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IgNobel

Post n°59 pubblicato il 15 Settembre 2017 da nerogomma
 

La lunga saga degli IgNobel - L’ex matematico Marc Abrahams l’ha fatto di nuovo. Per la ventisettesima volta, ieri notte a Boston ha messo in piedi lo spettacolo nerd destinato agli scienziati più bizzarri: l’annuale celebrazione degli Ig Nobel ha visto sfilare gli autori e le autrici delle dieci ricerche o delle decisioni più curiose del mondo. E dato che ho un gatto ed amo il caffè citerò queste tra tante:

IgNobel per la Fisica: la reologia del felide 

Ovvero: il gatto è un fluido o un solido? È la domanda a cui tenta di rispondere il premio IgNobel per la fisica di quest’anno, Marc-Antoine Fardin dell’École Normale Supérieure de Lyonche, con uno studio pubblicato sul Rheology Bulletin dal titolo inequivocabile: “On the rheology of cats” (Della reologia del gatto). Per comprendere di cosa parliamo, è bene chiarire da subito che la reologia è la scienza che studia “gli equilibri raggiunti nella materia che fluisce o si deforma per effetto di uno stato di sollecitazione”. Perché applicarla ai gatti? Normalmente, definiamo solido un materiale che tende a mantenere un volume e una forma definiti; liquido è invece un materiale che assume la forma del contenitore in cui viene posto mantenendo però il suo volume originario; gas infine è un materiale che tende ad espandersi indefinitamente per occupare tutto il volume di spazio disponibile. Partendo da questa definizione, c’è chi ha fatto notare che i gatti non possono essere considerati materia solida: alla prima occasione saltano all’interno di qualunque scatola o contenitore disponibile, espandendosi o dilatandosi fino a prenderne la forma.

cat

Resosi conto del potenziale di queste osservazioni empiriche, Fardin ha deciso di gettare le basi per una nuova branca della reologia, che sappia rendere conto scientificamente delle deformazioni che subisce un gatto – ma probabilmente, fa notare l’autore, anche altre specie di felidi – quando viene sottoposto a sollecitazioni. Tornando alla domanda iniziale quindi: sono solidi o liquidi? La risposta della reologia è che tutto dipende dal tempo: la distinzione tra solido e liquido è spesso illusoria, perché aspettando qualche milione di anni anche una montagna tenderà ad appiattirsi. Dai calcoli del fisico francese, i gatti sono quindi solidi per tempi di osservazione che oscillano dal secondo al minuto. Superata questa soglia, il comportamento del gatto diviene liquido, e l’animale tende ad assumere la forma di qualunque contenitore in cui si sia infilato. Difficile non considerare lo studio uno degli IgNobel più meritati di sempre.

IgNobel per la Fluidodinamica: evitare di rovesciare il caffè

La ricerca che ha conquistato il premio IgNobel per la fluidodinamica non è un lavoro di squadra, ma il frutto dell’ingegno di un singolo fisico sudcoreano: Jiwon Han, della Korean Minjok Leadership Academy. Da solo, Han si è imbarcato in una ricerca che mira a cambiare la vita di milioni di persone in tutto il globo: scoprire il modo migliore per evitare di rovesciare il caffè mentre si trasporta la tazza in giro per casa, o per il proprio posto di lavoro. L’intento è nobile, e l’impegno notevole: nel suo studio Han prende in considerazione tutti gli elementi che possono influenzare i movimenti del caffè all’interno di una tazza, costruendo un modello matematico che permette di simulare gli effetti di diverse camminate, impugnature, ecc… E dopo otto pagine fitte di grafici e complicati calcoli di fluidodinamica, arriva finalmente all’agognata soluzione.

Come evitare dunque di versare il caffè? I calcoli di Han mettono in luce due possibili tecniche: la cosiddetta presa ad artiglio, che consiste nel tenere la tazza dall’alto con tutte e cinque le dita (come fossero gli artigli di un uccello), o ancora più efficace, camminare all’indietro. Proprio così: gli esperimenti di Han dimostrano che camminando al contrario è possibile modificare la frequenza delle oscillazioni della mano che regge il caffè, minimizzando le probabilità che questo si rovesci sul pavimento. Sempre che – viene da aggiungere – non si finisca a sbattere contro mobili, porte e pareti.

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