Creato da nerogomma il 15/07/2013

Su Due Ruote

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Messaggi del 21/04/2017

Automobilisti contro ciclisti: un duello tutto italiano.

Post n°24 pubblicato il 21 Aprile 2017 da nerogomma
 
Tag: civilta

Anche il codice della strada snobba chi pedala
L'AGGRESSIVITÀ al volante si manifesta in molti modi: attraverso sorpassi azzardati, strombazzando il clacson quando si è fermi in coda o tentando in modi poco ortodossi di saltarla, lanciando insulti e anatemi per una mancata precedenza, incollandosi alla macchina che precede.

Talvolta, sulle nostre strade, una banale lite può sfociare in una rissa: e così per futili motivi si passa alle vie di fatto. I casi di pedalatori aggrediti da guidatori sembrano essere all'ordine del giorno. Un'inevitabile generalizzazione che, però, sembra poggiare su una solida casistica.

Che la maggior parte delle nostre strade siano state concepite e costruite a uso e consumo dell'automobile è cosa nota: per rendersene conto basta dare un'occhiata a quello che avviene fuori dai nostri confini. In Paesi ciclisticamente avanzati la bicicletta è considerata un mezzo di trasporto quotidiano mentre il nostro Codice della Strada la definisce ancora "velocipede", come se si trattasse di un bizzarro oggetto di modernariato del secolo scorso rispetto alle automobili sempre più proiettate al futuro, nonostante siano per lo più ancora alimentate da combustibili fossili.

L'insofferenza di alcuni automobilisti nei confronti dei ciclisti è palpabile sui social network e sui forum di appassionati di motori - dove non si contano i post e le pagine che inneggiano a fare strike di chi pedala, magari con un Suv - così come sulle nostre strade: il ciclista viene visto come un pericoloso ostacolo mobile da schivare e quando rivendica il proprio spazio sulla strada che "è di tutti" la miccia è già accesa e il litigio è dietro la prima curva, all'incrocio con una ciclabile oppure ai margini di una carreggiata che dovrebbe essere condivisa tra chi guida e chi pedala e invece si trasforma in un campo di battaglia.

Gli episodi accaduti sono moltissimi e riguardano sia ciclisti professionisti sia cicloamatori o semplici cittadini in bici:

ad agosto 2012 due genitori che pedalavano con la loro bimba di 16 mesi ad Avezzano sono stati aggrediti da un automobilista infastidito per aver dovuto rallentare la sua marcia.

A novembre 2014 la promessa del ciclismo Antonio Di Sante se l'è vista brutta a Tortoreto per un incontro ravvicinato con un automobilista che ha cercato d'investirlo e lo ha malmenato a causa di una mancata precedenza.

A febbraio 2015 a Bassano, dopo una tranquilla pedalata domenicale, due cicloamatori sono stati insultati, inseguiti e speronati intenzionalmente da un energumeno al volante per aver pedalato sul marciapiede davanti alla sua villetta.

Questo solo per fare alcuni esempi, ma l'elenco è ricco e purtroppo in continuo aggiornamento.

Il Codice della Strada definisce la bicicletta "velocipede" (art. 50), è molto chiaro e dettagliato sulle caratteristiche costruttive che deve avere (art. 68) ma sulle norme di circolazione contenute nel primo comma dell'art. 182 non lo è altrettanto:

"I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono procedere su un'unica fila salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell'altro".
Quindi in città si può pedalare affiancati a un'altra bici ma non viene specificato quando ciò è consentito, lasciando un ampio margine di discrezionalità e incertezza che può essere causa di litigi con gli automobilisti. Sulle strade extraurbane bisogna invece sempre pedalare in fila indiana, salvo rare eccezioni.
Nel comma 9 risiede invece l'obbligo delle bici di "transitare sulle piste loro riservate quando esistono" e questo vale anche per le ciclabili malmesse: chi non le percorre perché sono in condizioni pessime lo fa soprattutto per salvaguardare la propria incolumità ma sta infrangendo una regola dettata dal Cds ed è passibile di multa.

Altre norme relative alla circolazione riguardano tre questioni che spesso rappresentano un elemento di criticità tra chi guida un mezzo a motore e chi pedala un velocipede:

la precedenza - come recita il comma 8 dell'art. 145 - in caso di intersezione con sentieri, tratturi, mulattiere e piste ciclabili obbliga il conducente di un veicolo ad arrestarsi e dare la precedenza a chi circola sulla strada;

Il sorpasso (art. 148) deve essere fatto sulla sinistra, dopo averlo appositamente segnalato, tenendosi a una "adeguata distanza laterale" ma il Cds ne definisce anche la misura: 1.5 metri (e qui mi chiedo come si possa controllare o contestare);

la sosta e la fermata dei veicoli (art. 158) sono vietate "sui passaggi e attraversamenti pedonali e sui passaggi per ciclisti, nonché sulle piste ciclabili e agli sbocchi delle medesime", una prescrizione chiara che spesso viene ignorata, come documentano le tante foto che circolano di auto parcheggiate sulle piste ciclabili.

ecco qui di seguito alcune descrizioni esemplari sugli untenti della strada.

http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Pista_ciclabile
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Automobilista
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Mangiabitume
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Abitanti_della_strada

Un consiglio: RILASSATEVI ...siamo in troppi sulle strade, troppo nervosi, troppo di corsa, troppo arroganti o troppo distratti da cose inutili

 
 
 

Uguaglianza di genere ???

Post n°23 pubblicato il 21 Aprile 2017 da nerogomma
 

Uguaglianza di genere? A senso unico!!!  sventoliamo quella che fa odiens e alimenta i talk show

Gessica Notaro ospite al "Maurizio Costanzo Show": " Cosi mi ha sfregiato chi diceva di amarmi" La 28enne miss Romagna aggredita il 10 gennaio scorsa dall'ex fidanzato si mostra in video dopo i tanti interventi chirurgici. "Voglio che si veda cosa mi ha fatto"

e la notizia rimbalza sui TG, su internet....

Uomo sfregiato con l'acido: "Se la vittima è un maschio è meno considerato"

William Pezzullo, vittima di un'aggressione con l'acido da parte della sua ex, racconta che non riceverà neanche un euro di risarcimento
"Voglio far capire a tutti loro che la violenza non è questione di genere. Che ci sono anche uomini che la subiscono.A me è capitato".

William Pezzulo, sfregiato in faccia con l'acido dalla sua ex fidanzata, e da un suo complice, il 19 settembre 2012, racconta così alla Verità la sua disavventura.

Oggi Pezzullo parlerà davanti agli studenti dell'Istituto superiore Lunardi di Brescia e spiegherà che, a dispetto della parità di genere, "l'uomo è molto meno considerato, quando è vittima di un attacco con l'acido. Se capita a una donna, l'attenzione mediatica è diversa". Pezzulo, dal 2012 a oggi, ha subìto una trentina di interventi e da un occhio vede meno di un decimo mentre l'altro glielo hanno enucleato. "Se ho capito bene - spiega - sono a metà percorso dal punto di vista riabilitativo, poi non sarò più quello che sono adesso".

Pezzullo ha ottenuto un risarcimento da 1 milione di euro dai suoi aggressori ma non ha visto ancora nemmeno un euro e non vedrà nulla perché i due risultano nullatenenti. Lei, essendo madre di due figli, non ha mai fatto un giorno di carcere nonostante la condanna definitiva a dieci anni. In più lui deve pagare 30mila euro al suo avvocato come "percentuale stabilita dal giudice per avere ottenuto un milione di risarcimento" anche se tale risarcimento non lo avrà mai. Per sostenere le spese la famiglia ha svenduto il bar e lui ha usato persino la liquidazione del padre. Non è bastato ma, grazie a una petizione pubblica, hanno raccolto 12mila euro. In tutto ciò Stato non lo ha aiutato. "Esiste un fondo che copre i rimborsi alle vittime quando i colpevoli non provvedono a risarcire ma vi si può accedere solo se si guadagna meno di 11.500 euro l'anno. Io, invalido al 100 percento, prendo una pensione di 980 euro al mese e quindi supero questa cifra". Intanto la sua ex difficilmente andrà in carcere anche se ora i suoi figli sono stati dichiarati adottabili. È vero che rischia di perdere anche il processo d'appello ma quando sarà finito "a quel punto, avrà già scontato l'intera pena, visto che dieci anni di carcere non sono dieci anni effettivi. Di recente aveva anche un profilo Facebook in cui postava foto con suo marito, sorridente. Lei una vita se l'è rifatta. Io no".

 

 

 
 
 

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