Creato da ilclan05 il 12/11/2005

IlClan05

Blog

 

 

« TRACTOR GIRL Un Impresa ...La storia di Willy, l’uo... »

Il Lato Oscuro di IKEA

Post n°1401 pubblicato il 07 Settembre 2015 da ilclan05

Chi non ha in casa almeno un mobile firmato Ikea: tra lampade, divani, tavolini, scaffali o la famosissima libreria Billy che da sola ha venduto la bellezza di 4,5 milioni di esemplari, da Ikea non manca proprio nulla.  Con i suoi mobili a basso costo con cui arreda le case della classe media, l'azienda svedese ha ormai conquistato il mondo.

Dalla Norvegia all'Australia passando per il  Canada fino al Giappone e al Kuwait, oggi Ikea vende mobili in circa 41 paesi del mondo. Il suo catalogo ha una tiratura di 21,2 milioni di copie; circa 50 milioni invece le chiavi a brugola prodotte ogni anno e con le quali i clienti si montano la casa pezzo per pezzo. Ogni giorno dalle filiali Ikea escono carrelli carichi di ben 7 milioni e mezzo di flat-pack, le confezioni piatte di cartone che hanno reso famoso il marchio, così strutturate in modo da essere posizionate facilmente nel bagagliaio dell'auto: si calcola che siano addirittura un milione in più dei classici hamburger venduti ogni giorno in tutto il mondo da McDonald's

Ikea è uno di quei pochi marchi commerciali che non rappresentano semplicemente un prodotto ma un vero e proprio stile di vita. Lo confermano i sondaggi: Ikea è sinonimo di simpatia, impegno sociale, convenienza. La maggior parte dei clienti giudica lo stile degli arredamenti al passo con i tempi, i prezzi giusti, i negozi accoglienti non solo per gli adulti ma anche per i bambini. Fare shopping all'Ikea non è solo conveniente, è una vera e propria esperienza.

Ma, come dice il detto: non è tutto oro quel che luccica. Il suo successo non è, come l'Ikea vorrebbe far credere, il frutto di una filosofia umanistica che alla fine è anche conveniente. Al contrario è il risultato di una gestione d'impresa che subordina tutto al piccolo prezzo e ai grossi fatturati. Lo si vede nel centro di formazione di Älmhult, la cittadina della Svezia meridionale in cui vi è la sede Ikea, dove gli ideali dell'azienda sono inculcati nei dipendenti così come negli stessi negozi Ikea in cui ogni centimetro quadrato è strutturato in modo tale da sedurre i clienti e spingerli a comprare. A tutto questo si aggiunge poi una struttura societaria non del tutto trasparente che si estende dai Paesi Bassi al Liechtenstein e dal Lussemburgo alle Antille Olandesi all'unico scopo di pagare meno tasse. Non da meno i problemi ambientali legati all'abbattimento degli alberi. Dietro l'immagine super efficiente di Ikea si nasconde quindi tutta una serie di lati oscuri.

Ma partiamo dal centro di formazione di Älmhult, quello attraverso cui devono passare tutti i direttori di filiale e tutti i dirigenti che vogliono entrare all'Ikea o ottenere una promozione. Al suo interno vi è una parete ricoperta di foto che ritraggono abitazioni di tutti i paesi del mondo. Nella maggior parte delle foto si vedono ambienti caotici e in cui non c'è neppure un mobile Ikea. Ai dipendenti viene detto: "Fermati, rifletti e poniti delle domande. Se vuoi davvero vivere la visione Ikea devi saperne di più di chiunque altro sulle loro abitazioni. Riesci a cogliere il messaggio nascosto nelle immagini?". È questo quello che c'è scritto su alcuni cartelli appesi accanto alla cornice. Basta percorrere pochi metri più avanti ed ecco che su un'enorme parete fotografica su cui spicca un container simbolicamente carico fino all'ultimo centimetro dei famosi flat-pack, compare l'altro dogma: "Detestiamo trasportare aria". Significa che se nei container e nelle confezioni rimane dell'aria, questa non fa che generare costi inutili per il cliente.

E passiamo ora alla struttura societaria dell'impero Ikea, un vero e proprio puzzle fatto di aziende, fondazioni, partecipate, controllate e holding. Un conglomerato in cui i miliardi si spostano di qua e di lá in modo che alla fine nessuno sa più chi si arricchisce davvero con il marchio Ikea. A Lleida nei Paesi Bassi c'è Ingka Holding, la casa madre del gruppo Ikea di cui fanno parte una ventina di società affiliate che a loro volta hanno venti controllate che a loro volta ne controllano altre. Un impero quello Ikea sottratto alla vista del pubblico attraverso una rete di holding e società poste sotto l'ombrello di due fondazioni miliardarie che hanno sede nel Liechtenstein e nei Paesi Bassi e di una società offshore con sede nelle Antille Olandesi. La rete è poco trasparente ma le sue finalità sono chiarissime: rendere il colosso svedese inattaccabile e fargli pagare meno tasse possibile. Il tutto perfettamente in linea con i suoi ideali di impresa che risparmia sui costi: le tasse non sono altro che costi quindi non sorprende che l'azienda faccia di tutto per ridurre al minimo anche le tasse.

Altro aspetto cruciale: le condizioni di lavoro dei fornitori in tutto il mondo. L'Ikea ha adottato un codice di condotta dei fornitori denominato IWay. L'olandese Centre for research on multinational corporations ha però svolto un'indagine sulle condizioni di lavoro nelle fabbriche del Bangladesh e della Thailandia che riforniscono l'Ikea e ha giudicato le retribuzioni e gli orari di lavoro decisamente incompatibili con il codice. De resto anche qui in Italia i dipendenti dei fornitori Ikea hanno protestato per le condizioni contrattuali inaccettabili e gli straordinari non pagati. Nell'Asia meridionale e in Cina nel 2005 sono stati denunciati undici casi di lavoro minorile.

Per non parlare poi dell'enorme punto interrogativo legato alla sostenibilità ambientale. Quanto può essere corretta un'impresa che predica la sostenibilità ma è ossessionata dalla massimizzazione del profitto? E ancora, quanto è sostenibile un'azienda che sbandiera la riduzione delle emissioni di anidride carbonica ma ogni anno fa abbattere alberi per ricavarne14,5 milioni di metri cubi di legname in gran parte proveniente dalle ultime foreste primordiali e non è in grado di dimostrare fino all'ultimo tronco se il legname è frutto della deforestazione illegale?

 

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Sventure/trackback.php?msg=13270615

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 

 Foto:

 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

FACEBOOK

 
 

AREA PERSONALE

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963