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« L'appello di Papa Urban...L'intervento divino nel... »

I Crociati assediano Gerusalemme

Post n°9 pubblicato il 16 Novembre 2009 da jacquesdemolay1118

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Impossibile stabilire con precisione il numero degli uomini armati e dei pellegrini che presero la croce e seguirono l'appello del Papa; le cifre riportate dalle cronache del tempo sono sempre largamente arrotondate per eccesso e difficilmente credibili.

Lo storico Steven Runcimann stima che, tra l'estate 1096 e la primavera dell'anno seguente, entrarono nell'Impero d'Oriente tra le sessanta e le centomila persone dirette alla Terra Santa, pellegrini compresi.

Circa ventimila sarebbero stati i seguaci di Pietro l'Eremita, combattenti e non, e di circa diecimila unità erano composti gli eserciti di Goffredo di Lorena, di Raimondo di Tolosa e quello dei Francesi del Nord.

Le armate di Goffredo e di Raimondo IV di Tolosa erano forse le più numerose, ma i Normanni di Boemondo e gli uomini del Conte di Fiandra erano di qualità superiore e meglio addestrati.

Più che veri eserciti nel senso stretto, i principi della Crociata guidavano delle coalizioni d'uomini d'arme legati da rapporti di parentela e vincoli di vassallaggio, nelle quali esisteva una guida cui fare riferimento, ma non un vero e proprio comandante supremo.

Al termine di un'estenuante marcia di circa due anni, nei primi di giugno del 1099 l'armata giunse a Gerusalemme; durante il cammino, il numero dei Crucisegnati si era certamente ridotto a causa delle perdite in battaglia o per gli stenti e le fatiche del viaggio, oltre che per le defezioni di quanti scoraggiati e sfiduciati avevano abbandonato l'impresa, Secondo la cronaca di Raimondo d'Aguilers, le forze dei Crociati contavano ancora dodicimila fanti e milleduecento o milletrecento cavalieri.

Falliti i primi tentativi d'assalto alle mura della Città Santa, i Crociati riuscirono, grazie all'arrivo nel porto di Giaffa d'alcune navi cristiane, ad ottenere il legname ed il materiale per costruire delle torri d'assedio.

Seguendo le raccomandazioni impartite in sogno ad un prete pellegrino dal Vescovo Ademaro de Monteil (ormai morto ma sempre presente nell'animo dei molti che erano rimasti toccati dal suo prestigio e dal suo carisma), i Crociati osservarono un digiuno di tre giorni e l'8 luglio si mossero in processione, scalzi, lungo le mura della Città.

Nella notte tra il 13 ed il 14 luglio iniziò l'assalto alle mura e nella tarda mattinata del 15 la torre d'assedio di Goffredo riuscì ad avvicinarsi tanto da permettere agli uomini di salire sulla cinta.

Entrati in città i Crociati, esaltati dalla vittoria, si abbandonarono ad un massacro che non risparmiò nessuno; vecchi, donne, bambini e persino gli stessi Ebrei, accusati di aver aiutato i Musulmani, caddero travolti dalla furia degli assalitori.

La Sinagoga, nella quale avevano trovato rifugio gli Ebrei, fu data alle fiamme, e nell'area del Tempio la carneficina fu talmente furiosa che, secondo il cronista Raimondo d'Aguilers, si camminava facendosi largo tra i cadaveri ed il sangue arrivava alle ginocchia.

Non è possibile stabilire quante furono le vittime della strage operata dai vincitori, ma il suo ricordo pesò sempre in maniera drammatica sulla coscienza dei Cristiani.

A differenza di questi, quando ottantotto anni dopo il Saladino riconquistò all'Islam la Città Santa, si comportò con clemenza, evitando ogni atteggiamento violento nei confronti della popolazione.

"Liberata" Gerusalemme e sciolti dal loro voto, Roberto di Normandia e suo cugino il Conte di Fiandra, il valore dei quali era ampiamente apprezzato, rientrarono in Europa accompagnati dal fratello di Goffredo, Eustachio de Boulogne, evanescente figura di crociato svogliato e desideroso di tornare ai suoi possedimenti.

Baldovino de Boulogne, nominatosi Conte d'Edessa, non prese parte alla conquista della Città Santa, così come Boemondo che dopo aver contribuito all'assedio ed alla presa d'Antiochia, rimase come Principe in quello che considerava ormai un suo possedimento.

Il Conte Raimondo di Tolosa, offeso nei confronti di Goffredo e deluso di essere stato relegato in una posizione non di primo piano nel governo e nell'amministrazione della città, si ritirò per due anni a Costantinopoli; in seguito si ritagliò una contea in Libano intorno alla città di Tripoli.

L'Advocatus Sancti Sepulchri, Goffredo di Lorena (Goffredo di Buglione), cavaliere coraggioso ma amministratore incapace, governò solo per un anno sulla Gerusalemme Cristiana, spegnendosi il 18 luglio del 1100.

Secondo lo storico J. R. Smith non ci sarebbero prove certe che il titolo di Advocatus Sancti Sepulchri sia mai stato adottato da Goffredo, che si sarebbe fatto chiamare principe o Duca.

Con la successione di Baldovino suo fratello, primo Re di Gerusalemme, nasceva il Regno, davanti al quale stavano circa due secoli di storia; la caduta degli ultimi possedimenti costieri nel 1291, pose fine all'epopea Crociata in Terra Santa.

 
 
 
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