TARTARUGHE

...tutto ciò che ha a che fare con le tartarughe...

 
 

NOTA

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Non sono un veterinario e questo è un Blog Amatoriale, pertanto, malgrado la cura posta nella raccolta del materiale, non posso assumermi la responsabilità totale delle informazioni riportate. In caso di seri problemi riguardanti la salute delle tartarughe, consiglio sempre e comunque di rivolgersi a persone qualificate e competenti.
Inoltre, molto del materiale presente è frutto di ricerche sul web, pertanto esiste la possibilità che nel blog siano state pubblicate foto o testi senza il consenso dell'autore o proprietario del diritto.
Se questo dovesse avvenire, vi chiedo gentilmente di contattarmi e in breve tempo verrà rimosso tutto il materiale non autorizzato.
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LE MIE BELVE

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Messaggi del 06/04/2006

TESTUGGINE RADIATA

Post n°63 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Geochelone Radiata è una testuggine ormai molto rara nel suo habitat. Questo a causa del rapido disboscamento, ottenuto incendiando vaste porzioni di bosco, cui è sottoposto il Madagascar. Questo, oltre a causare la morte diretta di molti esemplari, priva le testuggini del loro habitat naturale.
Inoltre le varie popolazioni si trovano ormai isolate le une dalle altre, con conseguente difficoltà riproduttive. Addirittura vengono a volte catturate per fini alimentari.
Esistono centri di riproduzione, sia in Madagascar che in altre zone del mondo. Finora questi centri stanno ottenendo buoni risultati riproduttivi, tanto da stimare che la maggior parte degli esemplari esistenti sia stabulata proprio nei centri.
Per questo motivo questa specie raramente viene offerta sul mercato, perlopiù a prezzi molto elevati. Una precisazione sulla classificazione: questa specie,assieme alla conterranea Geochelone Yniphora, secondo molti autori andrebbe classificata in un genere a parte, prendendo il nome di Asterochelys Radiata.
Un’ultima curiosità è data dal fatto che la testuggine raggiata risulterebbe una delle più longeve. Frequenti sono esemplari ultracentenari, addirittura il Guiness dei Primati cita un esemplare vissuto per 188 anni!

 
 
 

Post N° 62

Post n°62 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Principali minacce:
• Perdita e degradazione dell'habitat
• Prelievo per commercio e collezionismo
• Impatto con attività dell'uomo: agricoltura, turismo
• Collisione con autoveicoli


Fino al 2003 questa specie era classificata "In Pericolo".
Recenti studi hanno evidenziato che in sole tre generazioni la popolazione complessiva si è ridotta dell'85%. Oggi rimangono circa 7.000 individui, di cui solo 5.000 sessualmente maturi.
Sebbene sia una specie protetta dalla
CITES (Convenzione di Washington), stime realistiche ne prevedono l'estinzione in meno di 20 anni se non si interverrà sulle minacce.

 
 
 

ETIMILOGIA

Post n°61 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

testùggine: testùggine s. f. in zoologia, denominazione della tartaruga di terra (o d'acqua dolce), estesa, nel linguaggio com., anche a quella marina formazione tipica degli antichi soldati romani allorché sollevavano sulla testa gli scudi sovrapponendoli l'uno all'altro a guisa delle scaglie delle testuggini e, serrando le file, andavano all'assalto delle mura nemiche talvolta fu così detta anche la macchina da guerra formata da una tettoia posta su ruote, sotto la quale veniva trasportato un ariete.

 
 
 

Post N° 60

Post n°60 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

SENZA PAROLE...

 
 
 

CURA DELLE PICCOLE TARTARUGHE

Post n°59 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Quando le piccole tartarughe escono dalle uova è opportuno metterle in un terrario (o tartarugaio).  In natura, ovviamente, rimangono in libertà ma nei nostri giardini è meglio confinarle in uno spazio dove possano essere maggiormente protette e dove avremo la possibilità di nutrirle di più.  La mortalità delle piccole in natura è molto alta: circa il 50% muoiono entro il primo anno di età, mentre in cattività, grazie ai nostri accorgimenti, possono sopravvivere quasi tutte.  Di solito nascono nei primi giorni di Settembre periodo in cui, dovremo osservare attentamente il terreno per poterle scovare e per evitare che finiscano schiacciate sotto i nostri piedi.  L'ideale sarebbe individuare dove la femmina  depone le uova per poterne recintare il punto in modo tale che, quando le uova si schiuderanno, i piccoli rimarranno nel recinto e noi non avremo problemi a trovarle e a trasferirle subito in un tartarugaio.
Quando delimitiamo il punto dove si trovano le uova, stiamo attenti che la nostra recinzione non impedisca l'arrivo dei raggi solariLe misure della loro prima casa devono essere proporzionate al numero dei piccoli: 4-5  si troveranno bene in uno spazio di almeno 1 x 1 metri, se i piccoli aumentano devono aumentare anche le misure della nostra costruzione. Possiamo costruire il tartarugaio con dei pannelli di legno oppure,  recintare una piccola parte del nostro giardino. Il tartarugaio deve possedere un fondo di terra ed alcuni rifugi dove le tartarughine si possano infilare. Le pareti devono essere alte almeno 50 cm in quanto tutte le tartarughe hanno un' inaspettata capacità di scavalcare gli ostacoli anche molto più grandi di loro. Salgono, ad esempio, una sopra l'altra o sui tetti delle loro casette diminuendo così il dislivello delle pareti: dovremo infatti porre le casette al centro del tartarugaio.
 piccoli tentano sempre di trovare una via di fuga dalla loro nuova casa perlomeno nei primi periodi, cercando di arrampicarsi per ore sui lati ritrovandosi, spesso, a pancia all'aria. Inoltre il tartarugaio deve essere posizionato in modo che possano arrivarci direttamente i raggi del sole conservando, allo stesso tempo, delle zone d'ombra. Naturalmente più arrichiremo di particolari il nostro tartarugaio più di gradimento sarà per noi e per i nostri animali, quindi se lo spazio è sufficente potremo inserire delle piantine,  sassi, una zona di foglie secche ecc.  La scodellina dell'acqua deve essere scelta di pochi millimetri di profondità perché, le piccole tartarughe, tendono a buttarsi dentro e potrebbero affogare se l'acqua fosse troppo alta. 
Chi decidesse di liberare le tartarughe in territori aperti deve assicurarsi che la zona sia compatibile con le loro caratteristiche di vita. Sarebbe una pazzia, ad esempio, portarle in un bosco di montagna solo perchè ci sembra un bel posto: le basse temperature renderebbero loro la vita difficile e forse impossibile. La soluzione migliore è, come facilmente prevedibile, conoscere un posto abitato da tali animali.

 
 
 

DETERMINAZIONE DEL SESSO IN FUNZIONE DELLA TEMPERATURA

Post n°58 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Negli anni settanta alcune ricerche sulla riproduzione di alcuni cheloni (T. greca, E. orbicularis) hanno evidenziato che la temperatura d’incubazione delle uova influenza il sesso dei neonati.
Fino a quella data si pensava che in tutti i vertebrati il sesso fosse geneticamente controllato, anche se cambi di sesso avvengono nei pesci e negli anfibi, ma successivamente alla schiusa.
Studi successivi hanno mostrato che la determinazione del sesso dipendente dalla temperatura (DSDT) è ampiamente diffusa nei rettili.
In alcune specie di coccodrilli, sauri e cheloni le femmine risultano da incubazione ad alte e basse temperature, mentre i maschi a quelle intermedie. 
La temperatura media durante questo periodo regola la direzione della differenziazione delle gonadi. All’intervallo di temperatura soglia le gonadi possono divenire ovaie o testicoli. 
Il meccanismo fisiologico non è ancora del tutto compreso. Alla temperatura appropriata per la produzione di un sesso piuttosto che un altro, l’enzima aromatasi è prodotto in quegli individui che diverranno femmine mentre l’enzima 5 alfa reduttasi è prodotto in quelli che diverranno maschi. Questi enzimi inducono rispettivamente la conversione di testosterone ad estradiolo per iniziare la differenziazione delle ovaie o diidrotestosterone per iniziare quella testicolare.
I geni che codificano per la produzione di aromatasi o 5 alfa reduttasi sono attivati e disattivati dalla temperatura.
Le implicazioni ecologiche e le conseguenze della DSDT sono affascinanti e complesse, ma soggette a continue discussione da parte dei vari studiosi.
Secondo alcuni, poiché la temperatura d’incubazione determina la sex ratio della covata, la femmina avrebbe il potenziale di determinare il sesso dei propri figli selezionando il sito di deposizione in base alla temperatura.
In popolazioni dove la sex ratio è spostata verso un sesso, la produzione di un maggior numero di nati dell’altro sesso, darebbe un vantaggio in fitness (capacità che un organismo ha di sopravvivere e di trasmettere i propri geni alle generazioni successive; successo biologico) a quelle femmine che hanno selezionato il sito di deposizione in base alla sex ratio della popolazione. Attualmente non ci sono studi che dimostrino che questo avvenga o come una femmina possa conoscere la sex ratio della popolazione
Secondo altri autori invece in natura il sito ed il metodo di deposizione fanno sì che alla fine il rapporto dei sessi sia proporzionale. Per fare un esempio, Osadnik (1987) ha scoperto durante esperimenti di laboratorio, che Phelsuma dubia (un geco diurno del Madagascar) tendeva a produrre più maschi quando le uova erano incubate alle più alte temperature del range. In particolare temperature d’incubazione superiori ai 30°C producono più maschi e temperature inferiori più femmine.
Ulteriori esperimenti, hanno prodotto l’interessante risultato che, se la temperatura varia nell’arco della giornata tra 20 e 32°C viene prodotto circa lo stesso numero di maschi e femmine. Esperimenti sul campo hanno dato simili risultati. In particolare in un sito di deposizione comunitario a Mahajamga, Osadnik ha misurato variazioni giornaliere di temperatura tra i 23,5 ed i 32,2°C ed è stato in grado di determinare che la sex ratio dei neonati in quel sito era di 1:1.
La conclusione di questi esperimenti sembrerebbe essere che il fenomeno della variazione della sex ratio dipendente dalla temperatura, sia solamente un “problema di laboratorio”. Le variazioni che si verificano nei siti di deposizione in natura producono una sex ratio bilanciata tra i due sessi, in condizioni d’incubazione artificiale invece la temperatura è costante e provoca il “problema”
La DSDT però, potrebbe avere significative conseguenze sulla popolazione associate alla predazione dei nidi. In ambienti naturali, dove c’è un mosaico di siti di deposizione disponibili basati sulla temperatura (ad esempio siti ombreggiati sotto gli alberi o al contrario siti in aree aperte non ombreggiate) e dove tale mosaico porta come risultato globale un rapporto tra i sessi paritario, una predazione basata sul sito di deposizione, potrebbe causare la perdita di un numero sostanzioso d’individui di un sesso piuttosto che di un altro, con il risultato di una deviazione della sex ratio.
Variazioni nella temperatura terrestre potrebbero influenzare la struttura delle popolazioni animali con DSDT. Cambiamenti climatici, sia dovuti ad eventi ciclici naturali sia all’innalzamento globale della temperatura causati dall’uomo, potrebbero riflettersi in cambiamenti della temperatura dei siti di deposizione e quindi della sex ratio delle popolazioni e quindi avere conseguenze sulla sopravvivenza delle specie. 
In ogni caso, la comprensione di questo fenomeno,potrebbe essere utile per finalità conservazionistiche per aumentare il quoziente riproduttivo di specie minacciate d’estinzione e sottoposte a progetti di riproduzione in cattività. 

Pubblicato su Animalia n. 1 gennaio 2003

 
 
 

SCELTA DI UN ESEMPLARE

Post n°57 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Fondamentale è valutare la provenienza degli animali, inteso più che altro come provenienza dalla cattura o dalla cattività.  Ciò è facilmente riconoscibile da due fattori, la crescita del carapace ed il comportamento dell’animale.  Infatti l’animale di cattura avrà uno splendido carapace completamente liscio e levigato dagli agenti atmosferici e dalla vita all’aperto ed un carattere timidissimo.  Quelle allevate in cattività, ovviamente avranno abbastanza evidenti tutti i segni della crescita ed un carattere assolutamente non impaurito dalla nostra presenza.  Questo è fondamentale da valutare per qualsiasi specie di tartaruga che si intende acquistare. Bene, ora occorre fare altre valutazioni, infatti, l’animale di cattività è sicuramente un’animale che ci darà molte più soddisfazioni a breve e che sarà molto più facile da allevare senza che si ammali o che rifiuti il cibo o cose del genere, mentre un animale di cattura potrebbe anche impiegare diversi anni prima di adattarsi, perciò la priorità sarà sempre per un animale nato o cresciuto in cattività. Molto importante valutare che questo animale di cattività non abbia subito, in seguito ad eccessi alimentari o ad un cattivo “management” nel suo allevamento, deformità della struttura durante la  crescita, quali:
- Irregolarità nella crescita delle scaglie con conseguente perdita della forma “TIPICA” della specie.
-Crescita “PIRAMIDALE” delle scaglie, eccessiva crescita del becco corneo della bocca o peggio ancora deformità della mandibola.
Infatti questi elementi, oltre ad essere esteticamente discriminanti, significano al a100% che questo animale non gode di buona salute e con ogni probabilità le funzionalità dei suoi organi interni sono state rese deficitarie, proprio dal cattivo allevamento e dall’abuso alimentare che ha subito ( per lo più in questi casi si tratta di un eccesso di proteine sia vegetali che animali).
Le conseguenze non sono sempre immediatamente visibili, però possono condurre alla sterilità, problemi renali, di fegato o più generalmente metabolici, che vanno a debilitare l’animale accorciandogli drasticamente il ciclo vitale.
Perciò chi acquista uno di questi animali e lo strappa dal suo precedente padrone fa sicuramente un opera di bene, però sappia che il soggetto sarà sempre potenzialmente a rischio.

 
 
 

Rinite

Post n°56 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Tag: SALUTE
Foto di G_ietta

Il segno clinico è rappresentato da uno scolo nasale bilaterale continuo, generalmente sieroso. Può esserci contemporaneamente uno scolo oculare. Nei casi più gravi la tartaruga respira a bocca aperta ed emette rumori respiratori. La condizione può essere molto contagiosa e le tartarughe ammalate vanno immediatamente isolate. Il veterinario provvederà a prescrivere un adeguato trattamento antibiotico. Nei casi dubbi la rinite va differenziata dalla polmonite con delle radiografie

 
 
 

Stomatite necrotica

Post n°55 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Tag: SALUTE
Foto di G_ietta

La stomatite necrotica (infezione della bocca) è piuttosto comune al risveglio dal letargo, specialmente se lo stato di salute dell'animale prima del letargo e le condizioni ambientali durante il letargo non sono stati ottimali. Inoltre, al momento del risveglio i livelli di globuli bianchi nelle tartarughe sono molto bassi, rendendole suscettibili a problemi infettivi.
Il segno clinico più comune è rappresentato dall'anoressia. All'ispezione del cavo orale si osservano inizialmente delle placche biancastre rilevate su lingua e gengive, che se asportate rivelano la mucosa sottostante infiammata. Man mano che l'infezione procede si estende al palato, la faringe e la glottide, con placche biancastre o giallastre. Nei casi più gravi sono coinvolti l'esofago, la trachea e i polmoni; la mandibola può essere colpita da osteomielite (infezione dell’osso). Dalla bocca può uscire un essudato purulento, fetido.
Nei casi più lievi il trattamento consiste nell'asportare le placche necrotiche e nel disinfettare la bocca con un appropriato disinfettante un paio di volte al giorno, continuando per qualche giorno anche dopo la guarigione delle lesioni.
Nei casi più gravi si rende necessaria la visita del medico veterinario, che provvederà ad eseguire un esame per individuare il tipo di germi coinvolti e eseguirà una pulizia profonda delle lesioni, dopo aver sedato la tartaruga per evitarle dolore. Inoltre sarà necessario somministrare al paziente degli antibiotici.
Finché l'animale non sarà guarito sarà necessario somministrare cibo e liquidi tramite sonda gastrica

 
 
 

Lesioni da freddo

Post n°54 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Tag: SALUTE
Foto di G_ietta

Se durante il letargo la temperatura corporea si abbassa troppo, e si avvicina o addirittura scende sotto lo zero, anche per brevi periodi, il cervello e gli occhi possono subire gravi lesioni.
La tartaruga che soffre di lesioni cerebrali può presentare movimenti in circolo, torcicollo, paralisi facciale, paresi o paralisi degli arti, cecità. A volte è associato ittero. Il trattamento è esclusivamente di sostegno e la prognosi è riservata.
Talvolta le lesioni, anche se apparentemente gravi, possono risolversi con il tempo (talvolta anche dopo 18 mesi). Nel caso di cecità è importante alimentare l'animale a mano, in attesa che riacquisti la vista.

 
 
 

DELUCIDAZIONI SUL LETARGO

Post n°53 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Tag: LETARGO
Foto di G_ietta

I rettili sono animali ectotermi, dipendono cioè dalla temperatura ambientale per la regolazione della loro temperatura corporea. Quando la temperatura ambientale scende al di sotto di una certa soglia critica essi reagiscono andando in letargo. Il letargo viene indotto nelle tartarughe dei nostri climi dalla diminuzione della temperatura diurna e delle ore di luce. Il comportamento naturale in risposta a questi stimoli consiste nella diminuzione dell'attività e soprattutto nella sospensione dell'alimentazione, in preparazione al sonno invernale.

Durante il letargo la bassa temperatura corporea fa sì che quasi tutti gli apparati del rettile, tra cui il sistema digerente e il sistema immunitario, smettano di funzionare. Infatti non devono mai essere lasciati andare in letargo animali ammalati o animali il cui sistema digestivo non è completamente vuoto.
Solo animali in condizioni fisiche ottimali, con sufficienti riserve di grasso accumulate durante la stagione calda, devono essere lasciati ibernare. Gli animali malati, debilitati o sottopeso non devono essere lasciati andare in letargo, ma vanno mantenuti al caldo per tutto l'inverno affinché possano essere alimentati e/o curati.

 
 
 

Alterazioni fisiologiche e patologiche dopo il letargo

Post n°52 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Tag: LETARGO
Foto di G_ietta

Al momento del risveglio la tartaruga dispone di scarse riserve di grasso, di glicogeno (la forma in cui lo zucchero è accumulato nel fegato), di vitamine, ed è disidratato. Il numero di globuli bianchi e la glicemia sono bassi. Il peso dell'animale alla fine del periodo di letargo è importante e va misurato e confrontato con quello precedente il letargo. Se la temperatura durante il letargo è troppo elevata, sopra i 9°C, il livello metabolico dell’organismo risulta troppo alto e le riserve di grasso vengono consumate ad un ritmo eccessivo. In questo caso al risveglio l'animale sarà troppo magro, con potenziali complicazioni che vanno prontamente affrontate. La stessa cosa può accadere se durante l'inverno si verificano delle giornate più calde del normale, seguite da periodi di freddo. Alla fine del letargo la perdita di peso corporeo non dovrebbe superare il 10%.
E' di importanza fondamentale che la tartaruga beva entro 24-48 ore dal risveglio, e questo viene favorito ponendola in un recipiente con un paio di centimetri di acqua (per un animale di taglia media). Se l'animale non assume acqua spontaneamente entro questo periodo si deve ricorrere alla somministrazione di liquidi con un sondino gastrico, da effettuarsi, almeno inizialmente, sotto controllo veterinario.
La maggior parte degli animali ricomincia a mangiare entro una settimana dal risveglio; se ciò, indipendentemente da eventuali misure terapeutiche intraprese, non avviene, la prognosi è sfavorevole. Inizialmente le tartarughe sembrano preferire cibi succulenti, come frutta e pomodori, ma entro pochi giorni si deve fornire una dieta più equilibrata.
L'incapacità di riprendere ad alimentarsi entro i primi giorni dal risveglio viene definita anoressia post-ibernazione.

Nei giorni successivi al risveglio, se l'animale si alimenta normalmente e riprende le sue attività senza problemi, non resta che controllare che le condizioni ambientali siano adeguate per quanto riguarda luce e temperatura. Se le giornate sono grigie e fredde, ci si può aspettare che le tartarughe non si alimentino; allora è preferibile fornire artificialmente luce e calore. Occorre anche valutare se sia il caso di fornire un riparo di sera e di notte.
Al termine del letargo, se le condizioni ambientali fornite non sono state ottimali si possono riscontrare diverse patologie.

 
 
 

IL MENU' DELLE TESTUGGINI

Post n°51 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Verdura fresca:  lattuga
                           carote
                           zucchine
                           pomodorini

Fiori:                  margherite
                           ibiscus
                           petali gialli e arancioni

Frutta:                mele
                           pere

    

 
 
 

MUORE LA TESTUGGINE DI 255 ANNI

Post n°50 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Calcutta, 23 mar . (Adnkronos/Ign)
- Si è spenta ieri nello zoo di Calcutta, Adwaitya, una tartaruga gigante che con i suoi 255 anni - 301, secondo altre fonti - era la decana della metropoli indiana. Lo riporta il quotidiano indiano 'The Telegraph'. La tartaruga, nata nelle Isole Seychelles, era stata portata in India dalla mitica 'Compagnia delle Indie Orientali' - ha spiegato il ministro del demanio forestale Jogesh Chandra Barman - ed era stata donata allo zoo di Calcutta 131 anni fa, nel lontano 1875, da Lord Robert Clive. Gli esperti ritengono che sia nata nel 1750 ma, secondo i responsabili dello zoo, i suoi natali risalirebbero addirittura al 1705. Adwaitya, il cui nome in indiano signifca 'unica', originariamente fu uno speciale omaggio di alcuni marinai britannici a Lord Clive, governatore britannico della 'Compagnia delle Indie Orientali' che per un po' di tempo la ospitò nel giardino della sua lussuosa residenza a Calcutta. Il direttore dello zoo ha fatto sapere che tutto il personale è ''profondamente rattristato'' dalla scomparsa dell'animale ed ha assicurato che la sua carcassa sarà conservata.

 
 
 

HARRIET

Post n°49 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Si chiama Harriet ed è nata nel 1830 nelle Isole Galapagos, si crede sia stata catturata all'età di cinque anni da Charles Darwin, per effettuare su di lei degli studi scientifici sull'evoluzionismo.
Si tratta di una tartaruga terrestre gigante; ha passato gli ultimi 17 anni in uno zoo privato, in Australia:
Per il suo 176° compleanno le è stato offerto il suo piatto preferito: fiori di ibisco rosso.

 
 
 

PER GLI INDIANI D'AMERICA E' UN ANIMALE TOTEM

Post n°48 pubblicato il 06 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

La tartaruga o l'incarnazione della Madre Terra.
Il guscio sul suo dorso le fa da scudo protettivo.
Con la sua andatura lenta la tartaruga ci avverte di non fare le cose troppo in fretta e che è molto meglio attendere il momento giusto per agire.
Essa lascia agire il calore del sole sulle sue uova e ci indica in questo modo come sia importante lasciare maturare in silenzio i nostri pensieri, le nostre idee, prima di comunicarli agli altri. L'insegnamento della tartaruga consiste anche nel restare sempre con i piedi ben per terra, cioè di non perdere mai il contatto con il terreno. Inoltre ci mostra come proteggere i nostri sentimenti e ritirarci in noi stessi.
Quando è messa alle strette, la tartaruga è anche pronta a mordere.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: G_ietta
Data di creazione: 31/03/2006
 

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ACQUISTO:
regole e parametri per valutare un esemplare prima dell'acquisto;
ALIMENTAZIONE: diete e consigli per una corretta alimentazione;
ALLEVAMENTO: come e dove allevare le nostre tartarughe: recinti,terrari e acquari;

ANATOMIA: le tartarughe viste dall'interno e dall'esterno;
BELLE IMMAGINI: raccolta personale di immagini;
COMPORTAMENTI ED ABITUDINI: la psicologia ed il comportamento delle tartarughe;
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI: i prodotti consigliati per l'allevamento;
CURIOSITA' E NOTIZIE:
notizie ed articoli,curiosi e non;
DA SAPERE: cose importanti degne di essere ricordate;
DA STAMPARE: cose simpatiche da stampare;
DETERMINAZIONE ETA': ecco come fare;
DETERMINAZIONE SESSO: ecco come fare;
DISTINZIONE TRA LE SPECIE: caratteristiche di confronto per la distinzione tra le specie;
ERBE & PIANTE: per l'alimentazione e l'arredamento;
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FUORI TEMA...ma non troppo: comunicazioni varie;
INTERVISTE: le mie interviste: ad allevatori, tartamanti & C.
I PICCOLI: nascita e allevamento: nascita,alimentazione e allevamento delle baby;
LE FOTO & I VIDEO: le foto e i video delle nostre "belve";
LE MIE BELVE: tutto ciò che riguarda le mie belve
LETARGO: come affrontare i letargo, i pro e i contro e regole basilari;
LINK: tutte le mie fonti, da chi prendo spunto e da chi imparo molto;
NORMATIVE E REGOLAMENTI: CITES e normative sulla detenzione di tartarughe;
PESI & MISURE: le misurazioni delle mie belve;
RIPRODUZIONE: l'accoppiamento, come, dove e quando;
SALUTE: le principali patologie, i sintomi e le cure;
SCHEDE RIASSUNTIVE: ripasso generale;
SOCI:sezione dedicata ai soci,i loro articoli,le loro foto;
SPECIE & CLASSIFICAZIONE: schede descrittive e classificazioni tassonomiche
TARTARUGHE D'ACQUA: tutto sulle tartarughe acquatiche;
VETERINARI: elenco dei veterinari italiani divisi per regione.

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CHE COS'E' LA CITES



La CITES è la convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione
(CITES= Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), firmata a Washington il 3 marzo 1973 (e per questo conosciuta in Europa anche come "Convenzione di Washington") è un trattato internazionale applicato in più di 130 Paesi del Mondo. Il suo scopo è di disciplinare il commercio internazionale di specie animali e vegetali affinché questo non ne minacci la sopravvivenza.
www.corpoforestale.it

L'Ufficio CITES puo' fornire informazioni sulle specie protette e sulle leggi in vigore.
La polizia giudiziaria ha il compito di vigilare sull'applicazione delle norme in vigore. Per quanto riguarda il possesso di animali esotici e animali selvatici nostrani protetti e' competente l'Ufficio CITES presso il Corpo Forestale dello Stato (tel. 026709479).
In particolare si ricordino alcune norme che riguardano le tartarughe:
Tartarughe di terra (genere Testudo).
Tutte le tartarughe del genere Testudo sono protette e il loro possesso deve essere denunciato all'Ufficio CITES, cosi' come, entro 10 giorni, ogni nuova nascita e i decessi.
Tartarughe esotiche d'acqua: la maggioranza delle specie di tartarughe d'acqua esotiche in commercio non sono protette. Per verificare con esattezza se la specie in possesso rientra in questa categoria e' possibile chiedere informazioni al'Ufficio CITES presso il
Corpo Forestale dello Stato tel. 026709479.
Queste tartarughe sono esotiche e non possono quindi essere rilasciate in natura a causa dei danni che provocherebbero alla fauna locale. Per questo il WWF sconsiglia l'acquisto di specie esotiche, non solo tartarughe.
Chi non fosse piu' in grado di occuparsi della propria tartaruga puo' rivolgersi a:
ENPA sede di Milano tel 0297064220

Centro tartarughe CARAPAX a Massa Marittima in Toscana
tel 0566/940083 carapax@cometanet.it

 

SEI PRONTO AD ALLEVARE UNA TARTARUGA?


1-DA DOVE PROVIENE?

conoscere l'esatta provenienza dell'esemplare scelto ci farà capire meglio le sue esigenze di allevamento.
2-CHE DIMENSIONI RAGGIUNGE?
è importante sapere anticipatamente quanto crescerà la nostra tartaruga, in modo tale da essere certi di poterle offrire uno spazio adeguato, senza poi,come succede fin troppo spesso, doversene liberare.
3-SERVE IL CITES?
Prima di acquistare l'esemplare che abbiamo scelto verifichiamo se,quella specie,necessita di documentazione, e che, il negoziante o l'allevatore ce lo rilasci.
In modo da evitare sanzioni o addirittura il sequestro dell'esemplare.
4- COSA MANGIA?
La dieta deve essere varia equilibrata e deve evitare i mangimi confezionati.
Deve,per quanto possibile,racchiudere tutti i cibi che normalmente la tartaruga troverebbe  nel suo habitat naturale.Un'alimentazione errata può provocare gravi danni alla salute delle nostre Belve.
5- A CHE TEMPERATURA/UMIDITà ecc. DEVE VIVERE?
Molte persone si preoccupano solo di avere un esemplare "particolare", ignorando però che magari, quell'esemplare è nato in foreste tropicali, e che quindi, avrà molte difficoltà a vivere nei nostri climi, o comunque in piccoli terrari dove si "cerca" di ricreare l'habitat naturale.
Occorre conoscere a che temperature vanno in letargo e a quali si svegliano.
Informarsi, quindi, su tutto ciò che sono le "necessità biologiche"(passatemela!) della tartaruga.cerchiamo magari di prediligere specie autoctone.








 

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