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SPOT NAPOLI PULITA: UNA FURBATA!

Da qualche giorno in tv gira una pubblicità che ricorda a tutti gli italiani che il governo ha ripulito Napoli e che invita gli stessi a tenerla pulita.

E' chiaro: trattasi di una furbata! Una furbata perchè Napoli non è mai stata ripulita, in quanto mentre hanno provveduto a togliere la sporcizia dal centro, hanno lasciato la periferia invasa dall'immondizia. Una furbata anche perchè mettere questa pubblixcità a poco più di due mesi dalle europee equivale a farsi pubblicità (che come abbiamo detto prima è inveritiera.

Nella prima parte del video sottostante c'è la pubblicità in questione interpretata dall'attrice Elena Russo (raccomandata da Berlusconi come le intercettazioni ci hanno fatto scoprire); poi segue una breve spiegazione della vera situazione del napoletano.

 

3193 280409 BIGNARDI - BRUNETTA

Francamente credevo che con quello che avevo scritto qualche post fa sulla sesta puntata di L'Era glaciale ci chiudere l'argomento. Mi riferisco all'intervista che la Bignardi ha fatto a Brunetta. Ma mi accorgo, invece, che in questi giorni non si fa altro che parlare di questo sia sui giornali, che in internet.

Io la mia l'ho già detta e francamente ho trovato Brunetta molto arrogante e non mi sento di rimproverare alla Bignardi di essere sbottata in più di un occasione. Perchè tutto ciò è umano. Noto invece che mentre chi è a favore della Bignardi argomenta (leggere ad esempio il mio pensiero nei commenti del post in questione); chi è favorevole a Brunetta lo fa d'ufficio in quanto elettore del centro destra. E ci capisce da quello che scrive. Ma l'apice l'ha toccato un signore che evidentemente oltre ad essere elettore del centrodestra è anche fan della Bignardi che ha argomentato che i toni devono essere sveleniti da entrambe le parti e che comunque la Bignardi da un anno a questa parte non è più la stessa. 

Che tristezza! Ecco dove va a finire la libera informazione...

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« Quadruplo attacco IsisSalvini dice no al ddl tortura »

Jobs Act: controlli a distanza

Post n°5419 pubblicato il 29 Giugno 2015 da lo_snorki
 

Jobs Act controlli a distanza

Via libera al controllo a distanza sui lavoratori attraverso telefonini, pc e tablet. Lo ha messo nero su bianco il governo nel decreto attuativo del Jobs Act, approvato dal governo, che - di fatto - cancella l'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori sui controlli a distanza: "Accordo sindacale o autorizzazione ministeriale - si legge nel testo - non sono necessari per l'assegnazione ai lavoratori degli strumenti utilizzati per rendere la prestazione lavorativa, pur se dagli stessi derivi anche la possibilità di un controllo a distanza del lavoratore".

Le norme in vigore, invece, è "vietato l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori", mentre per possono essere installati "impianti e apparecchiature di controllo che siano richiesti da esigenze organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro, ma dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori" solo dopo un accordo con le rappresentanze sindacali. Adesso l'esecutivo lascia carta bianca alle aziende per l'utilizzo degli strumenti aziende e rende possibile installare impianti audio e video dopo un accordo sindacale o l'autorizzazione da parte del ministero del Lavoro (per le imprese con più unità dislocate in una o più regioni).

A spiegare nello specifico le novità è la relazione illustrativa che accompagna il testo del dlgs in cui si fa riferimento "agli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere operativa la prestazione lavorativa e agli strumenti di registrazione degli accessi e delle presenze" per controllare i quali non servono via libera. Di fatto - è il ragionamento del governo - "non dobbiamo chiedere il permesso ai rappresentanti di lavoratori per dotarli di strumenti di lavoro", anche questi, poi possono essere utilizzati per controllare la loro efficienza. I dati che ne derivano possono essere "utilizzati ad ogni fine connesso al rapporto di lavoro, purché sia data al lavoratore adeguata informazione circa le modalità d'uso degli strumenti e l'effettuazione dei controlli, sempre, comunque, nel rispetto del Codice privacy".

Questa norma ha creato un sacco di polemiche. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: "Chi ha la coscienza pulita non dovrebbe temere nessun tipo di controllo, non deve aver paura di controlli a distanza. Non mi sembra che sia una cosa così grave. O vogliamo cambiare le cose o lasciamo perdere". Diversamente la pensa Susanna Camusso segretario della Cgil: "I controlli a distanza sono quello che è stato sempre definito nella letteratura come il Grande Fratello". La leader sindacale pensa alla scelta del governo come "conferma dell'idea di disinvestimento sul lavoro", che invece viene vista "come pura merce giocata al ribasso". Di questo "sono molto preoccupata, siamo di fronte a un'idea della vita della persone sconvolgente che impedisce al lavoratore di essere libero". Il Ministero del Lavoro è costretto a pubblicare una nota per difendere il decreto ed il ministro Giuliano Poletti a precisare. "Non c'è nessun Grande Fratello" e "nessuna liberalizzazione", perché "le imprese che montano telecamere o impianti di controllo hanno l'obbligo di avere o l'autorizzazione sindacale o della direzione del lavoro come era prima". Poletti ha rassicurato sulla norma contenuta nel decreto attuativo del Jobs act. Quello che cambia, ha spiegato, è che prima le aziende consegnavano ai dipendenti gli strumenti di lavoro, e "poi vigeva la regola della privacy". Mentre "adesso c'è la regola che dice che l'impresa che consegna uno strumento deve informare il lavoratore della sua utilizzazione e della sua finalità". E gli strumenti non sono telecamere ma ipad e iphone. Ma la regola della privacy vige "come vigeva prima", "non c'è nessun Grande Fratello".

Personalmente io mi trovo davvero in difficoltà ad essere delegato sindacale e sono davvero deluso dalle reazioni in ambito sindacale. Le attrezzature in dotazione devo servire solo per il lavoro. Basta col fare i cazzi propri. Come la risolleviamo questa Italia se no? Basta con quest'Italia dove prevale la logica dei furbi.

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BERLUSCONI SU TELEVISIONI E SCUOLE SUPERIORI

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DEBORA SERRACCHIANI, IL VOLTO NUOVO DEL PD

Debora Serracchiani: trentotto anni, avvocato. E' la giovane che all'assemblea dei circoli del Pd ha scosso con un discorso infuocato i tremila delegati del cosiddetto 'territorio'. 

“Chiedo al mio segretario di dirci convintamente che il cambiamento che abbiamo avvertito da quando ha dato le dimissioni Veltroni non è la paura perché abbiamo toccato il fondo, ma è una strategia, che abbiamo la linea di sintesi”. Altri applausi. “Fino ad ora mai una linea netta, mai una linea unica”, incalza. E le mani dei delegati battono più intensamente.

“E' un errore assoluto quello di aver indicato come capogruppo della commissione Sanità chi non rappresenta l'opinione prevalente del partito”. Franceschini sorride. Non sembra affatto preoccupato. Lei prosegue: “Ne ho per tutti”. “E' intollerabile che dopo aver dato mandato all'allora vice segreterio di chiudere l’accordo sulla legge per le Europee, escano il giorno dopo critiche sul giornale”.

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2138 11.02.07 IO DI.CO. DI SI!

Dico Pacs. Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi. Il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto legislativo sulle coppie di fatto: non più pacs ma dico. Appena sentita la notizia ho pensato: finalmente il governo di centrocentrocentrocentrosinistra ha fatto qualcosa per i diritti civili. Poi mi sono soffermato sulla prima dichiarazione di RutelliRuini: "e' stata una scelta alta di riconciliazione". E mi sono preoccupato.

Di quale alta riconciliazione si tratta?. Via la dichiarazione congiunta. Una dichiarazione disgiunta che neppure il 730...Il convivente ha l'onere di dare comunicazione all'ignaro convivente numero due con raccomandata con ricevuta di ritorno. Il postino vestito in livrea?.

Alta riconciliazione. Successione: 9 anni. Quanto dura un matrimonio moderno?

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