TARTARUGHE

...tutto ciò che ha a che fare con le tartarughe...

 
 

NOTA

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Non sono un veterinario e questo è un Blog Amatoriale, pertanto, malgrado la cura posta nella raccolta del materiale, non posso assumermi la responsabilità totale delle informazioni riportate. In caso di seri problemi riguardanti la salute delle tartarughe, consiglio sempre e comunque di rivolgersi a persone qualificate e competenti.
Inoltre, molto del materiale presente è frutto di ricerche sul web, pertanto esiste la possibilità che nel blog siano state pubblicate foto o testi senza il consenso dell'autore o proprietario del diritto.
Se questo dovesse avvenire, vi chiedo gentilmente di contattarmi e in breve tempo verrà rimosso tutto il materiale non autorizzato.
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12-VINCENZO POTI
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15-NIRIA MOROSO
16-ALESSIA A.SCIORTINO
17-ALESSIO DE NARDI
18-LETIZIA FRASSI
19-SABINA LONI
20- NICOLA MAFFEI
21-DAVIDE MAFFEI
22-MARIANGELA CAPUTO
23-VIVIANA VERRILLO
24-PASQUALE TATARANNI
25-DAMIAN DE VRIES
26- IVANA RUSSO
27-GIUSY PRECISANO
28-FRANCESCA BRAGHESE
29- CARMELA MAGNO
30-LUIGI MENOZZI
31-SILVIA MAZZUCCO
32-STEFANIA BARBIERI
33-GHERY PRUSCINI PASQUINI
34-ALESSANDRA GRAUX
35-LUISA GUCCIONE
36-FRANCESCA LONGO
37-VENNERI MICHELE
38-ELIA ASTORINO
39-MARTINA GIUSTI
40-MARTA CICCHELLI
41-LAURA GIUSTI
42-CLAUDIO SIMBULA

 

...SOCI

43- FEDERICO VINATTIERI
44- ALESSIA BERTO
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46- PATRIZIA MARRA
47- GIOVANNA GRIECO
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51- NIRVANA GRANATA
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56- MANUELA GATTI
57- FRANCESCA CATANESE
58- ANNA BARONE
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66- ANTONELLA MARRA
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68- GABRIELE BERNARDI
69- GRANDI GIORGIO
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82- ANTONIO RAIMONDI
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90- FRANCESCA FACCHIN

 

...SOCI!

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IL BRANCO

immagine5 Testudo Hermanni :
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immagine5 Trachemys Scripta :
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LE MIE BELVE

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LE FOTO DELLA SOCIA CHIARA CALOI

Post n°1252 pubblicato il 31 Dicembre 2008 da G_ietta
 

"...alla Vigilia di Natale mi hanno regalato un'altra baby di Emydura Subglobosa, è bellissima!!! Non potevo non mandarti le foto :)) L'ho chiamata ZOE è una femminuccia."


 
 
 

L'ultima tartaruga dell'anno si chiama Pace

Post n°1251 pubblicato il 31 Dicembre 2008 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

il Centro TARTANET per il Recupero della Tartaruga Marina di Legambiente supera quota 100 ospiti

Con la fine del 2008 sale a 107 il numero di Tartarughe Marine recuperate e monitorate dal CRTM di Manfredonia, gestito da Legambiente nell'ambito della Rete TARTANET. L'ultima arrivata, il 30 dicembre, è stata battezzata Pace. Si tratta di un esemplare di Caretta caretta di 50 cm di lunghezza e 23 Kg di peso. È in buone condizioni ed è stata recuperata da Raffaele Salvemini, pescatore di Manfredonia, al largo di Vieste.

 
 
 

Post N° 1250

Post n°1250 pubblicato il 24 Dicembre 2008 da G_ietta
 


 
 
 

LE FOTO DEI SOCI!

Post n°1249 pubblicato il 21 Dicembre 2008 da G_ietta
 

Ecco le mie belvette....si chiamano Caffè e Cacao....
Grazie e saluti da  Marika Carlini  socio numero 85

 
 
 

Loano, tartaruga trascinata dalla piena

Post n°1248 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da G_ietta
 

Loano, tartaruga trascinata dalla piena: soccorsa dalla guardia costiera

Loano. I torrenti gonfi d’acqua, a causa dell’insistente pioggia di queste ore, non si sono limitati a portare in mare rifiuti ed oggetti di ogni sorta ma, purtroppo, hanno trascinato via anche animali, spesso uccidendoli. Non è stato questo, fortunatamente, il caso di una tartaruga, rinvenuta a Loano sulla spiaggia antistante i bagni Nettuno e consegnata dal gestore di questi alla guardia costiera.I militari hanno contattato immediatamente il Cites di Genova, nucleo del corpo forestale dedicato alla fauna selvatica, che ha comunicato che l’animale, un esemplare d’acqua dolce, apparterrebbe alla specie Trachmeys Scripta Elegans, di origine americana, e quindi, se abbandonato in natura, avrebbe potuto produrre danni all’ecosistema, essendo incompatibile con le tartarughe presenti in Italia.Gli uomini della guardia costiera, che attualmente custodiscono la povera bestiola, cercano qualcuno che voglia prendersene cura. Chi fosse interessato potrà contattare l’indirizzo e-mail loano@guardiacostiera.it oppure telefonare allo 019 666131.
Fonte: http://www.ivg.it

Parco Magra: "La tartaruga ritrovata a Loano non é marcata da noi"

In merito alle notizie apparse sulla stampa, riguardo al ritrovamento a Loano di una tartaruga Trachemys con cartellino di riconoscimento del Parco, l'Ente precisa quanto segue:
"Il rilevamento effettuato dalla Guardia Costiera di Loano non riguarda una tartaruga americana marcata dal Parco di Montemarcello-Magra _ spiega il Direttore Patrizio Scarpellini- non esistono, infatti, progetti di marcatura di questa specie peraltro alloctona e invasiva".
E' altresì evidente dalla foto pubblicata _ prosegue il Direttore dell'Ente Parco - che la targa rinvenuta non abbia alcuna relazione con l'animale viste anche le dimensioni della stessa (notevolmente maggiori rispetto alla tartaruga). La targa, rinvenuta dalla Guardia Costiera ad alcuni metri di distanza dall'animale, con ogni probabilità è stata trasportata dalla corrente in seguito alla piena del Fiume Magra.
Nel comunicato inviato dalla Guardia Costiera di Loano inoltre non viene indicata alcuna connessione tra l'animale e la targa come riportato erroneamente dalla stampa.
L'Ente comunque con l'occasione richiama la necessità di attivare un attento monitoraggio delle tartarughe Trachemys presenti sul territorio per valutarne gli impatti sull'ambiente naturale.
Fonte: http://www.cittadellaspezia.com

 
 
 

LE VOSTRE FOTO

Post n°1247 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da G_ietta
 

Le tartarughe di LUCY!!!


 
 
 

MATERIALI PER IL FILTRO

Post n°1246 pubblicato il 14 Dicembre 2008 da G_ietta
 

CARBONE ATTIVO: Il Carbone attivo è uno dei più efficaci materiali filtranti che l'acquariofilo abbia a disposizione. Si tratta di un materiale scuro dall'aspetto granuloso e microporoso in grado, quindi, di trattanere particelle e sostanze inquinanti come coloranti, medicinali e metalli pesanti. Non può invece eliminare i composti dell'Azoto (Nitriti e Nitrati). Il suo effetto è rapidissimo: bastano poche ore per far tornare cristallina l'acqua di una vasca. La sua funzione filtrante è triplice: meccanica (le particelle in sospensione vengono bloccate dai pori del granulato); chimico-fisica (le sostanze disciolte vengono attratte elettrostaticamente e quindi "catturate") ed infine può avere anche un’azione biologica (se il materiale non viene sostituito nell'arco di pochi giorni, nei micropori si insediano colonie batteriche che lavoreranno come un filtro biologico).Per essere utilizzato, il Carbone Attivo va versato in speciali sacchetti di rete di nylon a maglie sottilissime, va quindi risciacquato in acqua tiepida e va poi inserito nel filtro. La capacità filtrante si esaurisce nel giro di pochi giorni. (tratto da: http://www.zanclus.it ).

CANNOLICCHI:  sono anelli in vetro sintetizzato che svolgono fa funzione di filtraggio biologico. I cannolicchi depuran l'acqua liberandola da ammoniaca e nitriti.
Non vanno mai lavati.

 
 
 

Pescatori salvano una tartaruga marina

Post n°1245 pubblicato il 11 Dicembre 2008 da G_ietta
 

10/12/2008 - E' accaduto a Tropea nel giorno dell'Immacolata. Per il WWF, il gesto dimostra una sempre maggiore attenzione, da parte di pescatori e diportisti, verso i problemi di conservazione di questa specie minacciata.

I pescatori di Tropea si sono resi protagonisti ancora una volta di un gesto di sensibilità nei confronti della fauna marina protetta, in particolare delle Tartarughe marine che, anche in questo periodo, frequentano le nostre acque.
Proprio il giormo dell'Immacolata, infatti, l’equipaggio del peschereccio Sant’Antonio, di ritorno da una battuta di pesca, ha avvistato a circa un miglio al largo della nota località turistica, un grosso esemplare di tartaruga marina appartenente alla specie Caretta caretta, fermo sulla superficie e letteralmente avvolto da alcuni metri di filo di nylon. 
Issata a bordo con le dovute cautele, i pescatori si sono accorti che il lungo bracciolo di palangaro usciva proprio dalla bocca della tartaruga che, evidentemente, aveva ingoiato anche un grosso amo; da qui la decisione di allertare immediatamente il comandante dell’Ufficio Locale Marittimo di Tropea, Maresciallo Giuseppe Colloca, che disponeva il trasporto del rettile in evidente difficoltà presso la Capitaneria di Porto di Vibo. Qui l’animale è stato preso in consegna dagli esperti del Progetto Tartarughe del WWF e, con una staffetta, prontamente inviato presso il centro di Recupero della Riserva marina di Isola di Capo Rizzuto, dove sarà operato e, successivamente, restituito al “suo” mare dopo le cure del caso, così come è avvenuto in innumerevoli occasioni.
Il WWF ricorda infatti come quest’anno, proprio dalla zona di Tropea, i recuperi di Carette in difficoltà siano aumentati notevolmente grazie alla maggiore disponibilità di pescatori e diportisti sempre più attenti verso i problemi di conservazione di questa specie minacciata.
E’ ancora vivo il ricordo di un magnifico esemplare di oltre 60 kg la cui liberazione, nelle stesse acque dove era stato recuperato due mesi prima, è stata seguita da decine di turisti entusiasti.

Fonte: http://www.wwf.it

 
 
 

ARTICOLO SEGNALATO DALLA SOCIA MANUELA GATTI!!!

Post n°1244 pubblicato il 06 Dicembre 2008 da G_ietta
 

RINUNCIA AL VOLO PER NON ABBANDONARE LA SUA TARTARUGA

Per regolamento non sono accettati animali vivi all'interno della cabinaSale in aereo con la sua tartarughina e rinuncia al volo per non abbandonarla. Un passeggero diretto a Bari aveva messo la mascotte in un sacchetto chiuso: il comandante è stato irremovibile

MILANO - Piuttosto che abbandonare la sua tartarughina ha preferito rinunciare al volo. È la tenera vicenda di un giovane, salito su un aereo EasyJet diretto a Bari da Malpensa insieme al suo amato animale, sistemato in un sacchetto trasparente con acqua sufficiente per il viaggio. Il velivolo stava già rullando in pista quando un'hostess si è accorta dell'intruso. Ha fatto notare al ragazzo che il regolamento non prevede il trasporto di tartarughine d'acqua, invitando a lasciare l'animale a terra. Lui ha replicato che se l'avesse lasciata a casa sarebbe morta di fame dato che nessuno poteva darle cibo durante la sua assenza. Ma il comandante dell'aereo, informato del fatto, è stato irremovibile: via la tartaruga o niente volo. Il ragazzo non ci ha pensato un attimo: ha preso armi e bagagli ed è sceso sbattendo (metaforicamente) la porta.

REGOLAMENTO - Il problema è che il giovane non aveva mostrato il pur piccolo animale al check in, ai controlli e all'accettazione a bordo e, secondo le testimonianze degli altri passeggeri, ha protestato a lungo per l'espulsione, sostenendo di aver viaggiato altre volte con la stessa tartaruga. Ma per regolamento sui voli Easyjet non sono accettati animali vivi all'interno della cabina (ogni compagnia ha un proprio regolamento; alcune prevedono che possano viaggiare su ogni volo uno o due animali domestici ma entro certi limiti di peso e nell'apposito trasportino, previo ovviamente il pagamento di un supplemento) e l'aereo è rientrato alla piazzola di partenza. Il volo è quindi partito senza passeggero e tartaruga, con circa un'ora di ritardo. EasyJet, confermando il fatto, specifica che è stata «data al passeggero la possibilità di volare senza l'animale o di rinunciare al volo: lui ha liberamente deciso di abbandonare il volo».

Fonte: http://www.corriere.it

 
 
 

Post N° 1243

Post n°1243 pubblicato il 30 Novembre 2008 da G_ietta
 

 
 
 

Così misero il guscio

Post n°1242 pubblicato il 30 Novembre 2008 da G_ietta
 

Un fossile rinvenuto in Cina svela l'origine del rivestimento osseo nei rettili. Lo studio su Nature.

Il più antico antenato delle tartarughe potrebbe aver svelato il mistero dell’evoluzione del loro guscio. Un rivestimento osseo incompleto chiaramente originato dalla colonna vertebrale e dalle costole è statto identificato in un esemplare di Odontochelys semitestacea, ritrovato in Cina e risalente a 220 milioni di anni fa. Ad analizzare il fossile, primo del suo genere, è stato un gruppo di ricercatori di diversa provenienza, tra cui il Field Museum di Chicago (Usa), la Chinese Academy of Sciences di Beijing (Cina) e il Canadian Museum of Nature di Ottawa (Canada). I loro risultati sono stati pubblicati su Nature.
Le odierne tartarughe sono molto simili alle loro antenate di 200 milioni di anni fa. Una delle caratteristiche comuni è proprio il guscio, che protegge le parti molli del corpo, composto dal carapace (la parte superiore) e dal piastrone (quella inferiore). Sulla sua origine anatomica le opinioni degli scienziati non concordano. "Alcuni studiosi ipotizzano che si sia sviluppata dalla fusione di piastre ossee cutanee, presenti in altri rettili come coccodrilli e dinosauri", spiega Olivier Rieppel, tra gli autori dello studio, "per altri, invece, deriverebbe dall'espansione verso l'esterno di vertebre e costole, sino alla formazione di un rivestimento osseo completo".
L’analisi dell’Odontochelys conferemerebbe la seconda ipotesi: nel fossile non sono presenti gli osteodermi (placche ossee cutanee) ma sono ben visibili il piastrone e un carapace incompleto che si estendono direttamente dalla colonna vertebrale. La scoperta concorda con l'osservazione embriologica, per cui lo sviluppo del guscio origina dallo scheletro interno. Secondo gli autori dello studio, lo scudo ventrale, il primo a svilupparsi, avrebbe protetto l'animale (presumibilmente acquatico) dagli attacchi provenienti dal basso.

Fonte:
http://www.galileonet.it 

 
 
 

Post N° 1241

Post n°1241 pubblicato il 23 Novembre 2008 da G_ietta
 

CROTONE. Liberate le tartarughe detenute illegalmente a Rocca di Neto

Scritto da Luigi Palamara in data Novembre 19th, 2008

Il personale del Cites per la Calabria del Corpo Forestale dello Stato, ha provveduto alla reimmissione in libertà degli esemplari di Testudo hermanni (testuggine terrestre), sequestrate a A. P. di Rocca di Neto che le deteneva illegalmente. Le località prescelte ricadono in Comune di Bagaladi in provincia di Reggio Calabria e nei comuni di Rocca Bernarda e Cutro in provincia di Crotone. Alle operazioni di liberazione ha partecipato il personale della Stazione Forestale di Bagaladi e quello del Comando Provinciale di Crotone. La scelta di reimmettere nell’ambiente naturale la specie è stata dettata dalla necessità di poter garantire le stesse condizioni di vita precedenti alla cattura, individuando siti idonei che si prestano alla vivibilità della specie stessa. Si ricorda che la specie in questione è particolarmente protetta da leggi internazionali (Convenzione di Washington) e nazionali perché a rischio di estinzione. Ogni attività commerciale che interessi le tartarughe è rigorosamente disciplinata dalle norme della Cites (Convenzione di Washington) e dalle leggi nazionali di recepimento.

Fonte: http://www2.melitoonline.it

 
 
 

LE FOTO DEI SOCI!!!

Post n°1240 pubblicato il 19 Novembre 2008 da G_ietta
 

Le tartarughe di CHIARA CALOI

T.Scripta Scripta e Emydura Subglobosa



 
 
 

Post N° 1239

Post n°1239 pubblicato il 19 Novembre 2008 da G_ietta
 
Tag: LETARGO

Eccoci arrivati ad un altro inverno, o quanto meno all'abbassamento delle temperature.
Ecco, come sempre qualche piccolo consiglio ed informazione:

SOLO LE TARTARUGHE ALLEVATE ALL'ESTERNO VANNO IN LETARGO
(in casa le T° non scendono mai sotto i 10° gradi)
EVITATE DI FARLE SVERNARE IN CANTINE E GARAGE O FRIGORIFERI, questa è una pratica molto complicata e delicata.

TARTARUGHE TERRESTRI:
Non mandate in letargo tartarughe debilitare o malate, il letargo per loro sarebbe molto pericoloso.
IN TERRARIO :Coprite il il terrario esterno, o recinto di foglie secche, aumentate il livello del terreno e, a scelta, applicate dell'isolante (pareti di polistirolo.
LIBERE: offrite loro dei ripari, con vasi rovesciati e foglie secche.

TARTARUGHE ACQUATICHE:
Non mandate in letargo tartarughe debilitare o malate, il letargo per loro sarebbe molto pericoloso.
IN LAGHETTO: smuovete il terreno attorno al laghetto, create dei ripari.

 
 
 

LE VOSTRE FOTO

Post n°1238 pubblicato il 16 Novembre 2008 da G_ietta
 

Le tartarughe di ERIKA!

 
 
 

Post n°1237 pubblicato il 16 Novembre 2008 da G_ietta
 

TARTARUGA GALAPAGOS RISCHIA L'ESTINZIONE

Un certo pessimismo sulla possibilita' che 'Solitario George', la piu' famosa tartaruga delle Isole Galapagos, possa diventare padre, si e' impadronito nelle ultime ore degli esperti del Parco nazionale Galapagos. In un comunicato i ricercatori del Parco hanno spiegato che le 13 uova ritirate tempo fa dal nido di due tartarughe femmine e poste in incubatrice ''mostrano segni di infertilita'''. 'Solitario George' ha fra 80 e 90 anni ed e' l'ultimo esemplare esistente della specie di tartarughe giganti Geochelone Abigdoni originario dell'isola di Pinta di cui si cerca di evitare l'estinzione. Freddy Villava, uno dei responsabili del Parco, ha spiegato che le uova deposte dalle due tartarughe che condividevano con George il recinto hanno perso ''considerevolmente'' peso e che sui gusci di alcune di esse sono apparsi dei funghi. Siccome la speranza e' l'ultima a morire, ha infine detto Villalba, va detto che ''un 20% delle uova hanno ancora la possibilita' di schiudersi''.

Fonte: http://www.ansa.it

 
 
 

EGITTO; TARTARUGHE CONTRO INVASIONE MEDUSE

Post n°1236 pubblicato il 07 Novembre 2008 da G_ietta
 

IL CAIRO, 3 NOV - Tartarughe marine per combattere la presenza dilagante di meduse nelle acque antistanti il Sinai del Nord. Questo lo scopo del governatorato egiziano di Al Arish che ha appena siglato un accordo con la Lega Araba - del valore di 8 milioni di dollari - per la realizzazione di un allevamento di una particolare specie di tartarughe marine che si nutrono appunto di meduse. In base al progetto, una volta cresciute, le testuggini verrebbero liberate in mare. Non esistono alternative per risolvere il problema, ha sottolineato il governatore di Al Arish, Mohamed Shousha, ricordando come ricorrere a metodi scientifici rappresenti proprio ''l'ultima spiaggia'' per allontanare gli invertebrati dalle acque egiziane. Due anni fa, ha detto poi Shousha, la Siria adotto' un progetto simile a Lattakia - che costo' quasi 5,4 milioni di dollari - ma che diede risultati positivi. Il primo a lanciare l'idea, ha poi concluso il governatore nel tentativo di ridurre il numero di meduse nel Mediterraneo, presenza che ogni anno fa perdere 3 miliardi di dollari ai Paesi rivieraschi, e' stato il premio Nobel Ahmed Zoweil. (ANSAmed).

Fonte: http://www.ansa.it

 
 
 

Post N° 1235

Post n°1235 pubblicato il 07 Novembre 2008 da G_ietta
 

Le tartarughe marine popolano il golfo di Salerno. Ma rischiano l'estinzione

Le tartarughe marine, le Caretta Caretta, popolano il Golfo di Salerno ma se non si interviene con un Piano di salvaguardia rischiano l'estinzione.
Ecco il dato che emerge grazie ai recuperi fatti in quest’area e al nido scoperto e protetto nell’estate 2006 in località
Ogliastro Marina.
L'attività di recupero e cura di questo rettile, viene svolta grazie al Centro Recupero Tartarughe Marine dell’Area Marina di Punta Campanella che fa parte della rete “TARTANET", Network per la conservazione delle Tartarughe marine in Italia, finanziato con i fondi del programma LIFE NATURA 2000 della Commissione Europea.
Il Centro è attivo dal dicembre 2006, ma gli interventi operati dai biologi del Centro sono cominciati nel dicembre 2007, dopo un anno di campagne di informazione e sensibilizzazione presso le marinerie locali e i porti commerciali.
In meno di un anno sono stati effettuati 17 recuperi, tutti nelle acque del Golfo di Salerno.
Andando ad analizzare i dati si scopre che la maggior parte degli animali recuperati sono adulti e sub-adulti, con una lunghezza di carapace massima che va dai 50 agli 82 cm, presenti in questa zona probabilmente per ragioni trofiche, cioè legate alla ricerca di cibo.
Su questi animali recuperati, purtroppo, sono vari e diversificati gli impatti negativi della presenza dell’uomo, dato il territorio estremamente antropizzato e sfruttato: nelle tartarughe arrivate presso il centro si registrano problematiche legate alla presenza di ami in bocca e in gola, lenze attorcigliate alle pinne, infezione e ustione del carapace, danni dovuti all’impatto con imbarcazioni, oltre a sintomi legati allo stress da pesca come galleggiamento e disidratazione.
Ad oggi l’87,5% delle tartarughe recuperate sono nuovamente a mare, anche grazie alla collaborazione, il supporto e l’esperienza degli specialisti del Centro Recupero della Stazione Zoologica Anthon Dohrn di Napoli, mentre il 12,5% presenta patologie che richiedono ulteriore permanenza presso il Centro.
Le catture, gli animali spiaggiati, la presenza di nidi, le numerose flotte peschereccie e la massiccia presenza di turisti nel Golfo di Salerno, rende evidente la necessità di dar vita ad un piano di intervento per la salvaguardia di questa specie in via di estinzione, che sia realizzato a partire dai dati attualmente in possesso, da integrare con nuove campagne per la raccolta di quante più informazioni possibili circa la presenza della Caretta caretta in queste acque.
Se realizzato in collaborazione con Capitanerie di Porto, associazioni di Pesca, Istituzioni Locali, organizzazioni che operano per la salvaguardia dell’ambiente, questo piano potrebbe avere ricadute su tutti i comparti collegati all’ambiente marino, dalla salvaguardia dell’habitat e delle altre specie marine, al miglioramento della qualità nel pescato, e più in generale alla conservazione delle Risorse del nostro Mare.

Fonte:http://www.ecostiera.it
Autore: Domenico Sgambati

 
 
 

LE VOSTRE FOTO

Post n°1234 pubblicato il 04 Novembre 2008 da G_ietta
 

Le belle tartarughe (NINJA) di VALLY!!!!

 
 
 

Post N° 1233

Post n°1233 pubblicato il 02 Novembre 2008 da G_ietta
 

NOTIZIE IN PILLOLE.
MAIL RICEVUTA DA UNA "LETTRICE".

Ciao a tutti sono Dora la mamma di un ragazzo fresco fresco laureato
(28.10.2008) in scienze naturali, ed ha preparato per la specialistica  una
tesi inedita in antropologia "I cheloni del sito di età del ferro di Monte
Petrino Mondragone" un sito archeologico in provincia di Caserta dove lui due
anni fà ha partecipato per gli scavi.
Non sapevo che la corazza delle
tartarughe nei tempi antichi veniva usata per cuocere i cibi e come piatto.
Mentre nella Magna Grecia sempre la corazza veniva usata come strumento
musicale.

Ciao a tutti i tartamanti, visito spesso il vostro sito. Spero che
queste notizie siano interessanti per tutti voi, e spero che mio figlio e 
tanti giovani  abbiano presto un futuro lavorativo.

Grazie mille Dora, e grazie soprattutto a tuo figlio!!!

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: G_ietta
Data di creazione: 31/03/2006
 

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regole e parametri per valutare un esemplare prima dell'acquisto;
ALIMENTAZIONE: diete e consigli per una corretta alimentazione;
ALLEVAMENTO: come e dove allevare le nostre tartarughe: recinti,terrari e acquari;

ANATOMIA: le tartarughe viste dall'interno e dall'esterno;
BELLE IMMAGINI: raccolta personale di immagini;
COMPORTAMENTI ED ABITUDINI: la psicologia ed il comportamento delle tartarughe;
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CHE COS'E' LA CITES



La CITES è la convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione
(CITES= Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), firmata a Washington il 3 marzo 1973 (e per questo conosciuta in Europa anche come "Convenzione di Washington") è un trattato internazionale applicato in più di 130 Paesi del Mondo. Il suo scopo è di disciplinare il commercio internazionale di specie animali e vegetali affinché questo non ne minacci la sopravvivenza.
www.corpoforestale.it

L'Ufficio CITES puo' fornire informazioni sulle specie protette e sulle leggi in vigore.
La polizia giudiziaria ha il compito di vigilare sull'applicazione delle norme in vigore. Per quanto riguarda il possesso di animali esotici e animali selvatici nostrani protetti e' competente l'Ufficio CITES presso il Corpo Forestale dello Stato (tel. 026709479).
In particolare si ricordino alcune norme che riguardano le tartarughe:
Tartarughe di terra (genere Testudo).
Tutte le tartarughe del genere Testudo sono protette e il loro possesso deve essere denunciato all'Ufficio CITES, cosi' come, entro 10 giorni, ogni nuova nascita e i decessi.
Tartarughe esotiche d'acqua: la maggioranza delle specie di tartarughe d'acqua esotiche in commercio non sono protette. Per verificare con esattezza se la specie in possesso rientra in questa categoria e' possibile chiedere informazioni al'Ufficio CITES presso il
Corpo Forestale dello Stato tel. 026709479.
Queste tartarughe sono esotiche e non possono quindi essere rilasciate in natura a causa dei danni che provocherebbero alla fauna locale. Per questo il WWF sconsiglia l'acquisto di specie esotiche, non solo tartarughe.
Chi non fosse piu' in grado di occuparsi della propria tartaruga puo' rivolgersi a:
ENPA sede di Milano tel 0297064220

Centro tartarughe CARAPAX a Massa Marittima in Toscana
tel 0566/940083 carapax@cometanet.it

 

SEI PRONTO AD ALLEVARE UNA TARTARUGA?


1-DA DOVE PROVIENE?

conoscere l'esatta provenienza dell'esemplare scelto ci farà capire meglio le sue esigenze di allevamento.
2-CHE DIMENSIONI RAGGIUNGE?
è importante sapere anticipatamente quanto crescerà la nostra tartaruga, in modo tale da essere certi di poterle offrire uno spazio adeguato, senza poi,come succede fin troppo spesso, doversene liberare.
3-SERVE IL CITES?
Prima di acquistare l'esemplare che abbiamo scelto verifichiamo se,quella specie,necessita di documentazione, e che, il negoziante o l'allevatore ce lo rilasci.
In modo da evitare sanzioni o addirittura il sequestro dell'esemplare.
4- COSA MANGIA?
La dieta deve essere varia equilibrata e deve evitare i mangimi confezionati.
Deve,per quanto possibile,racchiudere tutti i cibi che normalmente la tartaruga troverebbe  nel suo habitat naturale.Un'alimentazione errata può provocare gravi danni alla salute delle nostre Belve.
5- A CHE TEMPERATURA/UMIDITà ecc. DEVE VIVERE?
Molte persone si preoccupano solo di avere un esemplare "particolare", ignorando però che magari, quell'esemplare è nato in foreste tropicali, e che quindi, avrà molte difficoltà a vivere nei nostri climi, o comunque in piccoli terrari dove si "cerca" di ricreare l'habitat naturale.
Occorre conoscere a che temperature vanno in letargo e a quali si svegliano.
Informarsi, quindi, su tutto ciò che sono le "necessità biologiche"(passatemela!) della tartaruga.cerchiamo magari di prediligere specie autoctone.








 

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