Creato da thalita il 26/07/2013

io

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favola

Post n°11 pubblicato il 26 Luglio 2014 da thalita

Pensavo.....
Che mondo strano, la chat...sembra un mondo irreale, un modo da cui una volta chiuso il pc si esce del tutto...
E invece no, la chat è un mondo "magico" (più in là certamente penserete che magico non è l'aggettivo più adatto, che forse "maligno" lo descrive meglio).
La chat ha poteri magici, si, poteri taumaturgici...
Prendiamo ad esempio la vecchietta a cui la vita ha tolto molto, che gira per le stanze vuote di una casa che un tempo, forse, è stata la casa di una famiglia, ma in cui ora nessuno entra più...
La vecchietta si ripete che sta bene, anche se la solitudine è tanta, che sta bene perchè alla fine, la vita è fatta così, prende e toglie.
Ma un giorno alla vecchietta raccontano la favola della chat e le dicono che è un mondo fatato, dove troverà gli amici che non ha, la vita che non ha più.
Un po' diffidente, garbata, gentile, la vecchietta si affaccia su quel mondo e.....magiaaaaaaaaaaaaa, quante donnine come lei, tutte gentili ed educate, tutte buone maniere e carinerie d'altri tempi!
E quanti galantuomini, che la riempiono di complimenti e la fanno sentire di nuovo, finalmente di nuovo donna!
E la vecchina rinasce, si rifà il guardaroba, tutto paillettes e lustrini e scollature vertiginose: e che diamine, che c'è di male a mostrare un po' di tette, ne avrà diritto anche lei, in fondo sono anni che uno sguardo maschile o una mano maschile non la sfiora!!
E c'è di più, la vecchina che nessuno va a trovare, neppure suo figlio, scopre che non è una ragione valida per star sola....che diamine, se nessuno va a trovarla, andra lei a scoprire di nuovo il mondo!
Direte voi, ma che bella favola, che bel mondo, ridare la vita a chi non ne aveva più è encomiabile!
E no, cari lettori, mi spiace contraddirvi...dietro a quel mondo fatato, dietro ai lustrini che finalmente si indossano, dietro alle moine, alle gentilezze, alle care signore "amiche per sempre", c'è la mela avvelenata, che però non fa effetto con un sol morso....questa mela avvelenata agisce piano, per dosi omeopatiche.... Il veleno sta dietro ad un saluto, rigorosamente con diminutivo/vezzeggiativo incorporato, che viene rivolto quotidianamente (e più volte al giorno, vista la quantità di ore che la vecchina ignara passa nel suo mondo fatato), il veleno sta  nei bisbiglii che seguono questo saluto e di cui la vecchina non sa nulla, che nemmeno immagina..
E' un veleno dolce, somministrato con tanti sorrisi e carezze virtuali... "oh, ...ina come stai bene con quel vestito, hai un seno che farebbe invidia a una ventenne" che tradotto in bisbiglii nei vari pvt significa: "ma non si rende conto di quanto è ridicola? una donna della sua età che si concia in quel modo è una vergogna per la sua famiglia".
E il veleno è anche far credere di essere apprezzata, stimata, accolta....quando invece alla prima occasione utile l'accoglienza si trasforma in poche ore risicate, con le quali l'amica del cuore di turno crede di aver "degnato" la povera vecchina...e si badi, cari lettori, che lo sappiano tutti!
Ah, come sono dolci e sincere, le "amiche per sempre", a volte! 
La chat non è un mondo fatato, cari lettori, non è un mondo magico. La chat è un mondo maligno e la mela dell'amicizia, quella mela rossa e lucente, prima o poi si spaccherà, mostrando il verme che è sempre stato dentro di lei....
E allora cosa farà la cara vecchina, quella che un tempo era una donna dolce sincera e che oggi ha imparato come vive una chat-donna di mondo?
Chissà, forse si asciugherà le lacrime e tornerà nel suo mondo solitario.
Glielo auguro di cuore, per il suo bene. 

 
 
 

Stralci di...piacere

Post n°10 pubblicato il 31 Maggio 2014 da thalita

Una felicità piena, obliosa, libera, sempre novella, tenne ambedue, dopo d'allora. La passione li avvolse, e li fece incuranti di tutto ciò; che per ambedue non fosse un godimento immediato. Ambedue, mirabilmente formati nello spirito e nel corpo all'esercizio di tutti i più alti e più rari diletti, ricercavano senza tregua il Sommo, l'Insuperabile, l'Inarrivabile; e giungevano così oltre, che talvolta una oscura inquietudine li prendeva pur nel colmo dell'oblio, quasi una voce d'ammonimento salisse dal fondo dell'essere loro ad avvertirli d'un ignoto castigo, d'un termine prossimo. Dalla stanchezza medesima il desiderio risorgeva più sottile, più temerario, più imprudente; come più s'inebriavano, la chimera del loro cuore ingigantiva, s'agitava, generava nuovi sogni; parevano non trovar riposo che nello sforzo, come la fiamma non trova la vita che nella combustione. Talvolta, una fonte di piacere inopinata aprivasi dentro di loro, come balza d'un tratto una polla viva sotto le calcagna d'un uomo che vada alla ventura per l'intrico d'un bosco; ed essi vi bevevano senza misura, finché non l'avevano esausta. Talvolta, l'anima, sotto l'influsso dei desideri, per un singolar fenomeno d'allucinazione, produceva l'immagine ingannevole d'una esistenza più larga, più libera, più forte, « oltrapiacente »; ed essi vi s'immergevano, vi godevano, vi respiravano come in una loro atmosfera natale. Le finezze e le delicatezze del sentimento e dell'immaginazione succedevano agli eccessi della sensualità. 

(G. D'Annunzio - Il Piacere)

 
 
 

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Post n°9 pubblicato il 27 Maggio 2014 da thalita

«Volevo scriverti, non per sapere come stai tu, ma per sapere come si sta senza di me. Io non sono mai stato senza di me e quindi non lo so. Vorrei sapere cosa si prova a non avere me che mi preoccupo di sapere se va tutto bene, a non sentirmi ridere, a non sentirmi canticchiare canzoni stupide, a non sentirmi parlare, a non sentirmi sbraitare quando mi arrabbio, a non avere me con cui sfogarsi per le cose che non vanno, a non avermi pronto lì a fare qualsiasi cosa per farti stare bene. Forse si sta meglio, o forse no. Però mi e venuto il dubbio e vorrei anche sapere se ogni tanto questo dubbio è venuto anche a te. Perché sai, io a volte me lo chiedo come si sta senza di te, poi però preferisco non rispondere che tanto va bene così. Ho addirittura dimenticato me stesso per poter ricordare te».


Soren Kierkegaard , “Diario di Un seduttore”

 
 
 

lacrime

Post n°6 pubblicato il 03 Maggio 2014 da thalita

 
 
 

lacrime

Post n°5 pubblicato il 03 Maggio 2014 da thalita

 
 
 
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