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SPOT NAPOLI PULITA: UNA FURBATA!

Da qualche giorno in tv gira una pubblicità che ricorda a tutti gli italiani che il governo ha ripulito Napoli e che invita gli stessi a tenerla pulita.

E' chiaro: trattasi di una furbata! Una furbata perchè Napoli non è mai stata ripulita, in quanto mentre hanno provveduto a togliere la sporcizia dal centro, hanno lasciato la periferia invasa dall'immondizia. Una furbata anche perchè mettere questa pubblixcità a poco più di due mesi dalle europee equivale a farsi pubblicità (che come abbiamo detto prima è inveritiera.

Nella prima parte del video sottostante c'è la pubblicità in questione interpretata dall'attrice Elena Russo (raccomandata da Berlusconi come le intercettazioni ci hanno fatto scoprire); poi segue una breve spiegazione della vera situazione del napoletano.

 

3193 280409 BIGNARDI - BRUNETTA

Francamente credevo che con quello che avevo scritto qualche post fa sulla sesta puntata di L'Era glaciale ci chiudere l'argomento. Mi riferisco all'intervista che la Bignardi ha fatto a Brunetta. Ma mi accorgo, invece, che in questi giorni non si fa altro che parlare di questo sia sui giornali, che in internet.

Io la mia l'ho già detta e francamente ho trovato Brunetta molto arrogante e non mi sento di rimproverare alla Bignardi di essere sbottata in più di un occasione. Perchè tutto ciò è umano. Noto invece che mentre chi è a favore della Bignardi argomenta (leggere ad esempio il mio pensiero nei commenti del post in questione); chi è favorevole a Brunetta lo fa d'ufficio in quanto elettore del centro destra. E ci capisce da quello che scrive. Ma l'apice l'ha toccato un signore che evidentemente oltre ad essere elettore del centrodestra è anche fan della Bignardi che ha argomentato che i toni devono essere sveleniti da entrambe le parti e che comunque la Bignardi da un anno a questa parte non è più la stessa. 

Che tristezza! Ecco dove va a finire la libera informazione...

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L'espansione dell'Isis in Siria e Iraq

Post n°5475 pubblicato il 26 Agosto 2015 da lo_snorki
 

L'espansione dell'Isis in Siria e Iraq

L’autoproclamato Stato Islamico - o Isis, Stato Islamico di Siria e Iraq - è un movimento militante che ha conquistato territori nell'Iraq occidentale e nella Siria orientale, dove vivono circa sei milioni e mezzo di persone tra musulmani, sunniti e non. Nel giugno del 2014, dopo l'occupazione di territori strategici nel cuore sunnita dell'Iraq, tra cui le città di Mosul e Tikrit, l'Isis ha proclamato il Califfato, rivendicando l'autorità politica e teologica esclusiva sui musulmani di tutto il mondo. Il suo progetto di costruzione dello Stato Islamico, però, è stato caratterizzato più dalla violenza estrema che dal rafforzamento delle istituzioni. Decapitazioni di ostaggi e altri atti provocatori, diffusi in tutto il mondo attraverso foto e video condivisi sui social media, hanno contribuito a spingere gli Stati Uniti a intervenire militarmente. La violenza di massa contro i civili locali, giustificata anche con riferimenti religiosi, è stata un valido strumento per rafforzare il controllo territoriale e per determinare le alleanze nella regione, inserendo l'Isis nella guerra settaria tra sunniti e sciiti. A nord c'è la Turchia (sunnita), a sud l’Arabia Saudita (sunnita), a est l'Iran (sciita) e a ovest la Siria di Assad (a maggioranza sunnita ma il cui regime è alauita, ramo sciita). L’Isis (sunnita), al centro, combatte su più fronti: contro i curdi, rivali storici della Turchia sunnita; contro l’esercito di Assad - sostenuto dall'Iran; contro i ribelli siriani, che essendo fedeli ad al-Qaeda sono ostili all’Isis; contro le forze militari irachene e contro gli americani. In tutto questo ne pagano le conseguenze soprattutto le minoranze perseguitate dall'Isis, sulle quali si compiono stragi, violenze e abusi.  I successi ottenuti dall’Isis sul campo di battaglia, ampiamente pubblicizzati, hanno attirato migliaia di reclute straniere, i cosiddetti foreign fighters, che sono diventati una particolare preoccupazione per i servizi segreti occidentali e una preziosa risorsa per l’Isis, che rifornisce così di nuove reclute i vari fronti di guerra.

Per capire le relazioni tra Isis e Stati Uniti è necessario analizzare il ruolo di Washington in Medio Oriente. Storicamente gli Stati Uniti d'America hanno sempre cercato di mantenere buoni rapporti con le tre potenze regionali del Golfo Persico: Arabia Saudita, Iraq e Iran. Per anni - spiega il Professor Paolo Wulzer, docente di Storia delle Relazioni Internazionali presso L'Orientale di Napoli - l’equazione occidentale è stata "petrolio in cambio di armi". Tutto cambia nel 1979, quando salgono al potere Khomeini in Iran e Saddam Hussein in Iraq. Gli Stati Uniti vedono dunque crollare uno dei due pilastri della propria egemonia nel Golfo, mentre l'Iraq, sfuggito all'orbita occidentale già dal 1958, radicalizza le proprie posizioni con il suo nuovo leader.
Si passa così da una situazione regionale filo-occidentale a una nella quale si è perso l'alleato iraniano e non ci si può fidare del nuovo regime iracheno. Rimane di fatto solo l’Arabia Saudita, un alleato difficile da difendere. Infatti, è proprio dallo stringersi di questa alleanza indifendibile (quella tra Stati Uniti-Arabia Saudita), che sono sorti molti dei problemi tra gli americani e il mondo islamico.
Nella guerra Iraq-Iran (1980-88), gli Stati Uniti hanno sostenuto prima l’Iran, pensando di poterne recuperare il controllo. Poi però hanno armato l'Iraq per contenere l'Iran, sebbene Saddam Hussein non fosse un alleato affidabile. La guerra del Golfo e l'invasione americana dell'Iraq nel 2003 sono il disperato tentativo di riportare sotto il controllo americano l'Iraq. Secondo il Professor Wulzer, la strategia americana nel Golfo Persico ha tradizionalmente cercato di avere almeno due delle tre potenze regionali dalla propria parte.
In quest’ottica è coerente il comportamento del presidente Obama, che ha cercato recentemente un riavvicinamento con l’Iran, considerando che l'Iraq è in mano all'Isis e che quella con l'Arabia Saudita è un'amicizia forzata: gli Stati Uniti non possono fare a meno dei sauditi e viceversa. Per anni l’Arabia Saudita non ha avuto un esercito. Ora ha un piccolo apparato militare che non può competere con quello iraniano o con quello che aveva Saddam (adesso in parte in mano all'Isis). Senza la protezione degli Stati Uniti, l’Arabia Saudita non riuscirebbe a mantenere il controllo sul suo vasto territorio e sulle sue frontiere. Quella tra Stati Uniti e Arabia Saudita è un’alleanza indifendibile anche agli occhi degli stessi musulmani, visto che l’Arabia riveste un ruolo centrale per molti aspetti - basti pensare ai luoghi santi di Medina e La Mecca - ed è il leader del mondo arabo sunnita. Di fatto oggi il cuore delle questioni mediorientali è questa guerra fredda tra l'Arabia Saudita (sunnita) e l'Iran (sciita): si basa tutto sulla lotta per il potere fra questi attori e sull’intervento esterno degli Stati Uniti, a cui aggiungere di sfondo la questione palestinese e altre più piccole tensioni che contribuiscono al caos generale. La grande bugia di Bush e Blair sulla guerra in Iraq del 2003 e il fatto che per tre volte la politica estera americana abbia contribuito a creare l’Isis pongono molti interrogativi sull'attuale ruolo di Washington nella regione e sull’efficacia dell’operazione voluta da Obama in Iraq.

 
 
 
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BERLUSCONI SU TELEVISIONI E SCUOLE SUPERIORI

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DEBORA SERRACCHIANI, IL VOLTO NUOVO DEL PD

Debora Serracchiani: trentotto anni, avvocato. E' la giovane che all'assemblea dei circoli del Pd ha scosso con un discorso infuocato i tremila delegati del cosiddetto 'territorio'. 

“Chiedo al mio segretario di dirci convintamente che il cambiamento che abbiamo avvertito da quando ha dato le dimissioni Veltroni non è la paura perché abbiamo toccato il fondo, ma è una strategia, che abbiamo la linea di sintesi”. Altri applausi. “Fino ad ora mai una linea netta, mai una linea unica”, incalza. E le mani dei delegati battono più intensamente.

“E' un errore assoluto quello di aver indicato come capogruppo della commissione Sanità chi non rappresenta l'opinione prevalente del partito”. Franceschini sorride. Non sembra affatto preoccupato. Lei prosegue: “Ne ho per tutti”. “E' intollerabile che dopo aver dato mandato all'allora vice segreterio di chiudere l’accordo sulla legge per le Europee, escano il giorno dopo critiche sul giornale”.

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2138 11.02.07 IO DI.CO. DI SI!

Dico Pacs. Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi. Il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto legislativo sulle coppie di fatto: non più pacs ma dico. Appena sentita la notizia ho pensato: finalmente il governo di centrocentrocentrocentrosinistra ha fatto qualcosa per i diritti civili. Poi mi sono soffermato sulla prima dichiarazione di RutelliRuini: "e' stata una scelta alta di riconciliazione". E mi sono preoccupato.

Di quale alta riconciliazione si tratta?. Via la dichiarazione congiunta. Una dichiarazione disgiunta che neppure il 730...Il convivente ha l'onere di dare comunicazione all'ignaro convivente numero due con raccomandata con ricevuta di ritorno. Il postino vestito in livrea?.

Alta riconciliazione. Successione: 9 anni. Quanto dura un matrimonio moderno?

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