Creato da lab79 il 05/02/2010

TheNesT

a place called home

 

 

« Un uomo che si rispetti ...Un uomo che si rispetti ... »

Un uomo che si rispetti non ha patria (6)

Post n°364 pubblicato il 11 Febbraio 2015 da lab79
 

 

Ma come si fa a riconoscere la propria patria, se non si è mai conosciuto quella degli altri?

Allora agli uomini di oggi tocca intraprendere un lungo viaggio a ritroso in quello che è rimasto del mondo, sui passi che abbiamo percorso prima ancora che avessimo memoria. Memoria e coscienza della nostra esistenza, che forse sono nate così: camminando per il mondo, stranieri in una terra estranea, alla ricerca di un luogo da poter chiamare casa. E inseguendo quel sogno, e che chissà dove l'abbiamo visto (Tra le stelle fisse nel cielo, forse, immaginandole scritte da un dio inclemente), abbiamo finito per abitare la terra intera.

Forse è solo camminando da stranieri in un mondo estraneo, che riconosci gli altri uomini come fratelli, perché a tutti sono date le stesse sofferenze, le stesse angosce, la stessa sete. Forse è solo riconoscendo se stessi come stranieri fra gli estranei che ritorniamo al cuore della nostra esistenza, che è fame, che è privazione, che è dolore, che è morte.

E un uomo folle abbastanza per farlo c'è, ed è lì che cammina intanto che io scrivo, e al quale il mio cuore di bambino è vicino. Quel cuore che sognava il Kontiki tra le onde del Pacifico con la vela tesa verso ovest, e l'Amazzonia crudele dove il tempo marciva e non avanzava più di un passo, la Ciènaga Grande di cui parlava Gabriel Garcia Marquez e che, secondo i gitani, non aveva confini. E le cime lontane a nord di Kahtmandu, e l'Asia sconfinata in cui una volta cavalcarono gli uomini del Temujin, i soldati del Gengis Khan. E l'Africa ancestrale in cui uomini mitologici vivevano come da sempre gli uomini avevano vissuto, e come da sempre dovevano vivere, e la Mezza Luna Fertile in cui si custodivano, perdendole, le chiavi delle porte della Gerusalemme Celeste, lasciandovi dio chiuso dentro, a rimirare se stesso nelle sue stanze.

Ed è a quell'uomo, straniero fra tutti gli stranieri del mondo, che io dico: Buon Viaggio.

 

 

Long Road - Eddie Vedder Neil Young and Mike McCready (Live)
[Pearl Jam released in 1995 on the EP Merkin Ball]

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/TheNesT/trackback.php?msg=13115040

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
GnothiTauton
GnothiTauton il 11/02/15 alle 06:48 via WEB
problemi tuoi personalissimi. Gli esseri umani hanno sempre avuto la naturale inclinazione a stare coi propri simili per costruire qualcosa di duraturo. Spesso era così duraturo che sta ancora in piedi dopo due-tremila anni.
 
 
GnothiTauton
GnothiTauton il 11/02/15 alle 06:50 via WEB
e la Patria è argomento serio. Che tu non te ne senta parte vale rigorosamente per te e chi ti è simile. Non può essere ricondotto all'intero genere umano. Buona giornata
 
   
lab79
lab79 il 14/02/15 alle 03:49 via WEB
(Credo di interpretare i tuoi due commenti come un unico discorso, quindi rispondo unitariamente qui) Sono d'accordo con le tue osservazioni: E' un mio discorso personale, che data la natura del mio blog mi sono sentito di affrontare qui, davanti a chi ha voglia di fermarsi a leggere. Certo, questo dipende da un mio percorso di vita (Ne ho accennato nei post precedenti, se volessi andare a rileggerli), ma è anche un fatto che il mio caso non sia eccezionale, bensì uno dei tanti che negli ultimi anni stanno andando a far parte del corpus dei cittadini italiani. Mai nella storia recente ci è stata una tale massa di umanità divenuta migrante, vuoi per via dell'aumento della popolazione mondiale, vuoi per la maggiori possibilità di trasporto, anche a lunga distanza. Questo mette sempre più persone nelle condizioni di affrontare percorsi simili al mio, e forse a porsi domande simili alle mie. L'unico punto su cui non sono in accordo con te (Anche se tu ne hai solo accennato, magari approfondendo potrei capire meglio cosa intendi dire) è quel qualcosa di duraturo di cui parli, tanto da resistere persino per migliaia di anni. La mia obiezione sta nella convinzione che le organizzazioni sociali non siano stabili, ma si evolvano col passare del tempo, lentamente e il più delle volte in modo violento. Guerre, colassi sociali di origine demografica o invasioni di civiltà emergenti: tutte le organizzazioni sociali (regni, imperi, nazioni) finiscono col soccombere per diventare altro, non senza portarsi i segni di quel che sono state, ma anche i segni degli avvenimenti che ne hanno decretato la trasformazione. Persino i popoli (astrazione concettuale con la quale definiamo gruppi sociali accomunati da più elementi culturali) si dissolvono e si mescolano per diventare altro. Paesi come la Germania e l'Italia ne sono tra gli esempi più complessi di come questo rimescolarsi possa portare a livelli tali da spingere la storia in direzioni imprevedibili.
 
liberascelta2015
liberascelta2015 il 11/02/15 alle 11:19 via WEB
La tua descrizione della ricerca della patria sembra molto la descrizione della ricerca di sé, e se fosse la stessa cosa?
 
 
lab79
lab79 il 14/02/15 alle 04:02 via WEB
La ricerca (O forse meglio: la comprensione) della propria patria fa parte della ricerca della propria identità, ma non la completa. La nostra identità è fatta da molti elementi, divisi tra gli elementi che ci danno forma fisica, e quelli che ci danno forma psicologica. In entrambi i campi ci sono elementi che sono obiettivi, elementi che dipendono dalla nostra percezione di noi stessi, ed elementi che dipendono dalla percezione che gli altri hanno di noi. Molti di questi elementi, poi, sono mutevoli, e vengono continuamente rimessi in discussione. E il punto mobile di equilibrio di tutti questi pesi, coincide con la parola: IO.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

lisa.dagli_occhi_blububriskacassetta2iltuocognatino2falco1941dony686poeta_semplicemisteropaganoocchineriocchinerimonellaccio19cuorevagabondo_1962surfinia60manuelazenmarabertowamistad.siempre
 
Citazioni nei Blog Amici: 56
 

FACEBOOK

 
 

TAG

 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963