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« I mestieri della notteL'omino sentenzioso »

..life had just begun...

Post n°145 pubblicato il 22 Maggio 2012 da lab79
 

Ascoltavo una vecchia canzone, e rileggevo una vecchia voce, ritrovata per caso qui, da qualche parte, una notte che sembrava non avere fine. Ricordavamo insieme i giorni ormai statici delle nostre adolescenze: ogni gesto era simbolo di quel che volevamo il mondo pensasse di noi. Il mio occupare il posto sul primo banco, quello vicino alla finestra, e il suo restarsene all'ultimo, lontana dalla porta. Il suo leggere "Smilla" di nascosto nelle ore di matematica, e il mio ascoltare la musica dalla cuffia nascosta nella manica del maglione, l'ultimo inverno prima della maturità. La noia cosmica che avvolgeva le nostre giornate perse nei corridoi della scuola che si svuotava di anno in anno, l'aria polverosa degli armadi in cui si nascondevano decenni di costumi da teatro, relitti di un tempo in cui il collegio era soltanto femminile. Avrei voluto anch'io un'adolescenza diversa, ma questa ebbi in sorte. Tant'è. Di allora mi rimangono i ricordi delle gite scolastiche tanto attese, e i rimpianti inevitabili e sciocchi degli amori non colti per troppa timidezza, e di quelli sgualciti goffamente per la troppa ansia di desiderare. Mi chiedevo, e questo lo ricordo bene ancora oggi, se la mia vita avrebbe proseguito così: un cerchio cieco e senza fine, senza scopo. Non ebbi più il tempo di pormi tale domanda, poi. I giorni e poi gli anni me li sono lasciati alle spalle, e di allora mi porto appresso questo scrigno di tesoretti da niente. Qualche cartolina sbiadita, le mie lettere, un ciondolo ed un anello di latta, e un profumo che non dimenticherò mai. Non è giusto. I miei giorni sono finiti ma almeno questo, un ricordo sbiadito, me lo sono portato via. Tu a malapena l'hai vissuto. Non voglio (non devo, non posso: nemmeno dovendo sarei capace) liberarmi la coscienza chiamandoti anch'io "un angelo" "una vittima innocente", per poi passare oltre, e dimenticare. La verità è che non ti abbiamo saputo proteggere, e niente, nemmeno il tuo perdono, se potessi perdonarci, sarebbe sufficiente. Non ho altro da offrire, se non questo: una canzone che suona di un ricordo che mi appartiene, che a te non può dire niente. Ma che sarebbe stato giusto avessi potuto avere anche tu.

 ("Take me down" by The Smashing Pumpkins- from "Mellon Collie & The Infinite Sadness" - 1995)


 

 
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