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Tecniche per ricordare

Post n°353 pubblicato il 22 Luglio 2014 da diogene51
 

Per supplire alla labilità della memoria (che è più accentuata in certi periodi della vita) si può far uso di particolari tecniche, sviluppate dall’uomo nel corso della sua storia. Non si tratta di invenzioni recenti: inizialmente, non conoscendosi la scrittura, tutto ciò che era importante ricordare veniva trasmesso oralmente: leggende, prescrizioni, storie, ecc.

Si deve a Simonide di Ceo, l’inizio dell’arte menmotecnica. Egli cominciò a sviluppare questa arte facendo leva sui luoghi, ovvero immaginando i vari elementi in luoghi precisi dello spazio. Ovviamente era dotato di memoria visiva. Anche secondo Cicerone,  Quintiliano e altri la rappresentazione mentale di luoghi era il modo migliore per fissare la memoria. Essi erano retori (avvocati e uomini politici) e per loro era essenziale riuscire ad esporre le idee in modo chiaro ed ordinato. Per far ciò occorreva ricercare immagini che potevano colpire l’immaginazione. Ad esse potevano essere legate parole, concetti oppure il modo di esprimerli. I luoghi devono essere ben conosciuti, ma complessi, così da poter collocare nella mente una gran quantità di oggetti cui legare le varie parti del discorso. Un’altra strategia è fare la stessa cosa con delle storielle facili, dove ogni elemento rappresenterà un passo del discorso, una nozione, un appuntamento, ecc.

Coloro che hanno memoria matematica possono utilizzare la conversione fonetica, con cui ad ogni gruppo di lettere viene associato un numero. Personalmente lo trovo un sistema assai complesso, che non sarei in grado di usare, ma, probabilmente, a quanto dice, Effeviola2 sì.

La mnemotecnica, o arte del ricordare, venne perfezionata da molti  studiosi, tra cui si ricordano Pico della Mirandola (che aveva di per sé una memoria prodigiosa, che gli permetteva di recitare tutta la Divina Commedia all'indietro partendo dall’ultimo verso) e Giordano Bruno.

In epoca più recente si ricorda il russo Šereševskij che   che coltivava la sua memoria prodigiosa attraverso l’uso di storielle estremamente vivide che gli rimanevano impresse in modo singolare, così che faceva anche fatica a dimenticarle. A lui si deve infatti anche un metodo per dimenticare le cose (!). Anche la Programmazione Neurolinguistica (una teoria a mezzo tra la psicologia e l’informatica applicata alla mente, fondata da due americani,   Bandler e Grinder)   si è occupata di mnemotecnica  oltre che di molteplici utilità sociali, mettendo l’accento sul rilassamento, le associazioni visive e la giocosità dei procedimenti.

Altre strategie proposte dai pedagogisti sono le rime, gli acronimi (sigle) e gli acrostici (si cui è esempio “come quando fuori piove” dei giochi di carte), le storie, le associazioni visive. Comunque tutti pongono l’accento anche sulla necessità dello studio e dell’attenzione.

 
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