Creato da: gioegian il 17/11/2006
L'unico modo di sparare senza far male a nessuno è...SPARARE CAZZATE!

ACHTUNG - WARNUNG

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I 10 INDIVIDUI CHE RIESCONO A FARTI ANDARE DI TRAVERSO UN CONCERTO

Post n°276 pubblicato il 15 Giugno 2013 da gioegian

10  - IL PALO DELLA LUCE

Dopo aver passato la notte in bianco fuori dai cancelli, dopo pestoni e gomitate hai il posto migliore: praticamente sotto il palco. Ti siedi nell’attesa che esploda il delirio, davanti a te solo un gruppo di giovincelli che, anche loro seduti, attendono il primo attacco. Ed eccolo finalmente! Tutti si alzano all’unisono, compresi i ragazzi che hai dinanzi e, proprio davanti a te, si eleva un campanile di un metro e novanta, con in testa una sproporzionata cofana riccia. Fine dello show: il palco lo vedrai solo parzialmente, anzi lo vedrai tutto, tranne il centro, cioè il punto di maggior interesse. Se ti sposti a destra il palo si sposta a destra e se ti muovi a sinistra, la pertica ti segue inesorabilmente a sinistra. Decidi di cambiare posizione. Ecco allora che senti un “Ma ohhhh!!” dietro le spalle. Dietro di te ce n’è uno che non vede. Anche tu sei il palo della luce di un altro.

9 – IL FUMATORE

Per ragioni di sicurezza non si può fumare, ma c’è quello che non ce la fa, se ne fotte delle regole e si accende la sigaretta. E dove si piazza? Ovvio! Accanto a te. E’ il genio del male in persona: in trenta secondi ti affumica i vestiti e ti intossica pelle, capelli e occhi. Il male però lo esplicita in altro modo. Vedendo lui, altri geniacci, guardandosi intorno e chiedendosi ad alta voce: “Ma si può fumare?” partono all’arrembaggio!

8 - IL DOLMEN DI STONEHENGE CHE NON SI MUOVE DI UN CENTIMETRO

E’ lì. Basta. Non parla, non si muove, fissa il palco. Non accenna a tenere il tempo, non dà segni di vita. Ti aspetti che da un momento all’altro compaia qualche tribù di indigeni a ballargli intorno. Il resto del mondo salta, canta, applaude. Lui non dà segni di vita. E tu che ti dimeni e ti scateni dove te lo ritrovi? Ovvio! Di fianco! E continui a urtarlo o a calpestargli i piedi. Reazioni? Zero. Non si muove: resta lì come una di quelle bacchette che tengono su i pomodori nell’orto. Rigido com’è, ogni volta che ci sbatti contro è un dolore: sarà l’incubo del tuo povero corpo per tutta la sera.

7 - E SE SON CIOCH PURTIM A CA’ CUN LA CARETA! (L’UBRIACONE)

Ha cominciato il concerto due giorni prima, al pub. All’apertura dei cancelli è già pieno come un uovo. Non appena parte la musica, fosse anche un concerto di musica da camera, lui deve pogare per cui attacca a spingere, a saltare e a dar cornate come un caprone. Ha la lattina di birra in mano e, mentre ti spinge, ne rovescia il contenuto sulla tua maglietta o sulle tue scarpe. Per liberartene inizi a spingerlo nelle file dietro, ma le file dietro te lo ribattono davanti e inizia un’allegra partita a ping pong, con questo che continua imperterrito a saltare e tira dei rutti che fanno la permanente di cui faresti sicuramente a meno!

6 - IL BUTTAFUORI

Uno davanti a te ha appena chiesto all’addetto alla sicurezza di potersi spostare più avanti. Ti fai coraggio e glielo domandi anche tu: “Scusi, potrei…” “NO!” “Quello prima però…” “NO!” “Ma guardi che io…” “NO!” Terminator ha spento il cervello e, per quanto tu insista, il monosillabo rimane lo stesso. Anche se gli chiedessi: “Vuoi bene alla tua mamma?” la risposta sarebbe “NO!”

 

5 – LA PAZZA

Ogni concerto che si rispetti ha la sua pazza di turno. Di solito è la tipa del dolmen di Stonehenge (che forse non si muove perché si vergogna come un ladro). Questa urla con una voce da cornacchia e continua a ballare come un’ossessa e a scuotere la testa: anche sui lenti, anche sulla canzone in cui il cantante commemora la morte di suo nonno. Tutti zitti, con la fiammella accesa e lei che sbraita e saltella. Sta volando in una dimensione parallela con il pilota automatico impostato su “demenza”.  Personalmente sogno il giorno in cui il cantante smetterà all’improvviso di cantare la sua ballad , guarderà la pazza di turno e le dirà, davanti alla folla immensa e mentre la regia la inquadra sui maxischermi: “Ma sei scema?”

4 – I LIMONI

In ogni concerto che si rispetti ad un certo punto parte il momento romantico: la canzone d’amore. Ed eccoli lì, davanti a te. Ettolitri di bava, lingue da camaleonti che si attorcigliano ed eseguono una perfetta ispezione odontoiatrica. Mani che si paciugano e si perquisiscono in ogni anfratto meglio della Digos. E ti girano i maroni, non tanto perché li invidi ma perché pensavi di essere a un concerto e non al prequel di un film porno.

3 – LO STONATO PAURA

Hai presente il ronzio della zanzara che si insinua nel padiglione auricolare e che ti fa venire un incazzo esplosivo? Ecco. Lo stesso effetto lo fa lo stonato paura. Un unghia grattata su una lavagna, una forchetta premuta su un piatto, una lama di coltello passata su una bottiglia di vetro. Lo stonato al concerto è uno di quei fastidi a cui non ci si abitua: è come avere Sgarbi tutti i giorni in cucina che ti dà della capra mentre fai la carbonara. Non hai pagato per ascoltare lui eppure la sua voce va oltre l’amplificazione, tocca frequenze inaudite, va negli ultrasuoni: anche se ti allontani ti segue. I cani impazziscono, i pipistrelli perdono l’orientamento e tu, tu che maledetto il momento in cui ci hai fatto caso, tu la senti. E lui non smette. Lo stonato paura sa tutte le canzoni e ti fa anche i cori!!!

2 – IL PUZZONES

Avverti una puzza e la imputi al caso: a quel caso che si chiama scoreggia e che è frutto di un attimo di perdita di controllo di uno dei tuoi vicini. Dopo un attimo ricapita ed è lì che ti rendo conto che non è il tipico odore di peto: è una puzza stagionata, misto stracchino e pattumiera. Ti rendi conto che non hai un vicino con il metorismo (anche se pure quello è una bella calamità) ma hai un vicino che da mesi si mette sotto la doccia ma non apre l’acqua. Inizi a sperare nel vento. Quando l’aria porta lontano l’afrore tu canti spensierato e stai bene. Quando però il vento cambia, ti ritrovi immerso nella putrida realtà mentre con le lacrime agli occhi vedi il tuo vicino con le braccia alzate e con l’ascella radioattiva puntata verso di te come un missile terra – aria. Più si va avanti e più questo puzza, complice il calore della massa e l’inevitabile sudore. Attorno al puzzones si crea il vuoto, nessuno ha il coraggio di dirgli che puzza come una discarica. Dicevo che è deleterio anche quello che non puzza ma che la puzza la produce! Sempre a tradimento, sgancia saette silenziose ma mefitiche e dentro ride perché sa che le scoregge non escono con l’etichetta del nome e quindi la fa comunque franca. Tu fai la faccia schifata ed ecco che qualcuno ti guarda storto: pensa tu stia facendo quella faccia per mascherare la colpa di averla mollata…

1 – IL SOCIAL NETWORK VIVENTE

Giusto che si scatti qualche foto che rimanga a imperitura memoria dell’evento. Va bene anche qualche video che renda vivo il ricordo. Ma non si può passare tutto il concerto col telefonino o la macchina fotografica in mano!! Al posto di vedere il concerto, vedi una foresta di mani e di cellulari. Lucine ovunque di gente che feisbucca e tuitta e che poi, al posto di guardare il palco, controlla se gli amici hanno messo “Mi piace” alle foto o ai video … Già, perché si fa così a godersi i concerti!  

 
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