Pensieri di Diogene

Religione e radicalismo

Io credo che non bisogna lasciarsi travolgere dagli eventi e abbandonarsi all’incertezza di questi momenti che attraversiamo. L’essere umano cerca – e deve cercare – di farsi un’idea della realtà, di interpretarla, di darle un senso.

L’estremismo in genere – e il radicalismo musulmano di questi momenti nascono da lontano. Spesso le religioni hanno rappresentato l’espressione di fermenti sociali e nazionali. La storia ci aiuta a comprendere la realtà.

Hanno un bel dire i capi religiosi musulmani che il radicalismo criminale in atto non è un prodotto dell’Islam. Nelle sue origini la religione musulmana ha incarnato il desiderio delle popolazioni arabe seminomadi di divenire nazione, ed è poi diventata movimento di conquista; in cento anni dalla morte di Maometto, i musulmani sono arrivati a conquistare tutta la sponda sud del Mediterraneo e hanno occupato tutta la Spagna, conquistando poco dopo anche la Sicilia. L’espansione politica è stata quindi la conseguenza della affermazione della nuova religione.

Che l’Ebraismo sia stata una religione nazionale si sa. Ma, conquistato il suo spazio, si è fermato. Il Cristianesimo è nato in un periodo di insofferenza degli Ebrei verso il dominio romano ed è diventato forza di riscossa dell’Oriente contro il dominio di Roma, al pari delle religioni ellenistiche. L’Impero d’Oriente si è identificato con la nuova religione facendone un pilastro della sua sopravvivenza, mentre l’Impero d’Occidente è andato in decadenza. I motivi sono certo vari (invasioni barbariche, limiti intrinseci di un impero diffuso su un territorio troppo vasto per essere controllato, economia basata sul lavoro servile, ecc.) ma penso che anche il Cristianesimo, rimandando il significato della vita ad un mondo ultraterreno, e creando una struttura amministrativa diversa e in certi casi opposta a quella civile, abbia contribuito a questo suo disfacimento.

L’affermarsi di una cultura laica, di una riscossa civile, ha smorzato questi fenomeni. I musulmani, nella fase successiva alla conquista, hanno creato una grande civiltà verso la quale anche l’Occidente è debitore: hanno riscoperto la cultura e la scienza greca compiendo grandi passi nelle scienze e nella medicina. Dopo la diaspora anche l’Ebraismo, perso lo spirito nazionalistico, è diventato un fermento culturale in tutta Europa, talvolta perseguitato, talvolta protetto. All’interno del Cristianesimo la ribellione delle masse verso la cultura dominante si è riflessa in fenomeni religiosi (Valdesi, Francescani). L’affermarsi in Occidente della cultura secolare, della scienza e delle sue applicazioni tecniche è avvenuta in dialettica e scontro con la visione Cristiana tradizionale. Ora lo spirito laico è dominante anche in chi incarna concezioni religiose. Fenomeni come l’Inquisizione, la censura sui libri, o l’imposizione della religione e della sua morale sono fenomeni ormai superati in Occidente.

L’Islamismo invece non ha perso il suo potenziale integralista, originariamente tipico delle religioni monoteiste, ed è rimasto legato alla sua origine. Probabilmente un ruolo lo ha giocato il colonialismo. Ma cesserà di generare minacce al suo interno quando riuscirà a laicizzarsi, ad accettare le conquiste del mondo moderno: in primis una equilibrata concezione della donna, il rispetto delle idee altrui, l'individualismo della concezione religiosa. Quando riuscirà a reincarnare quel rinascimento arabo che nel Medioevo è stato un faro di civiltà.