Creato da abuyaqub il 12/08/2008

TuttoEgitto

Notizie da e sul paese dei faraoni

 

 

Gli islamisti coprono il volto di una statua col niqab

Post n°211 pubblicato il 13 Febbraio 2013 da abuyaqub
 
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Il rispetto per tutto ciò che è diverso per gli integralisti islamici è zero. A riprova l'oltraggio di una statua al Cairo dedicata a Umm Khaltum, una grande cantante egiziana degli anni 40. La statua ritrae la cantante in una posa di scena, vestita totalmente con una lunga tunica fino ai piedi, non esattamente una performance di Lady Gaga. Sul volto della statua gli islamisti hanno messo un niqab, così tanto per far capire che aria tira adesso in Egitto e quale sia la considerazione che i fanatici del Corano nutrano nei confronti delle donne, dell'arte e della tradizione. Tanto per dare un'idea di chi fosse Umm Khaltum e quanto fosse amata dagli egiziani: nel 1975 al suo funerale partecipò una folla oceanica, che originò un corteo di quasi 10 km.

 
 
 

Egitto, l'impunità regna sovrana

Post n°210 pubblicato il 25 Gennaio 2013 da abuyaqub
 
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L'Egitto che celebra il secondo anniversario della rivoluzione anti-Mubarak scopre che i suoi martiri non hanno ancora avuto giustizia. Lo rivela un rapporto di Amnesty International intitolato "Impunità dilagante: ancora nessuna giustizia per i manifestanti uccisi nella "rivoluzione del 25 gennaio". I numeri sono impietosi: le carenze nelle indagini e nei procedimenti a carico dei responsabili della morte di almeno 840 persone, uccise nel corso delle proteste di piazza Tahrir e non solo. Almeno altre 6.600 persone vennero ferite nelle manifestazioni, brutalmente soppresse dalle forze di sicurezza.

A questa vanno aggiunte le 12 persone uccise da quando Morsi è salito al potere. Dieci di loro sono morte nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2012, durante scontri tra sostenitori e oppositori del presidente Morsi, quando le forze di sicurezza non sono intervenute per proteggere i manifestanti dalle violenze e dalle aggressioni.

Secondo il rapporto di Amnesty, durante la rivolta del 2011 le forze di sicurezza usarono gas lacrimogeni, cannoni ad acqua, fucili da caccia e proiettili letali per fronteggiare manifestanti che, nella maggior parte dei casi, non costituivano alcuna minaccia. E questo già più o meno era noto. Quello che invece è meno noto è quale tipo di sanzione abbiano subito i responsabili di queste repressioni così immotivatamente violente. Ebbene, nessun alto funzionario o agente delle forze di sicurezza risulta condannato o punito adeguatamente per aver ucciso o ferito i manifestanti.

Nonostante le promesse Morsi non ha assicurato i responsabili alla giustizia. "Due anni dopo la rivolta, le forze di sicurezza sembrano farla franca. Non garantendo la punizione dei responsabili, il presidente Morsi non si distanzia granchè dai precedenti decenni", ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International

I tribunali egiziani continuano ad assolvere alti funzionari ed altri membri delle forze di sicurezza, in alcuni casi per mancanza di prove oppure perché si giudica che gli imputati abbiano agito per autodifesa, nonostante evidenti prove che la polizia avesse fatto ricorso a una forza eccessiva e letale sebbene non strettamente necessario.

 
 
 

Ferrovie egiziane killer: ennesima strage sui binari

Post n°209 pubblicato il 15 Gennaio 2013 da abuyaqub
 
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Nuova tragedia ferroviaria in Egitto. Stavolta le vittime degli scalcinati treni egiziani sono 19 persone, in buona parte reclute militari. Il bilancio potrebbe anche aggravarsi perché i feriti sono oltre 100 e tra loro alcuni sono molto gravi. L'incidente è avvenuto alla periferia di Giza, nel quartiere di Bad Rasheen. Due vagoni dell treno sono usciti dai binari rovesciandosi di lato e per molti dei viaggiatori non c'è stato scampo. Tra i primi a giungere sul posto anche il primo ministro Hicham Qandil, che è stato preso a male parole dai presenti ormai esasperati dalle condizioni in cui versano le linee ferroviarie egiziane. Non passa giorno che non succeda un incidente. Solo un mese fa a un passaggio a livello di Assyut uno scuolabus pieno di bimbi fu travolto da un treno provocando la morte di 50 scolaretti.

 
 
 

Il Cairo, capitale delle molestie sessuali

Post n°208 pubblicato il 07 Gennaio 2013 da abuyaqub
 
Foto di abuyaqub

Il Cairo, capitale egiziana e delle molestie sessuali. Lo rivela uno studio pubblicato nel 2010 dal Centro egiziano per i diritti delle donne assieme all'Unfpa, un fondo delle Nazioni unite, quasi la metà delle donne egiziane ha dichiarato di subìre quotidianamente molestie sessuali e oltre l'83% lo ha sperimentato almeno una volta nella vita. La cifra sale al 98% nel caso di donne straniere che vivono nella capitale egiziana. Solo pochi mesi fa il caso della giornalista americana molestata da una decina di uomini in piazza Tahrir aveva fatto il giro del mondo. E anche il video della reporter francese palpata in diretta sempre al Cairo aveva suscitato disgusto e riprovazione.

Da qui la conclusione secondo il quotidiano spagnolo "El Pais" che Il Cairo sia la città di gran lunga peggiore rispetto ad altre località egiziane. "La molestia può assumere molte forme, sguardi lascivi, parole volgari, fischi, palpeggiamenti, ma anche inseguimenti, a piedi o in auto", spiega Dalia, 22 anni. "Una forma di molestia molto frequente in Egitto è quella telefonica. Ci sono uomini che compongono numeri a caso e quando cadono su una voce femminile, possono richiamare anche 30-40 volte al giorno".

Il fenomeno, non nuovo, si è aggravato negli ultimi tre decenni. A favorirlo è una società molto conservatrice, dove però i mass-media e social network consentono adesso la diffusione di qualsiasi tipo di immagine, attraverso satellite o internet. Inoltre, l'alto tasso di disoccupazione giovanile, ritarda l'età del matrimonio, soprattutto fra gli uomini.

Ma la società egiziana come giudica le molestie? Nel paese c'è una sostanziale accettazione del fenomeno, e quindi di impunità. Per molti, non sono altro che una dimostrazione di virilità.

Lo studio dimostra anche quanto sia falsa la spiegazione classica che siano le donne a provocare gli uomini, specie con il loro abbigliamento: nel 72% dei casi, infatti, le donne bersaglio di molestie, indossano il niqab, il velo islamico. Quindi: più la donna è coperta e più l'egiziano si eccita... Magari per paradosso è l'occasione buona per riporre negli armadi i veli e mostrare le donne vestite in modo sobrio ma non "punitivo".

 
 
 

L'Egitto in bolletta e lo spettro di una catastrofe

Post n°207 pubblicato il 13 Dicembre 2012 da abuyaqub
 
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Mentre Morsi ritratta i superpoteri, annuncia misure draconiane per ripianare i conti e poi le ritratta, si nasconde dietro l'autorità dell'esercito per garantire il referendum, l'Egitto è sempre più in fibrillazione. Il 15 il referendum per far scegliere il popolo se fare scempio di una storia millenaria e trasformare il paese guida del mondo arabo in una specie di repubblica teocratica. Le opposizioni trovano un inedito accordo e pensano di sfidare apertamente il referendum annunciando quasi sicuramente il No, evitando con l'astensione di far decollare la repubblica musulmana di Morsi e compagnia. L'esercito si era come al solito erto a mediatore tra il potere presidenziale e i contestatori laici da giorni in piazza ma senza esito. L'Egitto attende in un clima di palese tensione l'arrivo del giorno X, dopo il quale a prescindere dal risultato nulla resterà più come prima. Ma la tensione è alle stelle non solo per l'esito del referendum, per le leggi ad personam di Morsi, per le migliaia di contestatori in piazza, ma anche per un quadro economico a dir poco disastroso che solo l'intervento del maxi finanziamento da parte del Fondo Monetario internazionale potrebbe arginare. Ma quei 4,8 miliardi di dollari di prestito che sono come l'acqua nel deserto dell'economia egiziana ora sono messi in discussione: la stabilità e la credibilità del paese non sono garantite. L'instabilità di questo primo periodo egiziano post-Mubarak ha anche generato un crollo per il turismo: si calcola nell'ordine del 30% di presenze in meno (nel raffronto anno su anno). Il sistema economico generale del paese è segnalato in calo del 4,2% nei primi quattro mesi, la lira egiziana ha subito cali di 5-6 punti rispetto alle principali divise. Nessun miglioramento per quanto riguarda i dati su occupazione, investimenti esteri e inflazioni: un disastro. Il paese è più povero che mai e Morsi che aveva annunciato tasse dolorose ma necessarie su beni di larga diffusione come il tabacco, ha poi dovuto rimangiarsele per evitare di perdere, oltre alla sopportazione degli avversari più tiepidi, anche il sostegno dei suoi elettori. Il paese appare sempre più a un bivio e il risultato del referendum costituzionale segnerà inevitabilmente il futuro di una democrazia nata fragile e destinata a un avvenire precario.

 
 
 
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