Creato da notterosa2009 il 15/09/2009

una vita fa

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bellla domanda

Post n°302 pubblicato il 18 Ottobre 2022 da notterosa2009

E' stata questa la battutina del medico. Che mi butta in faccia senza scrupoli  quanto non gliene frega un cazzo di quello che mi succede. E' una ullteriore metastasi o una frattura per osteoporosii? A lui non cambiia niente,lui è il medico, io la paziente  che subisce il male

Cammino su una nuvola dal giorno della diagnosi e cerco di non pensare. A volte manderei a quel paese tutti gli specialisti e tutte le medicine che mi fanno sicuramente male e non so se mi  faranno bene.

Metto un piede davanti all'altro, giorno dopo giorno, e vado fin dove mi porta la poca forza che ho. Barcollo ma non mollo, come ho fatto sempre.

Nonostante tutto ho passaato una bella estate, senza pensare al futuro.

E continuo a camminare sulla mia nuvola ...nonostante alcuni medici

 

 
 
 

Una guerriera ferita

Post n°301 pubblicato il 04 Aprile 2022 da notterosa2009

lo sguardo delle dottoresse era pietoso ma anche impietoso. La diagnosi, o meglio la sentenza, era emessa.

Mentre entravo nello studio non sapevo ancora, ma sentivo l'aria sempre più rarefatta, irrespirabile.

In un attimo è cambiato tutto , in un attimo io, quella esistita fino ad un momento prima, non esistevo più. E l'attimo dopo dovevo essere quella che accetta, che capisce cosa succederà, quella che non deve disperarsi. E sono stata così, tanto da meritarmi l'appellativo di guerriera .

Ma poi c'è la notte... quella che ti fa parlare col tuo subconscio. E lì il cuore si sente libero di essere angosciato. Fa male non essere eroici. Fa male trovarsi davanti un futuro incerto.

Ma in fondo il futuro è incerto per tutti. Per me è solo già tracciato. Il pensiero di morire e di non sapere cosa ci sarà oltre quella linea è certamente inquietante. Forse è solo quello il discrimine che non aiuta. Perchè vivere è bello, ma non è per sempre... e quindi prima o poi se ne deve prendere atto.

Oggi io sono qui, sono ancora qui. La cosa che mi piace di più è che spesso dimentico di essere in questa situazione. Ma chi sei tu per farmi del male? Ma non sai quanto male ho già portato dentro, negli angoli più bui della mia  vita? Davvero non è bastato? Beh finora ne sono uscita comunque bene.

A noi due ora ... ho sempre combattuto, per ogni scampolo di felicità.

Scrivo qui dove ho scritto tutta la parte di me che il mondo vero non conosce, dove si trova l'amore finto ma anche qualche amicizia. Qui per dire che chissà se  scriverò più... e grazie a chi qualche volta mi ha incoraggiata a scrivere.

Scrivere è bello e se mi aiuta cercherò di farlo ancora

 

 
 
 

č successo davvero

Post n°300 pubblicato il 04 Ottobre 2021 da notterosa2009

l'avevo pensato tante volte questo momento, a suo tempo con vera angoscia. Col tempo ti indurisci forse, cambiano anche tante cose... sapevo che il momento poteva essere vicino, perchè il tempo non si ferma.

Non eri più la donna che sapeva come si fa tutto. Non eri più la colonna a cui appoggiarmi. Anzi eri diventata fragile, eri tu che ti appoggiavi. Da piccola eri tu a portarmi in giro e io mi affidavo a te. Ora ero io a correre a destra e a manca per te.

Poi i vecchi sanno essere davvero insopportabili e io sapevo essere davvero cattiva a pensare che ci vuole anche un tempo dove essere libera dalle catene. Le  catene del genitore che ha bisogno di te ogni momento, e se ti allontani ti chiama e ti chiama...

L'ultima domenica mi hai detto "fammi un pò di compagnia" ma io stavo preparando le cose per la mia vacanza. Mi sono arrabbiata e mentre mi arrabbiavo mi davo della stronza. Poi però mi sono seduta con te in cucina.

Sapevo che mi sarei pentita di non essere stata paziente, mi pentivo già quando sbroccavo... è che i vecchi sanno essere davvero insopportabili. Ma non ti abbiamo mai abbandonato, mai, anche se ci sgridavi perchè andavamo in due a fare la spesa e ti lasciavamo un'ora da sola.

Non dovevi cadere mamma... la frattura ci ha costretto a portarti in ospedale. Se avessi potuto io ti avrei messa sul letto come chiedevi. Ma non riuscivamo a spostarti di un centimetro e l'ospedale era una scelta obbligata.

L'ospedale... dove tengono un'anziana completamente denudata ... da tutto: dai suoi abiti, dalle sue sicurezze, dalle attenzioni delle sue maldestre figlie. Sola col suo dolore, sola perchè l'era Covid non permette ai parenti di stare accanto ai propri cari.

E' stato come se ti avessero portata in prigione, e tutti noi trattati come delinquenti  che non potevano avvicinarsi al letto.  I medici li sentivi al telefono ma se li chiamavi, altrimenti non avevano nulla da comunicarti. Finchè invece è stato il medico a chiamarmi, lo stesso che dieci minuti prima mi aveva detto " è in buono stato di salute lunedì la operiamo".

Il medico mi ha chiamato con voce incerta per comunicarmi che era successo un piccolo incidente "ma stia tranquilla è ancora viva"...e da lì non so più se era vero, se le gambe mi tenevano in piedi. Allora ci è stato permesso di vederla, allora il Covid non era più un problema...

Allora ho visto i medici di persona, allora tutto crollava... crollava la roccia a cui ero sempre stata aggrappata. Allora ti ho potuto accarezzare, e non l'avevo fatto mai, e forse negli ultimi tempi avrei dovuto farlo...ma non ero capace.  Quel giorno sono stata capace.

Quel giorno sono stata capace di dirti " mamma vai se devi andare, non soffrire più" perchè ti vedevo cercare l'aria come un disperato si aggrappa per non affogare. Sento ancora la tua mano calda mentre la stringevo. C'eri ancora, ma non ci vedevi più, non ci parlavi più. E solo due ore prima avevamo parlato con te in videochiamata.

Cosa sarà successo lo sapremo mai? Oh si certo eri anziana. Ma stavi bene fino a quella caduta di pochi giormi prima. Chi era con te quando il cibo ti ha soffocata? Quanto tempo è passato prima che ti prestassero soccorso?

E quindi siamo stati accanto a te fino all'ora in cui hai smesso di lottare. Prima non si poteva, invece adesso si, adesso che non potevamo fare più niente, adesso che potevamo solo sperare in un miracolo ma sapevamo che miracoli non erano disponibili.

Neanche per te che avevi pregato per più di 90 anni, no i miracoli erano finiti. E ti ho dovuto guardare tante volte per capire che era davvero così, che non saresti tornata più. Sapevo che dovevo accettare, che sono grande adesso. Ma ogni tanto speravo che si riavvolgesse il nastro e si potesse tornare ad un momento prima...

un momento prima che tutto crollasse e si potesse correggere gli eventi. Ma si deve accettare quello che non si può cambiare. Ma io vorrei tornare ad essere una bambina ...e chiederti di prendermi in braccio.

 

 
 
 

come un'ape

Post n°299 pubblicato il 24 Marzo 2021 da notterosa2009

Stava correndo piano, pantaloni bianchi e camicia a disegni geometrici bianchi e neri.

Non potevo non notarlo, i muscoli ad ogni falcata si adeguavano al movimento con un movimento quasi alla moviola, come quando vedi un felino al rallentatore e tutti quei muscoli perfetti adattarsi ad ogni movimento.

Era alto e imponente, la sua figura si stagliava al lato della strada come un David di Michelangelo. Un David nero.

E mi è venuto naturale pensare alla natura in primavera... a come le api vengano attratte dai colori dei fiori.

Ecco lui era il fiore e io l'ape.

Così... una sensazione di vita

 
 
 

AD10S

Post n°298 pubblicato il 29 Novembre 2020 da notterosa2009


Lo chiamavano il dio del pallone
Metteva l'amore, metteva l'amore
La chiamavano il dio del pallone
Metteva l'amore sopra ogni cosa

Appena scese allo stadio  S.Paolo
Nella azzurrissima città di Napoli
Tutti si accorsero con uno sguardo
Che si trattava di un rivoluzionario

C'è chi il calcio lo gioca per noia
Chi se lo sceglie per professione
il dio del pallone né l'uno né l'altro
Lui lo faceva per passione

Ma il successo spesso conduce
A soddisfare le proprie voglie
Senza indagare se il giornalismo
Ha il senso del privato oppure lo coglie


Ed arrivarono quattro gendarmi
Con i pennacchi, con i pennacchi
Ed arrivarono quattro gendarmi
Con i pennacchi e con le armi
Spesso gli sbirri e i carabinieri
Al proprio dovere vengono meno
Ma non quando sono in alta uniforme
E l'accompagnarono al primo treno

Al funerale c'erano tutti
Dal commissario al sacrestano
Al funerale c'erano tutti
Con gli occhi rossi e il cappello in mano
A salutare chi per un poco
Senza pretese, senza pretese
A salutare chi per un poco
Portò l'amore nel paese

C'era un cartello azzurro
Con una scritta bianca
Diceva "adios dio del pallone
Con te se ne parte la nostra primavera"


E con la Vergine in prima fila
il dio del pallone poco lontano
Si porta a spasso per il paese
L'amore sacro e l'amor profano

 
 
 
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