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Una conversazione privata (2)

Post n°335 pubblicato il 26 Ottobre 2014 da lab79
 
Tag: notte, sonno

-Io invece ho fatto un sogno che avevo già sognato: ma questa volta è proseguito, almeno per un po':

Avrebbe dovuto essere il suo funerale, ed io provavo dispiacere per non averla potuta vedere un'ultima volta. Camminavo tra le mura trasandate della mia vecchia scuola, ma non quella di allora, bensì quella di anni prima ancora...

Poi...non so. Qualcosa è sparito. Forse un dolore, o un'illusione. Ho fatto uno salto nel tempo, ma ancora una volta non sono riuscito a capire se avanti o indietro, e ora sono al suo matrimonio. Ma lei non c'è, non ancora...

-Il funerale di chi?

- No. Questo non lo saprai.

-“Nothing is more difficult than to understand the dead, I've found; but nothing is more dangerous than to ignore them.” [Margareth Atwood: The Blind Assasin]

- E' ancora troppo vivo, quel ricordo. Ed è un sogno che non ho ancora finito di sognare.

-La parte precedente quando l'hai sognata?

- L'ho sognata diverse volte, da molto tempo. Ma erano un paio d'anni, credo, dall'ultima volta. Qualcosa si è mosso, senza svegliarsi del tutto, laggiù. E' strano. Come quella volta che ho sognato Yeiayel...

-Yeiayel?

- Se cerchi in internet, trovi un sacco di sciocchezze mistiche. Tra queste, quelle dei nomi degli angeli. Yeiayel sarebbe uno di questi.

-E cosa ti ha raccontato?

- Niente. C'era il mio corpo morto di bambino sdraiato nel mio letto di casa, e mentre lo fissavo si alzava a sedere, urlando un numero. Senza che smettesse di urlare io mi avvicinavo, e lo ricoprivo col lenzuolo, che piano piano si copriva di inchiostro. Fuori, il sole nascosto da un'eclissi calava dietro l'orizzonte, ma verso levante, come un'alba a rovescio.

Non saprei dirti se sia stato davvero un'incubo. C'era qualcosa di confortante, che non sono mai riuscito a decifrare.

- L'inchiostro, la voce?

- Non saprei. Alla stessa maniera il sogno di queste due notti mi ha riempito di malinconia. Di un desiderio insolito di ritornare in quel sogno. Qualcosa di famigliare, e che non ho più.

-Nostalgia...

- E invece non dovrei. Ho ben altro a cui pensare, ora. (Alla fine, forse, sono solo fantasticherie di un uomo stanco. Forse ho solo bisogno di dormire un po')

-Minimizzi..

 

- Si. Non voglio dargli importanza più del dovuto. (O forse è peggio: forse è un tentativo di tenere quel luogo al sicuro, e tenerlo al sicuro per me.)

 


M01 Chant I Making of Cyborg - Kenji Kawai ( Ghost in the shell OST, 1995 )

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Commenti al Post:
manuelazen
manuelazen il 26/10/14 alle 23:23 via WEB
Ciao, Lab. Mi sono dovuta cercare in internet chi fosse Yeiayel. Non ho trovato granchè, solo un riferimento agli angeli custodi e agli oroscopi per individuare quello corrispondente alla nascita di ogni persona. Quando si parla di angeli a dire la verità mi si rizzano i capelli e provo una sorta di reazione istintiva di rigetto: credo che quella dell'angelo sia una delle figure che più si prestano a rimestare nel pentolone in cui si muta il vaso di Pandora una volta che sia stato aperto. Nonostante la mia repulsione che non saprei motivare penso che alla figura dell'angelo si possano associare significati simbolici positivi. Ho provato ad immaginarne nel tuo post. Confesso che il perchè tu abbia pubblicato questo dialogo rimane incomprensibile ed anche il dialogo non è decifrabile, non lo sono i due interlocutori. Nonostante ciò un sospetto rimane, che cioè esista un collegamento tra il supposto funerale del primo sogno e la morte del bembino. Quasi che la persona del primo sogno sia in realtà una incarnazione di Yeayel, una sorta di angelo custode che muore alla "divinità" e si rende umana al punto di sposarsi, di acquisire un corpo con tutti i bisogni fisici corrispondenti, il sesso, le relazioni affettive concrete... La persona che era una sorta di angelo custode ha "abbandonato" il bembino per farsi più umana e il bambino non ha potuto manifestarle la sua partecipazione, la sua accettazione, la sua comprensione, la sua solidarietà, la sua consapevolezza delle necessità di questa trasformazione alla condizione umana fragile; ma più vicina e tangibile nella sua bellezza... E il bambino? Che ne è del bambino? Il bambino che ha dovuto rinunciare alle illusioni d'essere custodito e sostenuto? Il bambino muore, muore all'ordine prima conosciuto delle cose, tutto è capovolto e invertito: il bambino urla come se dovesse partorire un nuovo se stesso e morirne. Per partorire un se stesso adulto prima del tempo, un se stesso caratterizzato dalla condizione della solitudine. Gli si offre una via d'uscita per raccontare la sua esperienza: scrivere e trasformare quell'urlo in parole, parole lente; ma inarrestabili fino a riempire il lenzuolo e trasformarlo da sudario a racconto sospeso tra il sogno e la realtà dei sentimenti. Magari i miei collegamenti sono azzardati. Se lo fossero, fingi che non abbia scritto alcun commento. Ciao
 
 
lab79
lab79 il 27/10/14 alle 03:37 via WEB
Chi fosse l'angelo, credo fosse irrilevante. A suo tempo, faticai non poco a trovare un significato a quel sogno: l'evento chiave del sogno era il mio stesso cadavere che si alzava dal letto per urlare un numero. Quel numero, che ora non ricordo, risultò collegato a questo supposto essere mistico. Lo trovai un riferimento po' stupido allora, e penso lo sia ancora. Ma è stato un modo di dare un nome a quel sogno, e fissarlo nella mia memoria. L'altro sogno, invece, quello del funerale, è più complesso. Non nella sequenza di eventi, quanto nella ricchezza di sentimenti che provo, di volta in volta, ogni volta che lo vivo.La protagonista (assente) non è che un mio rimpianto, un amore adolescente che forse non mi sono mai lasciato del tutto alle spalle. Non il primo amore, quello che dicono non si scorda mai, ma forse la prima delusione. Probabilmente è un mio modo di convincermi che tutto quello che sono stato, finora, devo lasciarmelo alle spalle. Così come nella tua interpretazione mi sembra di capire, anch'io sono convinto che i sogni siano palcoscenici dove siamo noi stessi attori e spettatori di una commedia che altro non è che la nostra vita.
 
several1
several1 il 27/10/14 alle 10:42 via WEB
i numeri accorrono quando le parole non riescono, magari nel prossimo sogno scoprirai il numero (perfetto) per definire lo stato d'animo; i numeri sono pur sempre simboli ... io ho 3 numeri ricorrenti nel corso dei miei giorni
 
 
lab79
lab79 il 01/11/14 alle 05:37 via WEB
Non sogno così spesso da sperarlo. Le mie notti le passo per lo più...in bianco...
 
pa.oletta
pa.oletta il 28/10/14 alle 10:16 via WEB
Ti ho letto tutto d un fiato.... i sogni sono lo specchio della nostra vita... io la penso così e spesso ci chiedono di essere coraggiosi... e molto spesso non lo siamo. Ti abbraccio. Paola
 
 
lab79
lab79 il 01/11/14 alle 05:37 via WEB
Grazie!
 
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