Creato da: miraggiogranata il 21/08/2006
Il Toro....uno stile di vita.

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Cecità isterica.

Post n°322 pubblicato il 23 Gennaio 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

La cecità isterica è una patologia più psichiatrica che oculistica, consiste in una simulazione a livello subconscio della cecità, la persona che ne soffre si comporta come se non vedesse anche se tutti gli esami oculistici non mostrano nulla la vista rimane bassa, è una diagnosi difficile da fare, passa quando si risolve la patologia psicologica.
Questa insieme ad altre patologie ha colpito l’universo Toro in questi anni, quel male oscuro di cui tutti avvertivamo la presenza e del quale in pochi riuscivano a comprenderne le cause.
Per non inoltrarci troppo ed inutilmente nella sofferenza, prendiamo in esame solo la gestione Cairo.
Il presidente in carica si è giocata la reputazione, la fiducia accordatagli, l’alone di santità del quale l’intera tifoseria granata l’aveva investito, per testardaggine, per una patologia della quale avrebbe potuto non diventare vittima.
Nuovo del mondo del calcio e nel mondo del calcio, non ha vista la realtà, non ha visto più niente al di la della proprie certezze, della propria ignorante (da ignorare, senza offesa) concezione.
E’ sempre brutto esclamare: “Ve l’avevo detto?” ma cosa si può dire di diverso quando si conoscevamo i rimedi e non si riusciva a vederli applicati, quando si aveva la soluzione a portata di mano e si vedeva cercarne altre perverse?.
Dopo l’inversione di rotta che sempre troppo tardi è arrivata, dopo la sperata risoluzione della patologia psicologica, ci si chiede perché ci abbia messo tanto a capire, perché ci abbia fatti inutilmente soffrire per quattro anni su cinque.
Cieco, isterico, pervicacemente, colpevolmente testardo, si è fidato di personaggi subdoli che lo hanno coperto di lusinghe, e non ha voluti ascoltare i consigli di chi con la volontà di aiutarlo, cercava di aprirgli orizzonti diversi.
Oggi forse, intimamente si pentirà, tra sé e sé ammetterà le sue mancanze, mancanze che in pubblico si trasformeranno in successi decisionali.
Non ci voleva molto a capire che il Toro è nato operaio e operaio doveva e dovrà restare, non ci voleva molto a capire che senza i valori che per definizione deve e dovrà incarnare, perde la propria identità e senza quella si è nulla, il nulla che prima della guarigione abbiamo dovuto subire.
Con il ritorno dalla cecità, Cairo ha visto finalmente in faccia la realtà, ha capito che su quella famosa nave, qualcuno doveva essere appeso all’albero maestro ed ha trovato l’ammiraglio adatto per farlo.
Fuori dai ranghi chi portava con sacrificio la Maglia granata, fuori coloro i quali nulla hanno capito del Suo significato, dentro invece coloro che son consci che il Toro è un traguardo, che hanno capito che è la loro ultima, grande, affascinante possibilità.
Non mi riferisco alla vittoria dell’altro giorno, ritengo ancora più importante il modo, con cui il Toro ha conseguito un punto ieri sera, sul campo di una squadra forte e determinata.
Un Toro finalmente diventato Toro, fatto di ragazzi che ce l’hanno messa tutta e forse anche un po’ di più, fatto di entusiasmo e non mollezza, di corsa, sofferenza e sudore, non di menefreghismo e prestazioni sospette.
Ragazzi che in dieci hanno lottato per dodici, che hanno saputo essere uniti, compatti, che hanno compensata l’inferiorità numerica col sacrificio e la dedizione, caratteristiche che purtroppo ultimamente eravamo solo costretti a rimpiangere.
Nulla è stato fatto ancora, lo voglio ribadire nuovamente, soprattutto per i miei compagni di fede più giovani che tendono ad esaltarsi, così come son facili a deprimersi, ma questo nuovo Toro fa sperare, non in facili vittorie o traguardi ambiziosi ma di aver ritrovata la sua anima la sua identità, il suo carattere, finalmente quel Toro che non c’era più ora c’è.

 
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