Creato da DimmiSeTiIntrigo il 03/02/2006

LU'LTIMO BACIO

Brucia sul viso come gocce di limone...Storie di Vita, di Amore e di Lussuria.

 

 

« Scultore di chimereYUKO ....2 parte »

YUKO ( PARTE PRIMA E FORSE ULTIMA ).

Post n°87 pubblicato il 04 Aprile 2009 da DimmiSeTiIntrigo
 

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Era stata una giornataccia.
Già dopo le prime telefonate della mattina l’avevo catalogata come off limit.
Come me. In fondo io sono sempre stato cosi, un po’ fuori dagli schemi, anche adesso che me ne stavo davanti all’ampia vetrata del mio loft.
Ero fiero del mio rifugio. Non era stato facile trovarlo, né tantomeno adattarlo alla mia idea di alcova.
Di certo il panorama non comprendeva la Statua della Libertà come a New York o la torre Eiffel come a Parigi ma il duomo della mia città in fondo era una valida alternativa. 
Di fronte poi, uno dei palazzi più antichi e nobiliari del centro storico ne rendeva la vista invidiabile.

Da arguto osservatore quale sono, mi piace cogliere i particolari di ciò che vedo, perche mi sembra l’unico modo per comprendere ciò che mi circonda.
Ho sempre pensato che più informazioni si hanno e più si è in grado di identificare e controllare la situazione, per quanto essa possa essere considerata insignificante.
Controllare la situazione e mai perderne il controllo è sempre stato il mio motto.
Me ne stavo immobile a scrutare i riflessi che le prime ombre della sera regalavano alla città, quando improvvisamente mi ricordai di Yuko.
Yuko! Lei si che mi annebbiava la mente.
In effetti non era il suo vero nome, ma piuttosto quello che le avevo dato da subito, grazie al suo visino che mi ricordava quello delle donne asiatiche Eravamo stati amanti per quasi due anni, una passione folle e sconvolgente, a tratti malata,  che avevo deciso di troncare quando era arrivata ad un punto che temevo fosse di non ritorno.

Lei giocava a fare la gheisha.
Era la regina delle parole senza voce. La libertà violata. Lei g
iocava divertita come un bambino ed io la guardavo. Quei giochi erano nuovi per lei.  Amava l’eccitazione per il proibito, il rischio di essere scoperta da ignari passanti. Dover obbedire a situazioni nuove, estreme, forti ma desiderate. Non sapere come, dove, quando, esaltava le sue percezioni, tutto era un colpo di frusta per la sua mente che si ripercuotevano su tutto il corpo.

Mi girai ancora col bicchiere in mano colmo di vino e avvicinandomi allo stereo cercai la musica compagna dei nostri giochi. Un maledetto piano. La solita maledetta melodia. Ossessione di un ricordo.
Musica che eccitava i nostri sensi dionisiaci, gli istinti e l'aggressività.

“Cosa credi di fare? Non puoi uccidermi ancora, perché mi hai già ucciso. Non ne hai avuto abbastanza?”
Mi tornarono in mente quelle ultime parole piene di odio ed il suo viso indurito. Aveva imparato a non piangere.
Ero stato io. Io, il suo maestro ad insegnarle a non versare lacrime.

Tornai verso la vetrata, le prime ombre della sera facevano capolino ed una leggera pioggerellina scivolava sui vetri rendendo il paesaggio più opaco e sfocato.
Ero intriso fin dentro l’anima di quelle minute gocce di umidità.
Oramai avevo perso ogni speranza. In fondo non ci si innamora delle scopate, cosi come non si transita a lungo davanti a delle facce di argilla o di bronzo.

Quando la conobbi era Bellissima.
Aveva lasciato scivolare la spallina alla veste cercando di convincermi d’esser troppo libera per recitare solo intenzioni, ma io sapevo che non era cosi. Era schiava nell’anima. Era schiava dell’amore che lei stessa andava predicando o forse era solo schiava delle proprie nascoste perversioni.
L’avevo bendata e poi legata con dei lacci di seta nera, con cui prima avevo carezzato con voluttà il suo corpo nudo. Guardavo quel corpo come una litografia griffata di Mirò. Guardavo il seno piccolo e in qualche modo superbo, le sue gambe lunghe e tornite volutamente dorate dall’abbronzatura ma soprattutto mi soffermai a guardare il suo culetto sodo ed immaginai immediatamente a come lo avrei ridotto di fatto in uno strumento per il mio piacere.  
Lo guardavo sapendo che mai avrei dovuto innamorarmene.
D’altronde ne avevo conosciute di donne senza mai perdere il controllo e soprattutto la testa. Yuko però era diversa.

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Commenti al Post:
lady_violet80
lady_violet80 il 11/05/09 alle 16:56 via WEB
no dai.l'ultima, no!
 
 
DimmiSeTiIntrigo
DimmiSeTiIntrigo il 11/05/09 alle 22:23 via WEB
ok farò una seconda parte ...
 
samira.1976
samira.1976 il 14/07/09 alle 21:47 via WEB
mi sono persa stasera nel tuo racconto...la prima parte...ho ancora sete di leggere..di andare oltre..dove non si puo..dove tu ti sei fermato...no non farlo....ti prego...dissetami;-) "il tuo modo di scrivere..di descrivere mi affascina"...dolce amico...
 
samira.1976
samira.1976 il 19/07/09 alle 21:56 via WEB
..una carezza alla tua anima vagante....piena di tante cose da scoprire.....kisss....samy
 
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