Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

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Messaggi del 26/08/2016

Poetessa ribelle..

Post n°7657 pubblicato il 26 Agosto 2016 da nina.monamour






Nessuno può immaginare quel che dico quando me ne sto in silenzio,
chi vedo quando chiudo gli occhi, come vengo sospinta quando vengo sospinta,
cosa cerco quando lascio libere le mani.
Nessuno, nessuno sa quando ho fame quando parto, quando cammino e quando mi perdo, e nessuno sa che per me andare è ritornare e ritornare è indietreggiare,
che la mia debolezza è una maschera e la mia forza è una maschera, e quel che seguirà è una tempesta.
Credono di sapere e io glielo lascio credere e io avvengo.
Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia libertà fosse una loro concessione
e ringraziassi e obbedissi.
Ma io sono libera prima e dopo di loro, con loro e senza loro sono libera nella vittoria e nella sconfitta.
La mia prigione è la mia volontà!
La chiave della mia prigione è la loro lingua ma la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio desiderio e il mio desiderio non riusciranno mai a domare.
Sono una donna.
Credono che la mia libertà sia loro proprietà e io glielo lascio credere.


(Una poesia scritta da Joumana Haddad, scrittrice, poetessa, giornalista libanese)



Responsabile delle pagine culturali del quotidiano libanese An Nahar, amministratrice del premio letterario arabo Booker, membro del comitato del libro e della cultura presso il Ministero competente, autrice di libri e poesie, Joumana Haddad è anche la fondatrice e editor in chief di Jasad, una rivista trimestrale in arabo fondata anni fa specializzata nelle arti e nella letteratura del corpo.






Jomana è il prodotto di un paese arabo particolare dove una donna in minigonna e una con il velo si rispettano e non tentano di influenzare i rispettivi stili di vita. Anche in un mondo liberale come il Libano però, la libertà ha frutti ancora acerbi. Joumana concede che nel suo paese non è considerata una poetessa normale. Ovvio, le piace provocare (in modo sano e mai gratuito), affrontare temi tabù come quelli che approfondiscono il rapporto col corpo, il desiderio, l'amore, l'erotismo.

La penna di Joumana esprime una sensualità che non scade nella volgarità e una femminilità che non lascia spazio al femminismo. Pur affrontando temi "profani", il sacro è trattato con rispetto. Non è una femminista, non è una funambola sul filo dell'arte, sa che cadrà, ma sa che si risolleverà. Una persona che si arrende al proprio destino è una persona che ferisce. Lei vuole realizzare i suoi sogni ed è cresciuta in una famiglia tradizionale; sua mamma diceva che era nata "stufata."

E' stufa di tante cose però reagisce, è curiosa, ha voglia di libertà, sopratutto crede nei valori umanistici del mondo arabo ed è persuasa che la libertà sia un valore intrinseco alla sua cultura. Secondo il suo paradigma la libertà è il frutto di un processo di emancipazione culturale.

"La libertà la si acquista prima nella testa, poi nell'espressione e poi nelle azioni.
La letteratura non politically correct aiuta ad essere liberi"





 
 
 

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