Creato da Greyangel il 29/11/2009

Stefano Patti

Le mie poesie...

 

 

Sulla disperazione (di Stefano Patti)

Post n°32 pubblicato il 06 Febbraio 2012 da Greyangel
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Triste è la disperazione

quando goffa annaspa

sola nella confusione

di un mondo in maschera

intontito da strali d'illusione.

Come una sguattera,

maltrattata per definizione,

reclusa e naufraga su una zattera

priva di dignità e considerazione

subisce il fato effimero di una chiacchiera.

Amara in conclusione

sì come come infante aspra,

resta nel tempo priva di evoluzione,

nascosta alle virtù e verso i vizi casta,

muore a poco a poco di confusione.

Echeggia stridula e devasta

corrompe e sbianca ogni colorazione,

aliena il buonsenso che direbbe basta

sorride folle e piange senza espressione,

eccola pura e rivelata adesso mi sovrasta.

Disonesta è la disperazione,

quando vigliacca accanto passa,

nascondendo la luce che mostra la direzione,

indicando per vera una mera frasca,

ubriaca di desiderio di pura maledizione.

(di Stefano Patti)

 

 
 
 

Proiezione di un cuore (di Stefano Patti)

Post n°31 pubblicato il 03 Dicembre 2011 da Greyangel
Foto di Greyangel

Sono l'eco asciutta dei tuoi deliri,

follia sana di una ragione malata,

estensione amorfa di un bieco desio,

orrore vivo di una paura irreale.

Mi specchio nel tuo riflesso

e si perde l'immagine di te in me

come fosse ancora quella di noi altrove,

in un luogo oscuro di luce cupa.

Io grido il tuo nome ma non rispondi,

ti invoco come se pregassi,

ma nell'enfasi di questo affanno

ti perdo proprio per averti cercata.

Tu sola conosci la parola che ho taciuto,

quella che dipana il segno occulto,

eppure il simbolo ti si nega,

e verbo ed imago si rincorrono tra gli specchi.

Mi guardi ma non negli occhi,

ti vedo ma non ti trovo,

paghi di un'illusione vuota

immaginiamo colori e suoni.

Rompi, ti prego, gli specchi che ci separano,

infrangi con le mie nocche questi vani riflessi,

sì che il mio sangue ravvivi la tua pelle

e scaldi, pian piano sgorgando, le tue mani fredde.

Potrai così guardarmi negli occhi

mentr'io ti avrò trovata,

e sazi di quella vita vera ché certa nella morte,

usciremo infine dall'antro per guardar la luce. (di Stefano Patti)

 
 
 

A mio padre e mia figlia (di Stefano Patti)

Post n°30 pubblicato il 22 Maggio 2011 da Greyangel
 
Foto di Greyangel

Sono grandi le mani di un papà,

sempre piene di dolcezza, anche se ruvide,

sempre calde e accudenti, anche quando fredde e dolenti,

sono forti le mani di un papà,

anche se piene della stanchezza di tutta una vita.

E' ricco il sorriso di un papà,

anche quando nasconde un oceano di tristezza,

dà coraggio, anche se appena accennato,

nello sforzo di vincere tutte le paure,

quelle che affliggono ogni figlio d'uomo.

Sono grandi gli occhi di un papà,

sempre pieni di orgoglio e ammirazione,

anche quando appartengono a un uomo mortificato,

umiliato dagli eventi e dagli invidiosi,

gioiosi, anche se pieni di lacrime mai piante.

Sono larghe le spalle di un papà,

anche quando si stringono nel freddo dell'inverno,

pronte a portare il peso di un'altra vita

nonostante non riescano più a sostenere il proprio,

sempre sicure, anche se curve e piegate.

E' gigante il cuore di un papà,

capace di contenere tanto amore quanto dolore,

pronto a battere ogni istante, per dare il ritmo

e accompagnare il cuoricino di ogni figlio,

invincibile anche quando malato o spezzato.

E' immortale l'amore di un papà,

anche se gli anni passano

e il tempo consuma la carne e disperde gli affetti,

resta lì, accanto a quel figlio per cui è vissuto,

anche quando quel figlio è diventato padre. ( di Stefano Patti)

 

 
 
 

Il bacio (di Stefano Patti)

Post n°29 pubblicato il 10 Maggio 2011 da Greyangel
Foto di Greyangel

Crespo è il desiderio che ho di te,

come un'onda si innalza e si propaga,

è mutevole nella costanza della sua natura,

e in questa mutevolezza cela e svela il gusto della vita.

Persistente è il desiderio che ho per te,

come un vino ribolle silente nel tino,

matura, e più invecchia più mi emoziona,

e questa ebbrezza culla il senso della vita.

Forte è il desiderio che ho di te,

come l'onda si infrange sui lidi delle tue ragioni,

d'acqua salata bagna i campi di grano delle tue certezze,

e nel suo andirivieni lascia il sale a bruciare ogni risorsa.

Fruttato è il desiderio che ho per te,

come il vino impone il suo aroma ad ogni senso,

è intenso nella pregnanza della sua essenza,

e in questa intensità concepisce la passione.

Figlia del desiderio e dell'amore,

la passione si sottrae alla ragione,

pietosa invoca l'eternità di ogni attimo

ed impietosa ostenta la mortalità di ogni corpo.

Nuda senza vesti, affamata,

assetata, scalza senza scarpe,

disperata senza preci,

piena della sola tensione del desiderio,

ama la passione oltre l'illusione di ogni promessa,

grida muta la bugia di ogni morale,

osserva cieca l'irragionevolezza di ogni etica,

ascolta sorda l'eco del tuo nome. (di Stefano Patti)

 
 
 

Themis (Temi) (di Stefano Patti)

Post n°28 pubblicato il 22 Marzo 2011 da Greyangel
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Creata per dar la vita,

mistero e paradosso del divino inganno,

riscatto puro dell'umana stirpe,

nell'alma eletta e nel corpo invisa,

siedi oggi sull'ambito scanno,

dal quale echeggia la menzogna dell'antica serpe.

Dimmi, o donna, quale affanno tu patisti,

schiava e amante del profano Adamo,

sole oscuro del tuo lunar splendore,

egli cieco volse gli occhi ai tuoi sorrisi tristi,

mentore e artista dello squisito ricamo

che adorna le toghe scure di impeccabile candore.

Giustizia tu invocasti sì che Atena accolse le tue sembianze,

ancella, vergine e poi martire fu il silenzio a cantar le tue grida,

ed ecco sorgi oggi a nuova vita,

a riscattar con forza e dignità quelle proibite stanze,

ove l'ara e il talamo ti mortificarono sei tu oggi a lanciar la sfida.

Trema Ulisse di qua dalle Colonne,

chè Afrodite ha già oltrepassato il tempio,

e siede nuda per dar la luce,

scoprendo il vanto di una notte insonne

svelando l'inganno dell'antico scempio

ad ogni figlia che avversò il fato truce.

Affrancata e franca rivendichi il tuo nome,

non più invochi ma proclami Temi,

e con l'Irremovibile assurgi infine fiera e forte,

sì che all'alba di questo dì sarai Nazione,

oltre il colore e l'idioma vincerai gli stremi,

e come all'origine, a Delfi, ti arriderà la sorte.

Sorella, madre e sposa,

eco certo di ogni figlio d'uomo,

vesti adesso di diritto questa toga,

l'ordine delle cose su di te posa

e la tua mano regge delle norme il tomo,

che sol tu custodir puoi con impareggiabil foga. (di Stefano Patti)

 

 
 
 
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