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Ibra e compagni bloccati sul pari: 0-0

Al suo esordio assoluto in un campionato del Mondo, Trinidad e Tobago conquista un punto insperato contro la Svezia. Nella prima giornata del girone B, la squadra di Lagerback non riesce ad andare oltre lo 0-0 contro i caraibici. Nel primo tempo scandinavi vicini al vantaggio con Ibrahimovic e Wilhelmsson. Poi, Trinidad, in 10 per l'espulsione di A.John, colpisce una traversa e resiste all'assedio finale degli avversari.

LA PARTITA

Sorride la "cenerentola" del Mondiale. Al suo esordio assoluto, la più piccola delle 32 nazioni partecipanti a Germania 2006 inchioda la Svezia su uno 0-0 che pesa come un macigno su Ibra e compagni, considerata la vittoria dell'Inghilterra sul Paraguay. Privi della stella Marvin Edwards, il "plurimiracolato" che anche questa volta avrà bisogno di un "intervento" dai piani per i suoi legamenti, i caraibici hanno resistito agli assalti portati da Ibra e compagni soprattutto nella ripresa. Al WM Stadion di Dortmund la selezione guidata da Leo Beenhakker gioca un primo tempo oltre le più rosee previsioni. Avvio tambureggiante, con qualche rudezza di troppo nella fase iniziale e i caraibici che mostrano più di una pecca in fase difensiva. La Svezia si propone in avanti con buona continuità, ma manca di determinazione in area e non sfrutta a dovere le fasce laterali. Due conclusioni dalla media distanza di Ibrahimovic e Wilhelmsson le chance più concrete degli uomini di Lagerback, ma il portiere Hislop si oppone alla grande.

Ripresa in salita per Trinidad, che resta in dieci per l'espulsione di A.John. Ma una condizione atletica splendida, unita alla serata di grazia di Hislop tra i pali, permette alla squadra di Beenhakker di resistere al forcing svedese, non rinunciando mai alle ripartenze, come dimostra anche la traversa colpita da Glenn. Sul rovesciamento di fronte miracolo di Hislop sulla girata di Ibrahimovic da posizione ravvicinata. La Svezia preme anche se insiste troppo sull'azione manovrata in zona centrale, Trinidad&Tobago resiste senza nemmeno rischiare molto in fase difensiva. Al 62' entra Allback, la terza punta, al posto di un centrocampista, Svensson, ma non cambia molto visto che gli svedesi non riescono ad arrivare sul fondo e crossare. All'80' la Svezia ha la grande opportunita' per passare in vantaggio ma Hislop alza la 'saracinesca' e para un tiro ravvicinato di Allback servito da Larrson. Negli ultimi minuti e' assedio di Mellberg e compagni: all'88' 'sventola' di Ibrahimovic da posizione impossibile, sfera fuori. E' l'ultimo sussulto: finisce con Trinidad&Tobago in festa per un punto comunque sudato e meritato, Svezia poco incisiva

E' successo in 2° categoria calabrese

Appena 7 anni ma già tifoso incallito, tanto da arrivare a picchiare l'arbitro perchè non avrebbe acconsentito a favorire la squadra del cuore. Questa la denuncia che il 27 maggio scorso ha fatto l'arbitro di Gioiosa Ionica-Radinoli, finale playoff del campionato di seconda categoria calabrese.
A detta del direttore di gara, poco prima dell'inizio dell'incontro, il giovane tifoso si sarebbe recato negli spogliatoi e gli avrebbe intimato di agevolare la squadra di casa ma, trovatosi di fronte a un netto rifiuto, il pericoloso supporter lo avrebbe aggredito. A questo punto il direttore di gara, impaurito, si è rifiutato di dare il fischio d'inizio, sospendendo la partita ancora prima di iniziarla.

Spunta un anonimo impiegato della Federcalcio nell'indagine sullo scandalo delle intercettazioni telefoniche che sta stravolgendo il calcio italiano.

Secondo quanto riporta il sito del quotidiano "La Repubblica", tra le richieste di essere ascoltato da Francesco Saverio Borrelli, capo dell'ufficio indagini della Figc, c'è anche quella di un impiegato della Federcalcio che conosce in profondità e da quattordici anni il sistema arbitrale e che, stufo di vessazioni, ha deciso di farsi interrogare.

Ha consegnato la richiesta d'audizione alla segreteria dell'Ufficio indagini, attende la convocazione. Ha paura, ma ha speranze.

"Fino ad oggi gli impiegati della Federcalcio - ha confessato al quotidiano - che hanno ricattato sono stati promossi, quelli capaci e onesti li hanno tenuti a mille euro al mese, li hanno sfruttati e terrorizzati". Ha deciso di scrollarsi il terrore di dosso e raccontare tutto quello che sa.

"E' dal 1999, da quando si sono insediati i due designatori, che l'imparzialità degli arbitri è saltata. Ma come fa Bergamo a dire che per lui era normale parlare con tutti, tutto il giorno, ore e ore al telefono? Lo sa che quando alla guida degli arbitri c'era Agnolin, poi Casarin, le lamentele dei club potevano essere fatte solo per iscritto: venivano inviate al presidente federale e poi inoltrate al designatore. Ora tutti al telefono, tutti a chiedere arbitri. E vogliono farla passare per prassi. Io ho ricevuto e passato decine di telefonate. Massimo Mauro, quando era presidente del Genoa, chiamava quattro volte in un'ora: l'ho sentito dire in tv che non ha mai telefonato ai designatori, senza vergogna".

La situazione precipita con l'arrivo delle sette sorelle e l'arrivo dei due designatori, Bergamo e Pairetto. Juve, Milan, Inter, ma anche Roma, Lazio, Fiorentina e Parma a inizio stagione prendono l'abitudine di inviare una lista di arbitri graditi.

L'anonimo impiegato della Figc racconta i particolari al sito del quotidiano "La Repubblica": "A fine stagione, controllavo, avevano ottenuto solo quelli. Macché sorteggio, mi sono dovuto rifiutare di consegnare ai designatori la lista degli indirizzi di tutte le società professionistiche: serviva per far arrivare i regali direttamente a casa di Bergamo e Pairetto. Mi sono dovuto piegare alla vergogna del sorteggio, però. Pirrone, ex arbitro già ascoltato da Borrelli, fa confusione quando parla delle palline che si aprivano: quello è stato un acquisto sbagliato, un errore di fabbricazione di palle di metallo".

Spiega come veniva truccato il sorteggio: "E' vero, invece, che le successive sfere di plastica si usuravano, si segnavano, diventavano riconoscibili. E i designatori andavano a colpo sicuro nell'abbinamento. Io ero un uomo di Pairetto, mi voleva a fianco a lui in ogni momento. Mi spiegava: "Per quell'anticipo di serie B devi far uscire Cesari". E io facevo uscire Cesari. Questo era il sorteggio: l'arbitro preassegnato. Poi, se scoprivamo che Cesari il giovedì sera aveva arbitrato a Madrid e il venerdì avrebbe dovuto volare a Bari rifacevamo il sorteggio. Cesari annullato? Doveva uscire Braschi. E Braschi usciva. Posso portare Cesari e Bazzoli a testimoniare, quelle telefonate le ricordo con precisione: mi facevano troppo male. Non si può più vivere nel terrore a mille euro al mese, Borrelli mi deve ascoltare".