Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Gennaio 2018

I celebri bocconcini di carne dal sapore "esplosivo"..

Post n°8261 pubblicato il 10 Gennaio 2018 da nina.monamour

 

 

 

 

Oggi giornata decisamente uggiosa, complice il vento, freddo, pioggia e, dulcis in fundo, una bella influenza che non mi dà tregua. Mi sento depressa?! Ma quando mai e allora mi sono cimentata in cucina con una ricetta pugliese ottenendo risultati splendidi.


Ci sono alimenti capaci di mettere d’accordo (quasi) tutti, in Puglia, uno di questi è la “bombetta”. Il suo nome lo spiega bene, si tratta di un bocconcino di carne arrotolata, una sorta di involtino che, una volta addentato, si traduce in una vera e propria esplosione di gusto. Diffuse un pò in tutta la regione, le bombette sono originarie della Valle d’Itria, la regione della Puglia centrale compresa tra Bari e le province di Brindisi e Taranto.


Si trovano in moltissime macellerie, le bombette pugliesi, coi loro ingredienti semplici, e quel sapore che sa di campagna, le fettine di capocollo (la coppa di maiale), tagliate sottili sottili e, al loro interno, i cubetti di quel formaggio saporito ma non eccessivamente forte. In genere si utilizzano cubetti di Canestrato Pugliese, un formaggio di latte intero a pasta pressata, a DOC e DOP.





Lo si realizza con il latte munto dalle pecore di razza gentile di Puglia, alimentate generalmente con erba fresca e, solo in casi eccezionali, con fieno o foraggio. A volte, viene sostituito dal caciocavallo podolico del Gargano, inoltre, negli anni, delle bombette pugliesi sono state introdotte numerose varianti, con la carne ripiena di prosciutto, di mortadella, di salsiccia (anche piccante), di pancetta. 


L’importante è la cottura, deve essere lenta, preferibilmente fatta alla brace poiché, in questo modo, i grassi vengono espulsi in modo graduale e la carne diventa tanto morbida da sciogliersi in bocca (che è poi il segreto di questa ricetta…). Se non si ha una brace a disposizione, si può ripiegare su di una padella oppure sul forno, disponendo le bombette sul fondo di un tegame o di una padella con un goccio d’acqua (anche in questo caso, la cottura dovrà comunque essere lenta).





Sono un perfetto cibo da strada, le bombette pugliesi, tanti sono i chioschi che le preparano, e le servono poi in scatolette di cartone con lunghi stuzzicadenti per afferrarle. Se consumarle, date le loro dimensioni contenute, è facile, prepararlo lo è altrettanto.

 

La tradizione, però, vuole che vengano degustate ai fornelli. La sera, i macellai si trasformano in osti, si sceglie la carne, e la si consuma al proprio tavolo. E, sì, si può fare proprio con le bombette!


Buon pranzo


 
 
 

Essere buoni vicini si può..

Post n°8260 pubblicato il 09 Gennaio 2018 da nina.monamour

 

 

La convivenza tra inquilini non è sempre pacifica e, questo, lo sappiamo tutti! Basta poco, il rumore dei tacchi o la musica troppo alta e si innescano reazioni scomposte, ma invertire la tendenza è possibile. Almeno due milioni di italiani ogni anno intentano una causa per questioni condominiali che rappresentano la metà delle controversie nei tribunali civili. E solo nel mese di Luglio una decina di liti tra vicini di casa sono degenerate nella violenza. Secondo Voi cosa succede? Non sappiamo più convivere?



Beh, oggi i palazzi sono contesti sempre più estranianti e asettici, dove la maggior parte degli inquilini torna solo per dormire, risultato? Vi si trovano a convivere perfetti sconosciuti, con abitudini e orari diversi e questo genera contrasti. La crisi poi non aiuta, chi fa sacrifici per pagare le spese, cova rancore verso chi non è costretto a farli. Mentre aumentano le differenze tra vicini, diminuisce la capacità di tolleranza, perché la difficoltà del vivere odierno, tra ritmi frenetici e precarietà, alimenta diffidenza e nervosismo.

E la società, a furia di promuovere l'individualismo, ha perso il senso della comunità e il valore del dialogo e ognuno si trincera dietro le sue ragioni e la porta. In tutta Italia nascono iniziative controcorrente, per promuovere la solidarietà nei palazzi, infatti a Roma, il progetto "Condomini solidali" introduce la figura del "custode solidale" per favorire la collaborazione tra gli inquilini, invece a Prato sorgerà il "Condominio per genitori separati" e a Rimini c'è un Assessore con la delega del al "buon vicinato".

Poi ci sono i Cohousing, a Ferrara, in cui si sperimenta un nuovo tipo di coabitazione, condividendo spazi e servizi come lavanderia, biblioteca, sala giochi.



Gli anziani, per esempio sono una risorsa, sono le principali vittime dell'impoverimento dei rapporti di vicinato, che aggrava la loro solitudine; tanti sono vedovi, con i figli lontani e non hanno spazi per incontrare i coetanei, così se ne stanno chiusi a rimuginare, lamentandosi per rumori o odori che non noterebbero, se avessero una vita più soddisfacente.

I palazzi sono pieni di cantine e giardini in disuso, allora perché non mettere in moto iniziative che li vedano impegnati? Oggi si pensa che l'anziano necessiti di assistenza, spesso invece ha bisogno di assistere lui gli altri, per sentirsi utile e trovare nuovi momenti per socializzare e le occasioni non mancano, l'ex idraulico o muratore può fare piccole riparazioni nel palazzo, l'ex prof. dare ripetizioni, la nonna pensare agli orti e il tutto gratuitamente in cambio di un bene più prezioso, conquistare un ruolo nella comunità.



I giovani possono diventare il motore della vita sociale in un palazzo, e a questo proposito non si parte da zero, perché ci sono diverse iniziative interessanti che vedono protagonisti anziani e ragazzi; per esempio le Social street, cioè gruppi su Fb di mutuo aiuto tra residenti di un quartiere e i "Salotti di strada d Bologna", dove si scende sotto casa per conoscersi e parlare di arte e letteratura. Invece a Milano, da tre anni c'è il progetto "Prendi in casa uno studente", per cui gli anziani soli ospitano nel loro appartamento un universitario fuori sede in cambio di un rimborso spese.

Buona giornata

 
 
 

Il palcoscenico della vita

Post n°8259 pubblicato il 08 Gennaio 2018 da nina.monamour

 

 

Non è importante come entri nel palcoscenico della vita degli altri, l’importante è l’uscita di scena; quindi prendi fiato, sorridi comunque sia andato lo spettacolo e fai il tuo inchino migliore.

Ma soprattutto, non concedere mai il bis ad un pubblico che non lo merita.

Charlie Chaplin


 
 
 

Non importa chi sono..

Post n°8258 pubblicato il 08 Gennaio 2018 da nina.monamour

 

 

Non importa chi sono, non importa come mi chiamo, potete chiamarmi Strega.

Perché tanto la mia natura è quella, da sempre, dal primo vagito, dal primo respiro di vita, dal primo calcio che ho tirato al mondo.

Sono una di quelle donne che hanno il fuoco nell’anima, sono una di quelle donne che hanno la vista e l'udito di un gatto, sono una di quelle donne che parlano con gli alberi e le formiche, sono una di quelle donne che hanno il cervello di Artemisia, di Madame Curie, etc..etc..

E sono bella! Ho la bellezza della luce, ho la bellezza dell’armonia, ho la bellezza del mare in tempesta, ho la bellezza di una tigre, ho la bellezza dei girasoli, della lavanda e pure dell’erba gramigna!

Per cui sono Strega.

Sono Strega perché sono diversa, sono unica, sono un'altra, sono me stessa, sono fuori dalle righe, sono fuori dagli schemi, sono a-normale… sono io!

Sono Strega perché sono fiera del mio essere animale-donna-zingara-artista e...folle ingegnere della mia vita.

Sono Strega perché so usare la testa, perché dico sempre ciò che penso, perché non ho paura della parola pericolosa e pruriginosa, della parola potente e possente.

Sono Strega perché spesso dò fastidio alle Sante Inquisizioni di questo strano millennio, di questo Medioevo di tribunali mediatici e apatici.

Sono Strega perché i roghi esistono ancora e io, prima o poi, potrei finirci dentro.

Buona giornata

 

 
 
 

Un brindisi all'anno nuovo..

Post n°8257 pubblicato il 07 Gennaio 2018 da nina.monamour

 

 

Il capodanno è un’innocua istituzione annuale,utile solo come scusa per bevute promiscue,

telefonate di amici e stupidi propositi.

Brindo agli amici e ai nemici.
Alle persone che mi hanno fatto del male rendendomi più forte, forgiando il mio carattere.
Brindo agli amici che hanno riso con me, ma che hanno anche condiviso le lacrime, mi hanno teso la mano quando ne ho avuto bisogno, e non sono scomparsi come molti fanno, nel momento del buio.

Brindo ai miei genitori che mi hanno dato la vita, e alle mie sorelle che l’hanno arricchita costruendo con me quelle basi solide di un rispetto familiare che a nulla si può paragonare.

Brindo alla scrittura, che da sempre è stata la mia via di fuga quando la vita diventava insopportabilmente pesante. Brindo a un nuovo anno che è arrivato, alle speranze risposte in esso, e al ricordo di tutti gli anni trascorsi fino ad oggi.


Brindo agli amici e ai nemici. Alle persone che mi hanno fatto del male rendendomi più forte, forgiando il mio carattere. Brindo agli amici che hanno riso con me, ma che hanno anche condiviso le lacrime, mi hanno teso la mano quando ne ho avuto...


Brindo allo specchio, questo sconosciuto da cui fuggo, impaurito dal suo saper parlare senza voce, dal suo dir tutto senza impiegare le parole.

Brindo a questa meravigliosa vita, a questo viaggio bellissimo che ci è stato concesso d’iniziare.

E alla mia valigia d’esperienza, che mai smetterò d’aver voglia di riempire!

 
 
 

Le regole del gioco..

Post n°8256 pubblicato il 06 Gennaio 2018 da nina.monamour

 

 

Come Kate Middleton prima, Meghan Markle si prepara alle severe regole formali di Buckingham Palace.

Dai cani della regina "sovrani" al giusto modo di tenere una tazza da tè. Proverà a cambiarle?

I primi sei in linea di successione al trono (Harry è il quinto)  per le nozze devono chiedere permesso alla regina. E guai a parlare in pubblico di politica, i Windsor non votano e devono restare neutrali.
Addio alle vongole e all’aragosta a Natale, Elisabetta II evita di mangiare crostacei e molluschi, per le reazioni allergiche. Così, restano fuori menu, ma è rinuncia praticabile, e resta un buon affare.




Il patrimonio di Harry? 40 milioni di dollari.

L'ordine di successione al trono diventa la "Bibbia", quando la famiglia reale appare in pubblico o in uno scatto ufficiale, bisogna disporsi in base alla possibilità di diventare un giorno monarca (o consorte del...). Inoltre, la regina dà il ritmo a ogni evento, ossia se lei mangia, si mangia; se è seduta, ci si siede.



Kate, Wills, Charlie, Liz, non sono ammessi, quando hai un titolo reale, devi dire addio a nomignoli e diminutivi.

Sarebbero troppo informali. "Catherine, duchessa di Cambridge" è l’unico modo per rivolgersi all'ex borghese che ha dovuto imparare anche il giusto modo per tenere una tazza da tè.

Ci si dovrebbe baciare in pubblico solo il giorno delle nozze. Carlo e Camilla hanno disobbedito al protocollo in tre occasioni, l’ultima nel novembre 2017 a Singapore. William e Kate nelle occasioni ufficiali non si tengono mai per mano.



La regina e Filippo in 70 anni non hanno mai manifestato affetto in pubblico. Harry e Meghan hanno già mostrato di voler essere l'eccezione.

Vietato rimproverare gli amati cani Corgi della sovrana.





Meghan, però, pare sia stata subito simpatica ai cani reali, ma questo non le risparmierà l'addestramento militare, già frequentato da Kate e Lady D.

Sposare un reale non rende automaticamente "principesse", da coniugata Kate Middleton è diventata "Sua Altezza Reale, principessa William di Galles", e qui il titolo è legato esclusivamente al nome del marito.



Non resta che sbizzarrirsi con i cappellini, d'obbligo per gli eventi formali ma solo fino alle 6 pm.

Dopo, la tiara..


 

Buona Epifania

 


 
 
 

Con l'Epifania finiscono le feste..

Post n°8255 pubblicato il 06 Gennaio 2018 da nina.monamour

 

 

 La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana
Viva, Viva La Befana!



La Befana vien di notte
Con le scarpe tutte rotte
Col vestito alla romana (o in altra versione: col cappello alla romana)
Viva, Viva La Befana!



La Befana a volte tarda
perché ormai è vecchia e sorda,
ma a coloro che son buoni
lascia sempre tanti doni.
Tra la cenere e il carbone
ecco a te un suo bacione.



Arriva la befana,
è già partita da una settimana,
con la scopa di saggina,
lei vola per arrivare prima.
Viva viva la befana.



Befanina befanina,
fa’ che io trovi domattina né regali né balocchi,
ma il colore dei tuoi occhi,
che mi dicon con calore,
è sol per te tutto il mio amore.

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È scoccata mezzanotte
c’è una scopa che vola di notte,
e con la sua scia strana
porta sopra una carampana.
Con uno scialle in testa,
porta regali ai bimbi in questo giorno di festa.



Se sei stato buono
ti porterà un bel dono,
e se al contrario cattivo sei stato,
un pezzo di carbone riceverai zuccherato.
Anche se un pò anziana
un augurio, a te, dolce befana.

 

 
 
 

Personaggio tv, scrittrice, trasgressiva e provocatrice..

Post n°8254 pubblicato il 05 Gennaio 2018 da nina.monamour


 

Marina Ripa di Meana è morta dopo aver combattuto per diversi anni contro un cancro che lentamente la stava uccidendo. Il sito Dagospia ha riportato che la stilista avrebbe confidato ad alcuni amici che questo sarebbe stato il suo ultimo Natale.

L'ultia apparizion della Stilista coniugata con Carlo Ripa di Meana risale alla scorsa primavera, quando aveva cercato con una veletta di nascondere i segni del malore che, dopo molti anni, oggi l’ha portata via.

Secondo la confidenza di amici l’eccentrica stilista sarebbe stata consapevole di essere vicina alla fine, tanto da aver detto lei stessa che quello del 2017 sarebbe stato per lei il suo ultimo Natale.



Ospite da Barbara D’Urso a Pomeriggio 5 aveva detto che erano sedici anni che combatteva contro il cancro. Si alternavano periodi bui a periodi meno bui.” ma dopo 17 anni il mostro che la divorava dall’interno è riuscito a portarsela via.

Nata a Reggio Calabria nel 1941 con l’amica Paola Ruffo di Calabria aveva deciso di intraprendere la carriera di stilista, e insieme avevano aperto un atelier a Piazza di Spagna.

Grazie alle sue amicizie entrò in poco tempo a prendere parte alle esclusive serate del mondo dello spettacolo italiano, dove conobbe Alessandro Lante della Rovere con cui convolò in prime nozze nel 1964.

Nel 1982 ha sposato Carlo Ripa di Meana e da allora si è dedicata alla stesura di alcuni libri autobiografici, muovendosi soprattutto sul fronte ambientalista (talvolta suscitando anche scandalo, come quando posò senza veli per una campagna anti pellicce).


Personaggio tv, scrittrice, trasgressiva e provocatrice, dagli anni Novanta ha partecipato a svariate campagne contro lo sterminio dei cuccioli delle foche, contro l'uso per moda e vanità delle pelli e delle pellicce, contro le corride, contro gli esperimenti nucleari francesi nell'atollo di Mururoa.

 


La stilista, definita eccentrica per il suo particolare gusto nel vestire, lascia il marito, la figlia Lucrezia (avuta dal Alessandro Lante della Rovere) e le sue due nipotine, Ludovica e Vittoria.

Dopo gli studi comincia a lavorare come stilista aprendo un atelier di alta moda in piazza di Spagna, a Roma, insieme con l'amica Paola Ruffo di Calabria, più tardi principessa di Liegi e divenuta poi, dal 1993 al 2013, regina del Belgio. Diventa quindi una delle protagoniste della vita mondana di Roma dagli anni sssanta in poi.

Sale poi ancora di più alla ribalta della cronaca con il matrimonio con Lante della Rovere, del 10 giugno 1964. Frequenta gli ambienti altolocati della nobiltà capitolina, le cui vicende in quegli anni si intrecciano con quelle raccontate ne La dolce vita di Federico Fellini.

Che ora Riposi In Pace fuori da quell'inquietudine che va di pari passo con la superficialità.

La Calabria si associa al dolore della famiglia..


 
 
 

Grazie per essere stata sempre presente nella mia vita.....

Post n°8253 pubblicato il 05 Gennaio 2018 da nina.monamour

 

 

Cara amica ti scrivo...

...ti scrivo per dirti grazie. Un grazie di cuore per essere la mia amica, o come diciamo noi, una sorella per scelta. Un grazie che forse non sono mai riuscita ad esprimere, ma che questa volta vorrei manifestare attraverso le parole di questa lettera, tramite la scrittura, la più grande forma d'arte e passione che ci accomuna. Perché quando io scrivo cerco la bellezza, desidero dare un senso profondo a ciò che penso e cerco di esternare le mie emozioni.

Oggi, in questo giorno speciale, voglio a mio modo augurarti il migliore dei compleanni, così, nella più singolare delle forme che potessi pensare. Perché se come si dice la scrittura è la pittura dell'anima, ho trovato la maniera con questa lettera per mettere a nudo i miei pensieri. Uno sforzo enorme per chi come me si rifugia dietro la sua corazza. Poiché la vita a volte è strana, quanto più spesso ci dona, quanto allo stesso modo ci toglie.

Prende a schiaffi la nostra esistenza senza logica, senza controllo, senza ripensamenti, lacerando anche il più piccolo brandello del nostro cuore. E l'unica difesa che ci resta è quella di correre al riparo. Ma poi ci sono momenti in cui la stessa ci fa delle sorprese stupende, di una magnificenza inattesa, perché la vita quando decide di farti un regalo ti fa incontrare persone speciali.

Persone amiche, con la A maiuscola, che possono dividere con te gioie e vittorie, ma che in punta di piedi o in silenzio sanno starti accanto anche nel momento del bisogno.

Grazie quindi di far parte della mia esistenza, e poi per regalarmi i tuoi sorrisi e le tue prediche, grazie per essere la mia "noiosa" salutista amica che bada alla mia forma fisica, (e sarebbe ora di smetterla, pardon cara e grazie per essere una spalla nei momenti di sconforto o in prima linea nel supportare le mie folli idee, ma fallo senza rottura di scatole!). Grazie per essere stata la mia consigliera quando mi piaceva un uomo, una lingua tagliente quando c'era da tirare fuori le unghie o un'estroversa compagna di viaggio.

Grazie per aver fiducia in me, una fiducia libera e senza compromessi, che spero di ricambiare allo stesso modo. Perché a me piacciono le persone che affrontano la vita con leggerezza, ma che alla base hanno dei valori fermi. Quelle che quando le guardi negli occhi, abbassano lo sguardo, anche se fanno finta di essere forti. Quelle che non sanno dirti a parole ciò che sentono, ma che sul loro viso traspare la voglia di dirti tutto.

Quelle che hanno sempre la battuta pronta, un sorriso da regalare, ma anche il senso del rispetto. Voglio attorniarmi di persone come te, che solo con la loro presenza rendono migliore il mio cammino.

Grazie quindi per essere al mio fianco, giorno dopo giorno, perché insieme si cambia, insieme ci si migliora, insieme si affronta meglio la vita.

Grazie di essere semplicemente la migliore ..sarà vero? (' vero, è vero, dico la verità caspiterina)

Sorbole..io ci credo, sarò sciocca e credulona, ma ci credo e anche tanto..

Ma che rottura di gambasisi, anche l'amicicizia è da tenere sotto controllo??!!

Un grazie

 


di vero cuore..

 
 
 

L'insetti li damo ar sorcio, le alghe le damo ar gatto..

Post n°8252 pubblicato il 04 Gennaio 2018 da nina.monamour


L'immagine può contenere: 1 persona, sta mangiando e bambino


"Insetti e alghe",
ecco il menù del 2018!

A Gennaio entra in vigore il regolamento Ue che porterà sulle nostre tavole cibi prima vietati."

 
NO GRAZIE !
Amo la PASTASCIUTTA !

Solitamente, specie in Calabria e nel sud Italia, sulla tavola, specie, della cena di Carnevale non possono certo mancare le polpette, nelle sue classiche varianti, al sugo oppure fritte.

Ma forse, non tutti sanno che le polpette vengono proposte anche come una succulenta e corposa prima portata, da abbinare con della pasta e, più tradizionalmente, con gli spaghetti, conditi con il sugo al pomodoro in cui si sono cucinate le polpette e naturalmente accompagnati in ogni singolo piatto da qualche polpetta, ancora calda e fumante.

Ingredienti, 300 grammi di carne trita mista di vitello e maiale – 2 cucchiai di parmigiano grattugiato – 750 ml di passata di pomodoro – un cucchiaio di pecorino silano – 4 fette di pane raffermo – sale – un uovo – una cipolla – pepe – prezzemolo – peperoncino – olio extravergine di oliva.

Iniziate a preparare le polpette al sugo di pomodoro. Ammorbidite il pane in acqua tiepida, poi strizzatelo per bene per far in modo che perda tutta l’acqua assorbita.

Poi sbriciolate il pane con le mani e mettetelo in un piatto, nel quale aggiungerete anche un uovo, la carne trita, il pecorino grattugiato, il prezzemolo spezzettato con le mani, un pizzico di sale e uno di pepe. Impastate il tutto e formate con le mani delle polpette di media dimensione.

Intanto preparate il sughetto, prendete una pentola da bordi alti e mettetevi dell’olio con la cipolla tritata, facendola rosolare la passata di pomodoro e un pò di peperoncino. Aggiustate di sale e appena il sugo al pomodoro bollirà, aggiungetevi le polpette. Fatele cuocere per un minuto e unitevi mezzo bicchiere di acqua calda.

Continuate la cottura delle polpette al sugo per 15 minuti per poi rigirarle su se stesse e farle cuocere dall’altro lato per altri 15 minuti, facendo in modo che non si attacchino al fondo della padella.

 

 

Una volta che il sugo al pomodoro sarà ristretto e le polpette, così, saranno pronte, cuocete gli spaghetti in abbondante acqua salata e quando saranno pronti scolateli per poi buttarli in padella con le polpette al sugo. Amalgamate con un mestolo di legno tutti gli ingredienti tra loro e servite, cospargendo gli spaghetti con le polpette al sugo di Carnevale alla calabrese con una bella spolverata di pecorino grattugiato fresco del prezzemolo spezzettato.

 

 

 
 
 

Red Lights, The Lives of Sex Workers in Postsocialist China...

Post n°8251 pubblicato il 03 Gennaio 2018 da nina.monamour

 

 

In Cina sono arrivati gli “scaccia-amante”. E, per quanto inusuale possa sembrare, hanno già un discreto giro di affari, lo descrivono un recente reportage della Bbc e una lunga inchiesta estiva del New Yorker, entrambi partendo dall'Ospedale dell'amore Weiqing a Shanghai. È qui che si rivolgono le donne tradite per cercare (e pagare) un aiuto.

Ventiquattro ore su ventiquattro i telefonisti rispondono a domande su servizi e tariffe che arrivano da tutto il Paese. Si parte da 15 mila dollari, una cifra che raddoppia se c’è bisogno di uno scaccia-amante, e che sale di cinque volte se la donna ha un figlio con il marito fedifrago. L’azienda funziona dal 2001, quando è stata aperta da Shu Xin insieme con la sua assistente Ming Li. Secondo loro ci sono 33 modi per allontanare “l'altra” ma, anche se non l'ammettono, quasi tutti si basano su imbrogli e sotterfugi. Si può provare a farla innamorare di qualcun altro, cercare di far trasferire il marito fedifrago in un'altra città, convincere l'uno o l'altra di quanto sia disgustoso il/la compagno/a di nuove avventure con filmati, cartelle mediche o fotografie. I media cinesi sono pieni di queste storie.

La Cina paga la modernità e la rivoluzione di costumi. Si pensi che prima del 1997 la pornografia, la prostituzione, lo scambismo e il sesso prima del matrimonio erano considerati reati. Per non parlare dell’omosessualità, che è stata comunque nella lista delle malattie mentali fino al 2001. Oggi sono comunque punibili ma con pene spesso meno severe di quelle riportate sulla carta e, cosa forse ancora più importante, nella maggior parte dei casi non vengono denunciati. Le rare notizie di questo tipo di reati ci fanno capire che si rischia al massimo qualche mese di detenzione. E spesso sono più legate alla volontà di ricatto che al sesso in sé.

Come nell’epoca imperiale a un uomo di potere non basta una sola moglie. Mao, che da bravo comunista voleva la parità dei sessi, aveva posto fine alla pratica "decadente e borghese" delle concubine, ma nel privato si divertiva non poco. E così continuano a fare i suoi successori. Le concubine di oggi si chiamano ernai, che letteralmente significa "seconda donna, o xiaosan, la piccola terza (incomoda)" e sono molte più di quanto si pensi. Una ricerca di qualche anno fa dell’Università del popolo di Pechino evidenziava come il 95% dei funzionari avesse avuto relazioni extraconiugali a pagamento e il 60% avesse mantenuto almeno un’amante.

Di esempi ce ne sono a non finire, dal funzionario che nel 2002 ha indetto la prima (e unica) competizione annuale per decidere quale delle sue 22 amanti fosse la più piacevole a Liu Zhijun ex ministro delle Ferrovie condannato all’ergastolo per aver preso tangenti per un valore di 3,6 milioni di euro e per aver mantenuto 18 amanti. Anche nel processo più sensazionale degli ultimi anni, quello all’ex principino rosso Bo Xilai, condannato all’ergastolo per corruzione, tangenti e abuso di potere, una delle accuse era quella di aver avuto rapporti sessuali impropri con un certo numero di donne. Una frase tanto bigotta da essere divenuta immediatamente virale in Rete.

 La gente comune sa che i politici di professione non finiscono in galera per una mazzetta o per un’amante. Per gli uomini d’affari concludere una cena in un bordello o viziare un cliente importante offrendogli belle donne è più frequente di quanto si possa immaginare. E la popolazione è ormai sempre più smaliziata. Zheng Tiantian, Antropologa Sociale dell’Università statale di New York, questo tema non lo ha solo studiato, per due anni ha lavorato in un karaoke della metropoli di Dalian e racconta la sua esperienza in un libro sconvolgente: (University of Minnesota Press, 2009). "Gli uomini più potenti erano quelli che potevano controllare emotivamente e fisicamente e loro amanti. Approfittavano di loro e poi le abbandonavano".

 Se all’inizio del Novecento, quando la Cina era ancora un impero, molti intellettuali erano convinti che la questione dei diritti delle donne fosse centrale per trasformare la Cina in una nazione moderna e anche ai tempi di Mao l’uguaglianza tra uomini e donne era considerata fondamentale per il Paese e un vanto dei sistemi socialisti, con l’apertura al mercato le cinesi hanno perso il terreno già conquistato. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite del 2013, circa la metà degli uomini cinesi ha usato violenza psicologica o fisica sulla propria compagna. Numeri non troppo differenti da quelli di altre parti del mondo. Ma particolarmente grave è che in Cina il 72% degli uomini che hanno abusato di una donna non abbia subito nessuna conseguenza legale.

Non solo, oggi le donne guadagnano in media il 40 per cento in meno degli uomini e faticano ad arrivare a ruoli di potere. C'è una sola donna tra i 25 membri del politburo e la moglie del Presidente, Peng Liyuan, ha dovuto abbandonare la sua carriera di cantante di successo per non far ombra al marito. La chiosa è quello rivela lo scaccia amante Yu Ruojian al New Yorker, "nel mondo d’oggi una donna che è già stata di qualcuno è come un’auto di seconda mano. Una volta usata non vale un briciolo del prezzo di vendita iniziale. Un uomo usato invece non fa che aumentare di valore". "Il sogno cinese di Xi Jinping", ha sintetizzato l’opinionista Chang Ping, "potrebbe essere meglio descritto come il sogno di un impero patriarcale".

 

 

 
 
 

Perle di saggezza..

Post n°8250 pubblicato il 02 Gennaio 2018 da nina.monamour

“È libera la camera di Ciro Di Marzio?” L’hotel di Gomorra fa il pieno

 

"Scusate, si può avere la stanza di Gomorra?". Apparentemente surreale, il quesito ormai non coglie di sorpresa Carlo Cozzolino, direttore dell'Hotel Mignon di Napoli. Questo "2 stelle" che da mezzo secolo accoglie l'eterogenea clientela che predilige la zona della Stazione centrale, infatti, è l'albergo dove sono state girate alcune scene della fiction di Sky, con protagonista "l’Immortale", quel Ciro Di Marzio (interpretato da Marco D’Amore). La camera che tutti vogliono è la numero 60, al quarto piano, è lì (tra l’altro), che il protagonista si rifugia dopo essere rientrato a Napoli. La stanza non si può vedere perché è occupata.

Un inserviente vuole tranquillizzarci, "tanto nun se vede niente, e na stanza normale". Ma il Direttore puntualizza, "è un fatto simbolico, già durante le riprese c'era la folla. E pensate che loro (la produzione) sono stati qui quasi quattro mesi, da febbraio a maggio di quest’anno e un’altra scena l’hanno fatta pure nel bar accanto".

Certo appare improbabile che il Mignon diventi una tappa dei tour di cine-turismo che in città illustrano i set scelti da Vittorio De Sica, Dino Risi, Giuseppe Tornatore e più recentemente John Turturro o Ferzan Özpetek (recentemente ha presentato il suo "Napoli velata" con immagini girate nella Cappella Sansevero e nella Farmacia degli Incurabili).

"Don Carlo posso avere la carta igienica e il telecomando?", chiede un cliente, evidentemente abituale. Che fosse una certa richiesta lo si era intuito dal fatto che proprio sul bancone dell'accoglienza sono appoggiati un paio di rotoli, insieme con una michelangiolesca ma poco natalizia Pietà e un cartello bianco che intima "La Spett. clientela è pregata di pagare in anticipo". Segnali contrastanti giungono anche dal resto dalla hall, di fianco al presepe e all'albero spicca una vistosa incrinatura della porta a vetro d’ingresso, parrebbe il segno di un pallottola ma dicono si tratti di un colpo di spranga.

"Le stazioni ferroviarie sono zone difficili dappertutto, anzi ci sono città dove va molto peggio che qua", dice don Carlo mentre dà indicazioni al personale sotto lo sguardo severo di un altro habitué che sembra non gradire l’attenzione mediatica caduta sull’alberghetto di via Novara. E anche all’esterno non si passa inosservati, "Scusate ma voi che state fotografando?", dice un corpulento e non più giovane transessuale dopo essersi avvicinato con uno sguardo poco amichevole.

Il direttore dimostra di avere le idee chiare anche sulle furiose polemiche che ancora rimbalzavano sui giornali a proposito del presunto effetto emulativo della fiction. L’effetto dei film c’è sempre stato, soprattutto nei bambini, pure con Superman o i cowboy. Ma le sparatorie di camorra avvenivano già molto prima di Gomorra. Senza contare che negli Anni '60 e '70 uscirono tanti film sulla città violenta, ricordate? Pellicole che raccontavano cose vere. E poi, ci sono telefilm simili in altre nazioni del mondo e non per questo i giovani di quei Paesi si mettono a sparare per strada.

Perle di saggezza anticamorra nell'albergo di Gomorra..

 
 
 

Un brindisi alla vita..

Post n°8249 pubblicato il 02 Gennaio 2018 da nina.monamour

 

 

Il brindisi che ho fatto a Capodanno è stato specialmente dedicato a me.
Alla persona che sono, ai miei sogni, alle mie idee, ai sacrifici…
a tutto ciò che ho avuto e perso, a quello che strada facendo ho trovato…
Ho fatto un brindisi a me, al bene che ho donato e a quello che ho ricevuto.
Un brindisi alla vita che in ogni caso vale la pena essere vissuta,
a tutto quello che non ho e vorrei
a tutto quello che inaspettatamente mi è stato donato.
Ecco cosa ho fatto, un solo brindisi...

 

 

Un brindisi alla vita!


 
 
 

Una creatura davanti alla guerra...

Post n°8248 pubblicato il 01 Gennaio 2018 da nina.monamour






Migranti e rifugiati, uomini e donne in cerca di pace

1° GENNAIO
GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

 
* Avevo una scatola di colori *
 
Avevo una scatola di colori,
brillanti, decisi e vivaci.
Avevo una scatola di colori.
alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero per il pianto degli orfani.Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo per le sabbie ardenti.
Ma avevo l'arancio per la gioia della vita.
E il verde per i germogli e i nidi.
E il celeste dei chiari cieli splendenti.
E il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
 
{Si tratta di una poesia trovata nello zainetto di Tali Sarek, una bimba di Beersheba (Israele) di 12 o 13 anni, al tempo della guerra del Kippur.
Esprime con parole semplici e toccanti la reazione di una creatura davanti alla guerra.}

Questo è ciò che vorrei leggere oggi, non sterili auguri vuoti e privi di senso.
.




 
 
 

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