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« CaldoAnarchia »

L'insostenibile leggerezza di Mr.Brooks

Se c'è una cosa che non sopporto sono le religioni. Non sto parlando di spiritualità che, se vissuta liberamente, priva di costrizioni e ben lontana dalla massificazione, è apprezzabilissima. Per religione, mi riferisco a quelle forme di organizzazione pseudo-totalitaria e piramidale dove finisce ogni traccia di sincera e intima spiritualità e contatto con il Sè interiore. In particolare le religioni monoteistiche cosiddette "rivelate". Forme di aggregazione settaria, sessista e filorazzista.
Un altro concetto che mi fa prudere la nuca è il manicheismo, non solo applicato alle religioni ma anche alla vita quotidiana, nonché alla letteratura.
Si può capire, quindi, la mia ritrosia nell'affrontare la saga del Verbo e del Vuoto di Terry Brooks. Saga che, sin dal titolo, richiama sia la religione che il manicheismo.
Il primo me lo sono letto, tutto sommato, con gusto. Aveva richiami alla teologia ma si superavano facilmente grazie alla maestria dello scrittore nelle descrizioni e nella psicologia dei personaggi. Ora, avevo il secondo volume in attesa di essere letto da alcuni mesi. Qualche giorno fa, mi sembrava giunto il momento adatto. Ho iniziato a leggerlo dandomi tre clausole: 1) deve possedere nuove qualità rispetto al primo 2) deve andare oltre il solito clichè di bene vs male 3) non sembrare scritto esclusivamente per un pubblico di teenager (o young adults se preferite).
Ovviamente, il libro non rispettava nessuna delle tre sopracitate e, dopo un paio di giorni, l'ho sotterrato e preso a palate.
Un punto in particolare, all'inizio del libro (a pg.46) mi ha fatto spuntare bolle verdi sul viso per superficialità e banalità: "C'erano voluti  più di dieci anni, ma alla fine i governi erano caduti, le nazioni erano crollate, gli eserciti si erano disgregati e la popolazione, in tutto il mondo, era tornata a una barbarie quale non si vedeva da molti secoli prima della nascita di Cristo". C'erano voluti anni per veder crollare governi e scomparire gli eserciti e la popolazione mondiale, anziché saltare dalla gioia, cosa fa secondo l'americano medio Terry Brooks? Torna a una barbarie quale non si vedeva da molti secoli prima di Cristo ?! Lo scrittore, forse, si scorda delle barbarie del mondo attuale? Siamo così sicuri che secoli prima della nascita di Cristo, l'uomo era più "primitivo"? Che cosa intendiamo per "barbarie"? Lo stile di vita dell'Uomo di Similaun o quello di un afgano o di un aborigeno australiano è barbarico rispetto a quello di un americano moderno? Un mondo senza governi e confini geopolitici ci getterebbe in un baratro di violenza o, piuttosto, ci libererebbe dalle divisioni e dai conflitti?
Mr.Brooks risponde a tutte queste domande (e altre ancora ce ne sarebbero da fare) in tre o quattro righe con una presupponenza che ha dell'incredibile.
O, forse, no. Forse sono io che sono storto. Forse un libro fantasy è solo un libro fantasy. E' solo narrativa per ragazzi nerds, dissociati ed "eterni bambini". Forse la letteratura fantasy è nata proprio grazie alla scontatezza, alla superficialità, ai dati di fatto, ai clichè. Gli argomenti seri, lasciamoli a Baricco e Fabio Volo.

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Muspeling
Muspeling il 06/08/10 alle 12:50 via WEB
Beh, in un libro Fantasy l'autore riversa la propria Visione del Mondo e se Brooks pensa che la "civiltà" venne con "l'anno 0" la cosa mi sconcerta per ignoranzia sua, ma bisogna anche considerare che l'autore lì stava semplicemente mettendo velocemente i presupposti alla sua narrazione. Forse, per semplicità, s'è rifatto a un luogo comune diffuso nel luogo ove abita. In ogni caso, così egli usa una parola di origine latina "civiltà" che trae origine da civitas, o città. La civiltà per come ancora la concepiamo noi occidentali, è fondata sul concetto di città, di vita associata e convivenza fra diversità volte al fine della prosperità comune, regolamentato da leggi. Potrei continuare la lezione di storia, ma aggratis non mi vien voglia e in ogni caso è pacifico che il brano da te citato, Tallund, gronda di crasserrima ignuranzia.
 
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