Creato da nerogomma il 15/07/2013

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La Buona Educazione

Post n°58 pubblicato il 15 Settembre 2017 da nerogomma
 

educSapevate che quando fu introdotta l’istruzione obbligatoria in Giappone, molte scuole furono date alle fiamme per protesta? Il fatto che le scuole togliessero braccia nei campi è certamente comprensibile, ma ciò non toglie che questo episodio non rispecchia esattamente l’immagine dei giapponesi moderni, gentili e ben educati.

E sapevate che prima del 1960 in Giappone nessuno rispettava le file, proprio come nella Cina di oggi? Oggi è l’esatto opposto e ovunque si trovano file ordinatissime… per entrare nei ristoranti (e non parlo di “alti livelli”, anche un posto dove mangiare un buon ramen può avere la fila fuori), per salire sul treno, per fare le foto alle/ai cosplayers…

Per arrivare al Giappone odierno c’è voluta molta fatica e soprattutto una grande opera di educazione operata dal governo: la scuola è stata un elemento-chiave, ovviamente, ma anche quelle che oggi chiameremmo “pubblicità progresso” hanno avuto il loro ruolo.

Tutto ciò rende evidente il fatto che per evitare di avere gente che salta la fila, parcheggi selvaggi, falsi invalidi, furbetti del cartellino e del quartierino, evasori, politici mangioni, mafiosi ecc. bisognerebbe investire nella scuola, ridare dignità alla cultura e a chi insegna, far capire alla gente l’importanza della cultura, dell’istruzione e della ricerca come unico modo per creare un paese migliore, ricco e senza tensioni sociali, perché altrimenti ci condanniamo a questa eterna decadenza che stiamo vivendo da quasi 50 anni.

Ma smettiamo di parlare al muro e torniamo a paesi più seri: vi dicevo che in Giappone varie campagne educative hanno formato i giapponesi. Per esempio prima delle olimpiadi di Tokyo del 1960 si è portata avanti una campagna per insegnare alla gente a fare la fila. Oggigiorno, tra le ultime iniziative c’è quella contro l’ ????? aruki sumaho, l’uso del cellulare mentre si cammina …e non solo! Nelle stazioni, un po’ ovunque, si trovano manifesti contro la violenza e/o l’ubriachezza (come causa di violenza familiare e incidenti in stazione, ad esempio), per ricordare di dare la precedenza alle donne con bambini sui treni e agli anziani, per invitare a spegnere i cellulari o tenerli su silenzioso, e così via.

In ciascun manifesto è quasi onnipresente “l’occhio della gente” (hito no me), che è l’arma più potente in Giappone per persuadere le persone a cambiare comportamenti.

 
 
 
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