TheNesT

Diario minimo

Sono piuttosto assente, ultimamente, e me ne dispiaccio. Ho già abbandonato, dopo un'adolescenza fin troppo prolungata, il mio diario personale, ed ora anche questo spazio mostra la corda. Non voglio abbandonarlo a se stesso, non ancora. Ma dal cambio di tono degli ultimi post, dovrebbe essere chiaro che sto cercando di riorganizzare l'ordine delle casse mentali da cui attingo, per scrivere qui. In altre parole, vorrei parlare di altro che non sia il mio ombelico, ma non faccio promesse. Parlare del mio ombelico mi riesce naturale. Infatti, è dall'inizio di questo paragrafo che non faccio altro. Errore di ridondanza a cui vorrei porre rimedio.

Ma non ora. 

Per la durata di questo post, probabilmente, non farò altro che procrastinare le intenzioni di cui parlo, non perché incapace di astrarmi dai miei solipsismi, bensì per una ragione molto meno profonda. Sono stanco.

Stanco di una stanchezza frettolosa, quella che ci portiamo a casa quando uscendo dal lavoro inseguiamo i minuti, sperando di non perdere il tram. Quella stanchezza vagamente ansiosa della propria stanchezza, che ci fa stramazzare sul divano mentre dopo cena guardiamo un film, per poi tenerci svegli non appena appoggiamo la testa al cuscino. 

Certo non parlo per esperienza personale. Quella è la quotidianità che per molti anni ho invidiato al resto del mondo, quello che non è costretto a dividere la propria giornata in turni. Quel mondo le cui giornate hanno un inizio, una pausa pranzo, una fine. Le cui settimane hanno un weekend. I cui mesi una cadenza regolare, i cui anni hanno un'inizio, ed una fine. Non quest'amalgama di tempo senza forma che mi ritrovo tra le mani, fatta di funzioni lavorative 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni l'anno. Queste giornate che iniziano ieri e finiscono domani, e che eclissano oggi in un sonno superficiale, popolato da sogni indifferenti. Placide mucche nei pascoli delle mie parafilie, destinate al macello. Che sogni da niente.

Intanto l'orologio segna le 05:35, io scrivo le ultime parole sensate che ho intenzione di pensare per oggi, prima che l'alba sveli le strade slavate dalla pioggia che questa notte, quasi senza far rumore, si è lasciata scivolare inavvertita.