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SPOT NAPOLI PULITA: UNA FURBATA!

Da qualche giorno in tv gira una pubblicità che ricorda a tutti gli italiani che il governo ha ripulito Napoli e che invita gli stessi a tenerla pulita.

E' chiaro: trattasi di una furbata! Una furbata perchè Napoli non è mai stata ripulita, in quanto mentre hanno provveduto a togliere la sporcizia dal centro, hanno lasciato la periferia invasa dall'immondizia. Una furbata anche perchè mettere questa pubblixcità a poco più di due mesi dalle europee equivale a farsi pubblicità (che come abbiamo detto prima è inveritiera.

Nella prima parte del video sottostante c'è la pubblicità in questione interpretata dall'attrice Elena Russo (raccomandata da Berlusconi come le intercettazioni ci hanno fatto scoprire); poi segue una breve spiegazione della vera situazione del napoletano.

 

3193 280409 BIGNARDI - BRUNETTA

Francamente credevo che con quello che avevo scritto qualche post fa sulla sesta puntata di L'Era glaciale ci chiudere l'argomento. Mi riferisco all'intervista che la Bignardi ha fatto a Brunetta. Ma mi accorgo, invece, che in questi giorni non si fa altro che parlare di questo sia sui giornali, che in internet.

Io la mia l'ho già detta e francamente ho trovato Brunetta molto arrogante e non mi sento di rimproverare alla Bignardi di essere sbottata in più di un occasione. Perchè tutto ciò è umano. Noto invece che mentre chi è a favore della Bignardi argomenta (leggere ad esempio il mio pensiero nei commenti del post in questione); chi è favorevole a Brunetta lo fa d'ufficio in quanto elettore del centro destra. E ci capisce da quello che scrive. Ma l'apice l'ha toccato un signore che evidentemente oltre ad essere elettore del centrodestra è anche fan della Bignardi che ha argomentato che i toni devono essere sveleniti da entrambe le parti e che comunque la Bignardi da un anno a questa parte non è più la stessa. 

Che tristezza! Ecco dove va a finire la libera informazione...

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Messaggi di Gennaio 2015

Elezione nuovo Presidente della Repubblica: la seconda e la terza votazione

Venerdi 30 gennaio il Parlamento si è riunito in seduta comune per effettuare la seconda e la terza votazione per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Il candidato del Pd resta Sergio Mattarella; ma in queste due votazioni il partito ha confermato che voterà scheda bianca poichè il quorum dei due terzi è ancora troppo alto (dalla quarta votazione sarà un'altra storia). Uguali sono anche le indicazioni di voto degli altri partiti sia in quanto scheda bianca (Forza Italia, Area Popolare, Scelta Civica, Popolari per l’Italia e Centro Democratico); sia per i partiti che hanno indicato un candidato di bandiera: Ferdinando Imposimato (M5s) e Vittorio Feltri (Lega Nord e Fratelli d'Italia). Sel e Alternativa libera, invece, pur votando alla terza e alla quarta per i loro candidati (Luciana Castellina e Stefano Rodotà), alla quarta ha hanno dichiarato di votare Mattarella. Nella prima votazione Gabriele Albertini era stato votato non da rappresentanti Ncd che non avevano seguito l'indirizzo del partito, ma dai Popolari per l'Italia che proprio in funzione di quel voto si sono resi riconoscibili e hanno concluso un accordo per la votazione di Mattarella alla quarta chiamata. Infine, sono debitore su chi aveva votato Emma Bonino alla prima votazione: sono stati congiuntamente il Psi e tutti i partiti autonomisti che hanno mantenuto questa decisione per la seconda e la terza votazione e che hanno già dichiarato che anche loro nella quarta convergeranno su Mattarella.

Elezione nuovo Presidente della Repubblica: la seconda e la terza votazione

Il vero psicodramma della giornata, però avviene in Forza Italia e nel Nuovo Centrodestra. Entrambi i partiti sono irritati per la tattica di Renzi che difatto li ha esclusi dalla scelta condivisa del nuovo Capo dello Stato e li sta obbligando a prendere una scelta sul da farsi: piegarsi e votare Mattarella ammettendo la loro sconfitta politica o non farlo e rinunciare alla riforme (per Forza Italia) e al governo (per Ncd)? Per larga parte della giornata trapela l'ipotesi che entrambi i partiti alla quarta votazione usciranno dall'aula. Matteo Renzi fa notare che sarebbe la prima volta che un ministro degli interni non vota il presidente della Repubblica e fa intendere che se Angelino Alfano proseguisse nella sua decisione ne chiederebbe le dimissioni. Ricorda inoltre che non ha paura di nuove elezioni. Seguono ore febbrili e di molti incontri. Da una parte i vertici di Area Popolare e di Forza Italia si incontrano; dall'altra parte l'operazione riaggancio da parte del Pd dove Lorenzo Guerini, Debora Serracchiani, Luca Lotti e Maria Elena Boschi parlano con tutti i parlamentari di Area Popolare (uno ad uno) per convincerli a votare Mattarella alla quarta. A fine serata Matteo Renzi fa direttamente anche un invito esplicito a "tutte le forze di maggioranza e opposizione" a votare Mattarella perchè c'è bisogno di un sostegno condiviso a una "persona persona autorevole e stimata da tutti" che dovrà rappresentare tutti gli italiani. Alfano è costretto presto alla capitolazione perchè non riesce a tenere unito il suo partito: Roberto Formigoni e Beatrice Lorenzin sono largamente per il sì alla quarta e chiedono solo un appello di Renzi (che come già scritto arriva). Volano parole grosse tra l’ala filo-berlusconiana (Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo, Barbara Saltamartini, pure Gaetano Quagliariello è tra i duri) pronti alla crisi e i filogovernativi. Le prossime amministrative sono alle porte e c'è chi non ci tiene a collezionare l'ennesima sconfitta. In Forza Italia c'è Raffaele Fitto che quando gira la voce che Silvio Berlusconi vuole non entrare in aula alla quarta votazione dichiara che è una sciocchezza, perchè più che una posizione politica sembra uno sgarbo verso Mattarella; invece la linea del partito (che lui condivide) è che la persona è stimabilissima, mentre è il metodo proprosto da Renzi ad essere negativo. Quindi lui e i suoi entreranno in aula e voteranno scheda bianca anche alla quarta. Nonostante Renato Brunetta inciti al non voto; anche tra i più fedeli a Berlusconi vince il voler votare Mattarella e quindi per tenere l'unità del partito si decide di votare scheda bianca alla quarta. Ma chissà che non ci siano ulteriori sorprese.

Molto più nascosta all'attenzione generale la tragedia all'interno del Movimento 5 Stelle, in crisi per non essere riusciti ancora una volta ad essere determinanti. Molti rimproverano loro di non aver fatto il nome di Romano Prodi prima che Renzi ufficializzasse la candidatura di Mattarella. In quel caso avrebbero avuto dalla loro Sel e larga parte del Pd. Ora pur non avendo nulla contro il profilo di Mattarella hanno continuato a votare Imposimato alla seconda e alla terza ed hanno annunciato di fare la stessa cosa per la quarta. Certo, che se Mattarella non riuscisse a diventare presidente alla quarta votazione verrebbe messo tutti in discussione; Renzi passerebbe da vincitore indiscusso a perdente e loro potrebbero calare la carta Prodi sicuri di essere seguiti da molti grandi elettori per poi intestarsene la vittoria a elezione avvenuta. E' Luigi Di Maio a ufficializzare le intenzioni dei pentastellati. Certo, che ora come ora, è più una speranza che un'operazione realizzabile; e a meno di sconvolgenti novità restano sconsolati ad analizzare un'altra occasione persa.

La seconda votazione ha avuto i seguenti risultati: Maggioranza richiesta 673. Schede bianche 531. Schede nulle 26. Voti dispersi 61. Voti: Ferdinando Imposimato 123, Vittorio Feltri 51, Luciana Castellina 34, Emma Bonino 23, Stefano Rodotà 22, Claudio Sabelli Fioretti 14, Marcello Gualdani 10, Giuseppe Pagano 7, Santo Versace 6, Romano Prodi 5, Paola Severino 5, ... Sergio Mattarella 4, ..., Ignazio Messina 3, ..., Pierluigi Bersani 2, Anna Finocchiaro 2, Franco Frattini 2 ecc.

La terza votazione ha avuto i seguenti risultati: Maggioranza richiesta 673. Schede bianche 513. Schede nulle 27. Voti dispersi 70. Voti: Ferdinando Imposimato 156, Vittorio Feltri 26, Luciana Castellina 33, Emma Bonino 23, Stefano Rodotà 22, Lucio Barani 21, Pippo Pagani 11, Claudio Sabelli Fioretti 8, Marcello Gualdani 7, Mauro Guerra 5, Luigi Manconi 4, Francesco Guccini 4, Sergio Mattarella 4, Romano Prodi 3, Ignazio Messina 3, Giovanni Malagò 3, ..., Ignazio Messina 2,  Franco Frattini 2, Michele Emiliano 2, Pierferdinando Casini 2 ecc.

Le votazioni di oggi sono passate senza sorprese; adesso la soglia del quorum si abbassa e la quarta votazione o incoronerà Sergio Mattarella presidente e Matteo Renzi vincitore unico dell'incontro o potrebbe davvero succedere la qualunque. Di sicuro il Partito Democratico tornerà a deflagrarsi in mille pezzi (forse non solo metaforicamente). Tutto questo dipende da quanti franchi tiratori agiranno all'oscuro dei catafalchi montati alla camera per il voto.

 
 
 

M5s: dopo le grandi purghe arriva anche la scissione

Post n°5232 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da lo_snorki
 

M5s: dopo le grandi purghe arriva anche la scissione

Alla vigilia delle votazioni per l'elezione del Presidente della Repubblica si è creata una grossa spaccatura. Una scissione vera e propria. La prima nei Cinque stelle dopo tante uscite col contagocce, e in direzioni sparse, di questi due anni. Dieci parlamentari grillini, nove deputati e un senatore, lasciano ufficialmente il Movimento, in blocco e con tanto di conferenza stampa: non lasciano la politica (“resteremo qua”), anzi parteciperanno alle consultazioni al Pd perché vogliono “contribuire” all’elezione del presidente della Repubblica. Tra loro, ci sono dissidenti storici, gente che ha camminato per lungo tempo sul filo, facendo sentire il proprio dissenso: il capofila Walter Rizzetto, Mara Mucci, Tancredi Turco, Aris Prodani, Samuele Segoni, Eleonora  Bechis, Marco Baldassarre, Sebastiano Barbanti, Gessica Rostellato. Tutti deputati, più il senatore Francesco Molinari.

Andranno tutti nel gruppo Misto, perché per costituire un gruppo servono 20 deputati, ma hanno già il nome della propria componente: “Vogliamo essere chiamati 'Alternativa libera”, annuncia Mucci: “Il nostro gruppo sarà inclusivo e orizzontale, un cantiere aperto per un progetto di cambiamento che possa offrire un’alternativa libera”. Una vera e propria rivolta a Grillo e ai suoi metodi, ben oltre le questioni personali di coscienza che si sono viste sin qui: “Abbiamo scelto di ribellarci” perché “vogliamo rispondere al mandato che i cittadini ci hanno dato”, spiega Rostellato, lamentando fra l’altro “mancanza di sistema di partecipazione e un’assenza insopportabile di trasparenza nei processi decisionali”. Insomma, una scissione nel nome del Movimento delle origini, quello dell’”uno vale uno” che è stato “tradito” dai “vertici abusivi del direttorio”, che manco a dirsi dovrebbero perciò “dimettersi”.

Al contrario del Movimento, che via Grillo-Casaleggio ha spedito una lettera ai parlamentari Pd chiedendo loro di avanzare nomi per il Quirinale da sottoporre al voto della Rete, i nove deputati di Alternativa Libera vogliono partecipare alle trattative per il Colle in senso classico, trattando con Renzi. “Siamo disponibili ad appoggiare un nome che sia di garanzia per i prossimi sette anni”, dice Mara Mucci, “vogliamo dire la nostra per eleggere una figura che sia vicina ai cittadini e che rappresenti le istanze di cambiamento e trasparenza”. Certo, non si aspettavano che sarebbe stato loro impedito di arrivare in Via del Nazareno, presi a sputi da militanti del M5s. A farne le spese è stato in particolare Walter Rizzetto che, accerchiato dai militanti che gli hanno urlato "venduto, dimettiti!",è stato costretto a tornare sui suoi passi e, seppur scortato dalle forze dell'ordine, non è riuscito ad entrare nella sede Pd ed ha preferito andare via.

L'ex grillino si è limitato a dire: "E' stata una scelta fatta con consapevolezza, non l'abbiamo fatto né per rubare soldi né per portarci a casa più soldi". Matteo Orfini, presidente dem, ha invece affidato a Twitter il suo commento: "i grillini aggrediscono i parlamentari usciti oggi per impedirgli di confrontarsi sul Quirinale. squadristi a 5 stelle". un altro ex, Luis Alberto Orellana, è invece riuscito ad entrare nella sede dem. "L'incontro è andato bene, ci siamo confrontati non sui nomi ma sui criteri. Serve una persona autorevole, garante delle istituzioni e con autorevolezza a livello internazionale", ha spiegato al termine del colloquio prima che riprendessero le contestazioni che lo hanno costretto a rientrare al Nazareno per uscire da una porta secondaria.

 
 
 

Elezione nuovo Presidente della Repubblica: la prima va a vuoto

Il primo giorno valido per l'elezione del successore di Giorgio Napolitano è stato giovedì 29 gennaio in cui è prevista una sola votazione nel pomeriggio. La la vera bomba è stata sganciata nella mattinata quando Matteo Renzi riunisce tutti i grandi elettori del Pd e propone il nome di Sergio Mattarella, dichiarando che questo è il nome su cui il partito punta dalla quarta votazione in poi e che a lui non ci sono alternative. Questo fatto ricompatta il partito e tutte le varie correnti si dicono disposte a votare il nome condividendo il profilo del personaggio. Giuseppe Civati, però contesta il fatto che nelle prime tre votazioni si debba votare scheda bianca e decide con la sua corrente almeno per le prime tre votazioni di votare Romano Prodi. Sentita la novità Nichi Vendola dichiara che alla quarta votazione se il Pd rimarrà della sua decisione convergeranno con gioia sul nome di Mattarella; ma che nelle prime tre vogliono omaggiare Luciana Castellina votandola. Questa decisione dai vendoliani è stata presa anche perchè la mossa di Renzi ha disarmato la possibile convergenza loro con la minoranza Pd, i fuoriusciti del M5s e magari il M5s stesso sul nome di Prodi. Tant'è che Beppe Grillo sul suo blog per rispondere alla scissione che si è prodotta nel suo partito ha rimesso in moto il meccanismo delle quirinarie che aveva deciso di sospendere, facendo votare fra diversi

risultati quirinarie

nomi. Hanno partecipato alla votazione 51.677 iscritti certificati. Il risultato di questo referendum on line ha visto vittorioso Ferdinando Imposimato (16.653, 32%) seguito proprio da Romano Prodi (10.288, 20%) e poi da Nino Di Matteo (6.693, 13%). A seguire Pierluigi Bersani (5.787), Gustavo Zagrebelsky (5.547), Raffaele Cantone (3.341), Elio Lannutti (1.528), Salvatore Settis (1.517) Paolo Maddalena (323). In un primo momento i candidati della rosa erano 10, ma la costituzionalista Lorenza Carlassarre ha declinato la candidatura. Il M5S ha dichiarato quindi il voto di Imposimato alla prima votazione dichiarando che dalla quarta, previo passaggio in rete, se dovessero esserci condizione diverse potrebbero scegliere di convergere su un altro candidato. Romano Prodi ha dichiarato di non voler essere un elemento di divisione: "Io posso essere un segno di contraddizione ma non voglio essere uno strumento di divisione". Alternativa libera e gli altri fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle hanno dichiarato di voler votare Mattarella; ma che nelle prime tre votazioni terranno fede al loro voto di due anni fa convergendo su Stefano Rodotà. Con l'eccezione di Area Popolare, il resto della maggioranza si dichiara fedele alla linea di Renzi. Scelta Civica, Popolari per l'Italia e Centro Democratico voteranno prima bianca e poi Mattarella. Area Popolare decide di allearsi con Forza Italia nella scelta del nuovo presidente, anche senza mettere in dubbio la sua permanenza nel governo. Le trattative con Renzi, sembra, però si siano impantanate prima della scelta di Mattarella. Sembra che quest'ultimo non sia gradito nel al partito di Silvio Berlusconi, ne a quello di Angelino Alfano e che pur di chiudere un accordo siano stati sotto posti a Renzi nell'ordine i nomi di Giuliano Amato, Pierferdinando Casini e Anna Finocchiaro. A loro volta, però i due partiti sembra abbiano bocciato l'ipotesi di tutti gli ex segretari di partito del Pd tra cui Walter Veltroni e Piero Fassino su cui sembra Renzi puntasse. Non potendo chiudere con un accordo Renzi ha preferito compattare il suo partito e riattrarre a se i voti di Sel insistendo su Mattarella. Silvio Berlusconi sembra sia stato molto indeciso se capitolare o mettere a rischio il patto con Renzi sulle riforme. Alla fine è stato convinto dalla figlia Marina Berlusconi per la linea dura. Nessun accordo: loro e il partito di Angelino Alfano voteranno scheda bianca sia alle prime tre, che in seguito sfidando Renzi a trovare i voti da solo. Dopo l'elezione il parito di Alfano giura che resterà in maggioranza; quello di Berlusconi che farà opposizione anche sulle riforme. Infine, c'è da registrare anche le mosse della Lega Nord e di Fratelli d'italia. In una conferenza stampa Matteo Salvini e Giorgia Meloni dichiarano di votare almeno per le prime tre votazioni Vittorio Feltri e invitano Forza Italia (inascoltati) a convergere anche loro su questa scelta.
La prima votazione ha avuto i seguenti risultati: Maggioranza richiesta 673. Schede bianche 538. Schede nulle 33. Voti dispersi 48. Voti: Ferdinando Imposimato 120, Vittorio Feltri 49, Luciana Castellina 37, Emma Bonino 25, Stefano Rodotà 23, Gabriele Albertini 14, Claudio Sabelli Fioretti 11, Romano Prodi 9, Mauro Morelli 9, Massimo Caleo 8, Marcello Gualdani 6, Pierluigi Bersani 5, Sergio Mattarella 5, ..., Antonio Martino 3, ..., Anna Finocchiaro 2 ecc.
Ci sono diverse persone che non avevano ricevuto dichiarazioni di voto; ma che alla fine della votazione hanno ricevuto diversi voti. Albertini e Gualdani sono deputatoi di Ncd e quindi è facile immaginare che alcuni colleghi di partito abbiano pensato un alternativa alla scheda bianca; così come può essere successo per Massimo Caleo, Pier Luigi Bersani e Anna Finocchiaro del Pd;  e ad Antonio Martino per Forza Italia (che all'inizio avrebbe dovuto essere il votato di bandiera). Per quanto riguarda Emma Bonino e Claudio Sabelli Fioretti non riesco a immaginare da chi provengano i voti. Strano il caso di Mauro Morelli, solo 32 anni, napoletano e di Sel. Un ovvio omaggio di alcuni suoi colleghi; peccato che non è nemmeno eleggibile. Infine, cinque elettori non hanno resistito a votare Sergio Mattarella alla prima votazione.

 
 
 

Il Senato approva l'Italicum

Post n°5230 pubblicato il 30 Gennaio 2015 da lo_snorki
 

Il Senato approva l'Italicum

L'Italicum è stato approvato anche al Senato e ha completato il primo passaggio. Non è ancora diventata legge dello stato in quanto troppo modificata rispetto al primo passaggio alla Camera e quindi necessita un ulteriore ritorno alla Camera. L'aula ha dato il via libera al disegno di legge di riforma elettorale con 184 sì, 66 contrari e 2 astenuti. Diversi senatori appartenenti alle minoranze di Pd e Forza Italia non hanno partecipato al voto, lasciando l'aula per dissenso: tra i dissidenti dem sarebbero stati in 23 a boicottare - motivatamente e dopo averlo annunciato - lo scrutinio. Sel ha puntato il dito contro governo e maggioranza parlando di "metodo indegno" raggiunto "a colpi di imbrogli e trucchi".

 
 
 

Elezione nuovo Presidente Repubblica

Post n°5229 pubblicato il 29 Gennaio 2015 da lo_snorki
 

Elezione nuovo Presidente Repubblica

Oggi pomeriggio c'è la prima votazione a camere riunite per l'elezione del successore di Giorgio Napolitano. Stamane, invece tutti i grandi elettori del Pd si riuniranno assieme alla dirigenza per decidere il dafarsi. Scrivo prima che avvenga qualunque di queste cose. Provo a scrivere qui sotto i principali scenari che si sono stati fin qui; le mie previsioni e i miei desideri su chi potrebbe essere il prossimo Presidente.

E' chiaro che questo Presidente verrà eletto sopratutto grazie ai voti del Pd, che potrà prendere il merito dell'elezione nel caso questa venga fatta in 4-6 sedute o su cui cadrà tutto il peso della debacle in caso contrario. C'è chi dice che la maggioranza che sostiene questo governo non sarebbe in grado di reggere in capo si ripetessero le problematiche di due anni fa che portarono alla rielezione di Giorgio Napolitano.

Sarei contento se il nuovo Presidente fosse Piero Fassino, ma va benissimo anche Walter Veltroni. Ultimamente, seguendo la real politik, penso che anche Anna Finocchiaro andrebbe bene. In realtà spuntatano tantissimi altri nomi. Quello che va più forte è Giuliano Amato, seguito da Sergio Mattarella.

Possibilità millesimali per le candidature di Roberta Pinotti, ma dopo aver difeso a spada tratta la vittoria di Raffaella Paita alle primarie liguri del Pd non raccoglierebbe più consensi da tutti i democratici; Romano Prodi (candidatura svanita perchè lanciata da Sel e minoranza Pd come anti Renzi); Dario Franceschini; Pier Carlo Padoan e Graziano Delrio (troppo renziano anche solo per essere proposto). C'è spazio anche per gente lontanissima dal mondo Pd: infatti non si sa perchè prende quota anche il nome di Pier Ferdinando Casini. Poi c'è il caso di Antonio Martino che verrà scelto da Forza Italia nelle prime tre votazioni, quondo il quorum è più alto ed è impossibile eleggere un presidente con una maggioranza semplice. Ma quello all'ex ministro di Esteri e Difesa è un riconoscimento alla carriera: lui è solo un candidato di bandiera.

Comunque, in fondo, quelli che contano e che passeranno alla storia sono solo i voti veri. Di tutte queste voci dietro alla quinte, da oggi non resterà più niente.

 
 
 

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BERLUSCONI SU TELEVISIONI E SCUOLE SUPERIORI

Guardate un pò cosa riesce a dire il Berlusconi davanti a un D'Alema e un Rutelli increduli. Per Berlusconi infatti scuole superiori e televisioni (ma non solo) sono in mano alla sinistra ...

Per non dimenticare

 

DEBORA SERRACCHIANI, IL VOLTO NUOVO DEL PD

Debora Serracchiani: trentotto anni, avvocato. E' la giovane che all'assemblea dei circoli del Pd ha scosso con un discorso infuocato i tremila delegati del cosiddetto 'territorio'. 

“Chiedo al mio segretario di dirci convintamente che il cambiamento che abbiamo avvertito da quando ha dato le dimissioni Veltroni non è la paura perché abbiamo toccato il fondo, ma è una strategia, che abbiamo la linea di sintesi”. Altri applausi. “Fino ad ora mai una linea netta, mai una linea unica”, incalza. E le mani dei delegati battono più intensamente.

“E' un errore assoluto quello di aver indicato come capogruppo della commissione Sanità chi non rappresenta l'opinione prevalente del partito”. Franceschini sorride. Non sembra affatto preoccupato. Lei prosegue: “Ne ho per tutti”. “E' intollerabile che dopo aver dato mandato all'allora vice segreterio di chiudere l’accordo sulla legge per le Europee, escano il giorno dopo critiche sul giornale”.

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2138 11.02.07 IO DI.CO. DI SI!

Dico Pacs. Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi. Il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto legislativo sulle coppie di fatto: non più pacs ma dico. Appena sentita la notizia ho pensato: finalmente il governo di centrocentrocentrocentrosinistra ha fatto qualcosa per i diritti civili. Poi mi sono soffermato sulla prima dichiarazione di RutelliRuini: "e' stata una scelta alta di riconciliazione". E mi sono preoccupato.

Di quale alta riconciliazione si tratta?. Via la dichiarazione congiunta. Una dichiarazione disgiunta che neppure il 730...Il convivente ha l'onere di dare comunicazione all'ignaro convivente numero due con raccomandata con ricevuta di ritorno. Il postino vestito in livrea?.

Alta riconciliazione. Successione: 9 anni. Quanto dura un matrimonio moderno?

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