maledetta porta!".

Sullo sfondo si cominciano a udire le prime grida e pianti dei passeggeri.

Molte voci giovani, forse quelle dei ragazzi della scuola.

Ore 10,35. "Per Dio, Andreas, apri questa maledetta fottuta porta! Aprila, subito, è un ordine!", urla il comandante. Dalla cabina dove Lubitz è solo non ottiene nessuna risposta. Rumori ancora più forti, il comandante cerca invano, con la forza della disperazione, di sfasciare la porta blindata colpendola con l’accetta delle emergenze di antincendio e atterraggio forzato. 


Ore 10,36 e 30 secondi. Suona il secondo allarme in cabina: "Terrain! Pull up! Pull up!" (suolo in vista, cabra, cabra!). Il 320 è sceso a 5000 metri, ci sarebbe ancora tempo per salvarsi. Il comandante urla: "Per Dio, Andreas, apri subito questa maledetta porta, merda! Apri questa fottuta porta!". I suo disperati colpi d’ascia si fanno sempre più forti, la porta non cede.

È un uomo in forma, colpisce con tutte le sue forze, ma la porta blindata non cede. Dalla cabina, la registrazione fornisce il respiro forte ma regolare di Lubitz. Il 320 scende ma è ancora a 7000 metri di quota.

Ore 10,38. il 320 punta verso nordest, verso i picchi delle Alpi francesi, scende a 4000 metri scarsi. Colpi d’accetta, ancora urla del comandante. Dalla cabina, il flight recorder registra il respiro regolare di Lubitz.

Risultati immagini per immagini Lubitz

Ore 10,41. L’Airbus urta rocce con l’ala destra. Si possono udire ormai fortissimi urla e pianti dei passeggeri. Sono le ultime voci e rumori, prima dello schianto, pochi secondo dopo è solo il silenzio.

Credo che sia un momento buio per Lufthansa, tra rischio bancarotta e allarme sicurezza. La discesa al 18esimo posto nella classifica delle compagnie e un buco di 700 milioni su cui peseranno i rimborsi alle vittime. Ecco perché il caso Germanwings potrebbe essere fatale.

Non c’è miglior modo di volare, è il loro motto, da quando la Lufthansa nacque 89 anni fa, il 6 gennaio 1926. Dalla vivace democrazia di Weimar al dopoguerra della libertà rinata a Bonn, si sentono l’aristocrazia mondiale del volo civile. “Lufthanseater”, tradotto "i Lufthansisti", li chiama da sempre la Germania con orgoglio.

Ma la catastrofe sulle Alpi francesi, con risarcimenti alle famiglie delle vittime che potrebbero costare alla compagnia 320 milioni, sta solo accelerando un amaro risveglio, da qualche anno Lufthansa affronta una crisi durissima. Adesso la sua immagine è a rischio, come fu per Air France dopo la sciagura del ‘330’ Rio-Parigi inabissatosi nell’Atlantico, o per Alitalia prima della svolta.

Quo vadis, Lufthansa? Sullo sfondo non c’è solo Andreas Lubitz, anche Berlino senza nuovo aeroporto, capitale giovanile troppo mal collegata, e quanto a sicurezza un crollo dall’11mo al 18mo posto.

Non Lufthansa ma Air New Zealand con i suoi nuovissimi Boeing, l’addestramento in Raf e aviazione australiana e spot e livree spiritose ispirate ai film sugli hobbit, è la linea più sicura del mondo.

La lotta della gru per sopravvivere è partita aperta.

 Sempre più elementi confermano che Lubitz ha causato volontariamente la morte di 150 persone: ieri il settimanale Paris Match ha dato notizia del ritrovamento di un video girato con un cellulare a bordo dell’aereo in cui si mostra il caos e le grida prima dello schianto.

Notizia poi smentita dal procuratore di Marsiglia. Ieri intanto i soccorritori hanno recuperato tutti i corpi delle vittime.

Risultati immagini per immagini Lubitz

Altri dettagli emergono dalla scatola nera.

Dalle registrazioni si sente chiaramente Lubitz respirare attraverso la maschera d’ossigeno, quella che si usa per non svenire in caso di depressurizzazione.

Il suo respiro muto è l’unico rumore nella cabina di pilotaggio fino alla fine.

Fuori le urla dei passeggeri: negli ultimi interminabili minuti hanno avuto modo di capire tutto.

Preghiamo per loro, per queste vittime innocenti, in questa settimana Santa..


Risultati immagini per immagini settimana santa

che Dio 

Risultati immagini per immagini settimana santa

li accolga a braccia aperte....


 fonte: web

 

 
 
 

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