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(Gortoz a ran - Genez Prigent feat. Lisa Gerrard)

'Aspetto'
(traduzione a cura di Leonardo Venturi)

Aspettavo, aspettavo da tanto tempo
nell'ombra scura delle torri grigie
nell'ombra scura delle torri grigie

Nell'ombra scura delle torri di pioggia
mi vedrai aspettare per sempre
mi vedrai aspettare per sempre

Un giorno tornerà
sulle terre, sui mari
sulle terre, sui mari

A portarmi sui sentieri
tornerà carico di spruzzi di mare
nell'ombra scura delle torri nere

Tornerà il vento azzurro
e porterà con sé il mio cuore ferito

Sarò spinto via dal suo respiro
lontano nella corrente, in un altro paese

Sarò spinto via dal suo respiro
lontano nella corrente, ovunque voglia

Ovunque voglia, lontano da questo mondo
tra il mare e le stelle.

 

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« Orridi orrori...L'ottimismo è il profum... »

"L'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale..."

Post n°91 pubblicato il 02 Marzo 2012 da valesaber

Un grande interprete della musica italiana se ne è andato. 
Lucio Dalla ci ha lasciato a pochi giorni dalla scomparsa di un'altra straordinaria artista internazionale come lo è stata Whitney Houston, la "the voice" del mondo femminile della canzone.
Ma mentre della Houston erano note le burrascose vicende private, fatte di problemi di alcoolismo e droga, di continui eccessi e di scelte sbagliate, che ne hanno condizionato la vita privata e quella di artista, arrivando a trasformarla per lunghi periodi nell'ombra di se stessa, finendo per rendere ipotizzabile un possibile epilogo drammatico, come poi purtroppo si è verificato... per Dalla invece non è mai stato così. Lucio ha sempre mantenuto un contatto profondo con le sue radici, con la sua gente. Non si è mai lasciato travolgere dagli eccessi del mondo dello show business... e questo è stato il suo punto di forza: rimanere sempre se stesso, mantenendo l'umiltà delle sue origini, senza rinnegarle per meriti raggiunti (e non lasciatevi fuorviare dalla sua "originalità", stravaganza nel vestire o presentarsi...questo non ha niente a che vedere con gli eccessi che intendo...). 
Non ricordo quante volte l'ho visto in qualche locale di Bologna (principalmente in quell'osteria “da Vito” che per lui è stata una seconda casa) a chiaccherare con gli amici di sempre (Morandi, legatissimo come lui a Bologna ma anche Guccini, Ron e De Gregori che a Bologna erano di casa) e tutte le volte compariva come per magia un clarinetto e una chitarra, così alle chiacchere si sostituivano la musica e le canzoni, anche quelle della tradizione popolare. E subito ci si trovava tutti a cantare...uniti in quella atmosfera di magica fratellanza che la musica riesce così bene a evocare... Con la musica veniva spazzato via ogni timore e possibile referenza e anche il ragazzo della porta accanto finiva per sentirsi lui stesso un po' artista... 
Sì, non si è mai lasciato dominare dal demone del successo, riuscendo a mantenere sempre la sua ironia...quella sensibilità necessaria a calarsi completamente nella realtà senza alcuna pretesa di elevazione sugli altri, integrandosi perfettamente con la sua gente e la sua città.
Penso sinceramente che lui avesse compreso in pieno quella che è una regola d'oro per chi viene baciato dal successo e coinvolto nel difficile ingranaggio dello show business:
"l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale"... per parafrasare una strofa di una sua famosa canzone.
La sua
morte mi ha colto davvero impreparato. Sopratutto per quella sua vitalità che non si era affievolita con il passare degli anni, ma al contrario era aumentata. I suoi impegni si erano moltiplicati al passo della sua progressiva maturazione artistica. Ad una straordinaria e prolifica attività di cantante, che l'ha portato a scrivere veri e propri capolavori, ha affiancato le tante collaborazioni con altri artisti, oltre ad un infaticabile operato di produttore e di talent scout sempre alla ricerca di nuove voci... E alle escursioni nel mondo del cinema fatte principalmente in gioventù... ha aggiunto l'attività di regista e curatore di opere teatrali e musicali e tanto altro ancora...
Un artista attivo e prolifico a cui sembrava la vita avesse dato un inesauribile energia...
Lo avevo seguito con curiosità durante la sua partecipazione all'ultima kermesse sanremese e mi era parso, come al solito, molto vitale. E anche nelle successive interviste e passaggi televisivi avevo avuto la stessa sensazione, quella di avere davanti un artista eclettico e indistruttibile. Niente lasciava sospettare una scomparsa così improvvisa.
La morte fa meno paura quando è annunciata, quando è il naturale atto conclusivo di una lunga vita o quando è inseguita nel doloroso percorso di una malattia o di un decadimento impietoso. Ma quando sorprende qualcuno nel pieno o quasi delle sue forze, ad un'età non troppo avanzata... beh questo mi turba sempre tanto.
E poi a questa sensazione si accompagna il dispiacere di non poter più godere del suo genio e della sua enorme creatività. E creativo Dalla lo è stato davvero nella sua carriera. Ha sperimentato tante strade e non si è mai limitato a trincerarsi sulla strada del mero successo di un genere, spingendosi sempre un po' oltre, cambiando e mescolando i generi, intraprendendo sempre nuove vie.
E anche le collaborazioni con tanti altri artisti ne sono la riprova.
Il mio primo ricordo di lui risale tra la fine degli anni 60 e l'inizio dei 70, quando cantava la canzone “Fumetto”, che divenne la colonna sonora di "gli eroi di cartone", una trasmissione culto di cartoni animati di quegli anni.
Lo ricordo ancora quando la interpretava, lui “piccolo e peloso”... già con più barba che capelli, producendosi in tutta una serie di boccacce e di suoni indefiniti (che solo più tardi ho scoperto essere la difficile arte dello scat), creando le basi di quell'originalità e ironia di un personaggio che sarà il suo elemento identificativo nel mondo della canzone italiana. Non ricordo invece la sua partecipazione a San Remo con "4 marzo 1943", ero troppo piccolo per essere interessato alla manifestazione. ma questa canzone è ancora una delle mie preferite della sua enorme discografia.
Proprio per la sua enorme produzione artistica ci vorrebbe troppo spazio per ricordare tutte le sue canzoni, anche solo quelle che amo di più, così indico quella per cui serbo una particolare affezione... "l'anno che verrà", che è stato la colonna sonora del mio primo grande amore. Basta così, non voglio banalizzare riducendomi a fare un semplice elenco dei suoi successi...chi non li conosce? Però... almeno un altra voglio ricordarla, un'altra per tutte: “Caruso”. A mio parere questa canzone ha una capacità evocativa ed emozionale tale da poterle far reggere il paragone con le stesse liriche poetiche più impegnate.
Credo non sia necessario aggiungere altro. Scrivere epitaffi non mi piace.
E poi per un epitaffio che si rispetti è necessario conoscere personalmente e bene chi si vuole ricordare... diversamente può essere facile sconfinare nell'ipocrisia o nella esagerazione e può essere un arduo cammino.
Ma dell'epitaffio voglio recuperare i tratti fondamentali, quelli cioè che si esprimono nella volontà di onorare e ricordare un defunto.
Il mio vuole essere un sincero omaggio a un grande uomo di spettacolo che ho apprezzato e ammirato tanto.
Voglio ringraziare Lucio per tutte le canzoni che ci ha lasciato, per quelle che sono entrate a far parte della mia vita come colonna sonora degli avvenimenti che l'hanno segnata nel suo scorrere, lieti o tristi che siano stati. Credo che a tutti capiti di associare una particolare canzone a momenti specifici della propria vita, è una peculiarità umana. A me capita spesso, anzi sempre e con una pluralità di autori e  canzoni. Ma Dalla, insieme a un altro paio di grandi interpreti della musica italiana (ancora viventi per fortuna) ha avuto la caratteristica di accompagnare momenti davvero piacevoli  della mia vita e il sentire quelle canzoni mi aiuta a ricordarli ma soprattutto a non perderli.
Grazie Lucio, grazie per quella tua normalità che ci ha regalato canzoni e momenti indimenticabili...

 

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