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Un blog creato da Truman_2000 il 22/06/2008

The Truman Show

La mia vita è un "Truman Show", ma al rovescio: vivo in un mondo tutto mio, illudendomi di essere il protagonista della storia!

 
 

VORREI AVERLA DETTA IO

“Ogni stroncatura è

soltanto un atto d'amore

nei confronti del cinema!

- Alessio Guzzano -

 

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"Mine vaganti"

Post n°176 pubblicato il 02 Settembre 2010 da Truman_2000
 

Regia di Ferzan Ozpetek
Con Riccardo Scamarcio, Alessandro Preziosi, Nicole Grimaudo, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci e Ilaria Occhini - Commedia – Italia (2010)

Due fratelli: l’outing del primo (Alessandro Preziosi), che ha sempre fatto quello che gli chiedevano di fare, spedisce il padre in ospedale (causa infarto) e manda all’aria quello del secondo (Riccardo Scamarcio), bruciato sul tempo. Quest’ultimo, che, lontano da casa, si è ribellato a suo modo ai pregiudizi della famiglia e del paese, prova a prenderne il posto, per non mandare il genitore “direttamente sottoterra”.
Dopo una lunga e seriosa parentesi sulla condizione omosessuale nell’anno domini 2010, Ozpetek la butta in commedia, senza tuttavia raggiungere i livelli “farseschi” del migliore Almodòvar; gioca con i personaggi della famiglia, trasformandoli in “macchiette”: la zia Luciana (un’Elena Sofia Ricci in versione “timida ubriaca”), il cognato napoletano, una cameriera che canta come Susan Boyle ed il padre omofobo (la cui amante, peraltro, ha assai poco di femminile…). Ma – è questo, forse, il difetto maggiore di un film, che resta incompiuto – non riesce ad osare fino in fondo: l’arrivo degli amici “village people” (il principe del “foro”, un Renato Rascel in versione checca ed uno steward che per poco non finisce sotto al tavolo con il cognato…) movimenta una trama che rischiava altrimenti di impantanarsi; bella, in particolare, la scena in cui questi si ritrovano, imbarazzati, davanti alle donne di famiglia in abito lungo e ventaglio: ma perché - come sottofondo - non si sentono le note di “Y.M.C.A”?
Un errore nella sceneggiatura rovina il flirt tra il protagonista e la bellissima Nicole Grimaudo: Alba, infatti, intuisce la verità di Tommaso molto prima che lui gliela racconti (“quando si è in due si è più forti” – gli dice) e, ciò nonostante, sembra dispiacersi di non essere ricambiata (ecco, sarebbe bastato che lei non avesse capito così presto, per dare un senso alla storia). Resta bella, però, la scena - che trasuda erotismo - in cui i due mangiano tramezzini, ascoltando… pensieri stupendi!
Un film sul coraggio di essere sé stessi e di sbagliare sempre per conto proprio, se si vuol essere felici (peccato, però, che un tale insegnamento provenga dalla stessa persona che, svelando il senso di un flashback forzato, ci invita a “sorridere quando stai male dentro”, accettando un destino deciso da altri).
La scena del suicidio ricorda uno strepitoso Lino Banfi che, in “Spaghetti a mezzanotte” – abbandonato dalla moglie, Barbara Bouchet – decide di ammazzarsi, mangiando; quella del ballo, invece, ha qualcosa del felliniano “8 e mezzo”. Simpatiche e divertenti le canzoni della colonna sonora; da brividi, il “Sogno” di Patty Pravo.

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