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USCIRE DALLA SCHIAVITU' CON ONORE, VERSO UN NUOVO MONDO

Post n°739 pubblicato il 19 Ottobre 2015 da kekerex
 

Quando si parla di crisi, ci si riferisce ad una crisi di mercato dovuta alla mancanza dei suoi elementi dominanti e fondamentali o a una crisi studiata a tavolino da pochi eletti per avere il controllo globale del pianeta terra ?

A questa domanda non è difficile rispondere se si conosce il meccanismo del sistema bancario e finanziario. Si potrebbe parlare di crisi REALE solamente se fossimo in presenza di mancanza di materia prima, di manodopera o di risorse essenziali alla vita del pianeta e delle sue creature.

Niente di tutto ciò, non manca nulla di tutto questo. Tutto però è stato programmato per essere nelle mani e nelle disponibilità di pochissime multinazionali che fanno poi capo ad una unica organizzazione. A coloro che effettivamente ricavano, lavorano e trasformano le materie prime in prodotti finiti, vengono lasciate le briciole che sono appena sufficienti a reperire i beni di prima necessità. E questo quando va bene, perché oramai, la maggior parte di coloro che hanno la fortuna di essere schiavi, si trovano obbligati a ricorrere ad indebitamenti truffa il più delle volte per necessità. Il primo furto avviene nel momento della retribuzione che è molto al sotto del suo valore effettivo, il secondo sulla necessità di ricorrere al finanziamento in virtù del primo furto subito. La cosa non cambia per i lavoratori così detti autonomi o per le imprese. Tutti i frutti del loro lavoro finiscono in tasse e tributi che, associata alla truffa del debito, fanno parte del piano di impoverimento. Certo, da tutto questo sono esclusi quei pochi che hanno un ruolo molto funzionale al progetto globale, siano essi di questo consapevoli o no.

Poi vi è la categoria degli abbandonati. Sono quelli a cui non è consentito neppure di fare gli schiavi e sono in forte aumento. Certamente non è facile uscire da questo meccanismo perverso in quanto le multinazionali di cui si parlava poc’anzi hanno ottenuto oramai il predominio ed il controllo di tutti i settori dell’economia. Controllo finanziario, farmaceutico, alimentare, produttivo e distributivo. L’economia locale sta scomparendo sotto i nostri occhi, i salari continuano a diminuire mentre in aumento vi sono solo obblighi, tassazioni e vessazioni. Insomma siamo dentro un sistema barbaro che ignora completamente i diritti fondamentali dell’uomo. L’uomo stesso è una macchina, non ha anima e spirito, è solo concepito come un bene strumentale il cui costo deve sempre avere meno incidenza sulla produzione.

Tuttavia molte vittime di questa assurda situazione sono state condizionate a non porsi domande e ad affidarsi ai sistemi di informazione tradizionali anch’essi controllati per occultare e mistificare la realtà e i veri intenti di tutto questo. Assistiamo tutti i giorni a manifestazioni indecenti e a risvolti drammatici sulla vita sociale ma ne percepiamo solo gli effetti e non le cause. Vediamo espropri di prime case, perdita di lavoro e dignità, disperazione, suicidi, delinquenza dilagante, insomma una società barbara e primitiva. E la risposta generica è: Beh si, è la crisi. Fine

Popolo Unico è già oltre a tutto questo. Anche quando sai, se non agisci nulla cambia.

Vi sono quattro cose semplicissime da cambiare per avere effetti immediati.

 1 -  Sostituire la competizione con la collaborazione
 2 -  Prendere atto che non è possibile risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato (Einstein)
 3 -  Essere consapevoli che siamo circondati di abbondanza in grado di soddisfare tutti i bisogni primari e secondari
 4 -  Trovare il modo di dare comunicazione alle istituzioni che si è fuori da questo meccanismo e farlo in modo legale e riconosciuto senza conseguenze

Il quarto punto, il più importante, è stato raggiunto. Una volta che si è consapevoli di cosa questo passo comporta, allora si è pronti per lavorare sugli altri tre. E io sono pronto. Chiaro però è che se si vuole uscire dal meccanismo e non si sa dove si vuole andare siamo di nuovo da capo.

Il punto uno e due sono strettamente collegati tra di loro. Sostituire la competizione con la collaborazione provoca, inevitabilmente, un cambio di mentalità e di approccio all’economia che non viene più considerata come un mezzo di sopraffazione ma di unione per il bene comune. Cade automaticamente il concetto di gerarchia sociale e con esso i benefici orrendamente e volutamente sproporzionati di pochi a scapito degli altri. La stessa biologia ci insegna che quando tutto è in armonia e risonanza non ci sono patologie in corso. In una società il cui cardine è la competizione come si può essere in risonanza con chi aspetta il momento buono per mettertelo in quel posto? Non si può che avere come risultato una società patologicamente cronica.

Questo provoca anche un enorme mutamento nel concetto di impresa. Il fine di lucro e speculazione viene abbandonato in un più nobile benessere collettivo che lo diviene, automaticamente, sul piano individuale.

In sostanza, ogni essere umano diviene impresa di sé stesso. Mette a disposizione di tutti il suo talento, le sue abilità e le sue capacità di produrre ricchezza e riceve la stessa cosa da tutti gli altri. Non vi sono intermediari tra le ricchezze create e quelle godute. Nessuno ci si può speculare sopra né tantomeno nessuno può essere escluso dal partecipare al benessere comune ed individuale.

Il sistema basato sulla competizione accetta tutte le conseguenze e le disparità che ne derivano. Chi lo ha congegnato era ben cosciente che con questo meccanismo un giorno avrebbe potuto avere il controllo globale di tutte le risorse, comprese quelle umane. Ora spetta a tutti gli esseri umani rialzare la testa e dire che a questo gioco al massacro non si vuole più partecipare. Le istituzioni, di comune accordo con il sistema bancario/finanziario, hanno ripetutamente e volutamente violato i diritti fondamentali dell’uomo in nome di una dittatura globale programmata. E lo hanno fatto con la complicità e l’aiuto di esseri umani manipolati a non vedere la realtà o a vedere una realtà distorta. Prendere le distanze da questa mentalità criminale è un dovere morale e civile di ogni persona umana. Nelle istituzioni, così come in ogni ambito sociale, ci sono persone umane ben consapevoli di tutto questo, persone che aspettano solo l’occasione per manifestare e realizzare il sogno comune. E’ il momento di agire. Da un lato assistiamo a situazioni drammatiche, mentre dall’altro si è creata una opportunità che deve essere subito tramutata in azione. Non c’è più tempo da perdere, le procedure di legale rappresentanza ci consentono di prendere in mano la situazione, di rivendicare, programmare ed attuare tutti i diritti che nessuno può negare.

 
 
 

L’immigrazione non è un caso,ma è imposta dall’Europa per seguire il Piano Kalergi”.Ecco cos’è

piano kalergi europa paneuropa unione europea

Ci fanno credere che l’immigrazione è casuale ed inevitabile,invece è un piano per creare un gregge multietnico facilmente dominabile dal potere.Il piano Kalergi.
L’immigrazione di massa è un fenomeno le cui cause sono tutt’oggi abilmente celate dal Sistema e che la propaganda multietnica si sforza falsamente di rappresentare come inevitabile.
Con questo articolo intendiamo dimostrare una volta per tutte che non si tratta di un fenomeno spontaneo.
Ciò che si vorrebbe far apparire come un frutto ineluttabile della storia è in realtà un piano studiato a tavolino e preparato da decenni per distruggere completamente il volto del Vecchio continente.
L’ESSENZA DEL PIANO KALERGI
Nel suo libro «Praktischer Idealismus», Kalergi dichiara che gli abitanti dei futuri “Stati Uniti d’Europa” non saranno i popoli originali del Vecchio continente, bensì una sorta di subumanità resa bestiale dalla mescolanza razziale. Egli afferma senza mezzi termini che è necessario incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’élite al potere.

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«L’uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità».
 
Ecco come Gerd Honsik descrive l’essenza del Piano Kalergi
Kalergi proclama l’abolizione del diritto di autodeterminazione dei popoli e, successivamente,l’eliminazione delle nazioni per mezzo dei movimenti etnici separatisti o l’immigrazione allogena di massa. Affinché l’Europa sia dominabile dall’élite, pretende di trasformare i popoli omogenei in una razza mescolata di bianchi, negri e asiatici. A questi meticci egli attribuisce crudeltà, infedeltà e altre caratteristiche che, secondo lui, devono essere create coscientemente perché sono indispensabili per conseguire la superiorità dell‘elite.
Eliminando per prima la democrazia, ossia il governo del popolo, e poi il popolo medesimo attraverso la mescolanza razziale, la razza bianca deve essere sostituita da una razza meticcia facilmente dominabile. Abolendo il principio dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge e evitando qualunque critica alle minoranze con leggi straordinarie che le proteggano, si riuscirà a reprimere la massa. I politici del suo tempo diedero ascolto a Kalergi, le potenze occidentali si basarono sul suo piano e le banche, la stampa e i servizi segreti americani finanziarono i suoi progetti. I capi della politica europea sanno bene che è lui l’autore di questa Europa che si dirige a Bruxelles e a Maastricht.
 
DA KALERGI AI NOSTRI GIORNI
Benché nessun libro di scuola parli di Kalergi, le sue idee sono rimaste i principi ispiratori dell’odierna Unione Europea. La convinzione che i popoli d’Europa debbano essere mescolati con negri e asiatici per distruggerne l’identità e creare un’unica razza meticcia, sta alla base di tutte le politiche comunitarie volte all’integrazione e alla tutela delle minoranze. Non si tratta di principi umanitari, ma di direttive emanate con spietata determinazione per realizzare il più grande genocidio della storia.
In suo onore è stato istituito il premio europeo Coudenhove-Kalergi che ogni due anni premia gli europeisti che si sono maggiormente distinti nel perseguire il suo piano criminale. Tra di loro troviamo nomi del calibro di Angela Merkel o Herman Van Rompuy.
La Società Europea Coudenhove-Kalergi ha assegnato alla Cancelliera Federale Angela Merkel il Premio europeo nel 2010
Il 16 novembre 2012 è stato conferito al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy il premio europeo Coudenhove-Kalergi 2012 durante un convegno specialesvoltosi a Vienna per celebrare i novant’anni del movimento paneuropeo. Alla sue spalle compare il simbolo dell’unione paneuropea: una croce rossa che sovrasta il sole dorato, simbolo che era stato l’insegna dei Rosacroce.

L’incitamento al genocidio è anche alla base dei costanti inviti dell’ONU ad accogliere milioni di immigrati per compensare la bassa natalità europea. Secondo un rapporto diffuso all’inizio del nuovo millennio, gennaio 2000, nel rapporto della “Population division” (Divisione per la popolazione) delle Nazioni Unite a New York, intitolato: “Migrazioni di ricambio: una soluzione per le popolazioni in declino e invecchiamento, l’Europa avrebbe bisogno entro il 2025 di 159 milioni di immigrati. Ci si chiede come sarebbe possibile fare stime così precise se l’immigrazione non fosse un piano studiato a tavolino. È certo infatti che la bassa natalità di per sé potrebbe essere facilmente invertita con idonei provvedimenti di sostegno alle famiglie. È altrettanto evidente che non è attraverso l’apporto di un patrimonio genetico diverso che si protegge il patrimonio genetico europeo, ma che così facendo se ne accelera la scomparsa. L’unico scopo di queste misure è dunque quello di snaturare completamente un popolo, trasformarlo in un insieme di individui senza più alcuna coesione etnica, storica e culturale. In breve, le tesi del Piano Kalergi hanno costituito e costituiscono tutt’oggi il fondamento delle politiche ufficiali dei governi volte al genocidio dei popoli europei attraverso l‘immigrazione di massa. G. Brock Chisholm, ex direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dimostra di avere imparato bene la lezione di Kalergi quando afferma:
«Ciò che in tutti i luoghi la gente deve fare è praticare la limitazione delle nascite e i matrimoni misti (tra razze differenti), e ciò in vista di creare una sola razza in un mondo unico dipendente da un’autorità centrale»

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CONCLUSIONE
Se ci guardiamo attorno il piano Kalergi sembra essersi pienamente realizzato. Siamo di fronte ad una vera terzomondializzazione dell’Europa. L’assioma portante della “Nuova civiltà” sostenuta dagli evangelizzatori del Verbo multiculturale, è l’adesione all’incrocio etnico forzato. Gli europei sono naufragati nel meticciato, sommersi da orde di immigrati afro-asiatici. La piaga dei matrimoni misti produce ogni anno migliaia di nuovi individui di razza mista: i “figli di Kalergi”. Sotto la duplice spinta della disinformazione e del rimbecillimento umanitario operato dai mezzi di comunicazione di massa si è insegnato agli europei a rinnegare le proprie origini, a disconoscere la propria identità etnica.? I sostenitori della Globalizzazione si sforzano di convincerci che rinunciare alla nostra identità è un atto progressista e umanitario, che il “razzismo” è sbagliato, ma solo perché vorrebbero farci diventare tutti come ciechi consumatori. È più che mai necessario in questi tempi reagire alle menzogne del Sistema, ridestare lo spirito di ribellione negli europei. Occorre mettere sotto gli occhi di tutti il fatto che l’integrazione equivale a un genocidio. Non abbiamo altra scelta, l’alternativa è il suicidio etnico: il piano Kalergi.
fonte : http://www.ecplanet.com/node/4045
 
 
 

CURE CHE I MEDICI NON FAREBBERO MAI.

Post n°737 pubblicato il 20 Settembre 2015 da kekerex
 

cure medici

Spesso i medici prescrivono cure che non farebbero mai per se stessi.Ecco le rivelazioni di illustri dottori sulle cure da evitare nonostante la prescrizione.

Quando siete davanti ad  una diagnosi preoccupante, una procedura invasiva od un’operazione rischiosa, probabilmente la domanda più intelligente che vorreste porre al vostro medico è « Lei che farebbe?»

Dopo anni di esperienza , essi sanno meglio di chiunque altro quali trattamenti e cure vale la pena fare e quali è meglio evita. Nel seguito dottori di primo piano  e ricercatori rivelano cio’ che personalmente eviterebbero; molti di loro sono controcorrente rispetto al sistema. I loro commenti vi sorprenderanno e vi illumineranno

Uno Psichiatra che non assumerebbe mai antidepressivi

La Dott.ssa Joanna Moncrieff è senior lecturer in psichiatria al London University College ed autrice di «The Myth Of The Chemical Cure»[Il mito delle cure chimiche].
«Esercito la psichiatria da oltre 20 anni e nella mia esperienza gli antidepressivi non fanno nulla di buono. Non li prenderei mai in nessuna circostanza, nemmeno se pensassi al suicidio.
Tutta la ricerca mostra che – nel migliore dei casi – gli antidepressivi  fanno sentire le persone un pochino meglio di un placebo, ma non significa che di fatto curino la depressione.

Dopo tutti questi anni di scannerizzazione del cervello, non abbiamo una sola prova che la depressione sia collegata ad un qualche squilibrio chimico nel cervello, dunque è discutibile tutta l’idea che noi possiamo trattarla con sostanze chimiche.

Io credo che la depressione è una reazione estrema alle nostre circostanze, ed il modo migliore per riprendersi è elaborare e lavorare sulla causa. A volte questo significa terapie che implicano dialogo, a volte significa  modificare le circostanze come per esempio trovare un nuovo lavoro o guardare in faccia problemi relazionali.

Ovviamente ci sono alcune persone  che sono depresse senza un motivo apparente, ma comunque non c’è evidenza che essi soffrano di una malattia cerebrale o che gli antidepressivi possano aiutarli. La cosa migliore resta cercare e trovare delle nuove cose che spezzino il cerchio di pensiero e comportamento.

Gli antidepressivi sono delle medicine psicoattive, che alterano la mente come fanno l’alcool o la cannabis ed io ho sempre pensato che se fossi depressa, vorrei conservare tutte le mie facoltà per uscire dallo stallo e non vorrei ritrovarmi ottenebrata da nessuna medicina, i cui effetti in realtà non comprendiamo».

Il dietologo che non seguirebbe una dieta

Il dottor Ian Campbell è l’ideatore di Bodylibrium, un programma di dimagrimento.

L’evidenza è che le diete raramente funzionano a lungo termine.

Ho lavorato per decenni ad aiutare la gente a perdere peso e l’esperienza mi ha mostrato che è che l’unico modo per ottenere un successo sul lungo periodo
è chiedersi: «Perché? Perché mangiamo del cibo per consolarci? Perché preferiamo cibi grassi? Perché beviamo troppo alcol e perchè l’attività fisica non ci attira?anti alcolici?».

Quel che veramente aiuta  la gente a perdere peso in modo efficace, sono le tecniche che si basano sul modificare il comportamento (simili alla terapia cognitivo -comportamentale), insieme all’impiego di “strategie”, come ad esempio tenere un diario giornaliero di cosa mangiamo e porsi  obbiettivi realistici.

Le diete che incoraggiano degli approcci polarizzati, per esempio quelle a basso contenuto di carboidrati , le diete 5:2 o qualunque altro approccio riduzionista, avranno un successo molto limitato nel tempo e alla fine si recupererà il peso perduto».

Cardiologi che rifiutano le statine

Professor Kevin Channer, cardiologo al Claremont Hospital di Sheffield

«Le statine hanno avuto un grande effetto nel ridurre il numero di attacchi cardiaci e infarti ed ora c’è una certa tendenza a dare a tutti queste pasticche che abbassano il colesterolo; ma io non le assumerei nemmeno una senza avere la prova che sono sotto forte rischio: ogni volta che si prende un farmaco, bisogna pensare ai rischi e benefici.

Le statine riducono le probabilità di attacco cardiaco o infarto, nella misura del 30%, dunque sì, c’è un vantaggio. Ma in termini reali è minimo. Statisticamente, quale uomo di 60 anni non fumatore ed in buona salute, il mio rischio di avere in un anno un attacco cardiaco o infarto è dell’1% . Assumendo una statina questo scenderebbe allo 0,70%, che è ancora molto basso. Ed ho passato la mia vita professionale a prescrivere statine,  ne conosco gli effetti collaterali: dolori muscolari, debilitazione generale, mal di stomaco.

Alcuni sostengono che andrebbero date quando il rischio è all’1,5%, ma personalmente non prenderei in considerazione di prendere il farmaco se non ad un rischio del 3%. Tutti quelli che hanno avuto un attacco cardiaco od un infarto hanno un rischio del 3% e per costoro il rischio del dolore vale il prezzo del beneficio.

D’altro canto, però, assumerei – e li assumo – farmaci che abbassino la pressione; anche se i mie valori personali sono attualmente al limite e, quale cardiologo, so che invecchiando i valori pressori non potranno che salire e le ricerche dimostrano che più bassa è la pressione, più  lunga è la vita.

Alcuni dei vecchi farmaci causavano effetti collaterali, ma ora io ne sto prendendo uno degli ultimi prodotti, che si chiama angiotensina, che blocca i ricettori e non sto avendo problemi».

Specialista della prostata che non fa il test PSA

Richard Ablin, professore di patologia presso l’University of Arizona College of Medicine.

«Quando nel 1970 scoprii il PSA, cioè l’antigene specifico per la prostata, ci rendemmo presto conto che ciò  sarebbe stato di grande aiuto per i pazienti con cancro alla prostata. La proteina è specifica della ghiandola prostatica, non si trova infatti in quantità significative in nessun altro organo. Nel caso in cui  un soggetto con cancro alla prostata l’avesse rimossa noi possiamo poi testare, grazie alla nostra scoperta, la PSA e verificare se è rimasto parte del cancro non individuato prima.

Purtroppo pero’  il test PSA inizio’ ad essere usato per la diagnosi del cancro alla prostata. Questo è stato un grosso errore: la PSA non è specifica per il cancro, è semplicemente una proteina prodotta dalla prostata; quindi trovarne un alto livello  può significare semplicemente che un uomo ha la prostatite (una infezione) o una prostata ingrossata, qualcosa che da problemi ma è di ordine benigno. I livelli “normali” poi variano grandemente da soggetto a soggetto e non esiste una soglia  oltre la quale possiamo diagnosticare il cancro in modo affidabile.  Il test non può nemmeno fare la differenza tra  un cancro prostatico a crescita lenta e uno aggressivo a crescita violenta. E’ come lanciare la monetina: la stessa efficacia.

Nonostante questo, è stato adottato come modo per diagnosticare il cancro alla prostata e, come risultato,  milioni di uomini (maschi) sono stati curati eccessivamente e spesso con effetti collaterali altamente debilitanti quanto non necessari. Mi sottoporrei ad un test PSA solo dopo un trattamento per un cancro alla prostata o se fossi a rischio di una malattia per esempio causa  famigliarità con essa e vi ricorrerei – a scopo diagnostico – in combinazione con altri test, tipo un esame rettale digitale».

Il Chirurgo ortopedico che evita i raggi X

Chris Walker, chirurgo ortopedico al Liverpool Bone and Joint Centre.

«Troppo spesso,  i pazienti vanno dal loro medico perché hanno  dolori o sentono rigidità e vogliono che venga fatta qualcosa per questo.. I medici cosi li mandano a fare delle radiografie che possono ogni tanto mostrare dei guai, cosi  finiscono col dire ai pazienti, che hanno l’artrite. Appena sentono questa diagnosi, i pazienti perdono il controllo e cominciano a diventare delle vittime. Prendono degli anti-infiammatori (che possono avere degli effetti collaterali gastrointestinali), si spaventano all’idea di fare attività fisica e la loro vita in genere si impoverisce in senso lato.

Ecco perché, a meno che non ci siano sintomi allarmanti di artrite – come dolore costante o notturno – io eviterei di far fare delle radiografie.Con l’età la maggior parte di noi ha qualche problemino alle articolazioni: la cosa migliore da fare è fare del movimento. Le giunture amano il movimento, quello che le danneggia sono la corsa ed i salti ma camminare, nuotare ed andare in bicicletta riducono effettivamente il dolore e la rigidità e rallentano il manifestarsi dell’artrite. Mantenendosi attivi si perde peso, cosa che è di grandissimo aiuto, e non si finisce depressi perché si è troppo impegnati con la vita».

Lo specialista di asma che vuole eliminare gli inalatori

Mike Thomas, docente di ricerche nella prima assistenza e specialista in medicina della respirazione e cura dell’asma presso la University of Southampton.

«Molti diventano troppo dipendenti dagli inalatori “della salvezza” e finiscono nel panico se non ne hanno a portata di mano. L’uso quotidiano di questi strumenti,  aumenta il rischio di attacchi gravi e gli effetti collaterali degli alti dosaggi di steroidi includono l’assottigliamento delle ossa, la facilità di ecchimosi ed un aumentato rischio di diabete e di pressione alta.
Pertanto, invece di far sì che le persone diventino sempre più dipendenti dagli inalatori, sto collaborando con il Governo in una ricerca che mostri come semplici esercizi di respirazione, combinati al controllo dell’ansia, possano migliorare il controllo dell’asma.
Una volta che i pazienti trovano che gli attacchi di asma diventano meno stressanti , ricorrono meno agli inalatori. Se avessi l’asma, vorrei imparare come gestirla autonomamente, mi interessa aiutare i pazienti a  migliorare la qualità della vita e diminuire la quantità di farmaci che prendono».

Lo specialista del sonno che non prenderebbe sonniferi

Dr Guy Meadows, specialista del sonno e fondatore della Scuola del Sonno

«I sonniferi indeboliscono la vostra fiducia nella vostra capacità naturale di addormentarvi e possono finire con il produrre dipendenza psico-fisica. Cominciate col pensare che: “se non prendo una pillola non mi addormenterò”. E così il corpo si aspetta di ricevere un sedativo. In cambio correte cosi il rischio di avere una insonnia a rimbalzo quando smettessi di prenderli , il che spiega perché così tante persone siano nei guai quando vogliono smettere.

Gli effetti collaterali includono: capogiri, mal di testa, perdite della memoria, senso di rimbambimento. Studi recenti mostrano anche, che i sonniferi sono associati ad un rischio di morte quattro volte maggiore, cosa che per me alla lunga supera il beneficio. La ricerca dice anche che i sonniferi forniscono solo dai 20 ai 30 minuti di sonno in più.

Inoltre il sonno fornito da questi medicamenti,  non è né naturale né di ristoro e questo perché alterano l’“architettura del sonno” limitandone la profondità ed interferendo con il sonno REM, necessari per sentirci riposati al risveglio. In alcuni casi, come quando la carenza di sonno è la seria conseguenza di gravi traumi, sono i sonniferi a dare la possibilità di questo recupero fondamentale. Ma non è la condizione nella quale si ritrova la gran maggioranza della gente, per la quale i sonniferi diventano inutili ».

Fonte : http://www.dailymail.co.uk/health/article-2620866/From-psychiatrist-whod-never-anti-depressants-heart-doctor-steers-clear-statins-reveal-medical-treatments-experts-refuse-themselves.html

Sintesi e traduzione a cura di Cristina Bassi per thelivingspirits.net

 
 
 

Ecco i 9 cibi che aiutano a contrastare l’ARTRITE

Post n°736 pubblicato il 20 Settembre 2015 da kekerex
 

Effetti artrite

Al mondo esistono varie malattie che possono colpire gli arti, indebolendoli e rendendoli fragili… Coloro che sono affeti da questi disturbi sono costretti a convivere con questi disturbi, delle volte anche vergognandosi…Purtroppo la scienza, pur facendo passi da gigante procede lentamente nella sua evoluzione… Per adesso, noi vi consigliamo dei cibi ottimi che aiutano a contrastare una di queste malattie: L’ ARTRITE!


Innanzi tutto iniziamo nel capire cosa sia davvero l’ARTRITE:

Artrite vuol dire letteralmente “infiammazione delle articolazioni”, e colpisce il tessuto connettivo del corpo provocando dolore articolare, tumefazione, degenerazione e disabilità.
Esistono più di cento tipi di artrite: alcuni colpiscono solo le articolazioni, altri hanno effetti più diffusi. I due tipi principali di artrite sono l’osteoartrite, anche nota come artrite degenerativa, e l’artrite reumatoide, anche nota come artrite autoimmune o infiammatoria.

Artrite reumatoride  Quasi tutte le forme di artrite rientrano in una di queste due categorie. L’insorgenza, la progressione e i sintomi dell’artrite reumatoide e dell’osteoartrite sono alquanto diversi e, in genere, riguardano persone di età differente.

 Artrite mano

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Un importante aiuto a quella che è l’ARTRITE, può giungere proprio da alcuni cibi, essi sono fondamentali e contribuiscono a contrastare eventuali forme gravi. Iniziamo nell’elencarvi i più importanti ed efficaci cibi:

IL SALMONE: Il salmone ricco di grassi sani, ed è una fonte ideale di acidi grassi omega-3, soprattutto perché, rispetto agli altri pesci di acqua fredda, contiene minori livelli di mercurio tossico. Il salmone però, contiene anche calcio, vitamina D e folati. Oltre ad aiutare con l’artrite, mangiare salmone può proteggere il sistema cardiovascolare; inoltre può riparare i danni delle arterie, aumentando i livelli di colesterolo

LE BANANE: sono forse la fonte più nota di potassio, ma cosa altrettanto importante, è che esse contengono tanta vitamina B6, folati e vitamina C, utili contro l’artrite. Inoltre, è una fonte primaria di fibra solubile, una parte importante nella dieta, soprattutto se si sta cercando di perdere peso: aiuta a sentirsi sazi senza aggiungere troppe calorie.

 

LE LENTICCHIE: una sola tazza fornisce circa il 90% delle vostre esigenze vitaminiche e proteiche quotidiane, in quanto contengono grandi quantità di fibra alimentare solubile e dosi significative di vitamina B6. Questi nutrienti contenuti nelle lenticchie, le rendono utili a combattere L’ ARTRITE MA NON SOLO… Anche le malattie cardiache e il cancro.

I GAMBERETTI: Sono un’importante fonte di vitamina D, con 85 g, pari a circa il 30% della quantità giornaliera raccomandata. I gamberetti contengono anche gli acidi grassi omega-3 e la vitamina C, insieme ad altri nutrienti essenziali per la salute generale, tra cui ferro e vitamina B12.

SOIA E DERIVATI: proteggono anche ossa, grazie ai composti chiamati isoflavoni e ad una notevole quantità di vitamina E e calcio.

I PEPERONI: Basta pensare che all’interno di un singolo peperone verde, vi è contenuto il 176% delle vostre esigenze quotidiane di vitamina C; le varietà rosse e gialle ne contengono più del doppio. A tal motivo essi sono ricchi di vitamina C degli agrumi, oltre ad essere anche ottime fonti di vitamina B6 e folati.

IL FORMAGGIO: In tutte la sue varietà è un’ottima fonte di calcio per le ossa e di proteine ​​per i muscoli, nonché di molti altri tessuti. Ovviamente va mangiato nelle giuste quantità per non evitare in altri problemi, come ad esempio il colesterolo…A seconda del tipo di formaggio, sono una buona fonte di vitamina B6 e folati.

LE PATATE DOLCI: sono un concentrato nutrizionale vero e proprio. Le patate dolci sono inoltre un ricca fonte di vitamina C, acido folico, vitamina B6 e fibre alimentari.

IL THE VERDE: contiene centinaia di sostanze chimiche e potenti antiossidanti chiamati polifenoli, ed è noto nella prevenzione di patologie che vanno dal cancro alle malattie cardiache. Gli studi suggeriscono anche che il tè verde possa aiutare a prevenire o alleviare i sintomi dell’artrite reumatoide.

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La maggior parte delle cure contro l’artrite consiste nel tenere sotto controllo il dolore e l’infiammazione con farmaci e nel lasciare che il corpo si guarisca da solo, il più possibile. Tra i farmaci più comuni per alleviare i sintomi dolorosi dell’osteoartrite, troviamo quelli antinfiammatori non steroidei (FANS) e quelli steroidei come il cortisone. Nel Capitolo 3, analizzeremo in dettaglio questi farmaci e i loro dannosi effetti collaterali, scoprendo perché i rimedi naturali sono alternative migliori.

Ne caso in L’ artrite si presenti in forme grave, la chirurgia serve a diminuire l’attrito all’interno delle articolazioni artritiche. Tale procedura consiste nell’introdurre un sottile catetere nell’articolazione, con lo scopo di smussare le superfici cartilaginee irregolari.
Nei casi più gravi, le articolazioni artritiche vengono sostituite da altre artificiali. Queste procedure si sono rivelate benefiche per molti pazienti di artrite, ma gli interventi chirurgici presentano sempre dei rischi. In molti casi, è necessario ripeterli. Inoltre, sono costosi e andrebbero presi in considerazione solo da chi è gravemente menomato dalla malattia (il Capitolo 3 contiene ulteriori informazioni sui più comuni interventi chirurgici per l’artrite).

FONTI:  http://www.informasalus.it/it/articoli/che-cos-e-l-artrite.php

http://www.salute-e-benessere.org/salute/artrite-9-cibi-che-aiutano-contrastarla/

 
 
 

7 cibi che riducono l’infiammazione e il girovita

Post n°735 pubblicato il 20 Settembre 2015 da kekerex

All’interno di una dieta variata e bilanciata, è sempre utile non farsi mancare i cibi che hanno proprietà anti-infiammatorie. Quando l'infiammazione è sotto controllo, infatti, non solo ci si sente meglio, ma è anche più facile perdere peso e ridurre il girovita.
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Frutta e verdura

Ricchi di fibre e di antiossidanti, tutti i frutti e le verdure sono da mangiare in abbondanza ogni giorno perché combattono l’infiammazione cronica. Importante è che siano freschi, di stagione e di colori diversi.

frutti bosco

 

Legumi e cereali integrali

Aiutano a controllare la risposta insulinica nel corpo; la resistenza insulinica è stata connessa con l’aumento dell’infiammazione generale dell’organismo. Secondo una ricerca effettuata dall’Università della Pennsylvania un’impostazione alimentare a base di cereali integrali aiuta a ridurre i fastidiosi cuscinetti adiposi, oltre a migliorare globalmente lo stato di salute.

pasta

 

Grassi monoinsaturi

Proteggono il cuore, abbassano il livello di colesterolo LDL “cattivo” e riducono l’infiammazione generale. Si trovano nell’olio extra vergine di oliva, nelle noci, nell’avocado.

olio

 

Omega-3

Una dieta ad alta percentuale di acidi grassi omega-3 è stata collegata alla diminuzione dell’infiammazione. Un interessante lavoro svolto da un gruppo di ricercatori di Taiwan pubblicato sull’European Journal of Nutrition, ha dimostrato che il consumo di mandorle riequilibra i trigliceridi e riduce molte citochine infiammatorie. Le altre fonti alimentari di omega-3 sono noci, semi di lino e pesce, come il salmone selvaggio dell’Alaska.

mandorle

 

Spezie ed erbe aromatiche

Via libera in cucina all’uso di rosmarino, salvia, timo, origano, menta, curry, zenzero, cannella, tenendo presente che la spezia antinfiammatoria per eccellenza è la curcuma.

curcuma

 

Tè verde

E’ considerato un antisettico e antinfiammatorio naturale e le sostanze antiossidanti che contiene funzionano da stimolo fisiologico per l’attivazione del metabolismo. La presenza di polifenoli EGCG (Epigallocatechina gallato) ne fanno un efficace brucia grassi.

te verde

 

Acqua

L’acqua spegne il fuoco, si sa. L’idratazione dell’organismo è indispensabile per il lavaggio delle tossine che causano infiammazione. Ogni giorno è consigliato bere da 1,2 a 2 litri di acqua, in base alla stagione, al tipo di attività fisica svolta, alla quantità di liquidi assunti quotidianamente attraverso il consumo di frutta e verdura.

 
 
 
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