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Metamorfosi di una farfalla - Mindfulness & Love Coaching

 

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Come sopravvivere ai sensi di colpa (tra i genitori e i figli)

Post n°348 pubblicato il 20 Novembre 2017 da irene.74

Siamo una generazione fortunata, non c'è che dire. Come tutte le fasi di transito, manteniamo un equilibrio precario tra ciò che è stato e quel che sarà. Spesso arrivando - purtroppo - a dimenticarci di noi stesse. 

Quando eravamo piccole, i nostri genitori si preoccupavano di farci studiare, di non farci mancare nulla, di farci frequentare il catechismo, praticare uno sport (i più fortunati) e per il resto ci abituavano a seguire nel modo più docile possibile, gli spostamenti della famiglia tra incombenze varie e nonni da non dimenticare.

Ora che siamo diventate madri abbiamo piena consapevolezza di quanto diversa sia la condizione che sperimentiamo coi nostri figli. Molte di noi sono separate ovvero sole, alle prese con tutto. Gestire un figlio, oggi, significa scapicollarsi da un capo all'altra della città per consentirgli di studiare, praticare sport (magari un paio, così non ci si annoia), vedere gli amici, far parte di associazioni e gruppi vari. Morale della favola: ogni giorno, dopo la scuola, ci sono almeno due impegni differenti da considerare. E sempre più spesso finiamo col sentirci tra l'incudine e il martello.

Eh già... perchè contemporaneamente dobbiamo tener conto delle esigenze dei genitori, non più giovanissimi. E se siamo figli unici, direi che il quadro è completo.

Provi ad ottenere collaborazione dai figli e ti additano per la madre snaturata che tarpa loro le ali impedendogli il volo libero. Cerchi la comprensione dei genitori e ti accorgi che davvero non ce la fanno a star dietro alle dinamiche frenetiche che finiscono con l'essere, per te, pane quotidiano. E allora... che fare?

I sensi di colpa non servono a niente, se non a caricarti di inutili pesi e zavorre. Ecco 3 consigli che potranno rivelarsi realmente preziosi...

1) Tra i genitori e i figli ci sei tu. Inserisciti tra le priorità. Questo per evitare che, votandoti al martirio, ad un certo punto, tu possa caricarti di rancore per la frustrazione derivante dalla situazione che si viene a determinare. Prendi l'abitudine di organizzare la settimana già dal venerdì precedente. Su un quaderno scrivi di cosa hanno bisogno i figli e i genitori (appuntamenti legati a scuola, sport, visite mediche, commissioni...) Segna altresì di cosa hai bisogno tu (visita dal dentista, appuntamento col parrucchiere o più banalmente mezz'ora di sana solitudine o un tè con le amiche). Quindi crea un planning dove andare ad incastrare tutto al meglio

2) Non farti dare per scontata, non viziare più del necessario. Abbiamo l'onere di educare i figli alla vita. Tagliamo il cordone ombelicale! Occorre renderli indipendenti. O cresceranno con la convinzione di poter disporre di noi come più gli va, quasi non avessimo una vita nostra da tenere in considerazione. Suddividi i compiti familiari in modo che ciascuno collabori. Ti rimarrà più tempo per pensare al resto.

3) I genitori anziani non hanno solo bisogno di qualcuno che si occupi delle faccende che non son più in grado di sbrigare da soli. Hanno necessità di sentirsi amati, considerati, importanti. Anche se le tue giornate sono parecchio ingarbugliate, cerca di ritagliarti ogni giorno un po' di tempo per loro. Per passare a fargli un saluto, se abitano vicini. O anche solo una telefonata. In questo modo si sentiranno rassicurati riguardo la tua presenza. Ed eviterai di dover fare i conti coi malumori e i borbottii che, diversamente, potrebbero manifestare.

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Commenti al Post:
diogene51
diogene51 il 20/11/17 alle 16:56 via WEB
Certamente, Irene, il senso di colpa è uno dei sentimenti più inutili che si possa concepire. non voglio erigermi a maestro, anche io ci sono cascato e ci casco ancora, dico in generale perché ormai la figlia è cresciuta e non è più con noi e i genitori non ci sono più...In passato, mi sono liberato dal senso di colpa riconoscendomi la possibilità di sbagliare. Cioè, mi son detto: sì forse ho sbagliato, forse avrei dovuto comportarmi diversamente, ma la mia esigenza vitale è stata di comportarmi così. Avrò fatto del male, avrò fatto del male a una persona, sarò stato cattivo, amen. Ti auguro giorni sereni.
 
 
irene.74
irene.74 il 21/11/17 alle 10:31 via WEB
Interessante la tua attenta analisi. Il discorso, in effetti, è complicato. Mi verrebbe da chiedere perché questi sensi di colpa non vivano a condizione di reciprocità. Perché dobbiamo sentirci in fallo sempre noi e rassegnarci a dover sembrare trasparenti agli occhi degli altri. Che poi la colpa, quella vera, esiste quando si sceglie deliberatamente di far del male. Consapevoli di starlo facendo. Ma se io agisco in un modo che ritengo giusto e poi scopro che tale non era, più che convivere coi sensi di colpa dovrei imparare la lezione e limitarmi a migliorare. No? Giorni sereni a te, Renato
 
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Un blog di: irene.74
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