Creato da romanoscuri il 18/04/2008
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« L'amiciziaCO2 »

Ninni

Post n°392 pubblicato il 20 Settembre 2020 da romanoscuri

Evidentemente in questo periodo mi piacciono i componimenti, i temi estemporanei come quelli che ci davano a scuola.

Maria Luisa è davanti al suo computer, tutta concentrata ed attenta alla lettura degli elaborati assegnati ai suoi studenti e ricevuti per posta elettronica entro la scadenza richiesta.

Non come quando ero studente che si portavano appresso il primo giorno di scuola e c'era sempre qualcuno che, guarda caso, se li era dimenticati a casa.

Cercavo di essere diligente e così all'inizio delle vacanze stilavo un rudimentale programma di svolgimento da suddividere e distribuire lungo tutto il periodo estivo per non ritrovarmi a fare tutto negli ultimi giorni, facendo insomma tesoro dei buoni consigli dati dagli insegnanti.

Mentre la moglie corregge i temi, io sono seduto in poltrona e seguito la lettura di "Ragazzo italiano" di Gian Arturo Ferrari. Me lo ha regalato Cristina, un'amica di Maria Luisa che è venuta a trovarci in montagna poche settimane fa.

È la storia di Ninni, nome che ci ha fatto molto sorridere perché mia moglie si rivolge a me proprio con questo appellativo. Nel libro sto ritrovando tantissimi racconti dei miei genitori. C'è nell'autore una formidabile capacità di evocare situazioni che moltissime famiglie hanno vissuto nel nord Italia a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.

Nel punto in cui sono arrivato io, cioè circa a meta libro, Ninni va a scuola a Milano dove la sua famiglia è recentemente emigrata. Il maestro assegna il tema "Una casa in costruzione" e subito d'impulso richiudo il libro e corro a prendere il cellulare per mettermi a scrivere anch'io.

Cosa mi vien voglia di raccontare? Immediatamente il pensiero torna a quel Ninni ancora bambino che viene ad abitare nell'Oltremella, cioè nella zona ovest di Brescia dove mio padre aveva comperato un appartamentino di recente costruzione.

Attorno alla nostra palazzina non era ancora tutto cementificato. Vi erano alcuni lotti non ancora edificati in cui noi ragazzini ci intrattenevamo dal primissimo pomeriggio fino ad ora di cena in giochi infiniti col pallone, le biglie o scorribande in bicicletta su dune e dossi  risultanti dall'amnassamento di materiali derivanti dalla costruzione dei vari edifici circostanti.

Poi un giorno sono comparsi degli operai ed hanno iniziato a scavare qualche buca e ad erigere qualche colonna posticcia come a dar segno d'avvio a nuovi lavori quando invece è soltanto un modo di fingere una effettiva esecuzione per probabili questioni burocratiche magari legata alla scadenza di una concessione edilizia.

Passano i mesi e purtroppo poi si passa realmente alle vie di fatto e quel verde residuo, ma farei meglio a dire marrone tanto il terreno era battuto e calpestato da stuoli chiassosi e irrefrenabili di ragazzini di ogni età, viene ben presto rimpiazzato da quattro palazzine portate a completamento praticamente in simultanea.

Assieme agli edifici cresce anche Ninni, il bimbo di campagna venuto dal lago. Presto la vita lo porterà ancora altrove, ma tanti di quei volti sono ancora fortemente impressi nei suoi ricordi ed ora, quando capita di rivederne uno su facebook, fatica a credere che a quel viso siano venuti i capelli bianchi oppure che siano diradati a tal punto da renderne difficoltoso il riconoscimento.

Ninni per ora gode ancora di ottima memoria e, quando incontra un amico, non lo vede come lui è adesso, ma com'era un tempo quello spensierato ragazzino, quella carina ragazzina che, a ben vedere, ancora c'è in quel volto un poco segnato dal tempo.

 
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